Salta al contenuto

La marea del dubbio

Da qualche settimana sta accadendo qualcosa di strano. Nonostante l’appuntamento di Copenhagen sia prossimo e si ripetano gli appelli alla necessità che si raggiunga un accordo serio e stringente in materia di emissioni di gas serra, alcune delle testate giornalistiche più famose e quindi maggiormente capaci di fare opinione si stanno smarcando.

BBC, Daily Mail, Le Monde e quant’altro. Tutti lì a riesumare un dibattito che sembrava ormai morto e sepolto ed a sollevare dubbi sul fatto che le cose siano destinate ad andare come ce le hanno raccontate -spesso proprio loro- cioè che si sia sull’orlo del disastro climatico.

A prima vista direi che ci sono due possibilità. La prima e più ovvia è che dato che il dubbio esiste eccome non si voglia chiudere completamente la porta, onde evitare di far pessime figure qualora dovesse venir fuori che questo disastro è molto più virtuale che reale. La seconda è che siccome dubbi o no parecchi governi pur dichiarando buona volontà sotto sotto sperano che non se ne faccia nulla perchè sanno che i costi delle azioni sono reali, mentre rischi e risultati sono per ora solo virtuali, si stia provando a creare una specie di cuscinetto d’opinione per evitare ricadute interne in conseguenza delle posizioni che si assumeranno a Copenhagen.

Vada come vada, registriamo con piacere che il dibattito si è riaperto, questo potrà far solo del bene alla conoscenza e consentirà a tutti di formarsi una propria opinione. Del resto questo è irrinunciabile, visto che le decisioni poi finiscono per riguardare tutti.

Leggete qui  un buon punto di situazione sull’atteggiamento della stampa mondiale scritto da Piero Vietti sulle pagine de Il Foglio.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inIn breve

Un commento

  1. Claudio Costa

    ieri a Cremona in un convegno il dott. Rotundo ( confagricoltura) ha detto :
    Con gli accordi della 20 20 20 l’Italia rischia di pagare una multa di 1,75 miliardi di euro se non raggiungerà entro il 2020 il 17 % del proprio fabbisogno energetico con le energie rinnovabili.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »