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Dov’è finito il consenso?

Un discreto numero di anni fa la festa dell’Epifania era stata abolita e rimandata al primo fine settimana utile, con ciò intendendo che si doveva andare a scuola ed al lavoro anche il 6 gennaio. Poi la festa è tornata.

Purtroppo ora saremo costretti ad abolirla per assenza di materia prima. Già perchè leggiamo oggi su Repubblica  che secondo James Hansen, influente climatologo ed alto funzionario del GISS1, è assolutamente necessaria una decarbonizzazione immediata e totale. In parole povere secondo lui c’è spazio per una sola percentuale di riduzione delle emissioni, il 100% da subito. Va da sè che pensare di trovare ancora il carbone per i più cattivi alla festa delle Befana sarà impossibile anzi, vietato.

Se così non dovesse essere il mare salirà di 6 o 7 metri nell’arco di un secolo. Un vero incubo. Ora tutti sanno che attorno all’affaire riscadamento globale, clima che cambia ed affini, si è generato da anni un serrato dibattito tra due linee di pensiero diametralmente opposte. Molti anzi, moltissimi sostengono che il peso delle attività umane sia preponderante e quindi si debbano prendere urgenti provvedimenti. Ovviamente Hansen è tra questi. Pochi ma agguerriti altri nutrono seri dubbi su questa affermazione. Da quando la partita è iniziata, ci hanno sempre detto che non c’era spazio per dissentire, essendo stato raggiunto il consenso scientifico sull’origine antropica del riscaldamento globale. Tale consenso è rappresentato dalla produzione dei Rapporti dell’IPCC, il panel delle Nazioni Unite che si occupa di clima. In quei rapporti c’è scritto che il mare nei prossimi cento anni potrebbe salire di circa mezzo metro, forse più che meno. Hansen dissente, abbandona il consenso scientifico e dice che secondo i suoi calcoli, ovvero prendendo in considerazione lo scioglimento dei ghiacci della Penisola Antartica ed il collasso dei ghiacciai groenlandesi, le cose si metteranno molto male.

Si potrebbe obbiettare che alcuni studi recenti hanno sollevato parecchi dubbi sulle stime della velocità di scioglimento dei ghiacci della suddetta penisola, ma per contro ce ne sono anche altri che hanno misurato delle accelerazioni nella perdita di massa dei ghiacci costieri in Groenlandia. Sta di fatto che facendo una bella media, di quelle che ad Hansen e Co. piacciono tanto, si può tranquillamente dire che non si sa quello che succederà.

A questo punto mi domando perchè quelli che hanno difeso il consenso a spada tratta quando si trattava di confutare le tesi di chi si mostrava scettico, non facciano altrettanto con chi dimostra un pessimismo come dire, eccessivo. Vuoi vedere che questa faccenda del consenso vale solo in un senso?

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  1. Goddard Space Institute – NASA []
Published inAttualitàNews

6 Comments

  1. Giuseppe

    Ho letto l’intervista di Repubblica ad Hansen, il quale afferma che “i ghiacciai della penisola antartica, che attualmente perdono 200 chilometri cubi all’anno…..”.

    E’ ben noto che i ghiacciai dell’Antartide sono in fase di crescita, non si stanno sciogliendo. Vi sono numerose pubblicazioni e notizie in merito per es.
    http://www.news.com.au/story/0,27574,25348657-401,00.html

    Ma basta andare al sodo e vedere i dati ufficiali su

    http://arctic.atmos.uiuc.edu/cryosphere/IMAGES/current.anom.south.jpg

    Sarebbe utile informare il giornalista di Repubblica.

    • alessandrobarbolini

      lo sanno,é che i media cavalcano l,onda del SERRISMO
      ma statene certi che tra 30 anni,parecchie teste serrate la prenderanno […] con questa teoria piu che normale ma gonfiata

    • admin2

      Alessandro, la prossima volta blocchiamo l’ip.
      gg

  2. alessandrobarbolini

    rendamoci conto che fin che ci sara un goccio di petrolio..l,uomo lo usera,non ci sono congressi che tengono

  3. Giovanni

    Caspita, nonmi pare che – tra una cosa e l’altra – ci avviciniamo a Copenhagen con la necessaria serenità…

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