Salta al contenuto

Simulato il clima di Games of Thrones, finalmente un uso coerente dei modelli climatici

Ammetto di non essere un estimatore della fortunata serie TV, anzi, ammetto di conoscerla solo di nome. Quanti ne dovessero sapere di più saranno in grado di confermare che, a quanto pare, nel mondo in cui la fiction è ambientata il clima faccia alquanto schifo. E vuoi che non lo si possa simulare con i favolosi modelli climatici che con 1, 2, 3, 4 variabili ti rifanno la Terra dei mostri e con 5 te la fanno pure volare? Lo so, quest’ultima frase è beceramente parafrasata dalla ben più seria uscita di John Von Neuman, padre della modellistica: “Con quattro parametri posso descrivere un elefante e con cinque posso fargli muovere la proboscide“. Ma, il senso è quello: con le opportune assunzioni si può modellare qualunque cosa, nella fattispecie anche il clima di un pianeta il cui “asse di rotazione rotola (sic!) in modo che il pianeta presenti al sole sempre lo stesso emisfero“.

Questo ha fatto un team di ricercatori inglesi, nel più perfetto stile del clima che cambia. So cosa voglio dimostrare e lo simulo, salvo poi dire che sono stato capace, con il mio strumento perfetto, a dimostrare che ho ragione. Un gioco? Non esattamente, perché è proprio così che vengono usati oggi i modelli climatici. La teoria è che il mondo funzioni a CO2, si costruiscono modelli che vanno a CO2 per dimostrare che il mondo va a CO2. Geniale, anche se appena un tantino circolare come ragionamento ;-).

Vi chiederete, perché prendersela con dei brillanti ricercatori appassionati di fiction? Per carità, nulla contro, se climafiction dev’essere che climafiction sia. Magari però, se si potesse evitare di applicare il global warming anche al mondo di Games of Thrones sarebbe meglio. E invece no, raddoppio della CO2, aumento della temperatura pure di quel postaccio con asse rotolante e risultato che “è consistente con quello della sensibilità climatica individuata dall’IPCC” per la Terra, il cui asse non rotola ma che sempre un postaccio diventerà se non la piantiamo, parola di infallibile modello climatico.

Fantastico.

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

20 Comments

  1. robertok06

    Fare lo scienziato nel campo della climatologia (l’insieme di discipline che la compongono) diventa sempre più difficile:

    https://www.nature.com/articles/d41586-017-08236-y

    Puoi essere uno scienziato specialista nel tuo campo, ed applicare le regole e convenzioni della tua professione/scienza,.. ma basta che arrivi un qualsiasi ‘attivista’ climatico e puoi fare una brutta fine…
    Fa accapponare la pelle.

    • donato b

      Questo capita quando la politica (o la giustizia, che è lo stesso) entrano a gamba tesa in ambito scientifico. In Italia siamo stati maestri in merito: Felice Ippolito, Domenico Marotta e la Commissione Grandi Rischi sono stati oggetto di campagne di stampa che hanno determinato processi non dissimili da quello che rischia il glaciologo argentino. Che vogliamo farci tutto il mondo è paese!
      Ciao, Donato.

  2. robertok06

    @ilfattoquotidiano
    “Ad oggi l’87% dei ghiacciai antartici si è ritirato e nove piattaforme di ghiaccio hanno subito un collasso”

    ???. strano, perché i dati della NASA dimostrano come l’Antartide sia aumentando la sua massa di ghiaccio…

    https://www.nasa.gov/feature/goddard/nasa-study-mass-gains-of-antarctic-ice-sheet-greater-than-losses/

    “According to the new analysis of satellite data, the Antarctic ice sheet showed a net gain of 112 billion tons of ice a year from 1992 to 2001. That net gain slowed to 82 billion tons of ice per year between 2003 and 2008.”

    Chi mai avrà ragione?… 🙂

  3. Massimo Lupicino

    Maxx, che dire, ognuno ha i fatti che si merita, evidentemente. Se poi paga di tasca sua per farseli raccontare in questi termini, allora se li merita davvero tutti.

  4. alessandro69

    opss scusate, non avevo notato che anche Maxx ha individuato lo stesso articolo. Ad ogni modo, l’autrice è laureata in scienze della comunicazioni e quindi una giornalista. Non mi sembra molto afferrata in fisica o chimica..se le chiedessimo quali sono i 4 gas serra principali non so cosa risponderebbe senza aver la possibilità di wiki… mah scrive anche su Affari& Finanza di Repubblica..direi proprio che non le scienze della terra nulla ha a che fare, ..è solamente sensibile a temi ambientali, tutto qui 🙁

    • Giusto Buroni

      Per pietà, signori moderatori, qualunque sia l’argomento di cui si discute (e di cui si vuol diffondere il contenuto scientifico) non permettete mai più che passi la frase: “non mi sembra molto AFferrata in fisica o chimica….” (autore Alessandro69, ma l’anonimato non fa che peggiorare la qualità del blog). Qualunque sia il resto del discorso, esso perde di valore , perchè l’espressione vale solo se pronunciata fra bovari che bevono un goccetto in osteria (non c’è niente di male, ma neanche di scientifico in ciò). Non è dignitoso neanche per un blogger. Per favore non favorite l’incultura e l’analfabetismo di ritorno!
      Il col. Guidi mi sembra persona istruita e attenta: non permetta che il suo blog, che ha lodevoli intenzioni scientifiche, cada nel generale degrado dello scambio di opinioni su Internet, perché, lo ripeto, questi blog hanno scopo divulgativo e devono insegnare, anche la lingua italiana, a chi non sa, me compreso. Grazie.

    • Alessandro(Foiano)

      alessandro69 è questo il livello di profesionalità.
      Ti pare che in giro (eccetto rari casi) esista una “maggioranza” che premia la capacità rispetto all’incapacità?
      A me pare che la maggioranza siano messi lì, ma non perchè sono capaci più di altri, i motivi sono ben meno professionali…

  5. alessandro69

    Buona sera a tutti.
    Lo so che vi sembrerà fuori tema, naturalmente leggo spesso i post di Climatemnitor, ma volevo comunque segnalare la lettura di un articolo comparso quest’oggi su “Il fatto quotidiano”, tra l’altro molto lungo. L’ho letto tutto; sono sconvolto. Mi son rilassato di più leggendone i commenti, e quasi quasi sarei tantato di rispondere all’autrice dell’articolo. Il link, se volete divertirvi è: https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/12/27/clima-come-luomo-rischia-di-sconvolgere-il-mondo-dallisola-che-non-ce-piu-alle-alpi-senza-piu-ghiaccio-e-stambecchi/4036703/
    Alla prossima e buona lettura se vorrete.

    • robertok06

      Giusto per dire, l’esperta in clima ed energia ed ambiente che ha scritto il prestigioso articolo sul FQ ha nel suo CV…

      “Giornalista freelance, mi occupo di ambiente, scienza, economia e società. Dopo la laurea in Scienze della comunicazione all’università di Siena, ho frequentato la scuola di giornalismo di Urbino”

      … normale che non ci capisca quasi nulla e scriva cose che Fantozzi dichiarerebbe equivalenti alla corazzata potemkin… 🙂

  6. Giusto Buroni

    Ho discusso casualmente con un professionista di cinema sulla corrispondenza semantica tra i termini “science fiction” e “fantascienza”, scoprendo che il primo suggerisce a un anglosassone un “racconto basato su vicende scientifiche (generiche)”, mentre il secondo suggerisce a un Italiano una “storia contenente aspetti scientifici del tutto immaginari o che non hanno ancora trovato applicazione reale” (un esempio per tutti: “Dalla Terra alla Luna” di Giulio Verne). La versione inglese suggerisce all’Italiano poco familiare con le lingue il significato di ” finzione scientifica”, mentre il più corretto significato di “fiction” è “narrativa” (non escludendo la “finzione”). C’è quindi una certa confusione (assolutamente non banale), che non credo riguardi solo lo spettatore di film italiano. Per collegarmi allo spiritoso articolo di Guidi, suggerirei quindi che prima di tutti i film classificati italianamente “di fantascienza” i produttori trasmettessero l’avviso, usato comunemente da un secolo per personaggi e vicende: “qualunque riferimento a scoperte e teorie scientifiche contenute in questo film è puramente casuale”; Dando all’avviso il dovuto rilievo, si eviterebbero (e si sarebbero evitate) moltissime superstiziose interpretazioni, soprattutto sui cambiamenti climatici.

  7. Fabrizio Giudici

    Cioè in sintesi, con la CO2 non solo abbiamo rovinato il mondo attuale, ma anche i possibili mondi alternativi? Minchia!

    • Maxx, si fa davvero fatica a commentare… Saresti così gentile, visto che l’autore dell’articolo da veglione non lo fa, di procurare la letteratura a sostegno dei “fatti” da lui citati? Perché, sai, ho paura che dica qualcosa di diverso…
      gg

    • Fabrizio Giudici

      Per i pigri, riporto solo questa perla (tra tante) dell’articolo de Il Fatto:

      Non va meglio al Polo Sud. Il continente di ghiaccio negli ultimi 50 anni si è riscaldato di circa 3 gradi. Ad oggi l’87% dei ghiacciai antartici si è ritirato e nove piattaforme di ghiaccio hanno subito un collasso. Il più “spettacolare” è quello della piattaforma Larsen B: le immagini del suo parziale disgregamento, nel 2002, hanno fatto il giro del mondo.

    • Massimo Lupicino

      Penso di non aver mai letto in vita mia un tale concentrato di immondizia climatista. Poveretti nell’ansia di mettere assieme in tutta fretta più roba possibile hanno citato Larsen B del 2002 invece che Larsen C del 2017. Fanno quasi tenerezza! Impossibile commentarlo per la lunghezza e l’enormità esilarante delle affermazioni contenute. Qualcuno diceva: ripeti la stessa bugia all’infinito e diventerà verità. Non avevano considerato però l’effetto dell’assuefazione, l’effetto aiazzone e la perdita di credibilità dello story-teller.
      Grazie comunque per la chicca maxx, un vero regalo di fine anno, perfetta summa delle climascemenze sparse a piene mani nel 2017 dai media nostrani e non solo.
      Vedrò di farne tesoro… 🙂

    • Massimo Lupicino

      PS a proposito di fatti, vatti a fare un giro sulle alpi e sugli appennini sopra gli 800 metri e toccherai con mano la distanza tra i “fatti” del fatto e la realtà dei fatti.

      Poi, per traslazione, è lecito domandarsi se un giornale che produce un articolo pieno di fake news come quello citato possa essere credibile anche in altri ambiti. Temo di no, e questo è il motivo per cui dopo essermi abbonato tra i primi, e aver regalato a mia volta abbonamenti del foglio in questione, ho smesso di farlo e di leggerlo. Senza nessun rimpianto, ca va sans dire.

    • MAXX

      Ora, aldilà delle opinioni o del credo politico e/o delle relative verità, immaginiamo quanta m**** viene prodotta ogni giorno per screditare che non è allineato se così tanta ne viene prodotta per questo settore.
      Però, per molti, questi (come dice il comico)
      Sono “Fatti ” non Pu**** .
      🙂

    • robertok06

      “Il più “spettacolare” è quello della piattaforma Larsen B: le immagini del suo parziale disgregamento, nel 2002, hanno fatto il giro del mondo.”

      Peccato che immagini di satelliti militari usa declassificate pochi anni fa hanno dimostrato che Larsen B ha cominciato a staccarsi negli anni 50 almeno…

      goo.gl/Xozma2

      Mentono. Sempre.

  8. Luca Rocca

    Da quanto leggo nell’ abstract il problema è l’emissione di metano e CO2 dei draghi. Ora anche considerando il pianeta infestato da queste nefaste creature la quantità di gas serra che producono e’ direttamente proporzionale alla quantità di cibo che mangiano. A meno che non li nutrano a carbone, i gas prodotti sarebbero quantitativamente uguali a quelli che producono i normali processi di decomposizione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »