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Il Global Warming e le sue conseguenze, la scienza va da una parte, l’isteria, ovviamente, dall’altra.

Maltempo, forte maltempo quello del 29 ottobre scorso. Una delle più intense perturbazioni degli ultimi decenni. Con precedenti noti, certo, ma sicuramente molto intensa. A seguire, maltempo d’autunno, dovuto alla persistenza di un regime circolatorio di blocco che lascia il Mediterraneo in condizioni depressionarie, con eventi intensi da cui non siamo ancora fuori, ma per documentarvi su questo, lo sapete, non è su CM che si deve guardare.

Qui cerchiamo semplicemente di indagare e divulgare, quando presente, la letteratura scientifica che dovrebbe essere l’unica fonte di informazione certa per orientarsi nei temi meteorologici e climatici e negli effetti che questi hanno sul nostro mondo. E, come spesso ci succede, andiamo in controtendenza.

In questi giorni, nonostante la letteratura appunto metta fortemente in guardia dal fare associazioni di sorta tra gli eventi meteorologici, siano essi ordinari, intensi o estremi, con il riscaldamento globale, in quasi tutti i commenti questa associazione appare ovvia e scontata, e oscura inevitabilmente ogni altra considerazione inerente alle concause che, purtroppo, sono spesso all’origine della pesantezza del prezzo che si paga quando vento e pioggia colpiscono con durezza.

Le immagini che vediamo in questi giorni provocano sgomento, le notizie sono terribili, ma forse, leggere questo commento uscito sul Corriere un paio di giorni fa potrà aiutare a capire che il maltempo, anche se forte, è uno solo dei fattori che vanno considerati, ad esempio, per la devastazione dei boschi di abeti rossi dell’alto Veneto. E non saranno progetti di lungo periodo per ridurre le emissioni a risolvere il problema prima della prossima volta che, statene pur certi, prima o poi ci sarà.

Però, mentre nel giro di qualche giorno qualcuno ci spiegherà che se il mare fosse stato di qualche decimo di grado più freddo il vento e la pioggia sarebbero stati meno forti (quant’era la temperatura del mare nel 1966?), ossia mentre si cercherà di aggirare il problema delle serie storiche degli eventi intensi che non restituiscono informazioni chiare circa il collegamento con il global warming, nessuno vi dirà che, in un mondo che dovrebbe essere sull’orlo del collasso, la produzione di materie prime alimentari di base come il Mais, si è giovata in modo sensibile non solo della tecnologia produttiva, non solo della fertilizzazione da CO2 (che è il cibo delle piante), ma anche, incredibilmente, dell’aumento delle temperature, cioè di un clima più mite.

Changing temperatures are helping corn production in US — for now

Non solo, nell’area la cui produzione è stata oggetto di questa ricerca, il Mid West americano, sono sì aumentate mediamente le temperature, ma sono anche diminuiti i giorni di picco del caldo, vai a capire perché. Però, naturalmente, per avere diritto di cittadinanza nel mondo della scienza del clima che cambia, che prima si chiamava scienza del clima e basta, si deve chiarire già nel titolo che questi effetti positivi sono solo… per ora. Domani, statene certi, le conseguenze saranno ben altre e certamente negative. Per cui per ora, controvoglia come sembra abbia fatto chi ha scritto questo commento, registriamo su dati reali, misure oggettive e non simulazioni di effetti di qui a cento anni, che con il global warming è più facile produrre cibo. Per ora…

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Published inAmbienteAttualità

18 Comments

  1. Maurizio Rovati

    @Giudici
    “e tu cosa sei?” Un attivista, non servono titoli per sparare cazzate se sei un attivista, no?

  2. Fabrizio Giudici

    @Simone
    E tu cosa sei? Perché citi spesso i dati meteo della tua centralina: per coerenza, come puoi pretendere che ti prendiamo in minima considerazione se non sei del settore?

  3. robertok06

    @simone

    “Il fatto sta che NESSUNO di quegli scienziati presenti al convegno sia un climatologo. ”

    1. La climatologia non esiste, come disciplina scientifica a sé… è un insieme di discipline diverse;

    2. Gavin Schmidt, capo del GiSS della NASA, e’ un matematico, tanto per fare un esempio illustre. Idem per Michael Mann, quello che si è inventato l’hockey stick, che sul suo sito dice così:
    “Dr. Mann received his undergraduate degrees in Physics and Applied Math from the University of California at Berkeley, an M.S. degree in Physics from Yale University, and a Ph.D. in Geology & Geophysics from Yale University. ”
    … matematica, fisica, geologia… vedi scritto climatologia da qualche parte?

    3. Allo stesso modo, Nicola Scafetta ha pubblicato molti articoli su riviste peer-reviewed in discipline che sono rilevanti per la climatologia.
    Ha lavorato per anni su ACRIM:

    “The Active Cavity Radiometer Irradiance Monitor Satellite, or ACRIMSAT is a defunct satellite and instrument that was one of the 21 observational components of NASA’s Earth Observing System program.”

    Riprova con calma, ragazzo. 😉

  4. Simone

    @Donato

    Il fatto sta che NESSUNO di quegli scienziati presenti al convegno sia un climatologo. E’ quello il punto saliente della questione. Tutti questi negazionisti del AGW saranno anche scienziati ma nessuno di loro si è mai occupato di clima.

  5. donato b.

    Ho letto l’articolo di Repubblica sul convegno organizzato presso l’Università di Roma La Sapienza. Ho letto anche altri resoconti ed ho dato un’occhiata alle polemiche nate su qualche sito.
    Al convegno in questione hanno preso parte il prof. U. Crescenti, il prof. F. Battaglia, il prof. N. Scafetta ed il prof. M. Giaccio.
    Come si può ben vedere, si tratta di un gruppo di scienziati di alto livello che qui su CM conosciamo benissimo. Personalmente ho avuto modo di seguire il lavoro di N. Scafetta per molti anni, di studiare le sue pubblicazioni ed anche l’onore di commentarne alcune qui su CM.
    .
    L’articolo di Repubblica a firma della d.sa S. Bencivelli che ho modo di leggere su “Le Scienze” e che circa sei anni fa ebbi modo di seguire durante una conferenza presso UniSannio a Benevento, è stupefacente per il suo taglio partigiano. Nel brevissimo articolo il termine “negazionista” compare molte volte con chiaro intento dispregiativo ed offensivo, così come dispregiative appaiono le considerazioni sui relatori. Conoscendo bene il modo di argomentare di questi scienziati, credo che nessuno di essi abbia negato alcunché. Come è loro abitudine si saranno limitati a snocciolare dati che confutano la linea di pensiero dominante sull’origine esclusivamente antropica del cambiamento climatico. Lo fanno su queste pagine, lo hanno scritto nei loro articoli, lo so per certo in quanto il prof. Scafetta ha più e più volte ribadito che il cambiamento climatico in atto ha cause antropiche e naturali. Basta leggere i post di CM per rendersene conto.
    Non avrebbe mai potuto dire cose diverse in un incontro pubblico. Per quel poco che lo conosco, posso asserirlo con certezza anche senza ave ascoltato il suo intervento.
    .
    Altro aspetto che mi ha lasciato di sasso, è il fatto che ad eccezione del prof. F. Battaglia, nessun cenno viene fatto agli altri relatori. Eppure si tratta di persone che hanno un curriculum scientifico di tutto rispetto. Sono scienziati che la scienza la praticano quotidianamente. Eppure il convegno viene etichettato come antiscientifico. Le considerazioni di 4 scienziati sono liquidate come fake news, senza entrare nel merito di quello che dicono e scrivono, ma riportando quattro citazioni (pardon cinque) estrapolate dal contesto e, quindi, snaturate nel contenuto e nel significato.
    .
    Ampio spazio viene concesso, invece, a chi contesta le loro tesi, ma ciò che stupisce è che la contestazione di costoro, non riguarda i dati forniti dagli scienziati relatori, ma è basata su considerazioni circa la “pericolosità” sociale delle loro tesi: sostenere che il cambiamento climatico abbia cause naturali è estremamente pericoloso, perché significa negare la necessità di azioni urgenti per ridurre le emissioni.
    Una caduta di stile per l’autrice e la mortificazione della divulgazione scientifica.
    .
    Si etichetta come “antiscientifico”, infatti, il pensiero di 4 scienziati e si dà la patente di “scientifico” ad un ragionamento puramente ideologico.
    Non mi risulta che la d.sa Bencivelli abbia scritto un articolo, per sottolineare con simile veemenza l’antiscientificità della manifestazione “Innovazione e ricerca, alleanze per l’agroecologia” organizzata dall’Associazione italiana per l’agricoltura biodinamica ed ospitata presso la Bocconi. Anzi, in questo caso Repubblica ha pubblicato un articolo, in cui si dà spazio ad un documento firmato da ben 56 docenti della Bocconi, con cui si replica allo sdegno con cui la Senatrice a vita E. Cattaneo definisce, giustamente, stregonerie le tecniche biodinamiche.
    I 56 firmatari del documento contestano alla scienziata Elena Cattaneo di attaccare degli ottimi studiosi. Ottimo studioso chi sostiene le tecniche biodinamiche? Ma mi faccia il piacere! 🙂
    .
    Siamo all’assurdo. Quattro scienziati che sulla base dei dati espongono le loro idee, vengono definiti “alfieri dell’antiscienza”, altri che sostengono tesi veramente antiscientifiche (come si può definire diversamente l’agricoltura biodinamica?), vengono definiti ottimi studiosi. Dallo stesso giornale, per giunta.
    Ciao, Donato.

  6. Sardo61

    Questa storia del 99,94 % degli scienziati che affermano che il Global Warming è di origine antropica sta, a dir poco, diventando ridicola …

  7. Raffaele

    il 99.4% degli scienziati dice che il riscaldamento climatico è opera dell’ uomo. Questa è la scienza.
    L’ antiscienza composta dal restante 0.6% de da questo blog di scalmanati come Robertok06 (secondo cui il 99.4% degli scienziati sono falsificatori di dati) si è riunita a un convegno rimasto praticamente deserto.
    Mi chiedo perchè il Col. Guidi non abbia partecipato. Paura che prendere posizioni ufficiali gli faccia perdere il posto di lavoro ? Comoda la poltroncina eh ?

    https://www.repubblica.it/ambiente/2018/11/13/news/clima_il_convegno_dei_negazionisti_alla_sapienza_di_roma_ma_in_sala_ci_sono_solo_i_contestatori-211570930/?ref=RHPPBT-BH-I0-C4-P10-S1.4-T1

    • Raffaele, qualcuno diceva che sia meglio tacere e lasciare il dubbio di essere stolti che parlare e toglierlo del tutto. Il tuo poderoso commento è altamente qualificante. Ti lascio nel dubbio e ne traggo molta soddisfazione, ma non posso fare a meno di chiedermi perché, forte del pensiero unico da percentuale bulgara, tu possa sentire il bisogno di passare di qua.

    • Raffele,
      scopro ora che il contatto è fake. CM non prevede la registrazione, ma se si vuole mantenere l’anonimato è pieno di posti dove andare a sfogarsi. Non qui. Pensando di avere a che fare con una persona seria, ho risposto in privato a questo commento, perdendo tempo. Non succederà più.
      Buon viaggio nel web.
      gg

  8. Roberto

    Colonnello Guidi, la ringrazio per le puntuali informazioni fornite.

  9. Andrea

    Buonasera, circa il 15% in meno per estensione in meno di trenta anni, media anni ’90, va molto peggio sui volumi.., direi possa essere un valido motivo a taluni isterismi, senza dover essere per forza in controtendenza.. Direi che và di pari passo ad anomalie di molti indici, come in autunno ad esempio il grado approfondimento VPS 10hpa, lo snowcover che definirei il falso.. positivo ( ipotetici dati più freddi sono sempre disponibili, volendoli cercare) in Eurasia e nord America, indici NAO costantemente positivi, per poi collassare (due settimane) per Mmw che diventa quasi uno standard.. Persino la QBO ha avuto problemi in inversione, tutto normale? Fenomeni estremi quanto indici ballerini. È vero quanto scontato che il singolo evento meteo non può essere associabile al mutamenti climatici, ma non mi sembra il caso di negare che venne sottolineato… che sarebbero aumentate le frequenze e gli estremi e non mi sembrano affatto delle congetture campate in aria o da derubricare ad isteria, per essere in controtendenza peraltro, con buona parte del mondo scientifico stesso. Forse andrebbe recuperato del buon senso senza sensazionalismi o derubricazioni da una parte o dall’altra. Cordiali Saluti

    Immagine allegata

  10. gian marco sigismondi

    Scusate se vado fuori tema ma oggi parlando con un geologo che collabora con la protezione civile della regione lombardia mi ha accennato della stretta collaborazione con gli analoghi SVIZZERI e FRANCESI per mettere a punto previsioni attendibili a brevissimo termine (1-12 ore) ad alta risoluzione, incrociando dati di tipo ETL per cercare di prevenire fenomeni estremi come mareggiate, smottamenti, allagamenti etc…
    E’ certamente un campo su cui si deve investire parecchio da cui mi aspetto grandi risultati e certamente di grosso impatto sull’attività umana!

    E’ un argomento che su questo bellissmo sito non è stato mai trattato o mi sbaglio ?

    Fuori l’esperto 🙂

  11. Roberto

    Buongiorno Colonnello Guidi,
    qualche giorno fa ho letto su La Stampa che non compro di certo per i sedicenti climatologi/meteorologi che vi scrivono, che l’evento accaduto sull’Altopiano di Asiago è riconducibile ad un uragano di categoria 2.
    Poiché, sono affetto da inguaribile scetticismo e, spesso, leggo il suo istruttivo blog, le chiedo se corrisponde al vero quanto riportato da La Stampa.
    La leggo sempre con piacere.

    • Roberto,
      proprio oggi ho visto su twitter un articolo in cui da dati scaricati solo di recente, il vento massimo registrato il 29/10 sarebbe stato di 217Kmh a Passo Rolle (1970mslm). Una tale intensità rientra a buon diritto nella categoria 4 della scala Saffir Simpson. Tuttavia la faccenda mi lascia alquanto perplesso, perché la Stazione ufficiale di Passo Rolle non è andata oltre i 51Kt, ossia circa 95Kmh, dato in linea con la media del vento max registrato dalle stazioni in zona della rete meteonetwork (sebbene quest ultime a quote molto inferiori, ma in questo caso era probabilmente molto più forte il vento in superficie che quello in quota a parte la quota del getto ovviamente…).
      Se quindi si tiene conto del dato mediamente osservato, l’intensità del vento non è arrivata alla categoria 1 della scala ma al gradino inferiore, ossia non uragano ma Tempesta Tropicale (solo il vento però ovviamente, giusto per chiarire…).
      Non si può escludere comunque che ci siano state raffiche ben più forti data la morfologia del territorio e le abbondanti occasioni che si realizzasse un effetto venturi tale da raggiungere la categoria 1 della scala, perché è accaduto in molte altre zone del Paese, per esempio in Sardegna. In questo senso il dato di Passo Rolle non ufficiale potrebbe aver senso, anche se la differenza mi sembra davvero tanta.
      Di seguito i link:
      Articolo su vento Passo Rolle: http://www.giornaletrentino.it/cronaca/valsugana-e-primiero/vento-record-a-passo-rolle-ha-raggiunto-i-217-3-km-h-1.1802399
      Scala Saffir Simpson: https://it.wikipedia.org/wiki/Scala_Saffir-Simpson
      Rete Meteonetwork: http://www.meteonetwork.it/rete/livemap/

  12. robertok06

    Salve:

    … vero!… e non solo nel titolo di EurekAlert, ma anche nel titolo dello studio vero e prorio:

    “Peculiarly pleasant weather for US maize”

    … dove “peculiar” secondo il dizionario Inglese significa…

    Peculiar: strange; queer; odd

    Gli autori trovano “strano” che un po’ piu’ caldo e relativa stagione di crescita allungata sia meglio per le piante che un po’ piu’ freddo con stagione piu’ corta… qualcosa che va contro la logica stessa.

    Secondo me gli autori non sono fessi, e questa cosa l’hanno capita, ma se non giocano il gioco, “lip service to the cause”, non pubblichi nel giro della “climatologia” moderna.

    Di “peculiare” (nel senso di strano, dato che in Italiano il dizionario dice che… “Peculiare: che è proprio, particolare e caratteristico di una determinata persona o cosa”) c’e’ solo il continuo “distinguo”… produce di piu’ ma…
    L’intero ultimo paragrafo e’ dedicato non alla discussione di quanto trovato… piu’ caldo e stagione di crescita piu’ lunga aumentano la produzione… ma piuttosto perdono tempo a trovare falle, punti negativi:

    “Whether historical patterns of adaptation will prove successful under future climate is also unclear.
    If droughts like those in 1988 and 2012 grow more frequent or intense, they could overwhelm the benefits of planting longer-maturing varieties.
    Relatedly, earlier planting moves more sensitive phases of maize development into a hotter portion of the seasonal cycle, and if historical cooling of extremes reverses, timing adjustments could prove maladaptive.
    Farmers could be driven toward growing faster maturing varieties that entail less exposure to extremes at the cost of lower yield potential.”

    Come dire: “ho vinto 1 milione di euro al lotto… ma vuoi vedere che adesso spendo tutto in poco tempo e alla fine sono piu’ infelice di adesso?”… meglio non vincere, no? 🙂

    Patetico.

  13. Sardo61

    Suvvia …
    Nei Talk Show hanno intervistato fior fiore di Ricercatori del CNR, è tutti a dire che se tira vento e piove, la colpa è proprio del AGW e che, se proprio vogliamo salvarci, dobbiamo implementare la cosidetta “Economia Circolare”!

  14. Stimo Guido Guidi,perchè è persona molto equilibrata e competente…la cosa fastidiosa è sentire questi giornalisti da quattro soldi (che non sono climatologi)che ci raccontano che questa è tutta colpa nostra,quando di prove,a quanto ho capito,non ce ne sono,…e tutti zitti,nessuno controbatte..ma perchè tutto questo?perchè si da per scontata,una cosa che non lo è? (cioè il collegamento GW ed eventi estremi) La scienza dovrebbe ragionare diversamente,o sbaglio?
    se mi potete rispondere,ne sarei molto felice
    grazie mille

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