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Ops, lettura altamente consigliata!

Cominciamo dalla fine? Ma sì dai…

[…] our results summarise and rigorously document pronounced quantitative discrepancies between models and observations, which should help guide further DCV research.

E poi andiamo all’inizio…

While climate models exhibit various levels of decadal climate variability and some regional similarities to observations, none of the model simulations considered match the observed signal in terms of its magnitude, spatial patterns and their sequential time development. These results highlight a substantial degree of uncertainty in our interpretation of the observed climate change using current generation of climate models.

Abbiamo letto rispettivamente le ultime frasi della discussion e dell’abstract di un paper appena uscito su Climate and Atmospheric Sciences, una rivista spin off di Nature. Qui sotto titolo e link.

Global-scale multidecadal variability missing in state-of-the-art climate models

Al di là di spiegare che sussiste un “sostanziale livello di incertezza nell’interpretazione dei cambiamenti climatici osservati con l’attuale generazione di modelli”, che derivano da “pronunciate discrepanze quantitative tra i modelli e le osservazioni”, il paper è anche un lavoro di attribuzione. In particolare il focus è sulla variabilità climatica decadale e multidacadale e di come questa sia modulata dalle oscillazioni oceaniche, soprattutto quella atlantica, che si propagano poi nel sistema.

Queste cose, ora su Nature (!), le diciamo da anni, mentre dall’altra parte, il famoso e fumoso 97%, ripete che l’attribuzione è ormai acquisita, proprio grazie all’impiego dell’attuale generazione di modelli.

Strano strano davvero che questa cosa sia uscita quando è ormai vicina la prossima fiera del clim… ehm, Conferenza delle Parti.

Due le cose: o servono appigli per posare il prossimo scontato nulla di fatto su un terreno meno scivoloso, oppure, essendo acclarato che l’Atlantico settentrionale si sta raffreddando, probabilmente in risposta al segnale solare, che qualcuno sta iniziando a mettere le mani avanti.

Nel frattempo leggiamo ;-).

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Published inAttualità

5 Comments

  1. Alessandro2

    Posso fare una domanda OT ma non troppo? Caro col. Guidi, a quando una rubrica fissa, seria e scientifica su clima e meteorologia in TV? La nuova RAI di Foa dovrebbe pensarci se vuole uscire dal gregge, e se ci pensa dovrebbe pensare a lei. O no?

    • Alessandro, la tua domanda non è OT sul post, ma sul blog intero. Su queste pagine non parlo MAI del mio lavoro. Questa cosa è così da sempre e non si può né deve cambiare.
      gg

  2. robertok06

    A proposito di letture… e questa?… l’avete letta?

    “Houston’s urban sprawl increased rainfall, flooding during Hurricane Harvey”
    https://www.princeton.edu/news/2018/11/15/houstons-urban-sprawl-increased-rainfall-flooding-during-hurricane-harvey

    Pare che l’effetto devastante dell’uragano Harvey, che rilasciò quantità ciclopiche di acqua su Houston poco tempo fa, l’abbia fatto non tanto perché la CO2 assassina ne abbia aumentato gli effetti, ma per via dell'”urban sprawl”, la cementificazione e costruzione selvaggia e su larga scala di immobili. Secondo gli autori dello studio (attenzione, basato su modelli, quindi da prendere con le molle) l’attrito generato dagli alti grattacieli di Houston avrebbe frenato l’uragano e creato le condizioni per fargli rilasciare tantissima pioggia.
    Vedremo se nei prossimi giorni la clique “ambientalista” darà spazio a questa notizia, e correggerà il tiro.

    Pochi mesi fa discettavano così…

    “Il quarto fattore è quanto il riscaldamento globale potrebbe favorire dei cambiamenti della circolazione atmosferica, portando ad esempio a una maggiore persistenza delle precipitazioni intense (come ad esempio discusso nel caso di Harvey).”

    Io scommetto di no.

    Saluti.

    • Qui Mann mente sapendo di mentire, anche proprio riguardo gli effetti degli uragani e contraddicendo IPCC et similia, proprio quelli su cui si sostiene il consenso.
      gg

  3. Massimo Lupicino

    Caro Guido, quanto se ne e’ parlato… Il punto e’ che per tanti anni ci hanno bombardato con sentenze e dogmi che attribuivano alla CO2 un ruolo preponderante su tutto.

    Quando si sono accorti che non era cosi’, e che i loro bellissimi modelli sbracavano, hanno cominciato a invocare forzanti prima trascurate (ricordo un post a questo proposito: http://www.climatemonitor.it/?p=45422).

    Mi pareva strano che non avessero ancora invocato la “forzante solare” con riferimento alla bassa attivita’ degli ultimi (parecchi) mesi. Non l’hanno fatto perche’ per anni ci hanno spiegato che il sole era “ininfluente”. Ma quando tocca fare di necessita’ virtu’, il sole torna ad essere influente, eccome: “la temperatura doveva aumentare di millemila gradi, ma non lo fa per colpa del sole. Quando il minimo sara’ alle spalle potrete cucinare le uova al tegamino sul cofano della macchina a gennaio”. Se non fossero prevedibili, sarebbero almeno divertenti.

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