Salta al contenuto

California burning

Sono davvero tragiche le notizie e le immagini che arrivano dallo Stato della California in questi giorni, per quella che è stata definita la peggiore serie di incendi degli ultimi anni.

Com’è normale che sia, anche i nostri media stanno dedicando grande attenzione a questi eventi, vuoi per quel che rappresenta quella porzione degli Stati Uniti nell’immaginario collettivo, vuoi per la cruda spettacolarità delle immagini.

Anche in questo caso, come accade da quando queste risorse sono disponibili, si sta cercando di mettere a disposizione anche gli assetti osservativi satellitari per circoscrivere, almeno nelle immagini, l’area interessata dagli incendi. Mi capita sotto gli occhi un tweet dell’account ufficiale di Copernicus, il Programma di Osservazione della Terra dell’Unione Europea, che si avvale soprattutto di assetti satellitari. Eccolo qui sotto.

https://twitter.com/CopernicusEU/status/1061256704745267201

Sicché, ci risiamo, se la California brucia è colpa del clima che cambia. Bé, c’è da chiedersi come sia possibile che un programma così importante come quello di Copernicus sia dotato di un sistema di comunicazione così superficiale e, a dirla tutta, anche privo di scrupoli, visto che si coglie l’occasione di un evento così tragico per fare propaganda climatica.

La critica potrà sembrare un po’ eccessiva, forse è vero, ma i fatti parlano chiaro e, per rendersene conto, bastano davvero pochi minuti di ricerca sulla rete.

Il collegamento tra gli incendi in California e il climate change è probabilmente riferito alla siccità, ovvero alla predisposizione agli incendi cui l’area sarebbe soggetta per l’assenza delle precipitazioni.

Bene, negli ultimi anni, effettivamente, la California ha subito una siccità molto forte, che però, in seguito ad uno degli inverni più piovosi dell’era recente, è stata dichiarata ufficialmente finita dal Governatore dello Stato il 7 aprile del 2017. Questo lo apprendiamo con pochi click sul portale dedicato proprio agli eventi siccitosi che lo l’amministrazione dello Stato mette a disposizione dei suoi cittadini.

Evidentemente tutto il mondo è paese, visto che anche oltreoceano, come accade ogni volta che la Natura si fa sentire con tutta la sua potenza distruttiva, è scattata la caccia alle responsabilità, con il Governo Federale che accusa quello locale di non essersi preso cura del patrimonio boschivo dimenticando che la gran parte di quel patrimonio è proprio sotto la responsabilità dell’amministrazione centrale (qui).

Quindi meglio prendersela col clima che cambia, come suggeriscono da @Copernicus EU, dimenticando però sia che la siccità è finita da un pezzo, sia che gli incendi sono in forte declino a livello globale da decenni, sia che, purtroppo, l’autunno è per la California la stagione degli incendi, perché è il periodo più caldo dell’anno per effetto della persistenza dei Santa Ana winds, i venti catabatici molto secchi che scendono dalle montagne soprattutto in questa stagione. E dimenticando, questo sì che potrebbe far danni, che quella che è stata spacciata per la peggiore siccità di sempre, è poco più di una macchiolina nella storia degli eventi siccitosi per la regione, come opportunamente documentato dalla letteratura scientifica di riferimento.

North American drought: Reconstructions, causes, and consequences

Qui sotto la figura 10 di questo paper e un’altra basata sempre sugli stessi dati.

Sicché, dai dati disponibili, quelli veri, non dai lanci d’agenzia o, peggio, dagli stracci che volano tra i decisori a vari livelli, il periodo recente con riferimento alla siccità e quindi anche rispetto a quanto questa possa contribuire all’occorrenza degli incendi, è stato sì anomalo, ma nel senso che di siccità non ce n’è mai stata così poca, con buona pace, naturalmente anche delle proiezioni e delle stime modellistiche, che prevedono che ce ne sarà sempre di più e che attribuiscono una parte di quanto recentemente accaduto al climate change.

Contribution of anthropogenic warming to California drought during 2012–2014

Speriamo finisca presto…

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

2 Comments

  1. robertok06

    Scusatemi… non ho tempo di leggere il post adesso… ma vi indico questo studio recente, che mostra come gli incendi su larga scala nella Sierra Nevada (una delle zone colpite dagli incendi di questi giorni) siano SEMPRE stati di casa.

    Si tratta di … tremila anni di dati… scusate se e’ poco… contrapposti alle teorie basate su modelli (farlocchi) della clique climatocatastrofista:

    http://www2.nau.edu/ScottAnderson/docs/131.pdf

    “The other giant sequoia fire histories (tree rings and charcoal-based) were significantly (P < 0.001) correlated with the Giant Forest fire frequency record and independent climate reconstructions, and confirm a maximum fire frequency during the warm and drought-prone period from 800 C.E. to 1300 C.E. (Common Era).
    This was the driest period of the past two millennia, and it may serve as an analog for warming and drying effects of anthropogenic greenhouse gases in the next few decades. "

    Buona lettura. 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »