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Ghiacci Artici: Massimo 2019

Sommario

  • NSIDC: Massimo di estensione registrato il 13 Marzo: 14.78 milioni di kmq: settimo valore più basso della serie.
  • JAXA: Massimo di estensione registrato il 12 Marzo: 14.27 milioni di kmq: ottavo valore più basso della serie.
  • Il valore del massimo di estensione è perfettamente in linea con la media degli ultimi dieci anni (14.22 MMkmq per JAXA).
  • Anche il volume dei ghiacci artici a Marzo si colloca nella media degli ultimi dieci anni (21,800 km3 per PIOMAS).
  • Forte anomalia negativa dell’estensione dei ghiacci artici sull’area di Bering, in accentuazione nel mese di Marzo.

Un inverno freddo

Nel suo complesso il trimestre invernale sull’Artico è stato piuttosto freddo, con temperature che al di sopra dell’80° parallelo si sono mantenute ben lontane dai record storici di “caldo” (virgolettato d’obbligo): ottavo posto per il mese di Dicembre, 17° per quello di Gennaio e 11° a Febbraio. Marzo tuttavia ha registrato temperature nel complesso elevate (5° valore più “caldo” della serie). Ma il 2019 si è portato dietro il fardello di tre mesi molto caldi, proprio all’inizio della stagione di ricongelamento dei ghiacci, con il trimestre Agosto-Ottobre sul podio tra i più caldi della serie.

Il massimo di estensione è quindi il risultato di un autunno estremamente mite, seguito da un inverno piuttosto freddo, e da un mese di Marzo nuovamente mite. Questo è evidente dai grafici di seguito, che mostrano l’anomalia di temperatura rispetto alla media sotto la forma di un calcolo approssimato degli integrali definiti, riferito alle temperature registrate al di sopra dell’80° parallelo. Se si fa riferimento al periodo iniziato nel Settembre 2018 si nota l’appiattimento della curva che si porta nella media dell’ultimo decennio. Se invece si fa riferimento al solo 2019, le temperature si sono mantenute nettamente al di sotto della media degli ultimi dieci anni, collocandosi a metà tra questa, e la media 2000-2010, a testimonianza di come quello trascorso sia stato un inverno decisamente freddo rispetto alla media degli ultimi anni (Fig. 1).

Il Marzo di Bering

In Fig.2 l’istantanea della distribuzione dei ghiacci artici in occasione del massimo di estensione per NSIDC. Si nota come praticamente tutti i settori mostrino una estensione dei ghiacci in linea con la media 1981-2010, con la sola eccezione dell’area di Bering.

Una eccezione notevole tuttavia, che da sola giustifica l’anomalia complessiva rispetto alla media del periodo.

Come al solito la situazione sinottica è stata determinante ai fini del raggiungimento del massimo di estensione. Decisivo, da questo punto di vista, è stato il mese di Marzo che ha visto la prevalenza di afflussi di aria oceanica mitissima dai quadranti meridionali sull’area di Bering, per la persistenza di depressioni sul Pacifico settentrionale (in alcuni casi molto profonde) tra la Siberia e la Kamchatka. Questo ha comportato non solo una anomalia termica positiva notevole nel settore, ma anche la compressione dei (pochi) ghiacci già presenti nell’area di Bering in direzione del bacino centrale dell’Artico.

La pesante anomalia di Marzo nell’area di Bering si è protratta anche nella prima metà del mese di Aprile portando l’estensione complessiva dei ghiacci artici sui valori minimi della serie storica per il mese di Aprile.

 

Situazione in chiaroscuro

La variabilità delle condizioni sinottiche e del campo termico nel semestre appena trascorso hanno portato ad una situazione decisamente in chiaroscuro. Se da una parte è vero che i massimi si sono collocati all’interno della media dell’ultimo decennio, e che con l’eccezione dell’area di Bering, tutti i restanti settori sono pressoché in linea con la media 1981-2010, va anche detto che estensione e volumi hanno accusato una battuta d’arresto tra Marzo e Aprile.

Al tempo stesso, condizioni prevalenti di AO positiva, hanno favorito la persistenza di temperature basse nel bacino centrale dell’Artico, l’area ovviamente più critica per la conservazione dei ghiacci artici nella stagione calda.

I bacini periferici, come quelli di Okhotsk, Bering o l’Atlantico canadese, sono infatti destinati a perdere rapidamente la superficie ghiacciata con l’incedere della primavera, mentre le ultime roccaforti del pack si collocano proprio nel Bacino Centrale.

