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Clima: I Modelli a CO2 continuano a mostrare la loro inadeguatezza

Oggi si legge. Due nuovi lavori di Nicola Scafetta, tornato ormai da un paio d’anni a lavorare in Italia, presso l’Università Federico II di Napoli. Entrambi i paper sono open source.

In pratica si tratta nel primo lavoro di un’analisi comparativa dei dati osservati con quanto previsto dai modelli climatici, analisi che giunge ad un verdetto che già conosciamo ma che molti sembrano voler ignorare: l’attuale capacità di riprodurre le dinamiche del clima è molto limitata; ne deriva una sostanziale sovrastima del contributo antropico al trend di riscaldamento osservato e una ancora più sostanziale inadeguatezza degli strumenti di proiezione ad essere utilizzati come riferimento per le policy in materia di clima e ambiente.

Natural climate variability, part 1: Observations versus the modeled predictions

Abstract:

During the whole history of the planet, astronomical factors (orbital and solar variability) have determined the energy balance of the Earth and generated natural climate oscillations affecting the life of plants, animals and human beings at all time scales. During the last decades, severe concerns have been raised about whether human activities could have been so influential as to deeply modify the natural variability of the global climate and, in particular, could have caused a significant warming since the beginning of the 20th century. To properly address the latter issue, it is required to understand the phenomenology of the natural climate fluctuations. These are well emphasized by several climate indexes such as the Atlantic Multidecadal Oscillation, the Pacific Decadal Oscillation, the El Niño–Southern Oscillation and others. This complex natural dynamic is still not reproduced by the general circulation models (GCMs) supporting the Anthropogenic Global Warming Theory (AGWT), which is mainly advocated by the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC). In this “part 1” of our work we briefly introduce the general topic and statistically compare observed and GCM modeled global surface warming trends from 1860 to 2016. We find that the models have significantly overestimated the observed warming during the historical record. In addition, we compare observed and modeled temperature trends of three significant periods: from Jan/1922 to Dec/1941, from Jan/1980 to Dec/1999 and from Jan/2000 to Dec/2016. We find that only during the 1980-1999 period the observed and synthetic records show compatible warming trends within the 95% confidence level. The severe discrepancy between observations and modeled predictions found during the 1922-1941 and 2000- 2016 periods further confirms, according to the criteria proposed by the AGWT advocates themselves, that the current climate models have significantly exaggerated the anthropogenic greenhouse warming effect.

Il secondo lavoro riprende un filone di ricerca già lungamente esplorato da Nicola Scafetta. Partendo dall’evidenza che, al netto del potente contributo di El Niño, il trend delle temperature medie globali continua ad essere molto distante da quanto prospettato dalle simulazioni, l’applicazione di un modello climatico semi-empirico basato su di uno specifico set di oscillazioni climatiche naturali e con un contributo antropico significativamente ridotto, restituisce risultati molto più soddisfacenti di quanto non facciano i modelli climatici tradizionali.

Natural climate variability, part 2: Interpretation of the post 2000 temperature standstill

Abstract

The period from 2000 to 2016 shows a modest warming trend that the advocates of the anthropogenic global warming theory have labeled as the “pause” or “hiatus.” These labels were chosen to indicate that the observed temperature standstill period results from an unforced internal fluctuation of the climate (e.g. by heat uptake of the deep ocean) that the computer climate models are claimed to occasionally reproduce without contradicting the anthropogenic global warming theory (AGWT) paradigm. In part 1 of this work, it was shown that the statistical analysis rejects such labels with a 95% confidence because the standstill period has lasted more than the 15 year period limit provided by the AGWT advocates themselves. Anyhow, the strong warming peak observed in 2015-2016, the “hottest year on record,” gave the impression that the temperature standstill stopped in 2014. Herein, the authors show that such a temperature peak is unrelated to anthropogenic forcing: it simply emerged from the natural fast fluctuations of the climate associated to the El Niño–Southern Oscillation (ENSO) phenomenon. By removing the ENSO signature, the authors show that the temperature trend from 2000 to 2016 clearly diverges from the general circulation model (GCM) simulations. Thus, the GCMs models used to support the AGWT are very likely flawed. By contrast, the semi-empirical climate models proposed in 2011 and 2013 by Scafetta, which are based on a specific set of natural climatic oscillations believed to be astronomically induced plus a significantly reduced anthropogenic contribution, agree far better with the latest observations.

