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Ma è solo un problema di percezione del freddo?

I dati riferiti a Milano indicano che in inverno fa ancora freddo e in città fa’ meno freddo che in campagna

Un articolo della giornalista Elvira Serra dal titolo “Com’è cambiata la percezione del freddo” (Corriere della Sera, 21 dicembre 2017) si interroga sul fatto che ancor oggi ci lamentiamo del freddo nonostante faccia sempre più caldo. E a supporto del suo punto di vista porta una serie di statistiche e le dichiarazioni dei climatologi del CNR dott. Massimiliano Pasqui e prof. Giampiero Maracchi i quali sottolineano (a ragione) che viviamo in ambienti sempre più artificiali, il che ci espone maggiormente agli sbalzi di temperatura che proviamo quando dobbiamo stare all’aperto o in ambenti poco o nulla riscaldati.

A mio avviso la giornalista dimentica però di ricordare che un grosso ruolo lo gioca oggi l’isola di calore urbano. Se infatti la d.ssa Serra ci ricorda che oggi ci sono 1,3°C in più rispetto ala media 1961-90, si scorda di dire che l’isola di calore urbana di Milano pesa oggi sulla temperature minime grossomodo 2-3°C, nel senso che nella zona centrale della città vi sono in media 2-3°C in più che nelle zone rurali circostanti e che tale differenza si enfatizza fino a superare i 10°C in occasione di grandi inversioni termiche invernali, quando fuori Milano c’è il nebbione.  In altri termini dunque il “global warming” è di molto sopravanzato dall’Urban warming, un fenomeno che ha peraltro svariati vantaggi in termini ad esempio di minori spese di riscaldamento e minori malattie da raffreddamento per la popolazione.

Nelle due figure riporto l’elaborazione che ho eseguito sulla serie storica rurale composta da Milano Linate (1951-1992) e da Montanaso Lombardo (1993-2017) con dati aggiornati al 26 dicembre di quest’anno. I dati ottenuti ci ricordano inoltre una cosa che dai diagrammi a corredo dell’articolo di Elvira Serra si coglie in modo non immediato e cioè che nella zona rurale attorno a Milano nel decennio 1951-60 si aveva una media annua di 64 giorni con temperature <=0°C e che tale valore è sceso a 58 giorni (-6) nel decennio 2001-2010 e a 48 (-16) nel periodo 2011-2017, una differenza che non è poi così grande da cambiare la vita di chi vive fuori Milano.

Dal diagramma in figura 1 si nota anche che il 2017 con 58 giorni di gelo si è riportato nelle immediate vicinanze dalla media 1951-60.

Figura 1 – Serie storica giorni con gelo nell’area rurale prossima a Milano. I dati dal 1951 al 1992 sono di Milano Linate (Servizio meteo AM) e quelli dal 1993 al 2017 sono di Montanaso Lombardo (Crea).
Figura 2 – Medie decennali dei giorni con gelo nell’area rurale prossima a Milano. I dati dal 1951 al 1992 sono di Milano Linate (Servizio meteo AM) e quelli dal 1993 al 2017 sono di Montanaso Lombardo (Crea).
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Published inAttualitàMedia Monitor

27 Comments

  1. Luigi Mariani

    “42 di caldo contro 5 di freddo, ma di che si ragiona, di freddo? Ma andate a sculacciare le anguille…”
    Se anzichè occuparsi di anguille verificasse i dati ufficiali per Arezzo (stazione di Arezzo della banca dati del CREA – http://cma.entecra.it/homePage.htm)
    si accorgerebbe che nel 2017 vi sono stati un totale di 61 giorni con gelo e che la media 2011-2017 è stata di 54 giorni contro i 66 del periodo
    1993-2900 e i 55 del periodo 2001-2010.
    Forse anche dalle vostre parti un pò di global warming non guaterebbe….

    PS: allego diagrammi dei giorni di gelo per Arezzo.

    Immagine allegata

    • Simone

      Ovviamente contano i giorni di gelo per stabilire il clima, le medie termiche di temperature minime e massime non contano nulla vero! Strano perché è la media quella che conta, ma evidentemente per lei è scomodo dire che il 2017 a livello annuale sarà ben sopramedia vero?! Certe cose non vanno dette, solo quello che gli pare va detto!

    • Simone

      E per la cronaca, per il clima, per la famosa climatologia, si fa riferimento a periodi di tempo trentennali, quindi 1961-1990 o 1971-2000 per esempio.
      E il 2017 a livello annuale, anche a livello nazionale italiano caro signore, è stato ben più caldo rispetto a questi trentenni. Ma certamente questa è una cosa che non verrà detta, non si può dire che il 2017 a livello nazionale è stato ben più caldo rispetto al 1971-2000.
      Saluti e buon anno glaciale 2018.

    • Simone

      Sig. Guidi, a livello nazionale il 2017 chiuderà ben sopra la media termica del 1971-2000, così come è stato ben sopra media anche lo scorso anno 2016, il 2015 e tanti altri. Dati professionali CNR per esempio, non me li invento io.
      Se lei non ci crede e vede anomalie negative è un problema suo, se la prenda con chi elabora certi dati.

      http://www.isac.cnr.it/climstor/climate_news.html

    • Simone, te lo ha già fatto notare Fabrizio Giudici. Non puoi mettere in bocca ad altri cose che non hanno detto e poi contestarle. Dov’è che avrei parlato di anomalie negative? Sei tu che hai tirato fuori la storia del 2017 e continui a presentarla in ogni commento. Ma che significa?
      Quanto alle news e ai dati che segnali, ti consiglio un’altra lettura http://www.climatemonitor.it/?p=46658.
      Ora però basta eh?
      gg

    • Simone

      Ci mancherebbe Guidi, il Sig. Mariani dice che fa freddo “un po’ di global warming non guaterebbe”, poi mi vedo i dati delle anomalie e ogni anno siamo sopramedia! Alla faccia del troppo freddo!!
      Ora basta si, ho perso anche troppo tempo a parlare con voi.

    • Ecco bravo, evapora. Del resto con tutto questo caldo non dovrebbe essere difficile.
      Enjoy

    • Simone

      Riesce a dire fesserie anche nelle battute, si dice sublimare: un solido sublima non evapora, ma mi rendo conto che per lei sono concetti troppo difficili.
      Saluti e buon anno glaciale 2018.

    • Massimo Lupicino

      Sei composto per il 60% di acqua quindi in buona parte evaporeresti, come il tuo sudore del resto, e come il 99% dei tuoi interventi su questo forum. Il tuo tempo deve valere davvero poco se ne perdi tanto su un sito di cui non condividi nulla. Mi dispiace per te. Buon anno.

  2. Fabrizio Giudici

    cosa ci azzecchi con questo la nevosità su Alpi e Appennini.

    Niente. Ma il “pensiero” di Simone segue percorsi tutti suoi. Nel caso in questione, partiamo da un mio commento ironico, che fa un’unica affermazione quantitativa (due metri di neve caduti) e la questione della “percezione soggettiva”, che è un evidente riferimento all’articolo del Corriere della Sera. In un solo passaggio, Simone tenta penosamente di trasformare un commento ironico in uno serio e quantitativo: attribuisce “falsità” agli altri perché a Cortina non sono caduti due metri di neve (io però non ho mai detto che sono caduti a Cortina) e ci affibbia la volontà di far riferimento a percezioni soggettive, mentre invece stavamo prendendo per il culo l’articolo del Corriere.

    In sintesi, lui mette falsità in bocca all’interlocutore, interpretando rocambolescamente le parole, per poi accusarlo di falsità. Erano tattiche ben note nel Minculpop e al Ministero della Propaganda di Goebbels. Forse Simone prevede la svolta dittatoriale dei salvamondo (effettivamente, ne ha ben donde) e cerca di mettersi in evidenza per un posto al futuro Ministero della Salvaguardia della Terra. Peccato però che, anche per fare quel mestiere, bisogna avere un po’ più di preparazione.

  3. David

    Per Simone:se in questo blog si dicono falsità e bugie o comunque si bara sui dati,ti consiglio di non fare il tafazzi ed emigrari nei lidi a te più vicini,che sono in larga maggioranza(loro si ì dicono la verità).
    Buon anno a tutti.

  4. Fabrizio Giudici

    Niente, io volevo sapere se anche le misurazioni verticali sono affette da percezione soggettiva, ovvero se i due metri di neve arrivati nei giorni scorsi sulle Alpi sono percepiti o reali…

    Mando per scontato solo che è oggettivo che d’estate, una volta, sullo Stelvio si sciava.

    • Massimo Lupicino

      Fabrizio, non sono nemmeno percepiti perche’ si cerca di non parlarne altrimenti qualcuno potrebbe scoprire inopinatamente che d’inverno nevica e sulle Alpi si scia. Li hanno percepiti pero’ i disgraziati che hanno passato la notte in auto a Cortina: poveretti forse avevano letto sul Fatto Quotidiano che “sulle Alpi non c’e’ piu’ ghiaccio” ed erano andati a Cortina per fare le sabbiature e prendere la tintarella. Troveranno chi gli spieghera’ che e’ nevicato a causa del global warming, questione di tempo.

    • Simone

      Sfottete pure ci mancherebbe.
      Forse non lo sapete, ma anche per la neve esistono i dati ufficiali e non quelli della percezione come invece usate voi. Il rilevamento neve ufficiale nella zona di Cortina da 131 cm di neve a quota 2119 m.
      Se 131 cm di neve oltre i 2100 m nelle Dolomiti sono da considerarsi fuori del normale, mi sa che voi di conoscenze nivometriche siete messi male!
      Sapete che molte volte in passato in zone dell’Appennino si sono superati i 200 e i 300 cm di neve a meno di 1700 m? Delle volte si sono superati i 300 cm a quota 1350 m sulla Maiella o all’Abetone, oppure nella Sella Nevea in Friuli si sono superati anche i 6 metri di neve a meno di 2000 m.
      Così, giusto perché sappiate quale è la vera neve! Altro che i 131 cm a Cortina oltre i 2100 m…

      https://s10.postimg.org/9zxhafw2h/neve.png

    • Massimo Lupicino

      Mah in realta’ Simone sono d’accordo con te: non c’e’ niente di strano nel fatto che a Dicembre sulle Alpi possa nevicare, e tanto. Il fatto diventa “anormale” se messo in relazione con le previsioni di scomparsa irreversibile della neve dalle Alpi che ci vengono propinate da una trentina d’anni. Quindi proprio la normalita’ di questi giorni conferma che quelle previsioni si sono rivelate fallimentari, e quindi e’ lecito supporre che anche le previsioni di oggi, fatte dagli stessi “esperti” e riferite ai prossimi decenni lo saranno. Nel frattempo ci tocca continuare a sciare. Ce ne faremo una ragione… 🙂

    • Simone, saresti così gentile da spiegarci che vuoi dire?

    • Mauro

      Simone dal 1934 ad oggi gli spessori medi di neve del dicembre 2009 sono maggiori del 1951.
      Nel 2009 e nel 2004 gli apporti di neve fresca sulle stazioni alpine durante il periodo ottobre marzo sono anni record che surclassano la quasi totalità dri dati nevosi che conosciamo nel corso di un secolo.
      Di certo è cambiato il mantenimento del manto nevoso, ma se è per questo anche gli oceani che sono il 70% della superfice terrestre sono meno freddi oggi, l’influenza dell’attività solare era minore rispetto ad oggi,il vapore acqueo in atmosfera era minore rispetto ad oggi, ecc.ecc.

    • Simone

      Se non fosse per la neve artificiale molte località sciistiche sia alpine che appenniniche avrebbero già chiuso da anni. La neve sulle montagne è molta meno rispetto a 50 anni fa, sia come neve cumulata dalle varie nevicate, sia come numero di nevicate e soprattutto come numero di giorni con neve al suolo. Per i ghiacciai poi il confronto é imbarazzante!
      Nessun vero climatologo dice che non ci saranno più nevicate tra 50 anni sulle Alpi, ma che la neve è in calo, come difatti lo é.
      Voi continuate invece a dire falsità, come la neve e i ghiacciai che non sono in calo, o come le metrate di neve a Cortina, quando in realtà li ci sono 131 cm oltre i 2000 m . In questo portale i dati ufficiali non sapete neanche cosa siano.

    • Massimo Lupicino

      Per sparare la neve artificiale servono temperature sufficientemente basse. Se facesse così caldo non sarebbe possibile farlo. Inverni senza neve sulle alpi sono sempre esistiti basti pensare all’inverno ’88-89 tanto per fare un esempio. Non confondiamo freddo e precipitazioni per favore. Notoriamente sulle alpi le stagioni più nevose si associano a condizioni relativamente miti, e viceversa.

    • Luigi Mariani

      Simone,
      i miei commenti sono di regola basati su dati ufficiali o su da dati da me direttamente misurati o infine su dati che escono da riviste scientifiche referate.
      Ad esempio questo post è stato redatto utilizzando dati ufficiali (Milano Linate e Montanaso lombardo) e così facciamo Guido Guidi e io per i commenti meteorologici mensili o Franco Zavatti per i suoi post di analisi periodale o …..
      Il problema è che questo post tratta di temperature minime in zone rurali attorno a Milano per cui non so proprio cosa ci azzecchi con questo la nevosità su Alpi e Appennini. Se e quando scriverò un post sulla nevosità in montagna utilizzerò dati ufficiali e di qualità adeguata….. o magari potrebbe scriverlo lei, quel post.
      Invito comunque a bloccare la deriva nevosa prima che si tasformi in una slavina!

    • Roberto

      Caro Luigi, Simone Paolucci non ti risponderà mai sui dati termici di Arezzo dove vive perchè guarda caso in questo dicembre la media termica di dicembre per Arezzo AM fino a ieri era in linea con la media di dicembre del trentennio 1961/1990, surplus di gelate e quindi silenzio stampa…

    • Simone

      Caro Roberto, nella mia città di Arezzo in base ai dati della stazione ufficiale AM, negli ultimi 47 mesi (da inizio 2014 a fine novembre) solo 5 mesi hanno avuto temperatura media inferiore alla media 1961-1990 e ben 42 mesi temperatura superiore.
      42 di caldo contro 5 di freddo, ma di che si ragiona, di freddo? Ma andate a sculacciare le anguille…

    • Edo

      Copriti Simone:

      Immagine allegata

  5. Alessandro

    Un atlantico meno freddo che in passato (vedi AMO+) è di certo correlabile ai dati esposti.
    Una mia paura è che sento parlare poco di come si dovrebbe progettare e ricostruire le città.
    Sento che la tematica urbana è decisamente avulsa da critiche.
    Essendo toscano noto i 2/3 °C di differenza (senza nebbia) tra la città di Firenze e la sua periferia.
    Le stazioni meteorologiche storiche non devono essere cambiate di posizione, ma non dovrebbero essere nemmeno prese in considerazione per fare paragoni col passato, come giustamente si è fatto nell’articolo.
    Ho come l’impressione che molti enti invece considerino proprio i dati delle città per avere serie storiche più lunghe. Come si fa ad ignorare i palazzi più alti e l’aumento degli ambienti artificiali quando si diffondono notizie climatiche?

    • Luigi Mariani

      Gentile Alessandro,
      concordo anzitutto su AMO, che per inciso è destinato prima o poi a passare in fase negativa…
      E anche per quanto riguarda quel suo ” sento parlare poco di come si dovrebbe progettare e ricostruire le città” ho anch’io ho la stessa impressione.
      Peraltro vivendo in una zona centrale di Milano osservo le case attorno alla mia salire chi di 1, chi di 2 piani, in barba a qualunque valutazione sull’effetto che ciò avrà sull’isola di calore, che come sappiamo in estate non è affatto simpatica. Sono peraltro giunto alla conclusione che “non bisogna disturbare il manovratore” e quotidiani come il Corriere, che del “manovratore” sono tradizionale espressione, se ne guardano bene.
      Per quanto riguarda infine le serie storiche urbane, occorre senz’altro molta prudenza nel loro utilizzo specie per quel che riguarda le temperature minime.

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