Questo si traduce nel fatto che, a dispetto dei valori minimi di estensione di questi giorni, lo spessore medio dei ghiacci stessi si colloca ai livelli più alti dell’ultimo decennio (Fig.3). In altri termini: meno ghiaccio periferico, più ghiaccio nel Bacino Centrale. Alla luce di questa situazione, sarebbe lecito attendersi un appiattimento nelle prossime settimane della curva di estensione con rientro dei valori all’interno dell’envelope degli ultimi anni.

Resta il fatto che, come sottolineato negli ultimi outlook, nell’ultimo decennio si fa fatica a ravvisare un trend nell’evoluzione di estensioni e volumi dei ghiacci artici. Questo vale anche in occasione di questo massimo, come si evince dal grafico di seguito che mostra l’andamento dei volumi complessivi nel mese di Marzo per PIOMAS e CryoSat: un andamento erratico senza evidenze di trend (Fig.4).Cosa aspettarsi?

Fare previsioni sui ghiacci artici espone a pessime figure, e quindi come al solito ci si astiene volentieri dall’esercizio in questione. Giova comunque ricordare che il valore del minimo di estensione estiva è determinato in massima parte dalla combinazione di tre fattori:

  • La situazione sinottica, che determina la compressione o la dispersione dei ghiacci.
  • La copertura nuvolosa, che riduce gli effetti dell’irraggiamento solare.
  • La dispersione dei ghiacci attraverso lo Stretto di Fram, che del primo punto è logica conseguenza.

Le anomalie di spessore dei ghiacci (PIOMAS, Fig.5) indurrebbero ad un certo ottimismo, vista la prevalenza di anomalie positive in settori vulnerabili come il Mare di Barents, il Mare Siberiano Orientale, e i Passaggi a Nordovest, e la concentrazione di quelle negative a nord dell’Arcipelago Canadese: vero e proprio santuario del ghiaccio artico. Ma la persistenza di aree anticicloniche sul Bacino Centrale nella stagione estiva potrebbe favorire lo spostamento del pack dal Mare di Barents (sede della citata anomalia positiva) in direzione dello Stretto di Fram, provocandone lo scioglimento.

Al solito, l’appuntamento è per Settembre 2019, per un resoconto sul minimo di estensione annuale. Buona estate a tutti, orsi bianchi compresi, che pare se la passino benone a dispetto delle previsioni di scomparsa imminente. Previsioni sbagliate al pari di quelle sulla scomparsa dei ghiacci artici.

 

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Published inAttualità

7 Comments

  1. Carlo

    Buon giorno. Sto aspettando con ansia i dati sui minimi del 2019. Scusatemi, non li trovo.
    Grazie

    • Massimo Lupicino

      Ciao Carlo, arriveranno presto sono in colpevole ritardo lo so, ma ultimamente il tempo e’ davvero poco (eufemismo) e tendo a dare priorita’ ai temi piu’ “scottanti” 🙂 Comunque prendo l’impegno a caricarlo nelle prossime 2 settimane max. Spoiler: 2a estensione piu’ bassa della serie 😉

  2. donato b.

    @ Rocco
    .
    “La decisione viene infine presa eliminando tutti gli argomenti e tagliando corto al ponderare.”
    .
    Difatti la stragrande maggioranza delle decisioni dei nostri governanti (locali, nazionali, internazionali, globali senza alcuna distinzione di colore e di sapore), obbedisce alla più assoluta irrazionalità! 🙂
    Ciao, Donato.

  3. Rocco

    Perdonatemi se intervengo con un altro commento fuori tema (all’apparenza).
    Questi studi climatici, (a chi piace caldo ed a chi piace freddo), alla fine dovrebbero servire a prendere delle decisioni politiche, economiche e sociali, ed è questo l’aspetto interessante della scienza; altrimenti a cosa servirebbe?
    Solo alla innata curiosità umana di farsi domande sull’esistente e di darsi delle risposte?
    A me pare di no; serve a progredire, in tutte le accezioni che il vocabolo comporta.
    Nell’immaginario comune, la scienza, è vista come l’autorità assoluta a cui fare riferimento per giustificare delle scelte o per prendere dei provvedimenti a seguito di teorie (che sappiamo non essere mai definitive)
    Si crede che esista una Realtà al di fuori della percezione (come nell’uomo che esce dalla caverna di Platone) e che la scienza sia capace di rilevare questa natura al di fuori della percezione.
    Famosa è l’affermazione “Dio non gioca a dadi” fatta da Einstein, credente in una Realtà assoluta e nella capacità della scienza e della matematica (di cui ne è il linguaggio principale) di trovare la formula che la esprima.
    Pochi conoscono la risposta di Niels Bohr:”Albert, non dire a Dio ciò che può fare” (Chi sei tu, Einstein, per dire ciò che può fare Dio!), la quale mostra la proprietà probabilistica dei risultati percepiti; Dio gioca anche a dadi.
    Non potremmo mai essere certi dell’esito del prossimo lancio di dati pur disponendo del miglior modello che ne descrive la dinamica; il modello non è la Realtà.
    Però attraverso i modelli si prendono delle decisioni: l’ AGW ci sta obbligando all’installazione delle pale eoliche perchè descrive la catastrofe termica. C’è chi contesta il modello (a mio modo di vedere giustamente) in quanto incompleto; ma alla fine si stanno prendendo delle decisioni nascondendole nell’autorevolezza della scienza.
    “Nelle decisioni pratiche della vita non sarebbe certo possibile ponderare tutti gli argomenti pro e contro ogni possibile decisione che va quindi sempre presa in assenza di argomenti assolutamente determinanti.
    La decisione viene infine presa eliminando tutti gli argomenti e tagliando corto al ponderare.
    La decisione può essere il risultato della deliberazione, ma è nello stesso tempo complementare alla deliberazione e finisce per escluderla.
    Anche le più importanti decisioni presentano sempre nella vita quest’inevitabile elemento d’irrazionalità”.
    (Werner Heisemberg – Fisica e filosofia)
    La scienza non potrà mai contribuire a scelte corrette: la razionalità è complementare alla sentimentalità (da cui sorgono emozioni) ed insieme descrivono l’uomo che percepisce la natura con le sue leggi probabilistiche.

  4. robertok06

    Un bel articolo, grazie Massimo!

    Argomento vicino, la copertura nevosa nell’emisfero boreale (credo di averlo gia’ citato qui qualche tempo fa):

    Northern Hemisphere Snow-Cover Trends
    (1967–2018): A Comparison between Climate
    Models and Observations, Geosciences 2019, 9, 135; doi:10.3390/geosciences9030135

    Interessante notare che, una volta di piu’, i modellini farlocchi se la passano male:

    “The climate models were found to poorly explain the observed trends.

    While the models suggest snow cover should have steadily decreased for all four seasons, only spring and summer exhibited a long-term decrease, and the pattern of the observed decreases for these seasons was quite different from the modelled predictions.

    Moreover, the observed trends for autumn and winter suggest a long-term increase, although these trends were not statistically significant.

    Possible explanations for the poor performance of the climate models are discussed.”

    —————-
    E’ notizia di oggi, sempre in relazione alla zona artica, di un nuovissimo articolo di Eric Rignot et al., sul bilancio di massa della Groenlandia negli ultimi 46 anni.
    E’ interessante leggere il comunicato stampa con intervista di Rignot e l’articolo stesso. Sembra parlino di due cose diverse!
    L’intervista e’ la solita sequela di leggende metropolitane CAGW… “c’e’ un’accelerazione impressionante della perdita di massa della Groenlandia”… “se fonde tutta la Groenlandia il livello dei mari salira’ di 7 metri”… e via discorrendo. Ovviamente non dicono mai che per fondere tutta ci vorrebbero MIGLIAIA DI ANNI… perche’ senno’ a qualcuno potrebbero venire dei dubbi o fare dei distinguo…
    L’articolo, invece, verso la fine dell’abstract dice, paro paro… che le simulazioni sono da prendere con le molle, e che l’intervallo temporale analizzato e’ piuttosto corto per poter arrivare a conclusioni certe sul trend e l’accelerazione.
    La referenza che spiega il modello usato, RACMO2, e’ la no.28…

    https://dspace.library.uu.nl/bitstream/handle/1874/363018/noel.pdf?sequence=1

    …dove spiegano i dettagli del loro modello super-preciso, e ad un certo punto dicono che… (maiuscole mie, per enfasi):

    “However, this good agreement results from SIGNIFICANT ERROR COMPENSATION between OVERESTIMATED SWn (bias of 16.2 W m−2) and UNDERESTIMATED SHF in summer (15.3 W m−2 ; Fig. 5a)”

    … cioe’ il conto torna, anche se e’ la somma di due fattori sbagliati, uno in eccesso e uno per difetto….
    Mmmh… “the science is settled”, righ? 🙂

    E poi dicono che quando affermo che i modellini sono farlocchi “insulto la comunita’ dei climatologi”!…

    Questo e’ il comunicato stampa con parole di Rignot (notare il sobrio titolo… “scary”!):

    “Researchers calculate decades of ‘scary’ Greenland ice melting”

    https://phys.org/news/2019-04-decades-scary-greenland-ice.html

    Questo e’ l’articolo:

    “Forty-six years of Greenland Ice Sheet mass balance from 1972 to 2018”, E Rignot et al – PNAS 22Apr 2019, https://doi.org/10.1073/pnas.1904242116

    https://www.pnas.org/content/early/2019/04/16/1904242116

    Dall’abstract:

    “The acceleration in mass loss switched from positive in 2000–2010 to negative in 2010–2018 due to a series of cold summers, which illustrates the difficulty of extrapolating short records into longer-term trends. ”

    Qui la mente vacilla: gli autori ammettono (onesti, tanto di cappello) che la mass loss e’ passata da positiva (perdita di massa ) a NEGATIVA (aumento della massa dei ghiacciai!) nei 9 anni 2010-2018… e quindi, dato che I MODELLI prevedono invece una perdita costante, dicono che questo esemplificherebbe la difficolta’ di estrapolare su periodi corti (i 9 anni, immagino).
    Ora… quando si parla di temperatura globale, invece, bastano 5 anni di temperature alte per via del Nino, e si puo’ concludere, invece, che e’ SICURAMENTE per via del global warming assassino causato dal pollutant CO2.
    Questo e’ da “hanno la faccia come il culo”!…
    I dati sono quelli: il piu’ grande ghiacciaio Groenlandese, Jakobshavn Isbrae, quello che perdeva piu’ massa di tutti (vedi fig. 1 C, e’ quello giusto sotto la meta’ dell’isola, costa occidentale, col cerchio piu’ grande di tutti)… qui trovano che non solo quello, ma anche il complesso di tutta la Groenlandia sta aumentando la sua massa da 9 anni… ma no, “non si puo’ concludere nulla su un periodo cosi’ corto” (parole mie, ma dicono questo, no?)…

  5. Rocco

    Ansia, preoccupazione, panico…
    ma si può aspettare la fine del mondo in questa deprimente condizione psicologica?
    Il problema più grande dello scioglimento dei ghiacci non sono gli orsi polari, che essendo onnivori, si adegueranno a mangiare quello che troveranno.
    A proposito l’unico orso polare visto in vita mia è stato allo zoo safari di Fasano, in una calda estate a forse 40°, poverino faceva avanti ed indietro su una finta roccia ed ogni tanto si bagnava in un laghetto.
    Sarà l’innalzamento del livello dei mari e l’innondazione di vaste zone della Terra il problema antropico.
    Non sarà di certo la prima volta che i poli si troveranno senza ghiaccio, ogni tanto accade ed accade anche che la Terra diventi una palla di neve.
    Per la prima volta, però, sappiamo a chi dare la colpa: all’uomo.
    E lo stesso colpevole sarà colui che impedirà il suo crimine.
    Incredibile solo a pensarci: il ladro di professione inventa il sistema per evitare i furti.
    E’ una barzelletta, nel classico stile della finzione teatrale tipica della specie umana.
    E tra le finzioni umane vi è la cinematografia (l’arma più forte, come diceva un marciatore romano del secolo scorso)
    Ansia, preoccupazioni, panico… si combattono con i loro opposti, ed in effetti la visione di questo video (con la musica che accentua il pathos e) non ha fatto che provocarmi una grande ilarità.
    Provate anche voi: un ottimo antidoto contro lo stress ambientalista e gretino.
    https://youtu.be/VbiRNT_gWUQ
    p.s. ci sarà comunque un lato positivo: molte località collinari avranno il mare a 4 passi evitando lunghe code estive, le linee di coste si allungheranno ed accoglieranno più turisti 🙂

    • Sandro Z.

      il video parla della plastica in mare? che centra con il valore eustatico del mare? Quindi l’inquinamento da plastica non è vero? Giocare con i valori di co2 è una cosa ma adesso se mi si dice che le polveri sottili sono benefiche allora comincio ad avere dei dubbi.

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