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Published inAttualitàClimatologia

45 Comments

  1. Giusto Buroni

    Scusate, Guidi-Donato b., e compagnia; mentre voi ve la cantate e ve la suonate affettuosamente, io dovrei prendermi e portarmi a casa tutti i vostri cortesi insulti (pubblici, visto che io non uso i nick-name) da scienziati bene educati? (noto che tutti reagiscono alle critiche più o meno così; abbiate un po’ di comprensione:, è la mia prima, e ultima, volta che entro in un blog, ovvero “surprise party”, per non dire società segreta ). E per avervi segnalato vostri errori, e non miei, grandi o piccoli che siano, ma che grazie a me non commetterete per un po’ di tempo? (lo spero; anche al Corriere della Sera grazie a me ora misurano le polveri sottili in microgrammi e non milligrammi, al metro cubo; e la pioggia in mm e basta, e non in cm/mq)
    Alla faccia dell’ospitalità e della pazienza che vantate!
    E notate che alle mie domande tecniche, poste con la speranza e fiducia che qualcuno del nobile consesso sapesse rispondere, comunque nessuno, col pretesto dell’indignazione, ha risposto. Complimenti!

    • Alessandro(Foiano)

      Alle sue domande non si può rispondere Giusto visto che il clima è sempre cambiato. Qualcuno però ci vuol far credere che cambia solo adesso ed è per questo motivo che la scienza (quella vera) con queste premesse non è in grado di darle la risposta numerica sulla “temperatura media del globo” .

  2. donato b.

    “… di cui non conosce il significato né scientifico, né semantico. ”
    .
    Una delle cose che ho imparato nel corso degli anni è rispettare il proprio interlocutore. Lei non mi conosce, come io non la conosco, ma io, contrariamente a quanto lei ha fatto, mi sono ben guardato dall’esprimere giudizi sulle sue conoscenze, per il semplice fatto che non ho dati per farlo. Noto che lei, invece, mi giudica incapace di conoscere il significato semantico e scientifico di alcune parole.
    Non avendo avuto alcun contatto se non le quattro righe che ho scritto, presumo che abbia espresso il suo giudizio in base alla sua capacità soprannaturale di scrutare nella mia mente per scoprire quanto conosco e quanto non conosco. Poiché non credo in queste doti, ne devo desumere che lei scrive così, tanto per fare qualcosa e per offendere il prossimo ( e pensare che in un suo precedente intervento aveva sollecitato gli amministratori del blog a censurare i messaggi offensivi ….. 🙂 ).
    Per il resto, visto il tono del suo intervento, credo che non abbia capito nulla, ma proprio nulla di quanto ho scritto, ma per questo non posso farci niente.
    Per il futuro eviterò di interloquire con lei, in primo luogo perché non essendo scienziato, potrei offendere il suo super-ego, in secondo luogo perché non ho tempo da perdere. Mi limiterò ad ignorarla.
    Donato Barone.

    • Donato,
      come sai evito accuratamente la censura, che oggi si chiama moderazione, perché credo fermamente nella libertà di pensiero e di espressione. Questo ci porta inevitabilmente ad avere spesso a che fare con chi questo non sa cosa significhi e fa abuso di un bene imprescindibile, la pazienza altrui.
      Spero che tu, da padrone di casa non meno di me, vorrai comprendere le ragioni di questa scelta, nella quale persevero pur scusandomi con tutti quelli che come te ne apprezzano il significato.
      Buona serata,
      Guido

    • donato b.

      Guido, su questo blog tutti hanno diritto di parola ed è per questo che lo frequento da anni e lo considero casa mia: condivido in tutto e per tutto la tua politica in materia. Poi che vuoi, gli incidenti capitano a tutti! Qualche sera fa, per esempio, un cliente è entrato nel mio studio chiedendomi notizie sul perché l’impresa (scelta da lui e non da me) non iniziava i suoi lavori. Gli risposi che forse aveva ancora altri impegni e bisognava aspettare: si girò di scatto, non proferì parola (neanche per salutare) e da allora non ne ho avuto più notizie. Probabilmente ritornerà, forse non lo vedrò più, non lo so, ma nonostante tutto la mia porta è sempre aperta per tutti. E’ la mia politica commerciale e funziona da trentatré anni.
      Guido, continuiamo così, è il bello della vita (oltre che del blog)! 🙂 🙂
      Ciao, Donato.

  3. Giusto Buroni

    Concordo, concordo, concordo. Ma quando troverò finalmente uno “scienziato” che mi fornisca la definizione completa e esatta di “temperatura media terrestre”, denominazione che viene così familiarmente usata da tutti come se si leggesse sui termometri esposti fuori dalle farmacie?
    Grazie. E scusate se ho invaso il blog con questa richiesta, ma conviene battere il ferro finché è caldo.

    • Alessandro(Foiano)

      Sono le richieste che facciamo tutti i giorni ai giornalisti, visto che da buon giornalisti dovrebbero informarsi loro tramite Mr Papillon, non chi li legge o chi li ascolta:
      partita persa in partenza che sarà esaudita solo lo 0,01% delle volte.. spero chiaramente che la mia sia una previsione statisticamente sbagliata. 🙂

    • donato b.

