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Numeri di clima

Conoscete il sito web climate4you.com? Se siete addetti ai lavori o appassionati di clima e meteo certamente sì. Se non lo siete forse questa è l’occasione per scoprirlo. E’ in sostanza uno scrigno, ci sono rappresentazioni grafiche dell’andamento nel tempo di tutto o quasi tutto quel che serve per definire il clima. E, pregio assoluto, ci sono davvero poche parole dove si visualizzano i dati, solo l’essenziale che serve per descrivere il parametro visualizzato e per spiegarne la rappresentazione. Per le spiegazioni, inoltre, ci sono delle sezioni apposite, soprattutto divulgative, sui modelli climatici, sul concetto di norma climatica e così via, tutto rigorosamente attribuito a letteratura scientifica.

Quindi, in materia di clima, è uno spazio web molto sui generis rispetto a quello a cui siamo abituati, perché è sostanzialmente privo di opinioni. Unica eccezione, anch’essa opportunamente sostenuta da riferimenti bibliografici, è la sezione “Climate Reflections”, dove si tirano le somme dei dati. In sostanza, è quello che ogni repository di dati climatici dovrebbe essere.

Lo gestisce Ole Humlum, danese, professore emerito delle università di Oslo e delle Isole Svaalbard, uno a cui che mi risulti ancora nessuno sia riuscito ad appiccicare alcuna etichetta nell’acceso dibattito sul clima. E’ probabile però che l’etichetta arrivi ora, perché, proprio Ole Humlum, ha firmato il report sul clima del 2017 appena pubblicato dalla Global Warming Policy Foundation, noto think tank di policy climatiche le cui posizioni fanno venire l’orticaria ad ogni buon catastrofista che si rispetti.

E’ un documento che penso valga la pena leggere. Ecco gli highlights:

  • Alla fine del 2017 la tempertaura media superficiale globale stava scendendo sui valori precedenti all’episodio di El Niño record del 2015-16. Questo ritorno a valori pre-El Niño sottolinea il fatto che il recente picco delle temperature globali è stato generato principalmente da questo fenomeno di natura oceanografica del Pacifico.
  • A partire dal 2003, la stima delle temperature medie globali basata sulle stazioni meteorologiche di superficie è andata stabilmente divergendo nella direzione del riscaldamento dalla stima basata sui dati satellitari senza una spiegazione convincente.
  • I dati provenienti dai mareografi in tutto il pianeta suggeriscono un aumento medio del livello del mare di 1-1.5 mm/anno, mentre la stima derivata dai dati satellitari suggerisce un innalzamento più che doppio al passo di circa 3.2 mm/anno. La significativa differenza tra i due dataset è ancora priva di una spiegazione accettata universalmente.

Il resto lo trovate nel report. Click sull’immagine per scaricare il pdf.

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Published inAttualitàClimatologia

4 Comments

  1. AleD

    Fig. 8 del pdf: perché l’anomalia è calcolata rispetto alla media 1979-2008. Quei 30 anni li sono stati scelti per qualche motivo preciso o è una pura convenzione?

  2. Cristiano Griggio

    Scusate se esco dal tema… è da un po’ che non parliamo di “energie rinnovabili”… e non mi riferisco all’altra stupidata delle “biomasse”.
    Come stanno eolico e fotovoltaico? Ci tedieranno ancora lungo o si intravedono momenti di lucidità tra gli amministratori pubblici che tanti soldi nostri ci hanno buttato sopra?
    Sempre grazie per gli ottimi commenti, un sito veramente eccellente!!!

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