Salta al contenuto

La scomparsa della neve

È da almeno una ventina d’anni che i giusti ci prospettano la scomparsa totale e definitiva della neve a causa del global warming, con disappunto di grandi e piccini. In attesa che il destino si compia, e preso atto della sgradevole ostinatezza con cui le montagne continuano ad imbiancarsi (pur tra i soliti alti e bassi), la neve è scomparsa per davvero…Non dalle montagne, ma dalle cronache.

Intorno alle 14:00 di Lunedì 13 Novembre 2017 la situazione sull’autostrada Firenze-Bologna era questa:

Sui maggiori quotidiani italiani tuttavia, la notizia di nevicate così insolite per il periodo tardava a farsi largo pur tra articoli in apparenza non proprio da Pulitzer… A sorpresa, il primo a rompere il ghiaccio (è il caso di dirlo) è La Stampa, che in tarda mattinata inserisce uno stringato pezzo sul maltempo relegando in terza posizione quello che era lo scoop della giornata: Londra sconfigge la Brexit puntando tutto sulla “gender intelligence” e sull’insegnamento della “fluidità sessuale” ai giovani nelle scuole.

Nel frattempo sulla Repubblica e sul Corriere si dorme. La prima semplicemente non riporta la notizia delle nevicate, mentre il Corriere la relega alla fine della homepage, praticamente introvabile e dispersa tra i video di “You Reporter” in mezzo a perle del calibro de “Il gattino a due facce: come averne due in uno” e “Ecco cosa succede se dai fuoco al tuo nuovo (e costosissimo) I-Phone”. Anche il corrierone, tuttavia, non si fa sfuggire la notizia-scoop sulla buona scuola britannica, con il titolo accattivante di “Sì ai maschi in tutù (…)

A dire il vero un altro quotidiano a tiratura nazionale la notizia la dà: si tratta del Giornale, che lo fa in questi termini: “Sull’Italia piomba Attila (…)”. Uno se lo immagina nelle sembianze di Diego Abatantuono questo Attila, se non fosse che qualche esperto ha deciso di chiamare in questo modo proprio la perturbazione in questione. Tra il disappunto e le ironie dei lettori stessi del Giornale, nei commenti in calce all’articolo…

Attila flagello di Dio

Qualche considerazione

Non ci si abitua facilmente, al tracollo continuo del livello dell’informazione. Personalmente credevo che l’informazione “di servizio”, quella che serve al cittadino comune per evitare di trovarsi in situazioni difficili, trovasse ancora ospitalità sui quotidiani nazionali: un paio di milioni di persone erano alle prese con una nevicata fuori stagione, in alcuni casi piuttosto intensa. Alcune di queste guidavano in autostrada in mezzo alla tormenta, con tutti i rischi del caso. E la gran parte dei quotidiani ha deciso bellamente di ignorare la notizia. Di non informare.

È inevitabile che venga il sospetto che anche la neve sia diventata una pura e semplice scelta editoriale: se non piace si fa sparire, così come si fanno invece comparire un giorno sì e l’altro pure una serie pressoché infinita di scemenze meteo-climatiche, quando queste fanno comodo alla narrativa del “moriremo tutti di caldo”. E che in tempi di COP tedesche di per sè già abbastanza scassate qualcuno abbia ritenuto di stendere un velo pietoso su una nevicata “scomoda”, ci può stare tranquillamente. Anche perché il fatto che se ne sia parlato timidamente solo in serata a evento concluso ricorda quelle tecniche di spin applicate in altri contesti per notizie sgradite alla linea editoriale: come quando un’elezione “va male” e si mettono in prima pagina exit poll più benevoli, per poi affondare la notizia e renderla invisibile in coda a tutte le altre quando escono i risultati finali.

In quanto a desaparecidos dai quotidiani italiani, bisogna dire che la neve è comunque in buona compagnia insieme a tutti quelli che un tempo si chiamavano “grandi temi”: temi nazionali e quindi invisi ad una informazione globalista: occupazione, diritti dei lavoratori, politica economica, politica industriale, politica monetaria, politica estera (ne abbiamo parlato).

Si corre tuttavia il rischio di sopravvalutarla, certa informazione, quando le si attribuisce la capacità di controllare le notizie in modo così orwelliano. Forse sarebbe più corretto parlare solo di cattiva informazione. A rafforzare il sospetto è la presenza di un altro articolo di dubbio valore, in termini di informazione di servizio, comparso proprio sulla Stampa lo stesso giorno. L’articolo in questione è una dichiarazione della meteo-star Luca Mercalli, secondo il quale per ammodernare gli acquedotti è bene tagliare gli incentivi alle coppie che fanno figli. Immagino si riferisca all’obolo di 800 euro per le neo-mamme italiane.

Meno bambini italiani, dunque. Per rendere un servizio ai tubi.

E meno informazione-spazzatura, mi permetto di aggiungere. Per rendere un servizio a tutti gli Italiani.

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

32 Comments

  1. Simone

    Sig. Lupicino, torno a commentare il suo ennesimo articolo ridicolo solo per fargli notare la scomparsa nel corso degli anni di località sciistiche estive come Presena, Marmolada (ed altre) e in questa estate 2017 anche lo Stelvio per la prima volta ha chiuso i battenti nel mese di agosto.
    Senza dimenticare che se non ci fosse la neve artificiale e aiuti con soldi pubblici alle località sciistiche, molti impianti sarebbero già chiusi da anni e anni. Ma di tutti questi fatti dovuti alla mancanza di neve naturale ovviamente in questo portale non se ne parla, ci mancherebbe!
    Speriamo infine di non finire tutti sepolti dalla neve (che poi nei prossimi giorni durerà parecchio la neve avuta… )

  2. Massimo Lupicino

    Grazie a tutti per i commenti, adesso possiamo tornare a leggere le notizie piu’ importanti. Ad esempio sul corriere campeggia: “stallone mi ha chiesto di fare sesso a tre”. E poi “Roma, ragazzi fanno sesso al liceo virgilio”. Altro che neve al piano! 😀

  3. Giovanni

    Per poter esprimere un giudizio su una opinione bisognerebbe aver ascoltato l’intero dibattito. Ma anche volendo solo prendere quanto riportato sull’articolo a cui fa riferimento e al personaggio che ha pronunciato quelle parole(Luca Mercalli) sarebbe almeno il caso di commentarle per quelle che sono.
    Popolazione mondiale in aumento, acqua non inquinata che scarseggia, riduzioni in molte zone delle precipitazioni, necessità di non spreco e nuova necessità di invasi di raccolta! Questo è il significato !
    Non una becera contrapposizione come lei vorrebbe sottendere ! Davvero il problema della informazione riguarda proprio tutti !

    • Fabrizio Giudici

      Giovanni,

      vada a spiegarlo a La Stampa:

      http://www.lastampa.it/2017/11/13/edizioni/alessandria/la-provocazione-di-mercalli-soldi-a-migliorare-gli-acquedotti-piuttosto-che-incentivi-per-fare-figli-MeAwFNUuSK9KcDPHIJeQhP/pagina.html

      «Uno dei problemi è l’aumento della popolazione mondiale. Si diano soldi per migliorare gli acquedotti piuttosto che incentivi alle coppie per fare figli»

      Provocazione? Ma una provocazione sarebbe stata “… piuttosto che agli incentivi per il fotovoltaico”, tenendo condo anche che – come dice robertok06 – c’è un abisso tra le cifre stanziate nei due casi.

    • Giovanni

      Infatti il titolo “Provocazione…….” ovvio !
      Se i problemi dell’informazione fossero quelli ci sarebbe da stare allegri. Purtroppo sono ben maggiori e assai più pericolosi !
      Ne riparleremo quando mancherà anche l’acqua.
      Nelle valli di Lanzo, quote alpine elevate, le sorgenti e gli invasi non sono più sufficienti!

    • Edo

      Quindi, Giovanni, Lei che non è ideologico come l’autore del post, è a favore di un sano federalismo fiscale e non che permetta alle regioni, alle province e ai comuni italiani di trattenere la maggior parte delle tasse e di utilizzarle per gli interventi sul territorio, come ad esempio ulteriori acquedotti e invasi?

    • Giovanni

      Caro Edo, io vedo un Italia che oltre ad un abnorme debito pubblico ha un ancor più abnorme deficit di interventi pubblici a salvaguardia del territorio e della salute dei suoi abitanti. Chiedere ai tarantini ad esempio fuori dalle ideologie!
      Non vedere questo è abnorme !

