Salta al contenuto

Un’arida savana nelle campagne inglesi?

Nei giorni scorsi il Corriere della Sera ha pubblicato un articolo – a firma di Luigi Ippolito, corrispondente da Londra – riguardante le presunte condizioni meteorologiche apocalittiche, nelle quali si troverebbe l’Inghilterra durante la presente estate. I contenuti sono esaminabili anche in rete*, ma mi pare utile e divertente riportare almeno le parti salienti; per una immediata distinzione dai miei commenti, il lettore tenga conto che le frasi dell’articolo appaiono in neretto.

A partire dal titolo (SEMPRE PIÙ CALDO, LA VERDE INGHILTERRA È DIVENTATA GIALLA) le parole ed i toni lasciano poche discussioni: «Nelle chiese di campagna continuano a intonare Jerusalem, l’inno religioso nazionale, che si conclude con l’immagine dell’England’s green and pleasant Land, la terra verde e piacevole d’Inghilterra. Ma fuori c’è quella che gli agricoltori ormai chiamano “Sussex savannah”, la savana del Sussex: perché i prati di smeraldo hanno fatto posto a una distesa arida e desolata, di un colore giallo bruciacchiato. . . . . Sui giornali e in rete è gara a pubblicare immagini di come sono ridotte le campagne. Le più impressionanti sono quelle satellitari: se prima a nord della Manica si collocava una terra verde, ora c’è una macabra chiazza gialla. E dove si distendevano campi fertili adesso si allargano terreni crepati dalla calura». A corredo di queste agghiaccianti descrizioni, l’articolo riporta anche la sottostante figura. Si può solo sperare che non ci siano già stati dei turisti partiti per la Gran Bretagna con la speranza di vedervi girovagare antilopi e giraffe, perché credo che, nonostante tutto, sarebbero rimasti delusi.

Cosa ha causato un quadro così sconvolgente? La risposta è fin troppo semplice: il clima impazzito. Infatti il giornalista precisa: «Sì, perché le isole britanniche sono investite da un’ondata di calore come non si era mai vista prima: questa settimana la temperatura toccherà i 35 gradi e ci sono zone che non ricevono una goccia di pioggia da quasi due mesi. Se continua così, si andrà incontro all’estate più arida mai registrata dal 1776.». Quindi caldo e aridità su livelli davvero unici; ma è proprio così?

Per nostra fortuna, il servizio meteo-climatico britannico (MetOffice) fornisce le statistiche, dal 1910 ad oggi, di varie grandezze, aggiornandole di mese in mese; riferendosi a questi dati ufficiali*, non c’è quindi il pericolo di essere eventualmente accusati di malafede da qualche fiero paladino della religione dello sconvolgimento climatico in atto.

Temperature = Le medie 2018 per l’Inghilterra sono state di 14,8° e 17,3° rispettivamente per giugno e luglio. Si tratta di valori decisamente elevati, ma non record. Infatti per il mese di giugno si riscontra un 14,9 nel 1940 ed un 15,0 nel 1976; luglio aveva segnato 17,3 nel 1973 e 17,8 nel 2006. La media 2018 del bimestre (16,1°) è ovviamente fra le più alte del periodo di osservazione, ma anch’essa non record, in quanto superata dal 16,2 del 2006. In sostanza l’estate inglese è stata finora caldissima, ma sul livello di quelle di altre annate.

Precipitazioni = Gli afflussi medi giugno-luglio 2018 sull’Inghilterra ammontano a 50,7 mm. Questo dato dovrebbe riportare un po’ di serenità nei lettori del Corriere, visto che per trovare una siccità più marcata, invece di risalire al 1776, si possono per ora risparmiare un paio di secoli: i rispettivi valori giugno-luglio del 1976 e del 1921 sono pari infatti a 46,2 e 36,2 mm. Del tutto inutili eventuali discorsi concernenti i mesi precedenti, in quanto le piogge della primavera 2018 sono ben al di sopra della norma.

In definitiva, come tante altre volte, degli eventi estremi che rientrano nella variabilità conosciuta dei fenomeni sono comunicati come qualcosa di assolutamente eccezionale e del tutto superiore a quanto verificatosi in precedenza.

In doveroso ossequio alle verità ufficiali, l’articolo si conclude con una frase di alto significato (scientifico e morale): «e pensare che c’è chi ancora dubita del cambiamento climatico…». Senza dubbio una bella frase, alla quale però preferirei questa: «e pensare che fino ad una ventina d’anni fa si poteva ancora discutere di climatologia . . .»

NB: questo post è uscito in originale sul blog dell’autore.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAmbienteAttualitàClimatologia

12 Comments

  1. ale.meteo

    “Girasoli seccati dal caldo estremo in Bulgaria” by lescienze.it Articolo che spara una bufala dietro l’altra.. in mezzo a qualche riproposizione dei dati raccolti, ed eventi avvenuti durante la stagione estiva.

    Quel che si raccoglie dalla lavorazione dei girasoli dipende da altri fattori, quando sono secchi bisogna raccogliere. Girasoli che vengono raccolti secchi.. ad un certo punto la pianta, inizia un ciclo di crescita esponenziale, evolve e matura in fretta, con poco. Un ciclo di sviluppo di 100/150 giorno (100 giorni sono di 3 mesi ed una decade)

    Non dice poi l’articolo che molti climatologi hanno valutato le variazioni dell’AMOC, nel contribuire alla capacità dell’oceano Atlantico di trattenere CO2. Se pensiamo a quanto avvenuto durante la PEG. Tutto questo è già successo in passato. Quindi le variazioni di CO2, sono del tutto naturali nella recente storia della Terra. Se l’AMOC rallenta ritorniamo alla PEG, c’è poco da fare.. (Thornalley ) Non è detto poi viste le forzanti astronomiche che nell’eclitica prevarranno stagioni come l’Estate e l’Autunno per come le conosciamo.

    Tutto non è lineare… ma soprattutto non è sintetico.

    • ale.meteo

      Nessuno trai promulgatori mediatici AGW ha parlato del recente record di temperatura invernale dell’Antartide. Dato ricavato più che misurato data l’impossibilità di farlo, ma del valore estremo di -98°C!
      In poche parole, è un continuo tirare l’acqua al proprio mulino.. Blaterano di fantomatiche piattaforme glaciali che si stanno per staccare, durante il periodo estivo australe. Magari lo fanno quando, qui, in Italia, c’è una fase invernale mite. Questi periodi sono del tutto normali per un paese come l’Italia, che si trova nel centro del Mediterraneo. Alla fine alcune di queste piattaforme glaciali si bloccano, in una certa posizione e si formano consolidamenti glaciali su aree marine costiere.
      Il flusso polare teso sull’Europa settentrionale è bene evidente, ora, da qualsiasi satellitare meteosat. Quindi se qualcuno parla da qui in poi, nei prossimi vent’anni, caratterizzati dal calore estremo durante le mensilità estive, ha fatto male i suoi conti.. Perché ogni evento sarà peggio, ma non l’intera stagione estiva. Si parla poi e coerentemente, di bolidi continentali gelidi in arrivo nei prossimi inverni, anche tardivi.
      Se c’è stato un rallentamento dell’AMOC, questo con buona probabilità ha provocato la PEG. Qui la CO2 può avere avuto un ruolo essenziale, nel raffreddamento emisferico. Quel che è certo è che nel periodo in cui è iniziata la PEG, non c’era alcuna attività antropica su scala globale, neppure nessuna attività industriale. L’uomo la iniziava a fine XIX secolo la massiccia industrializzazione.

      Prendere seriamente in esame il raffreddamento avvenuto tra il XIV ed il XIX secolo. In poche parole la Groenlandia raffredda da un pezzo e non c’è ne siamo accorti. l’Olocene protrebbe essere solo una breve riscaldamento entro il precedente periodo wurmiano. Olocene caratterizzato da pause di riscaldamento, latenza oceanica si trasforma in nubi più che altro, complice la CO2. Nei fatti alla fine della glaciazione di Würm la Groenlandia aveva un clima estremamente freddo e secco, un pò quello che accade oggi d’Inverno. Solo dalla Primavera in poi, sulla Groenlandia, avviene inlandsis. Questo è del tutto in linea con una glaciazione. Nei fatti le aree desertiche tropicali non hanno subito variazioni significative, sono diminuite le estesioni e probabilmente scese le temperature. Il deserto nord-americano è figlio della situazione catabatica, del vento di caduta dal versante orientale delle Montagne Rocciose. Variazioni nelle dinamiche ENSO nell’intensità dell’onda pacifica, relativamente l’attività zonale che spinge sulle Montagne Rocciose.

      Immagine allegata

  2. ale.meteo

    Per dirne una sull’affidabilità del modelli fisico-matematici, la carta odierna mostra i massimi dell’anticiclone europeo centrati oltre le Alpi.. In realtà sta avvenendo un processo di frontolisi sul Mediterraneo centrale. Quindi se tale struttura a Nord dell’Italia, la danno in collasso, entro qualche giorno.. Con buona probabiltà avverrà più che vicino all’Italia settentrionale, il cedimento continentale dell’alta pressione delle Azzorre. Già.. perché a parte l’elevazione della massa d’aria tropicale, e poi la sua propagazione verso il subcontinente europeo. Quello che sta avvenendo di anomalo, è una distensione azzorriana su di un’area continentale.

    Immagine allegata

  3. Luigi Mariani

    Caro Sergio,
    grazie per gli interessanti dati forniti.
    Circa poi la tua malinconica conclusione, che condivido appieno, potremmo per un volta provare a far finta che coloro che scrivono «e pensare che c’è chi ancora dubita del cambiamento climatico…» siano solo un brutto sogno che sui media si possa ancora parlare di climatologia.
    In tal senso segnalo che sarebbe interessante poter applicare un modello di bilancio idrico a passo giornaliero a una prateria parametrizzandolo adeguatamente per il territorio di indagine (Inghilterra).
    In tal maniera si potrebbero confrontare in modo davvero obiettivo i livelli di aridità del 2018 con quelli delle altre estati estreme che ci hai cortesemente segnalato….
    Ciao.
    Luigi

  4. ale.meteo

    Niente da fare.. non c’è verso, GM che continuano a vedere quello che vogliono..

  5. David

    …un vostro articolo del 2012 riguardo il clima di Londra durante le olimpiadi del 1908 in pieno climate change!!!ww.climatemonitor.it/?p=26851

  6. Francesco Marangi

    Gli ambientalisti hanno ormai acquisito quel credito che gli consente di dire e fare qualunque castroneria impunemente.
    Dalle mie parti si usa una bella epressione per descrivere questa umanità miserabile: fattę u nomę e vinnę l’acètę (fatti un nome -sottinteso di buon vinaio- e puoi vendere aceto per vino).

  7. Fabrizio Giudici

    I “modelli” prevedono 50°C in Spagna. Stiamo a guardare…

    • ale.meteo

      Inutile guardare certi GM sono saltati per aria.. non si sono accorti che avverrà in pochi giorni un tracollo termico sulla Francia. Come del resto la porta atlantica si aprirà per Spagna e Portogallo.. si abbassa il fronte polare, ma di conseguenza si trova ancora la situazione tropicale sul Mediterraneo.. Sulla Germania farà poi ancora caldo, seguendo la dinamica che stabilizzerà ancora il “tempo” sull’Italia. Poi sarà nuovamente un tracollo termico.

      Non ne stanno prendendo una che una a 3/4 giorni.. figuriamoci il resto. C’è da domandarsi il perché c’è una sostanziale differenza, tra la realtà odierna ed una previsione di tre giorni fa. Semplicemente sono al rialzo.

      Due giorni di caldo tropicale su Francia, Spagna e Portogallo.. In Italia siamo in media nel meridione, mentre al centro-nord troviamo una situazione di stallo.

      L’alta umidità non permette alle minime di scendere adeguatamente.. In certi punti del giardino ho ancora la terra bagnata dal piovalone dei giorni scorsi..
      Massime odierne sui 33°C.

      Non si può chiamare al global uoarming per un picco di temperature.. Quando sono eventi meteorologici e non climatici a creare queste situazioni..

    • Andrea

      Sono giusto giusto in spagna proprio adesso, nello specifico in Andalusia sulla costa di Almeria ed ho viaggiato attraverso Francia e Spagna tra ieri ed oggi.
      Queste le temperature registrate dalla mia auto lungo il tragitto del 3 agosto: temperature sulla costa francese alle 10 di mattina 34*, spagna autostrada del mediterraneo variabili tra i 35/37 nelle ore più calde.
      Oggi partito da Tortosa alle 9 temp. 34* e variabile nel corso della mattinata dai 36/38 fino a toccare i 40,5 nell’entroterra di Mursia alle ore 14. Scendendo verso sud le temperature sono man mano scese sino ai 30,5 ( ore15,30) sulla costa di almeria. Ora siamo intorno ai 25/26 molto piacevole e fresco.
      Nulla di diverso dallo scorso anno, stesso posto e stesso viaggio, anzi in Francia eravamo intorno ai 38*. L’entroterra di Mursia è famoso per i film di Sergio leone con zone desertiche adatte ai western….a tuttora faceva più caldo lo scorso anno.
      Se interessa vi darò altre “scottanti”info sulle temperature della zona…tra 10 giorni mi sposterò più a sud.
      Buone vacanze

    • Altra grande performance del GFS: Temperatura max registrata 47.3 (2,7°C sotto alla previsione) in un posto e con standard ridicoli. La scienza si fa con le infrastrutture, che però costano, quindi meglio farla a chiacchiere e modelli, che costano molto meno.
      Dai un’occhiata qui: https://twitter.com/wattsupwiththat/status/1026486882304225280.
      gg

Rispondi a ale.meteo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »