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Ingiusta Causa

Il direttore del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, al secolo Erik Solheim, alto funzionario norvegese nonché ex-ministro per l’ambiente e lo sviluppo si è dimesso. Lo ha fatto a seguito di una inchiesta interna che ha rilevato alcuni comportamenti apparentemente non in linea con la sua posizione.

Uno strenuo paladino della lotta al global warming, Solheim ha interpretato il suo ruolo in perfetta sintonia con lo spirito della “nuova ONU” del segretario generale Antonio Guterres, tutta climatismo e immigrazionismo. Già due anni fa, ancora fresco di nomina all’ONU, Solheim esprimeva tutta la sua costernazione per il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Parigi, dolendosi per le nomine di personaggi clima-scettici nella nuova amministrazione, e lanciando un monito perentorio: “vi ritroverete nel Medioevo se negate la scienza!

Il punto è che Solheim i suoi moniti li lanciava tra un’assenza ingiustificata dal lavoro e un volo in prima classe per Parigi, preferibilmente con l’aggiunta di una sosta “tecnica” a casa sua, a Oslo. Le scappatelle di Solheim negli ultimi due anni di lavoro sono state scoperte a seguito di un Audit interno dell’ONU, con findings di questo tenore:

  • Numerose assenze ingiustificate dal lavoro
  • Scelta di itinerari di volo estremamente costosi conditi da soste ingiustificate a Oslo e Parigi
  • 72 giorni trascorsi tra Parigi e Oslo senza nessuna giustificazione lavorativa
  • Assenza dal suo ufficio con sede a Nairobi per il 79% del tempo “lavorato”
  • Spesa complessiva di quasi mezzo milione di dollari in soli viaggi, in 22 mesi di lavoro

Tra le righe del report dell’Audit ci sono vere e proprie perle, come il viaggio “di lavoro” a Parigi per un meeting della durata di un giorno, ma con permanenza estesa ad un mese (ovviamente ingiustificata). Oppure i viaggi aerei su rotte “circolari”, come in occasione di un doppio meeting negli Stati Uniti, allorché al termine della prima riunione a Washington Solheim prese un volo per tornare in Europa, seguito immediatamente da un nuovo volo per partecipare al secondo meeting…a New York. E che dire di quando decise di viaggiare da Nairobi ad Addis Abeba (2 ore di volo diretto) facendo uno scalo “tecnico” a Oslo, appena 7,000 km più a nord?

In apparenza le dimissioni appaiono del tutto giustificate. Ma andando a scavare, si scopre una scomoda verità. In un profetico pezzo pubblicato appena 3 mesi fa, Solheim denunciava le emissioni di gas serra come il rischio più grande per le generazioni future e in ossequio al mantra più gettonato al Palazzo di Vetro, metteva in guardia contro la catastrofe migratoria aggravata dagli effetti del Climate Change con “un miliardo di persone che oggi sono migranti (…) per una serie di ragioni tra cui la pressione demografica, la mancanza di opportunità economiche, il degrado ambientale e nuove modalità di trasporto”.

Ecco, in quel drammatico pezzo di alto impegno umanitario è la prova dell’innocenza di Solheim. Pensiamo a questo povero funzionario norvegese costretto a guadagnarsi da vivere in un ufficio a Nairobi, che avrà pure un clima temperato ma è assediata dai rifiuti, afflitta da problemi sanitari, scarsità di acqua potabile, degrado urbano e sociale. Vogliamo condannare questo pover’uomo per aver cercato rifugio in Europa a godere della frescura della sua amata Oslo, o dell’offerta culturale parigina? E quella storia dei “voli circolari”, poi? Una fake news: si trattava solo delle “nuove modalità di trasporto” citate nell’articolo.

Perché quello che gli auditors dell’ONU incredibilmente non hanno capito, è che per la definizione offerta dallo IOM (ovvero l’Agenzia dell’ONU per le Migrazioni), Erik Solheim è un migrante climatico, ovvero una “persona (…) che per ragioni impellenti legate all’improvviso o al progressivo cambiamento ambientale che ne peggiora le condizioni di vita [n.d.r.: leggi trasferimento a Nairobi], è obbligata a lasciare la propria residenza abituale, o sceglie di farlo, temporaneamente o permanentemente”.

Erik Solheim è innocente: è stato ingiustamente condannato con un processo sommario per il suo status di migrante climatico, per giunta dalla stessa organizzazione che questo status l’ha invent… definito, e che professa di difenderne i diritti. In attesa che questa decisione scandalosa venga ribaltata, e la figura dell’illustre funzionario riabilitata di conseguenza, non resta che accogliere il suo successore con la consapevolezza che anche lui saprà battersi con ardore per salvare il Pianeta dalla CO2.

PS: Vale la pena ricordare che la prossima raccolta fondi organizzata dall’ONU per salvare il mondo dal global warming è fissata tra il 2 e il 14 Dicembre in Polonia, a Katovice. E proprio negli stessi giorni l’ONU terrà a Marrakech la cerimonia per la firma del Global Compact sull’Immigrazione (con annesso fuggi-fuggi di firmatari). Un fine anno coi fiocchi, tra Climate Change e Immigrazione: i cavalli di battaglia della nuova ONU.

Siamo in buone mani. Lunga vita al Global Warming.

 

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Published inAttualità

10 Comments

  1. Maurizio Rovati

    Anche a me è capitato di assistere a un ciclo di conferenze in quel di Cernusco sul Naviglio. L’ultima era di argomento Meteo, relatore Serena Giacomin, titolo:

    Meteo che scegli, tempo che trovi
    Come distinguere informazioni affidabili da previsioni improvvisate
    Serena Giacomin / Fisica della Atmosfera, meteorologa, presidente dell’Italian Climate Network

    Purtroppo dal meteo la Giacomin è passata al “clima che cambia malissimo”, quindi, alla fine durante il tempo dedicato a domande e risposte ho colto l’opportunità (unico tra cinquanta del pubblico) di intervenire in maniera critica. Ecco, la considerazione che faccio ora è che probabilmente non se lo aspettava affatto.

    Di questo evento come degli altri della serie “il mese della scienza” esiste la registrazione video e spero che prima o poi sia resa pubblica su YouTube.

  2. Fabrizio Giudici

    @Alessandro69

    Molto bene! 🙂

  3. Alessandro69

    (non so se la replica a Fabrizio funzioni..) Grazie Fabrizio. Mi è piaciuta l’associazione “musicale” ((-:. È andata bene !! nel senso che hanno si vinto loro come c’era da aspettarsi, ma ho conquistato una coppia e un single che sicuramente entreranno a far parte del Climatemomitor zone, come si dice adesso!? li ho climazonati (((-:. Da parte mia ho fatto solo un piccolo intervento, senza uccidere nessuno ((-:, richiamando alla memoria dei presenti l’importanza delle ere e dei periodi glaciali di un essere “umano” molto più vecchio di noi piccoli umani, e che proprio come noi piccoli umani, ha sul groppo innumerevoli raffreddori (-: Una sorta di metafora diciamo. Ciao a tutti. Ale.

  4. Fabrizio Giudici

    Carissimo Alessandro69… Concordo con Guido. Tira un bel respiro, rilassati e poi fai quel che riesci a fare. Non farti prendere dall’ansia di prestazione: se la serata è “di parte” la vittoria sarà certamente loro: ma tu pensa che il tuo ruolo può essere significativo, per gli altri partecipanti, anche solo per far vedere che c’è chi si pone domande, Magari darai il “la” anche ad altri.

  5. Alessandro69

    Ciao Massimo, articolo piacevolissimo e pure i relativi commenti, e quindi buongiorno a tutti i lettori ((-:
    Sono molto preoccupato perchè stasera parteciperò ad una sorta di discussione sui cambiamenti climatici a seguito della proiezione di un corto dal titolo Before The Flood in un circolo giovanile ricreativo delle mie parti. Preoccupato perchè so benissimo che chi vi parteciperà, sia come oratore, e sia come astante, è pro-global warming, mentre io non lo sono. E’ un posto molto carino, non ha nulla a che vedere coi centri sociali, si svolgono tante attività ricreative, corsi, ecc., a me stesso viene data saltuariamente la possibilità di suonare il pianoforte presente in sala quando c’è la data in programmazione, ma.., stasera non saprei, sono curioso di partecipare a questo dibattito e vorrei essere consigliato se rimanere in silenzio ( sono una bestia quando difendo le mie idee (-: ) e limitarmi ad ascoltare, oppure, ascoltare con in mano il cell con ben in vista Climatemonitor in veste di compagno fedele dal punto di vista informativo ((-:. parlare o non parlare, questo è il problema .. (((-: buona domenica a tutti (-: Ale.

    • Mai perdere un’occasione di confronto, mai perdere la pazienza, mai lasciare che il pensiero unico abbia buon gioco.
      Buona serata.
      gg

  6. Luca Maggiolini

    Questa è la gente che vuole imporre agli altri come vivere….
    IO devo cambiare auto ogni cinque anni perchè inquino come un irresponsabile, LUI invece inquina come una città in un mese solo coi suo spostamenti. Ma lui lo fa per me, per tutti noi, sia chiaro, con abnegazione e sagrifizio immane, mica per sè stesso, o voi maliziosi.
    Reintegratelo, per favore, per due motivi: a) è una pubblicità contro le baggianate della sua organizazzione che non ha rivali b) chi viene dopo può pure essere peggio

  7. virgilio

    Non mi scandalizzo del comportamento suddetto, è norma generale che le regole valgano per tutti, meno per chi le stabilisce. Siamo noi comuni sudditi che dobbiamo preoccuparci di non produrre gas serra non, ovviamente, chi “regna”.

  8. Fabrizio Giudici


    Numerose assenze ingiustificate dal lavoro
    Scelta di itinerari di volo estremamente costosi conditi da soste ingiustificate a Oslo e Parigi
    72 giorni trascorsi tra Parigi e Oslo senza nessuna giustificazione lavorativa
    Assenza dal suo ufficio con sede a Nairobi per il 79% del tempo “lavorato”
    Spesa complessiva di quasi mezzo milione di dollari in soli viaggi, in 22 mesi di lavoro

    Sono molto deluso da questo rapportino di accuse… spicca clamorosa la mancanza del calcolo di quanta CO2 è stata generata dalle attività inutili del sig. Solheim. Doveva risaltare in cima alla lista.

    Dopodiché sarei molto curioso di leggere il diario di viaggio dei membri della commissione giudicante…

    • Andrea Beretta

      Caro Fabrizio, parafrasando un noto politico del passato “La CO2 logora chi non la fa”…loro possono non preoccuparsi delle loro emissioni, ma ci ricordano che sanno perfettamente noi, quanto emettiamo.

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