Salta al contenuto

Montagne, SUV e Coccodrilli

Seconda pagina, Land Rover. Quarta pagina, Subaru Legacy. Ottava pagina, BMW. Diciassettesima pagina, non più ruote ma rotelle, Panerai. Ventunesima pagina, di nuovo in auto, Renault. Ventisettesima pagina, Loewe, il non plus ultra dell’home entertainement. Trentaseiesima pagina, Peugeot. Quarantesima pagina, nuova gamma Suzuki.

Finalmente arrivo a meta. Un bell’articolo sulle nostre montagne che comincia così: “Fusione del permafrost, aumento del rischio di valanghe, inondazioni e siccità, ma non solo: la comunità scientifica è concorde nel prevedere che il 50% dei ghiacciai alpini sparirà entro il 2025 e che solo il 5% resisterà fino al 2100. Dalla rivoluzione industriale in poi, l’uomo e le sue attività influenzano pesantemente i processi vitali del pianeta e il suo clima: un fenomeno per il quale Paul Crutzen, premio Nobel 1955 per la chimica, ha coniato il termine “Antropocene””.

A seguire altra litania intitolata “Montagna fragile”, in cui spicca un’attenta analisi degli effetti del clima che cambia sulle vette italiane: “La montagna si sbriciola, cambia volto, diventa sempre più pericolosa, come confermano i numerosi incidenti mortali degli ultimi anni […]. Peccato che accada perchè, come dice Reinold Messner è “invasa dai tossicomani del divertimento”. E poi bla, bla e ancora bla, sul dannatissimo riscaldamento globale.

Voltiamo pagina, in fondo ci siamo avvicinati a questa lettura per la bellissima copertina, dov’è il servizio? Eccolo, torniamo indietro di ben 240 milioni di anni, nel Mesozoico, altro che Antropocene. allora regnavano rettili di vario ordine e grado, tra tutti appunto i coccodrilli, sopravvissuti a decine di migliaia di mutamenti del clima e della morfologia del pianeta. Dalle acque dell’Atlantico settentrionale si sono trovati a nuotare nei fiumi tropicali. Qualcuno sa quanti gradi di temperatura passano tra queste due possibilità?

Comunque, bellissime fotografie su queste pagine. Chi le guarderà? Proviamo a fare un’identikit del lettore generico medio del National Geographic Italia, così come devono immaginarlo in redazione. Può permettersi un SUV da 80.000 Euro ed un orologio da 20.000. Ha Però una coscienza ambientale esageratamente attenta, sa che soltanto se quelli che non possono avere nè l’uno nè l’altro non si decideranno a cambiare vita, lui non potrà nemmeno più permettersi il lusso di passare le vacanze in montagna. C’è da capirlo. Tutte virtù dal mio punto di vista. Un solo difetto: è schizofrenico, e ogni tanto dice delle sonore bugie, come le pagine di questa rivista.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inIn breve

4 Comments

  1. max

    abbonato al national geographic da ben 9 anni, non ho né voglio né SUV né ROlex da 20000 euro….mi sta benissimo il mio scooter euro 2 che nel traffico di Roma fa 32 km/l…..

    il problema della pubblicità fu affrontato e rivolto direttamente alla redazione da diversi lettori anche in tempi recenti: la risposta: la pubblicità è uno spazio pagato, chiunque può pubblicizzare quello che vuole, nei limiti legali, ovviamente, se paga, e ciò non ha relazioni con i contenuti e le scelte editoriali della rivista…
    intanto, gli articoli sono traduzioni dell’edizione americana (quelli non italiani), la pubblicità è scelta dalla casa editrice italiana (Gruppo La Repubblica-Espresso);
    in ogni caso, non leggo su questa rivista con grande piacere articoli sul genere allarmista catastrofista-climatico, ma su questa rivista c’è da sempre, molto, ma molto di più, di storia, scienza, archeologia, reportage sociale, e quant’altro…..

    non cogliamo una mela marcia dall’albero per dire che tutto il frutteto è infetto, please…. 🙂

    ciao e… un consiglio….. leggetela tutti i mesi…. male non fa, ve lo assicuro….
    🙂

    • Max ne sono convinto. Nè mi sorprende la policy del gruppo editoriale che la possiede. Forse fa un po’ ridere, ma anche qui ci starebbe bene un approccio olistico. La difesa del concetto ognuno può pubblicizzare ciò che vuole non è una risposta alla domanda di coerenza. Ciò detto, è ovvio che i lettori della rivista non sono così, ma è altrettanto ovvio che qualcuno, non so se la redazione, la concessionaria degli spazi pubblicitari o tutte e due insieme li vedano così. Su una rivista di computer non pubblicizzano eukanuba. Ognuno ha (o crede di avere) il suo target. Sinceramente, la coscienza ambientale o, visto il tono delle baggianate climatiche dei due articoli di questo numero, la coscienza climatica di un tizio che guida Land Rover e indossa Panerai sarà pure sincera, ma a me sembra schizofrenica. Chiarendo per quel che mi riguarda che non trovo nulla di male nel SUV e nell’orologio (la mia marca preferita oltretutto), mentre non riesco a digerire il pressapochismo di quegli articoli.
      gg

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »