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Evento stratosferico estremo warm o cold? Questo è il dilemma…

Con questo articolo, che possiamo considerare un appendice al precedente, proverò a spiegare alcune delle ragioni alla base dell’outlook. La situazione è delicata e complessa perché snodo di tutto un insieme di dinamiche dove sembra che tutto possa succedere ma che in verità mostra tutta l’indecisione attuale dei modelli deterministici ad inquadrare le dinamiche successive alla fine del corrente anno. Infatti non a caso ho posto una ipotetica data del Natale quale periodo che avrebbe chiarito molto sulle dinamiche future facendo abbastanza chiarezza sull’enorme indecisione che i modelli attualmente pongono nel lungo termine. Mantenendo lo sguardo sul modello GFS non possiamo non notare la netta divergenza tra la corsa ufficiale e la ensamble. La prima vola verso un ESE cold con velocità zonali in netta crescita (grafico 1), e in continuo rinforzo nel lungo termine con tutte le conseguenze del caso, il secondo mostra un picco seguito da un vistoso calo (grafico 2) a partire dagli ultimi giorni del mese corrente aprendo a scenari completamente opposti, raccontando tutt’altra storia.

A chi dare ragione o torto? Se lo sapessi sarei un mago e visto che nessuno lo è dobbiamo avvalerci esclusivamente dell’attenta analisi dei dati. Se notate fa effetto vedere tutti i membri dell’ensamble proseguire verso un’unica soluzione (salvo le ovvie singole interpretazioni): il crollo delle velocità zonali. Il punto di divergenza netto appare collocarsi proprio tra la fine dell’anno e i primi del prossimo, guarda caso il momento cruciale di ripartenza o definitivo abbattimento dei flussi di calore. A tal proposito il grafico 3 riporta l’andamento degli eventi dei flussi di calore calcolati su un intervallo di 40 giorni.

Secondo letteratura un ESE, o un alto/basso evento di flussi di calore, è direttamente correlato con la variazione dei flussi di calore in un certo periodo poiché la variazione di temperatura del vortice stratosferico non dipende solo dal decorso radiativo ma anche, e non solo, dalla dinamica dei flussi di calore. Questo deve essere un punto fermo poiché il vortice polare è sensibile alle variazioni di calore modificando il numero di onde e la capacità di penetrazione nelle medie latitudini. Il grafico 3 ci fornisce indicazioni assai contrastanti rispetto alla possibile attuazione di un ESE cold. A seguito dello studio ancora in atto su tutti gli eventi stratosferici dal 1979 ad oggi, da novembre ad aprile, si rilevano delle dinamiche assai precise.  Tralascerò tutta una serie di considerazioni che lascerò a chi vorrà approfondire l’argomento quando sarà terminato il lavoro e pubblicato.

In estrema sintesi il tempo medio di passaggio tra un alto/basso evento di flussi di calore al successivo basso/alto evento è mediamente di circa 40 giorni. Questi numeri dimostrano chiaramente che esistono dei processi fisici di sviluppo e trasporto di calore che hanno bisogno di precise dinamiche e di conseguente tempo per essere compiute. Ora cercherò di spiegare in maniera il più possibile semplice il processo che ha portato ad indicare nell’outlook l’evoluzione e il conclamarsi di uno stratwarming attorno alla metà di gennaio.