    • Gianluca (a.k.a. Giovanni Pracanica)

      @Giovanni

      “Ne riparleremo quando mancherà anche l’acqua.
      Nelle valli di Lanzo, quote alpine elevate, le sorgenti e gli invasi non sono più sufficienti!”

      Veramente il problema della siccità è un qualcosa che si ripete ciclicamente da sempre nella storia, come quello della mancanza di neve e di tantissimi altri fenomeni… perché imputare sempre tutto al global warming assassino e alla CO2 antropica?

      Qualche esempio:

      – tra il 1539 e il 1540 ci furono ben 5 mesi continui di mancanza assoluta di precipitazioni piovose e nevose;

      – nel 1616 primavera e estate di assoluta siccità;

      – nel 1741 stessa situazione del 1616

      – nel 1893 si verificò una delle siccità più gravi della storia d’Europa e d’Italia;

      – il 1921 fu uno dei peggiori per quanto riguarda la siccità; nel torinese, ad esempio (visto che sono state citate le valli di Lanzo), ci furono ben 54 giorni consecutivi senza una goccia d’acqua;

      – nel 1959 le regioni settentrionali come Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria conobbero ben 100 giorni di assenza di precipitazioni;

      – ecc. ecc.

      Fonti:
      https://www.panorama.it/news/cronaca/litalia-senza-acqua-le-piu-gravi-siccita-nella-storia-del-paese/

      http://torino.repubblica.it/cronaca/2017/10/17/news/il_piemonte_ostaggio_della_siccita_50_comuni_riforniti_con_le_autobotti-178505811/#gallery-slider=171571032

    • Giovanni

      Contenti voi NON contenti tutti !
      Peccato che nelle nostre terre vivano 50 ml di individui e che le azioni di salvaguardia del territorio diventino di conseguenza sempre più problematiche. Non mi sembra che nel 1616 circolassero milioni di automezzi inquinanti e che le falde acquifere fossero sostanzialmente lo fossero in gran parte.
      Non vedere i problemi è delittuoso!
      Saluti !

  4. Maurizio Rovati

    Ho visto un sevizio TG5 dove le immagini mostravano la neve abbondante e il commentatore non pronunciava mai quella parola…

    • Fabrizio Giudici

      “Una strana materia bianca ha coperto negli ultimi giorni alcune regioni italiane”… 😉

    • Roberto

      Nevica pero nn cielo dikono!11!

  5. robertok06

    ” L’articolo in questione è una dichiarazione della meteo-star Luca Mercalli, secondo il quale per ammodernare gli acquedotti è bene tagliare gli incentivi alle coppie che fanno figli. Immagino si riferisca all’obolo di 800 euro per le neo-mamme italiane.”

    Ma dai! Casualmente ieri sera ho guardato una specie di telegiornale sul canale franco-tedesco Arte (ferventemente anti-nucleare, pro-rinnovabli, pro-salviamoci-dalla-velenosissssssima-CO2-assassina) dove in studio c’era un trio di pasdaran verdi che commentavano l’impasse della CoP 23…
    Uno dei tre era la giornalista di Liberation Laure Noualhat, che non capisce assolutamente nulla di nulla (preparazione scientifica ZERO) ma ha proposto anche lei di tagliare gli aiuti alle famiglie per quel che riguarda favorire la natalita’.

    Questo e’ un refrain vecchio di decenni: il Sierra Club lo invocava gia’ negli anni 70 per evitare futuri problemi in California.

    Tra l’altro, proprio a voler trovar fondi per rimettere in sesto dighe e acquedotti malconci o mancanti… nel 2015 sono nati un po’ meno di 500 mila bambini in Italia, anche supponendo che tutti ricevano l’obolo di 800 Euro una tantum, fa una spesa per il paese di 400 milioni/anno… che equivale a meno di UN MESE di “incentivi” al fottovoltaico italiano, che ammonta a circa 6500 milioni/anno.
    Ma, guarda un po’!, la meteo-star succitata ha i pannelli FV sul tetto della sua casa in val di Susa, se non ricordo male da una sua intervista alla TV…
    … della serie “fate come dico io ma non fate come faccio io”? 🙂

    Saluti.

    • Massimo Lupicino

      La ipocrisia piu’ grande in tutto questo, roberto, e’ che da una parte si chiede agli italiani (e non solo a loro) di non fare figli, e dall’altra ci ripetono fino allo sfinimento che c’e’ bisogno di immigrati perche’ gli italiani non fanno figli. Peraltro, per gestire l’immigrazione si spendono circa 5 miliardi all’anno, e gli incentivi alle famiglie ammontano a 400 milioni, giusto per dare una idea.
      Certe uscite e certe sparate hanno carattere puramente politico: il global warming senza il contorno di tutti gli argomenti “globalisti” e “salvamondisti” che sottengono alla narrativa, sarebbe un non-problema, come testimoniano le statistiche sulle calamita’ naturali o sulla produzione agricola. Diventa un problema nel momento in cui e’ parte di una agenda politica. L’agenda globalista, in questo caso. Che se non c’e’ un (presunto) problema mortale da risolvere, perche’ bisognerebbe ascoltarli e accettare la loro visione del mondo?
      Questo non vale solo per il global warming, ma per tutti gli altri temi globalisti da cui siamo sommersi e con cui siamo bastonati quotidianamente da tutti i media, all’unisono. Talvolta il referente dell’argomento “climatico”, si avventura in un altro argomento del menu’ globalista (es: il neo-malthusianesimo). Oppure l’immigrazionista si avventura nel climatismo, e via dicendo. E’ un gioco di specchi dietro cui sottende una agenda politica chiarissima, e sovra-nazionale.

    • Nontelodico

      Ma lei pensa prima di scrivere o certe cose le escono così dai talloni? Se non se ne è accorto, uno dei motivi per cui gli italiani non fanno figli è la precarietà che si prolunga fino ad età in cui non si pensa più di tanto alla trasmissione del corredo genetico. Un altro deriva dal fatto che se le donne utilizzano la maternità possono dire addio alla carriera. Un altro sarebbe la difficoltà nella gestione dei figli,dal momento che entrambi i genitori devono lavorare e spesso non hanno aiuti familiari o non possono permettersi una babysitter. E ce ne sarebbero molto altro ma non la tedierò ulteriormente. Detto ciò mi chiedo da dove spunti il riferimento all’immigrazione? Cosa propone? Affondiamo i barconi così tanto per risparmiare e mentre i Tg trasmettono le immagini ci diamo da fare per ripopolare il paese? Lasci perdere le sciocchezze di mercalli e non mescoli gravi problemi sociali con puttanate climatiche.

    • Nontelodico

      E cmq robertok06 non ha contribuito più di tanto al problema demografico italiano. Sarà mica un doppiogiochista?

    • Massimo Lupicino

      Non ho capito cosa c’entra quello che scrivi con l’articolo, comunque sulla definizione di “puttanate climatiche” siamo finalmente d’accordo. E anche su altre cose che scrivi devo dire che concordo con te. Godiamoci quindi il raro momento di accordo e di concordia invece di focalizzarci sul poco che ci divide (in questo caso) 😉

    • NonTeLoDico

      “La ipocrisia piu’ grande in tutto questo, roberto, e’ che da una parte si chiede agli italiani (e non solo a loro) di non fare figli, e dall’altra ci ripetono fino allo sfinimento che c’e’ bisogno di immigrati perche’ gli italiani non fanno figli. Peraltro, per gestire l’immigrazione si spendono circa 5 miliardi all’anno, e gli incentivi alle famiglie ammontano a 400 milioni, giusto per dare una idea.” Parole sue

    • Roberto

      L’immigrazione è come il prezzemolo per lui: ci sta bene un po’ su tutto.

    • Massimo Lupicino

      Roberto e Matteo vi siete dati domanda e risposta prima ancora che i vostri post fossero pubblicati…Fantastico! Quando si dice essere in sintonia 🙂

      Matteo mi ero dimenticato che tu commenti i post e non gli articoli, scusami. Capisco anche che avendoti dato ragione ho messo in discussione la tua professione di troll, quindi continuo a farlo: chiedere di non spendere 400 milioni per aiutare le neo-mamme con la giustificazione che siamo troppi, e’ perfettamente compatibile con lo spendere 10 volte tante risorse con la giustificazione che in italia non si fanno figli. Quindi hai ragione tu. Contento? Comunque l’articolo parla d’altro e queste domande dovresti farle a mercalli.

    • Fabrizio Giudici

      gli italiani non fanno figli è la precarietà che si prolunga fino ad età

      Urka, non ci avevamo pensato. Ma com’è che nella prima metà del secolo scorso gli italiani sono passati attraverso due guerre devastanti, inclusa una guerra civile, attraverso condizioni di precarietà che oggi le generazioni correnti manco si immaginano, eppure facevano figli?

    • Nontelodico

      Saranno stati più timorati di Dio come lo è lei!

    • Maurizio Rovati

      Non c’era la TV…

  6. carlo70

    Ormai non possiamo sfuggire al principio concettuale che la neve in inverno è il tempo meteorologico, mentre il caldo in estate è il clima che sta cambiando…

    • Massimo Lupicino

      Carlo, il caldo e’ clima, il freddo e’ tempo. Semplice, no?

  7. Roberto

    Caro Lupicino,

    la leggo spesso e con piacere su questo blog.
    Quest’ultimo suo intervento è particolarmente esemplare sull’inconsistenza dell’informazione generalista o per citare una famosa penna contemporanea dei “giornaloni”.

    Aggiungo che la star che lei ha brillantemente citato è stata alquanto parca nelle sue esternazioni durante l’inverno 2016-2017 che, qui nel mio nord-ovest, seppur siccitoso è stato incontrovertibilmente rigido specie in gennaio.
    Ma si sa, gli eventi in controtendenza rispetto alle proprie aspettative e convinzioni “scientifiche” evidentemente non meritano riflessioni approfondite.

  8. Fabrizio Giudici

    Meno male che non ascolto le stronzate e per una trasferta di lavoro a Trento, mi sono fatto montare le gomme invernali (a Trento-città non ne ho bisogno e non credo che ne avrò bisogno, ma nel weekend mi concederò un po’ di scorribande in montagna).

    • Andrea Beretta

      Il problema è che alcune volte i media, avendo perso (quando non sono in malafede) la capacità di distinguere le notizie importanti da quelle meno, diventano pericolosi per noi: mi spiego con un esempio concreto: sabato sera tornavo a Milano dal Monferrato…accendo la radio per sapere le notizie sul traffico e mi segnalano code sulla Milano-Genova dopo la barriera di Milano. Delle code nemmeno l’ombra…peccato che per tutto il viaggio sono stato accompagnato da una nebbia vecchio stile che praticamente azzerava la visibilità. Ora, la nebbia è uno di quei fenomeni la cui assenza nel milanese negli ultimi 20 anni è stata (naturalmente) imputata al riscaldamento globale; però mi pare che le ormai rare volte che ricompare, la causa venga ricondotta all’inquinamento, o, ancora, al riscaldamento globale. Quindi, la sua presenza mica è in contraddizione con la teoria dell’antropogenesi, e segnalarlo su un programma che si chiama “viaggiare informati” non avrebbe rovinato alcuna convizione. Oddio, mi rendo conto che oggi pretendere di prendere sul serio concetti come “informati” sia un po’ ingenuo…magari è tutto lì il trucco

  9. Luigi Mariani

    “burro o cannoni”?, “pane o carta moschicida?”, “musei o fognature?”… direi che la meteo-star non sia particolarmente originale con il suo aut aut “sussidi alla natalità o acquedotti?”.
    Il guaio è che in un paese in cui la crisi di natalità è tanto profonda da far pensare a una sorta di suicidio collettivo, questi aut out non andrebbero posti neanche per scherzo, perché magari poi qualcuno inizia a pensarci davvero.
    Luigi

    • Massimo Lupicino

      Caro Luigi, io penso che qualcuno ci stia pensando davvero, e da molto tempo a questa parte, e che certe sparate si inseriscano in un filone ideologico ben preciso. Di cui il climate change fa parte solo insieme a tanti altri elementi..

  10. Edo

    Gent. mo Prof. Lupicino, innanzitutto grazie per l’articolo, semplice, conciso, molto efficace.
    Le segnalo solo un refuso nel testo subito prima delle foto: “lunedì 13 novembre 2017”, non “2013”.
    Cordiali saluti
    Edo

    • Massimo Lupicino

      Grazie Edo, un post decisamente “di servizio” il tuo: refuso corretto 😉 PS: gia’ il lei e’ eccessivo, il Prof poi e’ millantato credito 😀 Dammi del tu Edo, vai tranquillo.

Rispondi a Luigi Mariani Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »