C’è un verde, un certo tipo di verde, che paradossalmente non piace proprio ai verdi. Trattasi di una speciale tonalità che potremmo anche chiamare “Verde Pianeta”, che sta diventando sempre più diffuso, nonostante siano tutti sempre più convinti che le cose vadano diversamente.
Di Global Greening in effetti abbiamo parlato molte volte ma, in occasione di una nuova ricerca appena pubblicata, vale la pena ripetersi, magari aggiungendo qualche importante informazione, proprio come fanno gli autori di questo studio:
Sul blog di Judith Curry c’è un post che spiega molto bene il contenuto del paper, che è comunque accessibile liberamente.
Il valore aggiunto del loro lavoro consiste nell’aver messo a punto una tecnica di analisi dei dati satellitari da cui è derivato l’indice LAI (Leaf Area Index) che permette di disaggregare il tipo di vegetazione all’interno di ogni pixel, producendo quindi dati che consentono l’analisi di trend separati per diversi generi di piante, siano esse stagionali, sempreverdi, coltivate o forestali.
I risultati ottenuti confermano innanzi tutto quelli di altri precedenti lavori basati su analisi del dato aggregato, ovvero un significativo e generalizzato aumento della superficie verde del pianeta, fatto che in larga misura è da attribuirsi alla fertilizzazione da CO2 e che contrasta con poco con gli scenari apocalittici che ci vengono somministrati praticamente ogni giorno. Il segnale, pur con alcuni distinguo, è netto anche nelle serie disaggregate, che costituiscono materiale di peso per valutazioni sullo “stato di salute” di diverse tipologie di vegetazione in diverse aree del pianeta.
Naturalmente però, anche su questo, che a tutti gli effetti è uno dei non trascurabili ma del tutto omessi risvolti positivi dell’aumento della concentrazione di CO2, c’è chi ha da obiettare, da un lato perché un aumento della quantità sarebbe accompagnato – per le specie coltivate – da una riduzione delle qualità organolettiche, dall’altro perché distruggerebbe (sic!) i cicli naturali dell’ecosistema…
Morale, come senza smentirsi recitava qualche giorno fa il NYT, non ci sarebbe niente da celebrare… Ok, nessuna celebrazione, facciamo solo un altro po’ di informazione, magari rileggendo quanto ha scritto sulla relazione quantità-qualità delle produzioni agricole Luigi mariani appena qualche giorno fa.
Buona giornata.
Il verde di moda è quello delle associazioni ambientaliste, striscioni verdi, bandiere verdi… i dati della terra più verde sono sfavorevoli e quindi non sono di moda , gli slogan da metter in testa al popolo sono altri..