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Venghino signori venghino

Ancora sulle scienze sociali e sulle buone ma ideologiche cause al traino del clima che cambia. E’ uscito fresco fresco un documento dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) nota agenzia dell’ONU. Si tratta di un fantastico report in tema di sostenibilità – nella fattispecie convenienza – della transizione verso un’economia verde e verso un clima che limiti ai 2°C dell’accordo di Parigi il riscaldamento del Pianeta.

Pronti a salire sulla giostra? Ecco qui il comunicato stampa, da cui leggiamo che nel solo settore energetico sarebbero 24 i milioni di posti di lavoro che si genererebbero di qui al 2030, di cui ben 12 in Europa; sei quelli che andrebbero persi… ops, La Stampa, che ha rilanciato e tradotto il CS si è dimenticata di fare i conti e ha citato solo quelli in positivo… cosa volete che sia un errore del 30%?

Un’inezia, anche perché gli unici a rimetterci pare sarebbero i Paesi grandi produttori di combustibili fossili, meschini.

Ah, pare che nel breve medio termine non sarà una passeggiata, tanto che si consigliano altamente solide politiche di sostegno al reddito ma poi, quando gli estensori saranno tutti spariti dalla circolazione andrà tutto alla grande ;-).

Ah bis, ma i numeri reali? Qual è il saldo attuale dei posti di lavoro creati dopo il primo ventennio di policy salva-clima?

In compenso però sembra che una buona parte dei posti di lavoro persi saranno a carico dell’heat stress, cioè ore di lavoro perse a causa del caldo… no comment…

Consiglio, saltate a piedi pari il comunicato stampa che è un manifesto programmatico e, se proprio non avete di meglio da fare, scaricate qui il report per intero, possibilmente non nell’ora della sonnolenza post prandiale.

Enjoy.

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Published inAttualità

4 Comments

  1. DarioC

    Se qualcuno vuole schiarisri qualche dubbio al MUSE – Museo delle Scienze di Trento 18 giugno, ore 20.30
    Conferenza con il climatologo ” Michael Mann ”
    per tutti | ingresso libero su prenotazione
    Le recenti ricerche sul clima presentate in una conferenza con il climatologo americano “Michael Mann. ”
    Evento organizzato da MUSE, Osservatorio Trentino sul clima PAT, Università degli Studi di Trento in collaborazione con Assessorato all’università e ricerca, politiche giovanili, pari opportunità, cooperazione allo sviluppo della PAT.
    http://www.muse.it/it/Documents/2018/cal-mag-giu_2018_web.pdf , ultimo evento seconda pagina.

  2. robertok06

    Ah!… le MI-TI-CHE rinnovabili che creano milioni e milioni di posti di lavoro… in barba al detto “there is no free lunch”… non occorrera’ aspettare decenni, i dati sono gia’ chiari da anni, basta guardare nel “faro della speranza”, la Germania…

    “Economic Impacts from the Promotion of Renewable Energy Technologies – The German Experience”

    http://repec.rwi-essen.de/files/REP_09_156.pdf

    … che conclude che:

    ” To the contrary, the government’s support mechanisms have in many respects subverted these incentives, resulting in massive expenditures that show little long-term promise for stimulating the economy, protecting the environment, or increasing energy security.”

    Si vede chiaramente che i costi sono astronomici: oggi sono circa (vado a memoria) 11 miliardi di Euro/anno per generare 38 miliardi di TWh, parlo del fantastico fotovoltaico nella terra del sole, la germania… cioe’ circa 29 cEuro/kWh elettrico generato.
    Con 11 miliardi/anno uno finanzia 550 mila posti di lavoro a 20 mila Euro/anno… quanto pensate siano pagati gli installatori di pannelli sui tetti delle case, o nei campi… sulle grandi centrali a terra?

    Altro paese dove le rinnovabili intermittenti hanno fatto sfracelli per anni… la Spagna… peccato che anche li’ abbiano dovuto smettere di installare il FV e l’eolico perche’ i sussidi stavano diventando insopportabilmente alti…

    Questo documento…
    https://www.michigan.gov/documents/energy/090327-employment-public-aid-renewable_419853_7.pdf

    … che conclude che:

    “The study calculates that since 2000 Spain spent €571,138 to create each “green job”, including subsidies of more than €1 million per wind industry job.

    The study calculates that the programs creating those jobs also resulted in the destruction of nearly 110,500 jobs elsewhere in the economy, or 2.2 jobs destroyed for every “green job” created. ”

    …. le rinnovabili hanno creato 1 posto di lavoro e persi 2,2… non e’ fantastico come risultato?

    Saluti.

  3. giusto buroni

    Anche se riesco a scaricare solo il comunicato stampa, mi vengono in mente le seguenti elementari considerazioni di cui sarei lieto che mi si indicassero gli eventuali errori.
    Supponiamo di incominciare da oggi ad applicare tutti i rimedi suggeriti dalla Green Economy per non superare quella soglia dei fatidici due gradi centigradi che brucerebbero il mondo. Ci si dice che subito si creerebbero milioni di milioni di nuovi posti di lavoro, che comportano miliardi di miliardi di kilowattora prodotti e consumati (se no che “lavoro” sarebbe?); guarda caso i kWh sono misura di energia (altrimenti detta appunto “lavoro”); energia consumata (da fonti rinnovabili o non rinnovabili, un termine che andrebbe abolito quando si parli di energia) significa calore prodotto, il calore prodotto aumenta la temperatura degli elementi su cui agisce e, visto che la green economy si applica per ora sulla Terra (e non sulla Luna o su Marte, per esempio), ecco che riscalderebbe proprio quel pianeta di cui si vorrebbe evitare o almeno bloccare il riscaldamento. Ma allora chi sono e che cosa si propongono quegli scienziati, economisti e sociologi (e politici) che promuovono questi “studi”, costosi e inutili, ma soprattutto sbagliati, perché basati in fin dei conti sulla teoria del moto perpetuo, tanto diffusa anche fra pretesi scienziati? Non sarebbe ora invece di spiegare al popolo la maledizione (non per superstizione, ma per”legge fisica”) dell’entropia? Sarò molto grato ai divulgatori che si assumeranno questo difficile compito.
    Cordialmente
    Giusto Buroni

    • robertok06

      @giusto buroni

      “energia consumata”

      Esatto… energia consumata (per la fabbricazione dei pannelli FV, per esempio), rispetto all’energia generata dagli stessi.
      Uno studio serio, basato su dati e estrapolazioni, mostra come a tutto il 2010 i 40 GWp di FV mondiale installato all’epoca non avessero ancora raggiunto la parita’, cioe’ non avessero ancora prodotto la stessa quantita’ di energia che era stata utilizzata per produrli.
      Il fatto di riuscire a passare “in positivo”, e quindi risparmiare emissioni, dipende sostanzialmente dal profilo di installazione: se questo e’ esponenziale, come sta facendo da parecchi anni (cumulativo delle installazioni mondiali), non c’e’ modo di avere un grosso surplus di energia, perche’ ogni anno si generano piu’ pannelli dell’anno prima (e ogni anno sempre piu’ dell’anno precendente, per seguire il profilo esponenziale)…
      Se si cessa di seguire il profilo esponenziale quello che succede e’ che non si riescono ad installare abbastanza pannelli da sostituire le centrali termoelettriche e evitare le loro emissioni, in tempo ragionevole per rientrare nei farlocchi programmi degli accordi salvapianeta di Parigi….

      Lo studio che ho menzionato e’ questo:

      “Energy Balance of the Global Photovoltaic (PV) Industry – Is the PV Industry a Net Electricity Producer?”

      https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/es3038824%20

      Bisogna poi tener conto che, dal 2013 (anno di pubblicazione di questo articolo) ad oggi la frazione di moduli e pannelli FV prodotti in Cina e’ aumentata, ed e’ adesso (contando come “Cina” anche Taiwan, attorno al 70%… vado a memoria).

      Potete quindi immaginare come mi girino gli zebedei quando qualche “ambientalista” francese mi dice che e’ contento che il FV stia aumentando in Francia, e che il nucleare diminuisca:
      Gode perche’ installano FV prodotto al 70% in Cina, dove usano carbone (sporco) per produrre il 60% dell’energia elettrica complessiva, e lo usano per produrre elettricita’ al posto del nucleare, che nel suo ciclo completo, ha emissioni di poche decine di grammi di CO2 per ogni kWh elettrico prodotto (contro i 1100 gCO2/kWhe del carbone cinese).
      Dov’e’ la logica???

      Dimenticavo che sono illogici, questi qui. 🙂

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