Tornando, quindi, all’analisi dei dati il primo passaggio da alti livelli degli eventi dei flussi di calore calcolati su un intervallo di 40 giorni e il successivo basso livello si è consumato esattamente in 40 giorni ovvero tra il 03/11/2017 e 13/12/2017 (vedi il grafico 3). Il passaggio medio da un basso livello di eventi dei flussi di calore ad un SSW con superamento soglia di +5,5 k m/s si compie in poco meno di altri 40 giorni, collocabile mediamente tra 35 e 40. Per la stessa ragione un ESE cold è preceduto mediamente da un alto livello di eventi di flussi di calore di altrettanti 40 giorni quindi avrebbe potuto verificarsi per la metà di dicembre. Ovviamente ciò non è avvenuto perchè il complesso degli indici rappresentativi, del regime atmosferico passando poi per lo stato dell’arte del complesso sistema dell’attività convettiva equatoriale, il tutto accompagnato dai dati rilevati dei flussi di calore degli ultimi mesi arrivando fino alle varie elaborazione come la previsione dell’attività d’onda dell’IZE con l’annesso tentativo di rappresentazione della previsione dell’indice AO, non lo indicavano possibile.

Sempre attraverso l’analisi delle medesime variabili si configurava il caso di un SSW orientativamente per la metà di gennaio 2018 proprio a motivo di tutte le ragioni qui, forse troppo frettolosamente, elencate. Dal grafico 4 rappresentante l’indice NAM e l’indice SEI (Stratospheric Event Index in uso sperimentale) si dimostra l’efficacia di quest’ultimo nell’aiutare ad interpretare l’indice NAM. Infatti si noterà chiaramente come a partire dalla fine di novembre le due curve si avvicinino moltissimo e alle volte si sovrappongono chiaro sintomo che c’è accoppiamento tra troposfera e stratosfera nel trasferimento verticale di impulso creandosi le condizioni di tipo T-S-T.

Detto questo si può ora facilmente intuire come sia una vera sorpresa ipotizzare una caduta tale dei flussi che, come spiegato e per ragioni fisiche, impiegherebbe 40 giorni per essere compiuta in poco più di una settimana. Ecco spiegato il motivo della mia risposta ad un commento di Lucio circa il mancato spazio per un ESE cold nel breve e medio termine. Le considerazioni fatte dunque non sono legate a dei pensieri fantastici ma legate ai dati oggettivi in possesso e ricondotti secondo le conoscenze attuali di queste dinamiche. Quindi si spiega anche il motivo per il quale ho scritto che nel caso si verificasse l’ESE cold dovranno essere riscritti molti trattati al riguardo oggi in letteratura.

A proposito di letteratura e di flussi di calore i due grafici 5 e 6 riassumono tutto quanto ho descritto fino ad ora. Il grafico 5, preso dal lavoro di Waugh e Polvani, mostra eventi con alti livelli di flussi di calore (ad esempio un ESE warm). Vi invito a guardare la linea tratteggiata. Come ho descritto sopra questi eventi sono preceduti, tra i 60 e i 40 giorni dall’evento, ovvero per una ventina di giorni, da bassi flussi di calore. Successivamente si riscontra una prima netta ripresa seguita a sua volta da un altrettanto brusco e forte calo di una durata media di circa una decina di giorni e poi la brusca e forte ripartenza dei flussi che porteranno all’evento stratosferico estremo di tipo warm contrassegnato dal raggiungimento e/o superamento degli eventi dei flussi di calore calcolati su un intervallo di 40 giorni del valore di +5,5 K m/s.

Come è possibile notare dal momento minimo raggiunto dai flussi di calore all’evento stratosferico estremo passano proprio 40 giorni. Questo periodo di bassi flussi di calore dovrebbe corrispondere alla lettura dell’indice SEI come uno scarso accoppiamento tra troposfera e stratosfera e quindi senza trasferimento d’impulso verticale verso l’alta stratosfera. Nella fase successiva, con ripresa dei flussi a circa 40 giorni dall’evento, l’indice SEI dovrebbe indicare un accoppiamento tra troposfera e stratosfera con trasferimento di impulso verticale verso l’alta stratosfera fino alla conclamazione dell’evento stratosferico estremo. Nel tentativo di spiegare meglio quanto descritto dobbiamo tenere presente che il segnale d’onda trasporta impulso nella direzione della propagazione, quando viene riflesso dall’alta stratosfera produce un impulso maggiore di quello trasportato motivo per il quale si produce una successiva amplificazione dei segnali. Questo fenomeno è rappresentato nel grafico dall’amplificazione positiva del segnale dei flussi di calore che termina con l’ESE warm. Il grafico 6, preso anch’esso dal lavoro di Waugh e Polvani, mostra la dinamica opposta dei flussi di calore che produce un ESE cold. Esattamente al contrario del cammino che porta all’evento warm tra i 60 e i 40 giorni dall’evento si riscontra un periodo di circa un ventina di giorni con elevati flussi di calore. A quaranta giorni dall’evento si assiste all’abbattimento dei flussi che portano gli eventi dei flussi di calore calcolati su un intervallo di 40 giorni a superare la soglia dei -5,5 k m/s con il conclamarsi di un ESE cold.

Anche in questo caso l’indice SEI indicherà uno scarso accoppiamento troposfera-stratosfera in corrispondenza degli alti livelli di flussi di calore. Dai quaranta giorni prima dell’evento l’indice SEI dovrebbe indicare un accoppiamento troposfera-stratosfera con trasferimento di impulso verticale verso l’alta stratosfera. Quindi il segnale d’onda che trasporta impulso nell’essere riflesso verso la troposfera dall’alta stratosfera produce impulso maggiore producendo una successiva amplificazione dei segnali. Questo fenomeno è rappresentato nel grafico dall’amplificazione negativa del segnale dei flussi di calore che termina con l’ESE cold.

Ora lavoriamo con i dati reali dei flussi di calore. Prendiamo in considerazione il grafico 7 che rappresenta l’andamento dei flussi di calore calcolati su un intervallo di 20 giorni. Dopo tutta la spiegazione di cui sopra vi chiedo: a quale grafico del lavoro di Waugh e Polvani corrisponde? Il grafico 8 tenta di rispondere avendo sovrapposto i dati rilevati dei flussi di calore con la rappresentazione media offerta dai due autori con il grafico 5 degli eventi con alti livelli dei flussi di calore. Sono rilevabili tutte le tappe che sono precondizione ad un evento estremo di tipo warm. Nella sovrapposizione ho cercato di mantenere per quanto mi è stato possibile anche una corretta relazione sia dell’ampiezza del segnale che dei tempi di sviluppo.

Il grafico 9 sovrappone i dati rilevati con il grafico 6 rappresentante gli eventi con bassi flussi di calore. Ora tornate a guardare il grafico 4 con il NAM e il SEI e vi renderete conto che tutta la dinamica passata e in atto rispecchia quanto descritto circa lo stato di accoppiamento tropo-stratosferico. Inoltre possiamo supporre, dal grafico 10 inerente l’anomalia del geopotenziale alla quota isobarica di 10hPa tra le latitudini comprese tra 60°N e 90°N, che il NAM potrà anche toccare la famosa soglia di +1,5 (oggi ancora non assolutamente certo) ma il grafico in figura 11 ci fornisce una indicazione circa il difficile superamento netto della soglia causa la perdurante anomalia negativa di geopotenziale alle basse latitudini che consente, nonostante la forte anomalia negativa in zona polare, di mantenere un gradiente meridionale non esasperato e quindi anche una più contenuta accelerazione zonale attorno ai 60°N. Nel contempo, in relazione a tutto quanto qui espresso, si ritiene che l’indice SEI interrompa a breve il periodo di chiusura dei valori con l’indice NAM con cessato accoppiamento tropo-stratosferico e di trasferimento verticale di impulso a sostenere una dinamica non appartenente ad un Evento Stratosferico Estremo.

Se dopo quanto esposto si conclamerà invece un ESE cold dovremmo, come detto, riconsiderare tutta la letteratura in merito poiché questo introdurrà un precedente del tutto nuovo.

Quindi come indicato ad inizio articolo aspetterei con pazienza almeno fino a Natale, o forse anche qualche giorno in più, per giungere ad informazioni dai deterministici più solide sul periodo successivo al 31 dicembre 3 gennaio prossimo quando, come scritto ad inizio articolo, le previsioni percorrono strade diverse. Su ciò che accadrà da oggi fino a quasi la fine dell’anno c’è netta uniformità di pensiero e tra l’altro è ciò che ci aspettavamo.

Con l’occasione auguro a tutti i lettori e allo staff di Climate Monitor un Buon Natale.

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Published inAttualitàMeteorologiaOutlook

31 Comments

  1. Fulvio

    Anche l’emisferica per il giorno 7 gennaio (media ens) dimostra come il VPT sia tutt’altro che chiuso, con interessamento di un suo lobo verso il Mediterraneo.

    Immagine allegata

  2. Fulvio

    Buon giorno, vorrei far notare come le ens di Ecmwf mattutine, iniziano oltre il 5/6 gennaio, a scendere verso valori nei limiti della media stagionale (ho preso come riferimento la mia zona, il veneziano) con qualche spago che punta la -10, ma con il fascio medio fra lo 0 e i -5. La troposfera, sembrerebbe andare per la sua strada, dopo un iniziale condizionamento a cavallo dei primi giorni dell’anno nuovo.

    Immagine allegata

  3. Fulvio

    Grazie Sig. Tosti per la sua disponibilità, se non erro il valore medio dell’AO uscito con il primo Outlook era di -0.6 circa, quindi il nuovo valore si scosterebbe dal vecchio di circa 1. Nonostante tutto, come già affermato, il valore di un AO vicino alla neutralità, per il comparto italiano dice ben poco (lo stesso se negativo o positivo). Di sicuro, per ora, abbiamo avuto un primo scorcio d’inverno nettamente diverso dagli ultimi 4, vediamo se anche il prosieguo potrà essere interessante, con le dovute pause canoniche che ogni inverno ha. I modelli odierni continuano a proporre evoluzioni sul medio lungo decisamente non statiche e questo per ora, terrebbero ancora in sospeso il probabile ESE cold, che non andrebbe ad intaccare più di tanto la troposfera. Saluti e buon lavoro.

    • Luca

      Pienamente d’accordo!

  4. Luca, Francesco, Fulvio e Alessandro(Foiano) se avete un pochino di pazienza sto preparando un articolo che penso potrà uscire dopodomani e credo che almeno in parte tratterà gli argomenti che avete messo in campo. Tenete presente che i vostri dubbi sono anche i miei. Per quanto concerne la previsione dell’indice AO non ho dato notizie perché la seconda elaborazione ha dato un risultato nettamente diverso dalla prima (quella di ottobre) fornendo una sostanziale neutralità (+0.4) nel corso dell’intero trimestre invernale aggiungendo altra incertezza, come se già non bastasse. La differenza tra la prima e la seconda elaborazione è troppo consistente per riuscire a fornire una sufficiente attendibilità del modello.
    CarloCT

    • Luca

      Grazie.. attenderò impazientemente allora.
      Un Cordiale Saluto e Buon Lavoro!

      Luca

  5. Luca

    Flussi in ripresa e con la coadiuvazione di una doppia cresta d’onda della W2.. il fu berlin stamane sentenzia così.. cosa potrebbe riservare in futuro?

    Una nuova contrazione e 2° picco del NAM? ..con tutte le conseguenze del caso, ascrivibili alla successiva pulsazione di un ESE Cold “classico”?

    Oppure la fase prodromica della forte riattivazione dei Flussi di Calore, e di cui ci si attende come da analisi sull’evento dei Flussi calcolati in un intervallo di 40 giorni e che porteranno all’evento stratosferico estremo di tipo warm? ..contrassegnato appunto dal raggiungimento e/o superamento degli eventi dei flussi di calore del valore di +5,5 K m/s?

    Insomma, sembrerebbe che il bivio ormai sia alle porte.. e che a prestissimo avremo il verdetto finale:

    ESE di tipo Cold o Warm?

    E questa fase di ripresa continuerà con l’apice come previsto da lei Sig. Tosti?

    Buona Giornata e attendiamo conferme o smentite.. e magari con un po di tempo a vostra disposizione una magari breve osservazione in merito..?

    Grazie ancora per la gentile e cortese disponibilità, e per l’interessantissimo lavoro svolto fin qui!

    Luca

  6. Fulvio

    La mia domanda era rivolta al Sig. Tosti. Dicembre con AO neutra è risultato essere su 3/4 d’Italia sotto media ad oggi e sul resto in media, quindi AO neutra non vuol dire inverno o mese invernale mite o non freddo o non interessante o non dinamico. Il dilemma è sull’eventuale prossimo evento freddo in strato, che sembra, molto probabile, coinvolgere anche la Troposfera, ma ad oggi sono solo supposizioni, come del resto tutte quelle contrarie. Io non devo spiegare nulla, sono qui per capire e so benissimo che su x MMW il 90% dei casi a noi non porta nulla, tant’è che molti sui “vostri” amati forum, sono fossilizzat ancora sull’evento del 1984/85, più unico che raro. Ho solo chiesto, visto che l’AO di dicembre mi sembra non coincidere con quella della proiezione dell’outlook, se anche il resto subirà le eventuali conseguenze. Anche stamane, obiettivamente, gli aggiornamenti non sono per un evento SSW a gennaio, ma sono solo proiezioni modellistiche, la realtà sarà comunque diversa e unica. Buon proseguimento e colgo l’occasione per dire al Sig, Tosti che continui così, nella sua esposizione sempre umile e cortese.

    • francesco

      Buongiorno Sig,Tosti alla luce degli utlimi aggiornamenti in Strato che sembrano far propendere per una dinamica ESE Cold con sfondamento della soglia del Nam ritiene ancora possibile il SSW? La ringrazio per l’eventuale risposta.

    • Alessandro(Foiano)

      Sono d’accordo Fulvio, le mie erano semplici domande sul capire perchè concentrarsi su un solo indice cioè la previsione dell’AO, non credevo fosse così importante nell’ourlook, visto che si parla di tanto altro.

    • Alessandro(Foiano)

      Bisogna anche specificare come si è ottenuta la scala del grafico AO, altrimenti si rischia di perdere di vista le diffuse anomalie positive dei geopotenziali al circolo Polare :

      Immagine allegata

  7. Fulvio

    Buon giorno Sig. Tosti e Buon Natale, ormai a quasi fine mese, possiamo dire che la proiezione per lAO di dicembre è stata leggermente errata, visto il valore quasi neutro a ieri (0.0) e visto che nei prossimi 4-5 giorni non dovrebbe scendere vistosamente, il dato finale sarà vicino allo zero ovvero AO neutra, contro i -1.3 della sua proiezione iniziale. Considerando questo valore, anche il resto della stagione subirà una modifica dal suo iniziale Outlook? La situazione a livello strato è tutt’ora in bilico, molto più propensa per un evento freddo piuttosto che caldo (strato) con successivo interessamento in troposfera, i modelli odierni ne sono la testimonianza, con Ecmwf che alla fine vede consolidarsi il VPT verso il Polo geografico. Diciamo che le prospettive non sono per un prosieguo d’inverno freddo, almeno per gennaio. Grazie per la sua disponibilità, come sempre.

    Immagine allegata

    • Alessandro(Foiano)

      Fulvio, ci dici allora perchè ci sono stati inverni freddi con l’AO neutra e inverni con AO decisamente negativi (tipo il 2012/13) passati nell’anonimato?
      Perchè poi delle proiezioni modellistiche sono affidabili addirittura di qui e tutto gennaio?
      Perchè invece di monitorare il tempo meteorologico, si guarda la stratosfera con così tanta ansia meteo?
      10 MMW su 13 inverni dal 2000 al 2013 non sono bastati a farvi lasciar stare questo tipo di approccio statosferico verso le dinamiche meteorologiche terrene?

  8. marco g

    Stamani la proiezione del NAM supera la soglia di riferimento, se lo aspettava e magari nei prossimi aggiornamenti le cose cambieranno, oppure la strada verso un ESE cold sta divenendo quella più probabile?

  9. Aldo

    Commento

    • marco g

      Stamani la proiezione del NAM supera la soglia di riferimento, se lo aspettava e magari nei prossimi aggiornamenti le cose cambieranno, oppure la strada verso un ESE cold sta divenendo quella più probabile?

  10. Aldo

    Articolo veramente tecnico e con molte sigle… Peccato che ad un profano come me risulti incomprensibile…

  11. Alessandro(Foiano)

    Vorrei ricordare che gli eventi in stratosfera ci dicono ben poco sul tempo meteorologico locale in bassa troposfera.
    Buon Natale a tutti!

  12. Teniamo presente la data del 3 gennaio perché oggi per la prima volta il modello GFS indica questa data quale punto di svolta. Prende dunque corpo la ripresa dei flussi di calore. Se giungeranno conferme nelle corse di domani e dopodomani allora potremmo indicare avviata la via che porterà all’SSW.
    Monitoriamo sempre perchè come ho sempre sottolineato la situazione è delicata e complessa e come scritto nell’articolo le date tra il 31 dicembre e il 3 gennaio saranno il crocevia delle dinamiche future.
    CarloCT

    • mattia

      È da anni che ti seguo e non ne hai mai imbroccata una. Fosse per te avremmo vissuto quasi solo inverni freddi con neve continua. Esattamente l’opposto di quanto accaduto. Per non parlare dalla tua ostinazione a non vedere MAI eventi stratosferici estremi condizionamento troposferico da NAM>1.5 (secondo statistica sono avvenute ben 26 volte su 39 inverni, quindi più normale che ci siano rispetto all’eventualità che non accadano) e a prevedere sempre MMW o cose simili, cose quasi mai avvenute. E oggi ci risiamo, stando a te MMW nel corso di dicembre, cosa non avvenuta con invece puntuale condizionamento strato da NAM>1.5 (il contrario delle tue attese), che come abitudine viene negato. Proprio come gli struzzi, di fronte ai tuoi fallimenti previsionali cerchi di piegare la realtà ai tuoi desideri per nascondere i tuoi errori ripetuti previsionali. Errori scontati, visto che vai perennemente contro statistica. Prevedendo MMW quando sono fenomeni statisticamente rari, non prevedendo mai NAM>1.5 e condizionamento quando capitano quasi 7 anni su 10 (quasi sempre e in misura maggiore negli ultimi anni), prevedendo continuamente inverni freddi e nevosi quando questi sono rarissimi a causa del GW.

    • Mattia, forse non ti è chiaro il nocciolo della questione. Qui non si fanno previsioni, si cerca di capire, e si studia. Dal momento che sembra che invece tu abbia capito tutto e non abbia bisogno di studiare, puoi serenamente astenerti dal seguire, specialmente se il frutto del tuo seguito devono essere interventi di questo tipo. Torna pure ne forum dal quale sei uscito. Buon Natale.
      gg

    • Intanto Mattia colgo l’occasione per augurarti un Buon Natale poi vorrei farti una domanda: ma se sono come dici perché mi segui da tanti anni e soprattutto perchè continui a leggere i miei articoli? La rete è bella perché puoi scegliere cosa seguire. Da ciò che scrivi piuttosto si evince una frustrazione nel vivere inverni mediterranei che certo non sono per definizione “nordici”. Ciò che stupisce di più è il tuo masochismo nel continuare a leggere i miei articoli piuttosto che sapere che commetto errori. Poi perdonami, ma dove avrei scritto che avremmo vissuto inverni freddi con neve continua? Ti allego un grafico che rappresenta il geopotenziale medio alla quota isobarica di 500hPa dal 1 al 24 dicembre con la sovrapposizione della circolazione media invernale prevista nell’outlook per questa stagione invernale. Ti dirò a giudicare dai risultati fin qui ottenuti (sempre piedi per terra perché siamo solo all’inizio) spero vivamente di continuare a sbagliare come dici! Poi cortesemente ti chiedo di indicarmi la frase da me scritta dove avrei dichiarato che sarebbe avvenuto un MMW nel mese di dicembre, semmai ho sempre sostenuto la possibilità di uno stratwarming attorno alla metà di gennaio argomentando sempre le motivazioni, non mi sembra di avere letto tue deduzioni contrarie. Non vorrei tu appartenessi alla schiera dei 60 milioni di allenatori che popolano l’Italia il lunedì mattina. Veramente in conclusione devo dire che siamo in molti a cercare di decifrare cosa sta accadendo in stratosfera ma tu invece hai la verità in tasca, poiché a tuo avviso è già avvenuto puntuale un condizionamento stratosferico da NAM>1,5 quando ancora non è avvenuto e ad oggi si presume il superamento della soglia per i primi di gennaio. Complimenti! Ora è il tuo momento! Scrivi qual’è la tua idea su cosa avverrà dopo. Avrei piacere di sapere il tuo pensiero anche perché il confronto e lo scambio di idee è alla base della conoscenza.
      CarloCT

      Immagine allegata

    • mattia

      Mi piacerebbe capire come fai a dire di aver azzeccato la previsione di dicembre quando ti attendevi un dicembre con AO a -1.30 (quindi ben negativa) a fronte di una realtà che ha presentato un valore attorno allo 0.

      “neve continua” iperbole per far passare il concetto.

      evoluzione seguente: sto alla finestra anche perché non ritengo avere competenze e tempo per elaborare previsioni serie. Ne ho sufficienti per comprendere le analisi altrui e per confrontarle con la realtà.

    • Mattia,
      il fatto stesso che tu usi il termine “azzeccato” la dice lunga sulla capacità di comprendere le analisi altrui.
      Enjoy

    • mattia

      non azzeccato=previsione non rispettata=validazione che evidenzia l’inattendibilità del metodo Tosti

    • Ok, chiederemo a Di Bella, oppure passeremo al metodo Stamina, magari andrà meglio.
      gg

  13. Lucio Felicioni

    Grazie Carlo per la puntualizzazione, ben argomentata, della situazione in itinere. Buon Natale anche a te. A presto per gli aggiornamenti post natalizi.

  14. Luca

    Grazie del Lodevole Lavoro svolto fin qui.. e che dire allora.. aspetteremo e chi vivrà vedrà!

    Ci tenga aggiornati in questa entusiasmante ed appassionante Nuova Avventura..

    Un Cordiale Saluto e Buone Festività Natalizie!

    Luca

    • Marco C.

      Confidando nelle tue e non solo indicazioni, visto che entrano in ballo di attendibilità anche paper (W&P sull’HFE) riconosciuti da tempo dalla comunità scientifica internazionale, e che si proceda secondo la strada “in salita” impostata, post 13 dicembre, per poi avallare anche il tuo Outlook e non solo!!…. (amici MAF, nel mio specifico), ma con l’auspicio che non si ripeta, in analogia per ECCEZIONALITÀ, con quanto accaduto di anomalo, in 63 anni di rilevazioni, con la QBO dello scorso anno. Restando in attesa degli sviluppi, auguro un Buon Natale a te Carlo, al Col. Guidi e a tutto il gruppo di questo magnifico Blog, direttamente dalla terra della Marca Fermana.

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