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Previsori su Marte

Come non pensare all’imperdibile gag di Corrado Guzzanti di qualche anno fa con la notizia della disponibilità on-line delle previsioni del tempo su Marte. Le trovate sulle pagine della NASA dedicate alla missione Insight con un lay out molto familiare ;-).

Sensori di temperatura, vento e pressione atmosferica ad elevatissima sensibilità per registrare le più piccole variazioni delle condizioni ambientali in cui si trovano ad operare gli strumenti della sonda.

La disponibilità in real time del “tempo su Marte” fa certamente notizia, ma tra gli addetti ai lavori sta facendo discutere quel che viene fuori dalla continuità della misura, specialmente in relazione alla pressione atmosferica. L’atmosfera di Marte è molto sottile, ed esercita sulla superficie una pressione che varia tra i 700 e i 740 pascal, quindi meno della centesima parte di quella terrestre. Anche se leggera, la pressione esercitata può avere comunque effetti sulla superficie, specialmente se soggetta a variazioni. Nell’immagine qui sotto, che viene da Ars Technica, è raffigurato l’andamento tipico giornaliero della temperatura, della pressione e del vento come misurati da Insight. Per la pressione, si notano due picchi giornalieri – una specie di singhiozzo – alle 7 e alle 19 dell’ora locale della sonda – che gli scienziati che stanno analizzando i dati pensano possano essere legati a delle interazioni dell’orografia locale con le masse d’aria all’alba e al tramonto. Una novità, dal momento che i modelli atmosferici applicati al pianeta non prevedono l’esistenza di queste sia pur piccole ma importanti oscillazioni.

Novità come chissà quante altre ne verranno da questa e dalle missioni che seguiranno. Probabilmente, in un giorno non poi così lontano, esisterà un servizio di previsioni dedicato al pianeta rosso, quasi quasi sarebbe da farci un pensierino, purché non si finisca esiliati come i protagonisti della gag di Guzzanti ;-).

NB: grazie a Fabrizio per la segnalazione.

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Published inAttualità

6 Comments

  1. A de Orleans-B.

    Dati affascinanti !!

    I numeri mostrano che:

    – la temperatura espressa in °K ha una escursione giornaliera del 30% (sarebbero circa 85 °C sulla Terra!)

    – la pressione a sua volta varia del 6% (da noi oscillerebbe da 1000 a 1030 mB!)

    L’atmosfera marziana è praticamente tutta di CO2, con una pressione parziale di circa 15 volte superiore alla CO2 terrestre — equivalente a 6000 ppm di CO2 nella nostra atmosfera, se ho ben contato gli ordini di grandezza.

    Assumendo (è molto assumere!) che il picco di emissività infrarossa del terreno marziano di notte a -50 °C si sovrapponga abbastanza con il picco di assorbimento della CO2, al tramonto vedremmo la pressione aumentare inizialmente per il freddo (nella PV=… la V non è costante, l’atmosfera non è “confinata” verso l’alto) ma (un “ma” molto speculativo!) immagino che si formi subito una robusta inversione termica notturna che, poco dopo il tramonto, impedisca ulteriormente il raffreddamento dell’atmosfera a bassa quota.

    A supporto della congettura ricordo la legge di Beer Lambert: il cammino medio per un’assorbimento atmosferico del 90% della radiazione infrarossa notturna sulla Terra, con i suoi 400 ppm di CO2, è sul centinaio di metri, con 6000 ppm “equivalenti” su Marte il cammino diventa ancor più breve, formando subito il “tappo isolante notturno” spesso presente sulla Terra se il vento non rimescola troppo.

    Dopo il tramonto il vento al suolo su Marte cala subito a valori non misurabili (sotto 2.5 m/s con il sensore di InSight) ma poi riprende dopo un paio d’ore quando il regime stratificato si stabilizza.

    Tutto questo immaginato da una serie di dati lunga ben 48 ore, cioè con rappresentatività nulla 🙂

    Però, vi confesso, sulla prossima sonda un radar acustico (un “sodar”) per studiare la dinamica verticale giornaliera dell’atmosfera marziana vorrei proprio vederlo!

  2. Filippo Turturici

    @robertok06

    E’ una pressione derivata dal peso: i valori massimi di pressione sulla Terra (mi si correggerà se sbaglio) sono infatti determinati dai c.d. “anticicloni termici”, soprattutto quello asiatico (siberiano), dove l’aria fredda più pesante si “deposita” negli strati prossimi al suolo.

  3. robertok06

    @Filippo

    “I picchi di pressione sembrano coincidere con le ore più fredde: una specie di “alta pressione termica”? Ma sulla Terra si rilevano gli stessi fenomeni, in situazione anticicloniche, a pressione stabile e vento calmo?”

    Strano… PV=nkT …. a temperatura maggiore dovrebbe corrispondere una pressione maggiore, almeno se si considera il gas un gas perfetto.
    Mmmmhh… strano…

    Spero di sbagliarmi, ma potrebbe essere un effetto spurio della misura… tipo la posizione dello strumento che misura la pressione… cerchero’ di informarmi sul come la misurano… non certo con le teste di misura che si utilizzano in laboratorio…. ne sarei sorpreso.
    Trovato… usano uno strumento della Tavis corporation, che utilizza la deformazione di una membrana/diaframma e ne rivela le deformazioni causate dalla differenza di pressione tramite misure elettriche:

    https://pressure-transducers.taviscorp.com/Asset/TechBulletin101x.pdf

  4. Filippo Turturici

    I picchi di pressione sembrano coincidere con le ore più fredde: una specie di “alta pressione termica”? Ma sulla Terra si rilevano gli stessi fenomeni, in situazione anticicloniche, a pressione stabile e vento calmo?

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