      Credo e spero che la richiesta di definire esattamente la temperatura media terrestre, sia una domanda retorica. 🙂
      Io non sono uno scienziato per cui non mi sento chiamato in causa, ma dopo anni di studi sull’argomento “clima” uso anch’io questa “grandezza” forse con eccessiva familiarità. E forse sbaglio.
      La temperatura media terrestre, lo dico a me stesso, ovviamente, non è una grandezza fisica misurabile direttamente, ma è il frutto di una serie di algoritmi che, partendo dai dati grezzi, “distillano” questo numero. Su questo blog non abbiamo mai considerato fondamentale questo dato: non si può ridurre il funzionamento di un sistema complesso come quello climatico ad un semplice numero. Il resto del mondo considera, però, questo numero magico come l’integrale del sistema: è sbagliato, ma così è.
      In migliaia di articoli scientifici si discute di temperatura media globale della Terra e su questo dato sono basate le policy mondiali di contenimento del cambiamento climatico. Se si vuole parlare di clima, bisogna farlo in termini di temperatura media globale, perché è su di essa che si concentra tutto il discorso.
      Mi rendo conto che basare tutto su un dato sintetico che NON può rappresentare compiutamente il sistema climatico è aberrante, ma non esiste alternativa: bere o affogare. 🙂
      Tornando al tema iniziale, ovvero la definizione esatta di temperatura media globale, credo che nessuno sia in grado di darla a meno che non consideriamo “temperatura media globale” l’intero programma di calcolo che la genera a partire dai dati grezzi e che gira sui computer di tre o quattro grandi centri mondiali.
      Nel futuro continuerò ad usare questo dato, pur con tutte le perplessità che ho tentato di elencare, perché è solo in questo modo che possiamo parlare di clima. E’ sbagliato? Forse, ma l’alternativa sarebbe quella di smettere di parlare di clima e non sono disposto a prenderla in considerazione.
      Ciao, Donato.

    • Giusto Buroni

      Pur ringraziando per la risposta, mi lasci dire che mai nella vita ho trovato un ragionamento altrettanto privo di logica. Vuole parlare di clima, e con dei veri scienziati, pur ammettendo di non essere scienziato (onestà apprezzabile) e che la questione del riscaldamento globale è verosimilmente basata sul nulla, o solo su parole “difficili” come “algoritmo”, “modello”, “temperatura media globale”, ecc. di cui non conosce il significato né scientifico, né semantico. O meglio ha una fede particolare che in qualche angolo del mondo ci sia la chiave che sblocchi questo nulla. Io trovo utile questa risposta, perché se non ne giungeranno di concrete avrò la dimostrazione che praticamente tutta la “comunità scientifica” lavora sul nulla, ma, se lavora, lo farà pure al servizio di qualcuno che la mantiene, e questo già spiega molte cose, magari non scientifiche, ma etiche. Io, se fossi in lei e intellettualmente onesto, di fronte a una situazione del genere, cesserei tranquillamente di discutere sul nulla. Per fortuna le cose non stanno così: io non ho la risposta, ma aspetto con fiducia.
      Diciamolo di nuovo: qual è la definizione esatta e completa di “temperatura media del globo”, che entra nei modelli con precisione del decimo di grado (Celsius, per carità), ma che nessuno sa calcolare?

    • Alessandro(Foiano)

      Foiano per ottobre riporta una media trentennale di 14,7°C e la media ottobre 2017 è di 15,7°C.
      Con una semplice frase sono stato molto più chiaro di una notizia sentita alla RAI. Non mi pare @Donato che si faccia così come ho scritto io l’ “informazione” e che se si vuole farla bisogna farla a modo, altrimenti è fuffa, spesso terrorismo climatico vero e proprio direttamente dall’etere in casa degli ascoltatori.

  4. Alessandro (poro pilota)

    Su questa cosa dei pinguini morti per l’eccessiva espansione del ghiaccio artico, facebook ha raccolto commenti illuminanti:
    1) lo scioglimento dei ghiacci ha diminuito la salinità marina e il mare ghiaccia di più.
    2) Il fenomeno ha colpito esclusivamente la regione dove sono morti i pulcini di pinguino.

    Giuro che è vero!

  5. Giusto Buroni

    Eppure ho notato con piacere che questo blog comprende la fase di “moderazione dei commenti” , che per il mio è durata un paio di giorni. Non so quanto è durata quella di NONTELODICO, ma propongo che per cominciare qualunque commento contenente insulti venga eliminato a prescindere dal resto del contenuto: si farebbe così un po’ di pulizia e di educazione (nell’accezione della parola in italiano). La mia proposta è anche l’abolizione dell’anonimato, ma non mi intendo di questi mezzi di comunicazione bambineschi e può darsi che si sia stabilito dall’inizio della storia di garantire l’anonimato a chi scrive e che l’alternativa, per chi non lo accetta, sia l’estromissione dal blog. Anche questa, secondo me, è cattiva educazione, ma, in nome della libertà di comunicazione (è questa?) bisogna accettarla com’è.
    Ossequi

  6. Giusto Buroni

    E fulmini anche quell’intelligentone che è riuscito a collegare i cambiamenti climatici (di origine antropica) anche all’immigrazione.
    Del resto oggi nei TG RAI si è sentita attribuire al riscaldamento globale di natura antropica anche la moria, per il gelo, di un’immensa covata di pinguini antartici eccetto due.

  7. Alfredo

    Scusate, non capisco… la strage dei pinguini denunciata anche dal Corriere di oggi è dovuta a un ghiaccio marino particolarmente esteso? Me lo spiegate?

    Immagine allegata

    • Fabrizio Giudici

      Molte specie di pinguini nidificano in zone relativamente distanti dal mare, perché le ritengono protette. I genitori devono fare poi i pendolari per andare al mare, pescare, tornare e nutrire i pulli. Siccome i poveracci devono camminare, in quanto non volano, la distanza tra il luogo di nidificazione e il mare è critica: se aumenta troppo, passa troppo tempo tra un’imboccata e l’altra. È quello che è successo in questo caso, visto che il ghiaccio ha allontanato il mare aperto dal luogo di nidificazione.

      Non è neanche roba nuova: se ne parla già da anni. Alcune specie e popolazioni sono in grado di adattarsi e spostano il luogo di nidificazione; altre no. È parte del meccanismo evolutivo.

      Cosa c’entra con l’AGW? C’è più ghiaccio perché lì fa più freddo, e fa più freddo perché fa più caldo.

    • Alfredo

      Grazie Fabrizio!
      La prima parte della tua spiegazione mi era nota, ma mi sfuggiva il perché in quasi tutti i blog/siti dove ho letto la notizia la collegassero con l’AGW…

  8. Nontelodico

    @Roberto . Spero che al mio commento da cabaret tu abbia risposto con tecniche da avanspettacolo altrimenti non capisco. Sostieni di essere un professionista della modellestica??? Bene datti da fare e proponi tu de i modelli funzionanti! Criticare Sterilmente è poco Utile. Almeno proponi all’ambiente cui appartieni delle idee nuove: prova a proporre pubblicazioni e vediamo un po che accade. Ci vediamo

  9. Alessandro (poro pilota)

    Intanto proprio ieri il nostro premier, giustificando con “la fuga dai cambiamenti climatici”l’abbandono dell’Africa da parte di milioni di suoi abitanti, sta prendendo decisioni che, già da oggi, influenzeranno in maniera immensamente negativa lo stile di vita nostro e dei nostri figli e nipoti.

    Che Giove lo fulmini!

  10. Giusto Buroni

    Uso e utenti dei blog.
    Dalla nascita dei blog non ne ho trovato uno che dopo due o tre scambi di battute non finisca in insulti e battibecchi da talk show televisivo o peggio, dimenticando l’oggetto che ha dato origine alla zuffa incivile (in questo caso tra laureati superdotati e navigati, a quanto pare, che del resto frequentano i blog anche più dei giovincelli ignoranti e fannulloni); potrebbe essere una moda accettabile, se nel frattempo si concedesse anche una risposta civile alle domande (in questo caso scientifiche) poste in maniera civile. Invece no: non mi è successo una sola volta in circa 25 anni (includendo le lettere a grandi giornalisti e direttori di grandi giornalisti, che reagiscono solo le prime volte che uno corregge i loro continui strafalcioni, grammaticali o tecnico-scientifici, poi li ignorano, “filtrandoli” con sistemi automatici). Così mi rassegno a pubblicare decine di interminabili articoli su giornali telematici, l’ultimo dei quali è Alessandria Oggi, ormai da tre o quattro anni. Commenti, buoni o cattivi, non ne ricevo neanche così, e mi dispiace, perché sono tutt’altro che infallibile e l’assenza di commenti mi convince che sono anche noioso e privo di idee interessanti. C’è qualcuno che abbia il coraggio di confermarmi almeno questo giudizio, in modo che mi metta il cuore in pace? Grazie.

    • Alessandro(Foiano)

      Probabilmente l’informazione per essere divulgata alla massa oggi ha bisogno di generare una paura verso l’utilizzatore per poter divenire informazione interessante.
      Sig.Buroni la paura in qualcosa riesce a rendere le persone capaci di credere a qualcosa, di conseguenza queste persone divengono più inclini ad agire in modo da allontanare tale diffusa paura. Oggi per esempio sono le azioni volte a soddisfare la (pseudo)green economy.
      Quando l’utilizzatore avrà paura del mangiafuoco che dirige l’Infornazione globale allora gli articoli come il suo su Alessandria Oggi potrebbero divenire interessanti. Purtroppo le parole di buon senso non sono di moda oggi, invece sono di moda le offese al genere umano e al suo operato…quelle fanno audience e strappano il commento del lettore/ascoltatore di turno.

    • Giusto Buroni

      Eppure ho notato con piacere che questo blog comprende la fase di “moderazione dei commenti” , che per il mio è durata un paio di giorni. Non so quanto è durata quella di NONTELODICO, ma propongo che per cominciare qualunque commento contenente insulti venga eliminato a prescindere dal resto del contenuto: si farebbe così un po’ di pulizia e di educazione (nell’accezione della parola in italiano). La mia proposta è anche l’abolizione dell’anonimato, ma non mi intendo di questi mezzi di comunicazione bambineschi e può darsi che si sia stabilito dall’inizio della storia di garantire l’anonimato a chi scrive e che l’alternativa, per chi non lo accetta, sia l’estromissione dal blog. Anche questa, secondo me, è cattiva educazione, ma, in nome della libertà di comunicazione (è questa?) bisogna accettarla com’è.
      Ossequi

    • Alessandro(Foiano)

      Mi riferivo ad altro operato umano, comunque se ci si riferisce ai commenti dei maleducati non si fa altro che dare importanza a chi di attenzione non ne merita in partenza per l’atteggiamento bambinesco.
      Con stima

  11. Massimo Lupicino

    Nontelo… il fatto di essere un grande esperto di modelli (!) non ti autorizza evidentemente ad essere scurrile e ad insultare.
    Per fortuna i grafici (non massaggiati) rendono giustizia su chi e’ veramente il dilettante e su chi ha prodotto paccottiglia modellistica spacciandola per alta gioielleria, come puoi capire bene da questo grafico allegato.

    Immagine allegata

    • Nontelodico

      essere scurrile e ad insultare??. Si tratta di una citazione cinematografica. Il Grande Lebowski fratelli Cohen. O sono troppo liberal x voi?

    • Hey professionista, quando avrai passato 1/100 del tempo che ho passato a prendere decisioni sugli output dei modelli potrai definirti un dilettante anche tu. Fino ad allora resti un Nontelodico qualunque 😉

    • Nontelodico

      Ma che cavolo ne sa di quel che faccio. Se non è capace neanche di capire l’ironia si prenda un po’ di ferie

    • Cos’è capisci solo l’ironia a senso unico? E poi lo sai che c’è? Qui nessuno sa quello che fai, semplicemente perché non lo dici, preferendo l’anonimato di un nickname. Per carità, questa è la norma, ma dato che in questo caso c’è qualcuno che ci mette la faccia, se vuoi mantenere il riserbo ti devi tenere la risposta. Capita l’ironia?

    • … e poi c’è anche la figura 6 del secondo articolo di Scafetta che confronta i modelli e i dati da stazioni terrestri, altro che gli odiati satelliti e palloni! Peccato che il risultato non cambi.
      Il fatto che poi Scafetta sia largamente odiato significa solo che nell’aria aleggia troppo odio e poca critica costruttiva. Forse qualcosa andrebbe cambiato. Franco

    • Diego

      Tutto ma non il grafico di Christy, per cortesia: non è stato pubblicato su nessuna rivista peer review, la scelta della baseline è stata fatta ad hoc, lo smoothing è arbitrario e cambia alla fine del periodo di osservazione, il trattamento delle condizioni iniziali e delle aree di incertezza dei modelli è incompleto, manca qualsiasi considerazione per le incertezze delle osservazione da satellite. Il tutto con lo scopo di amplificare visivamente le discrepanze tra le rilevazioni e lo spread dei modelli.
      E poi, ancora ‘sta storia del massaggio? Ma si rende conto delle implicazioni? Tutta la comunità mondiale dei climatologi starebbe truccando i dati con il consenso dei governi (tranne ovviamente quello USA, e il fatto che sia una plutocrazia carbo-petrolifera non ha nessuna rilevanza…). Più che lei, però, mi meraviglia di più chi gestisce il blog, che continua a lasciar spazio a derive complotistiche che bene non fanno al vero dibattito scientifico.

    • Diego,
      fermo restando che la linea editoriale può piacere o non piacere, ti chiederei di non dire cose che qui non sono mai state dette. I dati sono “truccati” per definizione al momento in cui si devono, inevitabilmente, compiere operazioni di omogeneizzazione e interpolazione, soprattutto per consentire un confronto che non sia proprio mele e pere con le simulazioni. Questo perché se non riporti sulla stessa griglia del modello il dato osservato non ci può essere alcun confronto. E questo già introduce notevoli problemi, perché il dato originale finisce per essere prima modificato in ragione di operazioni correttive e poi utilizzato come rappresentativo di un’area invece che di un punto, come invece è e dovrebbe continuare ad essere. Il fatto che poi tutte, ma proprio tutte queste operazioni abbiano avuto l’effetto di aumentare il segno positivo del trend e avvicinare le (a questo punto) pseudo-osservazioni alle simulazioni è buffo, ma sicuramente scientificamente giustificabile con l’esigenza di raggiungere un risultato. Ergo, nessun complotto, ma una coesa ricerca di conferme che ad oggi non sarebbe possibile avere se non con queste operazioni.
      Circa quella che definisci “comunità mondiale” ti faccio presente che quelli che fanno il lavoro per tutti sono 4 gatti, dato che il GHCN fornisce dati praticamente a tutti. La cosiddetta comunità mondiale poi i dati semplicemente li usa… Lo stesso vale per la modellistica…pochi fanno e tutti usano, del tutto acriticamente. E’ per questo che la faccenda del consenso non ha senso, non credi?
      gg

    • Diego

      @Guidi
      Grazie per il chiarimento. Quindi da oggi in poi devo presumere che chi scrive cose come “La scienza settled si nutre di massaggi, omogeneizzazioni e rivisitazioni a babbo morto di dati più o meno grezzi che per anni (o decenni) erano stati riconosciuti come validi…” oppure “Scafetta farebbe bene ad aspettare la prossima omogeneizzazione Karl-style con cui si faranno aumentare a babbo morto le temperature del passato di un paio di gradi” non stia assolutamente sottointendendo che la comunità dei climatologi stia truccando i dati sulle temperature e che l’autore di questi passaggi stia solo scrivendo un po’ di fretta (siamo tutti di corsa, è comprensibile…). C’è consenso su questo? 😉

    • Ma fammi capire, intervenire su dataset già consolidati non è una rivisitazione a babbo morto? E le capriole di Karl et al non hanno fatto esattamente questo? Se sì, in effetti c’è consenso. Se c’è uno che ha scritto di fretta tra l’altro è stato proprio Karl, vista la puntualità con cui il lavoro era pronto per l’inizio dei talk di parigi 😉

    • Massimo Lupicino

      Caro Diego su quello che scrivo io e’ giusto che risponda io, a partire dalla considerazione, gia’ fatta numerose volte in queste pagine, ovvero che questo e’ un blog su cui scrivono diverse persone, ognuna delle quali con la sua sensibilita’ e le sue opinioni sulla materia. E che le mie siano chiaramente diverse da quelle di Guido e’ assolutamente chiaro ed evidente, e non e’ qualcosa di cui ci si deve scusare, ma un valore per queste pagine in cui si pubblicano anche opinioni e sensibilita’ differenti.
      Detto questo ti ringrazio per i copia e incolla che testimoniano un grande interesse per i miei pezzi e li commentiamo, per quel pochissimo tempo che meritano.
      “La scienza settled si nutre di massaggi, omogeneizzazioni e rivisitazioni a babbo morto di dati più o meno grezzi che per anni (o decenni) erano stati riconosciuti come validi…”
      sono frasi che riscriverei tal quali milemila volte in millemila pezzi perche’ e’ semplicemente vera: i dati del passato, gli stessi dati che hanno costretto per molti anni tanti scienziati a lambiccarsi il cervello dietro al famigerato hiatus, sono stati rivisti, dopo tanti anni, e aggiornati al rialzo a seguito di “omogeneizzazioni” di cui fino al giorno prima nessuno aveva ravvisato il bisogno. Lo studio di Karl ha avuto molta risonanza, e’ stato aspramente criticato, addirittura irriso da gole profonde dello stesso NOAA, quindi il discredito non viene da Lupicino ma da colleghi stessi di chi quegli studi li ha prodotti (di Lindzen abbiamo gia’ parlato, tra i tanti, per non dire di Christy/Spencer a proposito della revisione di RSS etc.).
      Quella su Scafetta e’ una battuta, ma non troppo. Perche’ se e’ possibile cambiare a distanza di 40-50 anni i dati misurati e sottoporli ad “omogeneizzazioni”, allora qualsiasi studio fatto nel frattempo diventa spazzatura. Tutti gli studi prodotti sullo hiatus, prima che Karl o RSS lo ammazzassero con revisioni A BABBO MORTO che andavano a cambiare dati misurati decenni prima, sono diventati SPAZZATURA. Allora decidiamoci, o e’ stata prodotta spazzatura per gli ultimi 15 anni nel tentativo di trovare giustificaizioni piu’ o meno fantasiose per lo hiatus, perche’ quei rilevamenti erano “sbagliati”, oppure la spazzatura e’ nelle omogeneizzazioni. Di sicuro questa non e’ una “scienza settled”.
      Per il resto se ad offenderti e’ il tono canzonatorio, ironico o sarcastico di certi pezzi, la soluzione e’ a portata di mano: non leggere quegli articoli, cosi’ ti risparmi anche i copia e incolla e le perdite di tempo su questo “forum”.
      Gli articoli si scrivono per chi li vuole leggere, non per sottoporli a peer-review nei commenti, atomizzandoli in copia e incolla virgolettati e decontestualizzati.
      Poter scrivere e commentare su un forum in cui si pubblicano praticamente tutti i commenti e’ un privilegio di cui non sempre ci si rende conto, come non ci si rende conto del tempo che si impiega per scrivere prima, e per rispondere ai commenti poi.

  12. Giusto Buroni

    E’ chiaro che i modelli in circolazione sono moltissimi e se ne troverà sempre almeno uno che soddisfi le aspirazioni del ciarlatano più forte del momento. Da anni io suggerisco, inascoltato, perché sono solo ingegnere e, quel che è peggio, nucleare, un semplicissimo metodo di riduzione del numero di modelli da considerare “pressoché attendibili, con molta cautela”: si prenda il modello candidato, gli si carichino i dati pertinenti raccolti negli anni ’60 (quando penso che la climatologia abbia cominciato ad essere decentemente matura), si confrontino i risultati con quelli ottenuti caricando il modello con i dati di questi anni. Se la differenza fra i risultati supera il 5% (ma suggerirei il 2%: il 5% è una tolleranza enorme quando si pretende che d’altro canto le temperature sono misurate al decimo di °C) il modello in esame venga scartato senza pietà e mai più riesumato. Se tale esercizio è già stato eseguito dall’IPCC mi ritiro in buon ordine, se no, che l’ONU annunci al Mondo di avere imposto all’IPCC di farlo (diciamo: in un paio di mesi) per tutti e ciascuno dei modelli “in gioco” e ne forniscano al pubblico (ai “media”) e agli esperti “indipendenti” i risultati: sarà se non altro dimostrazione di onestà e buona volontà. Altrimenti i veri scienziati chiedano a gran voce di sciogliere l’IPCC con annessi e connessi e di studiare il clima (e le sue presunte gravi variazioni) con metodi seri e scientifici. Ho capito da pochi giorni chi è il col. Guido Guidi, che vedevo leggere le previsioni del tempo in TV senza memorizzarne il nome; gli ho dedicato un articolo sul giornale telematico Alessandria Oggi che credo sia tuttora reperibile negli archivi on line.

    Immagine allegata

    • Carlo Del Corso

      Con tutto il rispetto per i complessi modelli GCM usati dall’IPCC, ritengo che non siano abbastanza affidabili per previsioni della temperatura media terrestre nel lungo (ma anche breve e medio) termine , su cui basare importanti decisioni politico economiche mondiali.
      Dalla mia pur piccola esperienza di modellistica maturata in settori diversi (processi industriali) mi è chiaro che ogni modello di tipo deterministico , come i vari GCM, per essere “fit for the purpose”, deve essere validato dalle osservazioni. Chiara ovvietà. Ma qui sta il problema. A parte tutta la complessità dell’osservazione, e cioè la temperatura media terrestre nel tempo, i modelli climatici che valutano la “climate sensitivity” e cioè di quanto aumenta la temperatura media terrestre per un raddoppio della CO2 atmosferica (che sono la base delle previsioni) dovrebbero essere confrontati e quindi validati con una temperatra media terrestre depurata da tutti gli altri effetti dovuti a fattori naturali noti (e non noti) che la influenzano. Da qui, la evidente incertezza delle previsioni dei GCM.

    • Ma per favore Diego… definire realtà i modelli è un paradosso… “reasonally skilfull”… sì, con quel reasonally che è dello stesso ordine di grandezza delle variazioni che si vorrebbero simulare e comunque attiene all’unico parametro tunabile a piacere, la temperatura.
      Ad ogni modo grazie per l’interessante segnalazione 😉
      gg

    • robertok06

      @Diego

      ???
      Nella realta’ cosa? Quale realta’?

      La realta’ della precisione dei modellini farlocchi e’ questa… giusto per dare un paio di esempi recentissimi:

      goo.gl/oU92Yb

      Dopo che per quasi 30 anni ce l’hanno menata, quelli dell’IPCC, con il feedback negativo delle nuvole, adesso dicono che e’… forse… probabilmente. .. “likely”… positivo.
      “Scusateci, ci siamo sbagliati, ma le conclusioni sono valide comunque”…

      Questo qui, invece…

      goo.gl/Bu3P9y

      … dice che…

      “Climate models still fail to accurately reproduce the multi-decadal SMB trends at a regional scale, and progress has to be achieved in reproducing atmospheric circulation changes related to complex ocean/ice/atmosphere interactions. Complex processes are also still insufficiently considered, such as (1) specific polar atmospheric processes (clouds, drifting snow, and stable boundary layer physics), (2) surface firn physics involved in the surface drag variations, or in firn air depletion and albedo feedbacks.”

      Posso fornire decine di altri esempi, di studi dove confrontano i risultati dei modellini farlocchi con le misure o i dati storici e i modellini escono a pezzi.

      La storiella dei “skilled models” e’ uno specchietto per le allodole… vuol dire poco o nulla, e precisamente un modello e’ “skilled” anche solo se ci azzecca piu’ spesso di un tentativo random, fatto a casaccio.

      La vera precisione, e possibilita’ di miglioramento, dei modellini farlocchi e’ ben spiegata nei 10 minuti di seminario TEDx da Gavin Schmidt stesso, il capo del GISS… qui:

      goo.gl/pJrdx5

      … in particolare i commenti al minuto 01:03 e 01:33. I modellini farlocchi sono a ANNI LUCE di distanza dal poter simulare in maniera corretta tutti i fenomeni che contribuiscono a definire il clima del pianeta.
      Le belle figure colorate alla fine del seminario di Gavino il Modellista null’altro sono che delle belle figure… che se ci azzeccano e’ per puro caso.
      Saluti.

    • Nontelodico

      Ma Roberto ….tu lavori con i modelli. Un po’ di serenità nel giudicarli non guadterebbe . Non sono tutti farlocchi!

    • Alex

      Se e’ vero che Roberto lavora con I modelli, il suo intervento assume un valore aggiunto.

    • NonTeLoDico

      la vs crociata contro i modelli, senza alcun distinguo, vi qualifica x quello che siete: “fottuti dilettanti!”

    • robertok06

      Commento solo perché chiamato in causa: faccio modellistica ma in tutto altro campo (acceleratori di particelle). Sono fisico di professione, e non da ieri.
      Ho accesso alla gran parte delle pubblicazioni scientifiche afferenti alla climatologia, e ne comprenda il contenuto ed i metodi di analisi dei dati e di formulazione dei modelli.
      Le mie critiche ai modelli della climatologia mainstream sono nati proprio leggendo tali articoli.
      Per esempio… tutti questi modelli, cioè codici di calcolo, hanno bisogno di inizializzare numeri impressionanti di variabili interne allo specifico codice… e spesso e volentieri tali variabili NON sono osservabili fisiche, quindi vengono inizializzate arbitrariamente. Ci sono persino pubblicazioni peer-reviewed che si occupano solo di questo.
      Tutti quelli che prendono per oro colato le fantastiche previsioni basate su tali modelli farebbero bene a fare come ho fatto e faccio io… e cioè ad impiegare un po’ del loro tempo libero leggendo tali articoli e riviste.
      Gli interessati non hanno che fa chiedermi informazioni, se sono principianti e non vogliono perdere tempo… lo farò volentieri.
      @nontelodico: invece di rispondere nel merito di quello che ho scritto, basandomi su scienza nota, hai replicato con delle battute di cabaret. Una volta si chiamavano troll quelli che fanno così.
      Ciao.

    • Fabrizio Giudici

      Una volta si chiamavano troll quelli che fanno così.

      Come troll è pure scadente.

  13. Massimo Lupicino

    Quindi, se posso riassumere a modo mio, nel momento in cui si approccia il problema della simulazione climatica senza foderarsi gli occhi con 2 quintali di prosciutto antropocentrico, CAPITA che si producano dei modelli che tengono conto di forzanti naturali, e che CASUALMENTE mostrano una performance molto migliore rispetto ai modelli antropocentrici. Questo dimostra che se invece di dilapidare risorse in ricerche a senso unico che non hanno prodotto il becco di un risultato dignitoso, si spendessero le stesse risorse (ma anche molte di meno) per indagare in altre direzioni, si farebbe un grande servizio alla scienza, e ai soldi dei contribuenti. Ma non essendo la “ricerca” il driver di questo baraccone, questa cosa non accadra’ mai.
    Due osservazioni: 1) Scafetta farebbe bene ad aspettare la prossima omogeneizzazione Karl-style con cui si faranno aumentare a babbo morto le temperature del passato di un paio di gradi, cosa che trasformera’ i suoi studi in immondizia, e i modelli ultra-fallimentari del passato in oracoli infallibili. 2) Scafetta e’ un nemico del popolo e verra’ comunque processato e condannato per attentato ai danni della scienza “settled”.

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