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Il Cambiamento Climatico e l’Analisi di Coldiretti

In un comunicato stampa del19 luglio 2018 Coldiretti, citando dati di fonte NOAA-NCDC, scrive che il primo semestre del 2018 sarebbe il quarto più caldo (“più bollente”, si dice nel comunicato) dal 1880.

Per verificare tali indicazioni ho consultato altri dataset internazionali raccogliendo il tutto nella tabella 1, in cui ho dovuto inserire dati da dicembre a maggio per il dataset HADcrut4, che a oggi è aggiornato a maggio. Come si può vedere il 2018 è al terzo posto secondo NASA-GISS, al quarto secondo NCDC-NOAA e all’ottavo secondo  HADcrut4 e MSU-UAH. Si rammenta che quest’ultima serie proviene da dati satellitari ed è riferita alla bassa troposfera mentre le altre tre serie sono ricavate da dati superficiali.

Coldiretti inoltre cita dati CNR ISAC secondo cui il primo semestre 2018 sarebbe il terzo più caldo dal 1800. Al riguardo ho analizzato le serie storiche NOAA GSOD di 202 stazioni riferite all’area italiana per il periodo 1973-2018, ottenendo i dati riportati in tabella 2. Si nota che per quanto concerne le temperature medie delle medie il 2018 è al sesto posto con 12,28°C, superato da 2014, 2007, 2017, 2016, 2001. Per quanto concerne invece le temperature medie delle massime il 2018 è al terzo posto superato da 2014 e 2016 ed infine Per quanto concerne infine le temperature medie delle minime il 2018 è all’undicesimo posto.

Tabella – Classifica dei primi semestri più caldi per 4 serie termiche globali.
Posto in

graduatoria

MSU-UAH (*)

1979-2018

HADcrut4 (**)

1850-2018

GISS-NASA (***)

1880-2018

NCDC-NOAA (****)

1880-2018

anno gen-giu yy dic-mag yy gen-giu yy gen-giu
1 2016 0.623 2016 0.967 2016 1.352 2016 1.065
2 1998 0.592 2017 0.746 2017 1.195 2017 0.900
3 2010 0.423 2015 0.669 2018 1.097 2015 0.857
4 2017 0.312 2007 0.607 2010 1.013 2018 0.768
5 2002 0.260 2010 0.593 1998 0.947 2010 0.763
6 2015 0.223 1998 0.586 2007 0.942 2014 0.717
7 2018 0.218 2018 0.586 2015 0.940 1998 0.693
8 2007 0.215 2002 0.554 2002 0.902 2007 0.682
9 2005 0.212 2014 0.527 2005 0.878 2002 0.665
10 2003 0.183 2004 0.505 2014 0.857 2005 0.647

(*) anomalia rispetto alla media dell’intera serie

(**) anomalia rispetto alla media 1961-1990

(***) anomalia rispetto alla media 1951-1980

(****) anomalia rispetto alla media 1910-2000

Tabella 2- Classifica dei venti primi semestri più caldi a livello italiano dal 1973 al 2018. Si riportano le medie delle temperature massime (TX), minime (TN) e medie (TD). Elaborazioni su dati di 202 stazioni delle rete NOAA-GSOD.
Posto in

graduatoria

anno TD anno TX anno TN
1 2014 12.61 2007 17.56 2014 8.46
2 2007 12.57 2017 16.99 2016 8.25
3 2017 12.41 2003 16.79 2018 8.20
4 2016 12.39 2014 16.76 2001 8.04
5 2001 12.37 2001 16.71 1994 7.89
6 2018 12.28 2002 16.65 2015 7.84
7 2015 12.14 2000 16.54 2017 7.84
8 2002 12.14 2016 16.53 2011 7.70
9 2000 12.08 2015 16.45 2002 7.63
10 2003 12.03 1990 16.41 2000 7.62
11 2011 12.02 2018 16.36 1998 7.60
12 1990 11.99 2011 16.35 2007 7.59
13 1998 11.93 2008 16.33 1990 7.58
14 1997 11.88 1997 16.29 2009 7.48
15 1994 11.88 1998 16.26 1997 7.46
16 2009 11.81 2012 16.25 1977 7.35
17 2012 11.68 2009 16.15 1988 7.28
18 1999 11.57 1989 16.09 2003 7.28
19 2008 11.54 1999 15.88 1996 7.28
20 1989 11.51 1994 15.86 1999 7.25

Ma il 2018 è stato segnato in Italia anche – sottolinea Coldiretti – “da intense precipitazioni con nubifragi, trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate che hanno colpito i a macchia di leopardo la Penisola durante il semestre. L’estate è infatti iniziata – precisa la Coldiretti – con la caduta del 124% di pioggia in più a giugno dopo che la primavera ha fatto segnare una anomalia del +21% rispetto alla media storica, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr. Sono gli effetti – sottolinea la Coldiretti – dei cambiamenti climatici in atto che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. Uno sconvolgimento che impatta duramente sull’attività agricola. Dall’inizio dell’anno – conclude la Coldiretti – sono oltre mezzo miliardo i danni provocati dal maltempo all’agricoltura con coltivazioni distrutte, alberi abbattuti e aziende allagate, ma anche corsi d’acqua esondati, frane e smottamenti che fanno salire ad oltre mezzo miliardo il conto dei danni provocato all’agricoltura italiana dall’inizio dell’anno.”

Rispetto a queste affermazioni non ho molto da dire in quanto trovare dati su “trombe d’aria, bombe d’acqua e grandinate” non è affatto banale. Mi limito a segnalare che alle medie latitudini trombe d’aria, rovesci (le bombe d’acqua non esistono!) e grandinate sono da che mondo è mondo il portato della stagione estiva e che si tratta di fenomeni legati ai cumolonembi temporaleschi, per loro natura distribuiti a “macchia di leopardo”. Mi fa piacere poi apprendere che “i cambiamenti climatici in atto si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.” perché sono le stesse cose di cui si lamentava Giovanni Targioni Tozzetti nel 1767.

Osservo infine che secondo il bollettino mensile di JRC-MARS emesso a giugno 2018 (https://ec.europa.eu/jrc/sites/jrcsh/files/jrc-mars-bulletin-vol26-no06.pdf) le produzioni agricole 2018 per l’Italia sono stimate su livelli superiori alla norma per il grano tenero e nella norma per grano duro, orzo, mais, soia e girasole, il che vorrà pur dire qualcosa.

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Published inAmbienteAttualitàClimatologia

17 Comments

  1. Franco Maria Nardelli

    Io sono (mio malgrado) socio di Coldiretti, ne leggo l’abominevole giornale. Il danno che costoro fanno alla cultura per lamentare e bussare a cassa è enorme. Auspico che si aboliscano i risarcimenti e le sovvenzioni, e che faccia l’agricoltore chi corre i rischi e non bussa alle casse pubbliche.

  2. donato b.

    Caro Luigi, innanzitutto complimenti per il tuo scritto.
    Solo qualche considerazione in quanto sei stato esaustivo.
    Dal punto di vista delle temperature il primo semestre 2018 si colloca nella media dei primi semestri degli ultimi venti anni, né più, né meno.
    Trattandosi di un periodo caratterizzato da temperature più alte di quelle dei decenni passati, si tratta di un semestre caldo, ma non caldissimo, né “bollente”. Con buona pace di chi sostiene che su questo sito si nega l’evidenza: non lo si è mai fatto ed il tuo post rappresenta la prova di ciò. Il resto sono chiacchiere inutili.
    .
    Circa i fenomeni “estremi”, il discorso cambia. Non esistono dati certi, per cui non possiamo sostenere né che essi sono aumentati, né che essi sono diminuiti. Possiamo rifarci solo ad esperienze aneddotiche, ma queste lasciano il tempo che trovano: posso citare casi di rovesci violenti, di grandinate eccezionali verificatesi nel corso dei decenni, di trombe d’aria che hanno divelto alberi con età di diversi decenni, ma un altro potrebbe negarli, per cui senza oggettività non c’è scienza. E questo vale anche per la Coldiretti: impressioni che lasciano il tempo che trovano, nulla di più.
    .
    E per finire le “lamentazioni” degli agricoltori. concordo con te e con gli altri commentatori: non ricordo un’anno in cui qualcuno non mi abbia detto che non si ricordava una cattiva annata come quella in corso. Pochi minuti fa un contadino si è lamentato dell’eccessiva umidità che gli ha distrutto tutta la vigna: le stagioni sono cambiate e tutto va in malora, mi ha detto.
    Fortuna che anche in questo caso ci sono i numeri che ci vengono in aiuto e che testimoniano un livello della produzione agricola eccezionale (questo si 🙂 ).
    Proprio oggi ho avuto modo di leggere su ANSA che il settore agroalimentare italiano sta facendo registrare performances eccezionali: con buona pace di Coldiretti & c.
    Ciao, Donato.

  3. Giacomo

    Vabbè ragazzi se stiamo a commentare i comunicati di Coldiretti per discettare di clima, stiamo messi male. Dal punto di vista scientifico anche qui si conferma come l’estate 2018 sia stata davvero calda, superata solo da pochissime estati recenti. Quindi? Fa sempre più caldo. Tutto il resto (lamentele comprese di Coldiretti o pontificazioni varie) lasciano…il clima che trovano.

    • Massimo Lupicino

      A livello planetario non ci sono segnali che l’estate 2018 sia particolarmente calda. Il mese di giugno da dati satellitari UAH e’ stato il secondo piu’ “fresco” degli ultimi 10 anni, superato solo dal 2009. Vediamo come va Luglio, ma a giudicare dalle mappe di anomalia termica su scala globale non mi sembra di rilevare sfracelli: ci sono vaste aree dell’emisfero nord in anomalia negativa (Artico compreso) ma il fatto che l’infotainment climatista gridi ad ogni record puntuale di calore per sostenere una narrativa ormai agonizzante, un effetto sull’opinione pubblica finisce inevitabilmente per averlo. Ma di opinioni si parla, appunto. I fatti, per adesso, raccontano una storia diversa.

    • ale.meteo

      Ci si lamentava delle sanzioni alla Russia…

      Se siamo realisti, c’è qualcosa che va oltre il reale prezzo dei beni e servizi.

      Uno straniero in Italia, lavorando, acquisisce tanto denaro da comprarsi poi un’immobile nel suo paese. Il valore di questo immobile, corrisponde allo stesso in Italia, anche del valore di 500 000 euro.

      Il piccolo uomo di sinistra da del fascista al populista, mentre il piccolo uomo di destra, da del comunista al populista. Per il resto tutti comprano ovunque, se non fai la voce grossa ti pestano i piedi.

      Il problema è che il tonto si compiace, ma non vede oltre il proprio naso.

  4. Lamentazioni spesso fini a se stesse. Mi capita spesso di camminare fra i campi della Valdichiana dove bellissime colture ( carciofi, zucchine, patate . . . ) sono lasciate a seccare nei campi, visto che l’unico raccolto interessante è quello dei contributi . . . .

    • Alessandro

      é proprio questo il punto Marco, l’agricoltore che fa reddito è solo un contabile di sussidi e incentivi pubblici, non più un contadino.
      E’poco importante se l’opinone pubblica discetta senza metodo scientifico sull’andamento della temperatura o sulla frequenza dei nubifragi, diventa invece preoccupante il fatto che qualunque prodotto agricolo venga valutato (in €) senza metodo scientifico, quindi considerando la certificazione aziendale e non la certificazione del prodotto alimentare: vedi OGM che è paritetico al convenzionale, vedi biologico che è paritetico al convenzionale…c’è ignoranza tra i consumatori, ma questo non è colpa di Coldiretti che tira a fare il suo e nemmeno degli agricoltori.
      Ormai i finanzieri a capo dei servizi guidano il volano del consumo e quindi il cervello della maggior parte dei consumatori …questa è la realtà.
      P.s. Anche le assicurazioni sul raccolto fruttano tanto…

  5. ale.meteo

    Al posto dei fossi profondi un 1.50/1.80, mt ora vedo rigogliosi filari di cespugli e canneto. Con le carpe che girano di traverso, quando calano la portata d’acqua, perché presumibilmente sta per piovere. Poi non piove ed hanno tolto l’acqua per nulla. Ma poi quando sono sicuro che sta per piovere e non tolgono l’acqua, perché questi esperti fanno cilecca. Qualche risata me la faccio.

    Un pò meno i piccoli pesci, prede degli amici della Lipu. Finché si tratta di un barbagianni, civette, ect o di un falchetto o di una rondine va bene, ma certi cosi.. neanche il più anziano, li ha mai visti..

    La profondità di questi canali mediamente si aggira attorno ai 40/50 cm, se va bene, altrimenti sono vuoti e secchi con le crepe.
    Una massima portata d’acqua, paragonabile alla stessa che a metà del xx secolo, scorreva nei medisimi condotti e canali andando verso l’Inverno. Mettiamoci anche i fossi, che erano pieni di rane e di pesce.

    L’acqua non arriva? Non c’è ? Domandiamoci come facevano ad inizio secolo o nel xix? Quando le stagioni estive, erano simili a quelle dei nostri giorni.

    Non fanno nulla, non sanno nulla, non c’è meritocrazia.. La situazione non è allarmante perché in altre località e comuni. Sicuramente il personale in merito, pulisce fossi e canali dalla vegetazione. Controlli incrociati poi evitano certi deliri o visioni da terzo mondo..

  6. Luca Maggiolini

    Onestamente io non ci vedo, per nulla, in questi comunicati, alcun mantra sul clima che cambia nè ideologia di per sè.
    Qui si tratta, ben più prosaicamente, del vecchio ma sempre attuale “chiagne e fotte”. Piangi piangi piangi, col supporto di qualche associazione / organizzazione ben politicizzata e supportata come Coldiretti, e chissà mai che qualche risarcimento a pioggia arriverà… è puro, semplice interesse pecuniario, che sfrutta il mantra del momento per propri fini; ben pronto ad una agile e ratta giravolta (se non è già bifronte adesso) se la situazione lo dovesse richiedere.

  7. Alessandro

    Complimenti Luigi, ottimo lavoro! Ne vorrei leggere più spesso di questi articoli, mi piacciono troppo.

  8. Gianni

    “Sono gli effetti – sottolinea la Coldiretti – dei cambiamenti climatici in atto”

    Chissà quali cambiamenti climatici fossero in atto in Italia nell’estate del 1901 (https://www.meteoservice.net/lestate-del-1901-ricca-di-temporali-e-grandinate), oppure nel 1360 sul campo di battaglia di Chartres in Francia quando:
    “A sudden storm materialized and lightning struck, killing several people. The temperature fell dramatically and huge hailstones along with freezing rain, began pelting the soldiers, scattering the horses. Two of the English leaders were killed, and panic set in among the troops, who had little to no shelter from the storm … Tents were torn apart by the fierce wind and baggage trains were strewn around. In a half-hour, the incitement and intense cold killed nearly 1,000 Englishmen and up to 6,000 horses” (https://en.wikipedia.org/wiki/Black_Monday_(1360))

  9. Fabrizio

    Certo che la parabola che sta assumendo la propaganda del cambiamento climatico è davvero bizzarra. Su Scientific American di luglio c’è un articolo così intitolato: The Science of Antiscience Thinking: convincing people who doubt the validity of climate change and evolution to change their beliefs requires overcoming a set of ingrained cognitive biases.
    Praticamente secondo l’articolo le opinioni di chi non crede al cambiamento climatico antropico hanno la stessa valenza di chi non crede all’evoluzione!!!
    Ma non finisce qui. Se si va sul sito della rivista vi è un bell’articolo in evidenza secondo cui il global warming indurrebbe una maggiore tasso di suicidi…

    • robertok06

      ” il global warming indurrebbe una maggiore tasso di suicidi…”

      Questa fa il paio con la leggenda metropolitana che diceva che l’uso di OGM in India aveva portato decine di migliaia di contadini al suicidio.

      Fantasia (malata), 2008:

      http://www.dailymail.co.uk/news/article-1082559/The-GM-genocide-Thousands-Indian-farmers-committing-suicide-using-genetically-modified-crops.html

      La realta’… 2013

      “GM cotton has driven farmers to suicide: False
      During an interview in March, Vandana Shiva, an environmental and feminist activist from India, repeated an alarming statistic: “270,000 Indian farmers have committed suicide since Monsanto entered the Indian seed market,” she said. “It’s a genocide.”

      The claim, based on an increase in total suicide rates across the country in the late 1990s, has become an oft-repeated story of corporate exploitation since Monsanto began selling GM seed in India in 2002.

      Their findings, published in 2008 (ref. 4) and updated in 2011 (ref. 5), show that the total number of suicides per year in the Indian population rose from just under 100,000 in 1997 to more than 120,000 in 2007. But the number of suicides among farmers hovered at around 20,000 per year over the same period.”

      https://www.nature.com/news/case-studies-a-hard-look-at-gm-crops-1.12907

      Era tutto falso, ovviamente, ma dato che dietro alla fake news c’era la guru salvapianeta Vandana Shiva, gli “ambientalisti” salvapianeta le hanno creduto senza fiatare…. senza andare a verificare dati e numeri, un po’ come si fa con il globbbal uormin’ assassino…. “lo dicono tutti!… non puo’ non essere vero!”.

      Mah…

  10. Caro Luigi,
    … orzo, mais, soia e girasole, il che vorrà pur dire qualcosa.
    Sì, certo, vorrà dire qualcosa ma solo se non contraddice la favola bella del “riduciamo la CO2 e poi vivremo tutti felici e contenti”, magari senza tenere conto dei costi, non solo finanziari, di queste operazioni, possibili (credo) nel mondo fantastico di qualche super eroe e, appunto, nelle favole dei credenti AGW.
    Se invece i dati non vanno d’accordo con la narrazione, il tuo lavoro di estrarre informazioni sensate dai numeri (lavoro che riceve sempre l’apprezzamento dei lettori di CM -e il mio) sembra non contare niente e sembra fatica sprecata.
    Ma noi tutti sappiamo che non lo è. Continua così. Franco

  11. Franco Caracciolo

    Fatti servire da un abruzzese forte e gentile, legato alla terra da generazioni: i contadini non li ho mai sentiti dirsi soddisfatti del tempo meteorologico. Un mantra incessante per cui è stato sempre troppo fresco o troppo secco o troppo caldo o troppo nevoso…
    Ho 58 anni di età e questo lo ricordo da almeno 40 anni a questa parte.
    Intelligenti pauca…

    • E’ vero. Io ho 70 anni e ho sempre ascoltato queste lamentazioni. E siccome un po’ di fantascienza non guasta, se trovassimo un contadino di 300 o di 3000 anni fa potremmo facilmente ascoltare gli stessi discorsi.
      La produzione agricola, però, cresce incessantemente e riesce a dare da mangiare a una grande fetta della popolazione mondiale che cresce a ritmi sostenuti. Magari questo significa che le lamentazioni (in forma di esorcismi) fanno bene all’agricoltura: in questo caso io le accetto con piacere. Franco

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