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Il Prossimo El Niño? Inverno 2018!

Attenzione, questa previsione è da prendere con il beneficio d’inventario, perché nessuno è mai riuscito sin qui a fare previsioni sull’evoluzione dell’indice ENSO oltre qualche mese e, soprattutto, oltre la cosiddetta “spring predictability barrier”, quella fase temporale coincidente con i mesi primaverili e con lo sviluppo delle dinamiche ENSO in cui ancora i modelli previsionali di tipo deterministico hanno skill inferiore rispetto a quelli statistici.

In effetti, quella del titolo non è una previsione, perché le mancano una lunga serie di “se” che sono molto efficacemente descritti in un paper open access cui sono arrivato grazie ad un tweet di Roher Pielke Sr.:

Si tratta di un’analisi di facile lettura in cui vengono citati molti tra gli argomenti di cui abbiamo discusso spesso su CM, primi tra tutti i grandi cambiamenti di fase del clima come quello della seconda metà degli anni ’70 del secolo scorso, ma anche dell’esistenza di segmenti temporali all’interno dei quali alcuni degli indici teleconnettivi più importanti (soprattutto l’ENSO e, più nello specifico l’indice 3.4 di El Niño) assumono dinamiche che, secondo gli autori di questo paper, sarebbero davvero di facile lettura ai fini previsionali.

In sostanza, una volta identificati sia i cambiamenti di fase che i segmenti temporali che li caratterizzano, si sarebbe nella possibilità di escludere e/o prevedere con efficacia l’insorgere di un evento di ENSO positivo ben oltre l’attuale capacità previsionale. Per farlo, gli autori hanno identificato due eventi previsti e non verificatisi, di cui uno molto recente nel 2014, estraendo poi da quest’ultimo e dall’evento che ha poi avuto luogo nel 2015 l’informazione del prossimo picco positivo dell’indice ENSO, appunto per l’inverno boreale del 2018.

C’è da crederci? No, c’è da leggere e stare a vedere ;-).

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Published inAttualità

3 Comments

  1. robertok06

    Salve a tutti: questo articolo non l’ho letto, ringrazio Guido di avercelo fatto conoscere.
    Volevo solo aggiungere che l’autore non è nuovo ad analisi relative al clima che siano, come dire?… “Out of the box”… vedasi l’articolo

    “The Sun is the climate pacemaker I. Equatorial Pacific …” e la seconda parte di esso, si trovano facilmente con Google.

    Ovviamente è stato attaccato di soliti noti.

    Saluti

  2. donato b.

    “Si tratta di un’analisi di facile lettura ….”
    .
    Non direi. 🙂
    Ho letto l’articolo e, secondo me, anche se molto breve è piuttosto complesso. Da quel che ho potuto capire la metodologia utilizzata si presta molto bene ad analisi a posteriori, un po’ meno alle previsioni. Secondo gli autori il sistema climatico è un sistema dinamico non lineare ad andamento caotico caratterizzato da fasi. Su questo mi trovo d’accordo. Anche ENSO non sfugge a questa classificazione per cui è possibile individuare anche per questi fenomeni delle fasi, all’interno delle quali sembrerebbe piuttosto semplice effettuare delle previsioni. Gli eventi El Nino seguirebbero, infatti, un andamento sinusoidale con periodo pari a circa tre anni per cui è facile prevedere che il prossimo El Nino si verificherà nel corso dell’inverno dell’anno appena iniziato (15+3=18). Tutto ciò se la fase resta bloccata, ma se dovesse verificarsi un repentino cambiamento di fase, ciò non sarà più vero e la previsione farebbe la stessa fine dei quella del 1975 e di quella del 2014: fallirebbe.
    Nell’articolo non sono riuscito a individuare alcuna traccia degli algoritmi di calcolo utilizzati dall’autore: si fa riferimento ad un’analisi di autocorrelazione, ma la cosa finisce qui. Resta il fatto che il problema riguarda l’individuazione delle fasi e non mi sembra che esso sia stato risolto.
    .
    Circa la periodicità di tre anni nell’ambito della fase, F. Zavatti ( http://www.climatemonitor.it/?p=29503 ) aveva già individuato mediante l’analisi spettrale di diversi set di dati, questo periodo e, correttamente, lo aveva collegato ad eventi circolatori ed oceanici, in particolare a El Nino 3.4.
    .
    Nell’articolo di Douglass si parla anche di una forzatura annuale di origine astronomica che potrebbe influenzare le fasi, ma nel testo non è stata approfondita la sua analisi.
    Diciamo che l’articolo mi lascia un po’ perplesso.
    Ciao, Donato.

    • … l’analisi spettrale di diversi set di dati …
      Caro Donato,
      proprio ieri pomeriggio ho trovato lo stesso massimo (2.89 anni invece di 2.87) nei dati satellitari del livello del lago Vittoria su cui sto preparando un post che spero di mandare a Guido nei prossimi giorni. Un altro esempio da aggiungere alla lista di cui parlavi: se poi è da ascrivere a El Nino non saprei. Tendo ad attribuire a ENSO i massimi da 3.6 a 6-7 anni, ma facilmente potrei sbagliarmi. Ciao. Franco

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