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Un Punto sì, ma Interrogativo.

Nell’informazione dai mille volti il piccolo schermo e la carta stampata hanno regnato per anni, ma, negli ultimi tempi, con la diffusione degli accessi alla rete è sempre più facile procurarsi le notizie da soli, andare cioè alla fonte e formarsi un’opinione il più possibile libera da condizionamenti. Nel farlo occorre però prestare grande attenzione perchè sulla rete c’è di tutto, i  pareri più autorevoli ed accreditati sono espressi con gli stessi font e con gli stessi mezzi di quelli che lo sono meno, per cui solo l’analisi dei contenuti può consentire di valutarli. Questo chi scrive dovrebbe averlo sempre ben presente.

Perchè questa premessa? Mi spiego subito. Appena due giorni fa mi è stato segnalato un articolo uscito su rassegna.it, un portale che non conoscevo, vi invito a leggerelo prima di proseguire . Il titolo dell’articolo è “Facciamo il punto sul Clima”. Non che ora lo conosca meglio, ma, a giudicare dal layout delle pagine direi che si tratta di uno sforzo editoriale non di poco conto. L’impressione è confermata dalla lettura del testo, per me ben scritto e ben strutturato. Dov’è allora il problema? Proprio lì, purtroppo, nei contenuti. Così ho deciso di parlarne qui su CM, affrontando le tesi esposte nel testo una per una.

L’autore si propone di chiarire le idee dei lettori in vista del prossimo vertice di Copenhagen. Altrettanto cercherò di fare io. La tesi sottostante all’articolo sembra essere un documento redatto da alcuni ricercatori del CNR, non ci sono però link o riferimenti bibliografici, per cui non è dato sapere di cosa si tratti realmente.

Il primo periodo inizia così: Dieci anni da paura. Il riferimento è al fatto che l’ultima decade ha collezionato gli anni più caldi da 400 o forse addirittura da 1000 anni. Vero probabilmente, peccato che ci si dimentichi di aggiungere, -sicuramente nel testo nel documento non so- che 400 anni fa raggiungeva il picco minimo quella stagione climatica che tutti conoscono come Piccola Era Glaciale. Di lì in avanti le temperature hanno iniziato ad aumentare, arrivando oggi ai valori che conosciamo. Se andiamo indietro di mille anni, troviamo un’altra famosa stagione climatica, il Periodo Caldo Medioevale, occorsa proprio attorno all’anno 1000DC. Allora le temperature sono state certamente superiori alle attuali, per cui ancora una volta è logico che quelle che misuriamo oggi non abbiano precedenti nel periodo preso a riferimento. Il rateo di salita delle temperature inoltre, così come gli effetti che tale aumento dovrebbe avere sul clima, hanno subito un’accelerazione nell’ultimo trentennio del secolo scorso, dopo aver subito un arresto nel trentennio precedente e prima di subire un altro arresto nel decennio in corso, pur conservando una tendenza positiva di lungo periodo. Detto così, credo che suoni un pò diversamente, però è quello che è accaduto. Detto ciò, mi piacerebbe che qualcuno spiegasse cosa ci sia di strano nel fatto che in un periodo di accertato riscaldamento, gli ultimi anni siano più caldi dei primi. Se così non fosse, non si parlerebbe affatto di riscaldamento, o mi sbaglio?

Ai Poli la temperatura cresce di più. Questa la considerazione successiva. Vero, ma perchè chi legga capisca, occorre aggiungere che questo accade a causa delle dinamiche della redistribuzione del calore cui è soggetto il pianeta, cioè, questo aumento superiore alle alte latitudini sarebbe lo stesso in presenza di qualsiasi forcing riscaldante. Stiamo dunque parlando di effetti e non di cause. I primi spesso non dicono assolutamente nulla sull’identità delle seconde. Ma, in questo periodo c’è di più. Si citano gli effetti del riscaldamento globale asserendo che siano anche in parte già in atto. Vediamoli.

L’aumento del livello del mare. Dovuto essenzialmente all’espansione termica ed in misura largamente inferiore allo scioglimento dei ghiacci (terrestri, non marini perchè quelli occupano già il volume loro assegnato), è iniziato al termine dell’ultima glaciazione, circa 18.000 anni fa. Procede inesorabile, ed appartiene a dinamiche geologiche largamente documentate che caratterizzano il nostro pianeta. E’ ancora una volta un effetto del riscaldamento, ancora una volta latitano le cause, ma sono certo che arriveranno più avanti.

Le alluvioni. Quella dell’aumento degli eventi alluvionali in ragione del riscaldamento è una teoria che proprio non sta in piedi. Se vogliamo entrare nel merito si deve dire che con un pianeta più caldo ai Poli diminuirebbe il differenziale termico lungo la latitudine, che è la benzina degli eventi estremi. Meno benzina, meno eventi. Di fatto, se si analizzano le pur brevi serie temporali che abbiamo a disposizione sugli uragani ad esempio, si scopre che essi non sono aumentati affatto. Quanto ai danni che provocano, e qui possiamo aggiungere anche le piogge monsoniche, questi sono tragicamente aumentati perchè è aumentato l’inurbamento delle zone costiere per i primi e delle megalopoli asiatiche per le seconde. Cosa c’entri con questo la temperatura non è dato saperlo.

Incendi più estesi. L’autocombustione non esiste, nè possono generarla 0,7 decimi di grado in più. Gli incendi sono frutto dell’incuria e della stupidità degli uomini, anche qui latita il collegamento con il global warming. Siccità e desertificazione. La prima è endemica per molte zone del pianeta, la seconda è quanto segue: le misurazioni da satellite della percentuale di territorio globale coperto da vegetazione parlano chiaro; il pianeta è oggi più verde di trent’anni fa, che vogliamo fare?

Fusione dei ghiacciai terrestri e riduzione del ghiaccio marino. Altro effetto del riscaldamento, altro silenzio sulle cause. Ma aggiungiamo anche che la superficie del ghiaccio marino antartico è in aumento da quando abbiamo iniziato a misurarla, proprio come quella del ghiaccio marino artico è stata in diminuzione nello stesso periodo.

Diffusione di malattie. Qui ti volevo, la malaria. Endemica delle medie latitudini appena un secolo fa, la malaria è stata sconfitta dal progresso, non dalle oscillazioni della temperatura. Dove ancora miete milioni di vittime è altrettanto endemica, ancora una volta a causa di ciò che non è stato fatto, non a causa delle variazioni del clima. A l riguardo aggiungerei per i più volenterosi che una zanzariera costa molto meno di una tonnellata di CO2 e forse varrebbe la pena di fare qualche vertice anche per discutere di questo. Collasso di ecosistemi. Non capisco cosa si voglia dire, perciò passo al prossimo argomento.

Migrazioni di massa. L’unica migrazione di massa che possa essere ascrivibile al clima è l’esodo di ferragosto. Tutte le altre sono storie spaventevoli raccontate da audaci portavoce e nessuno scienziato serio si permetterebbe mai di ripeterle. E qui veniamo al punto. La maggior parte di quanto detto è frutto di un atteggiamento di cui chi si occupa della scienza del clima si lamenta apertamente. Spesso, molto spesso, si leggono dichiarazioni di non addetti ai lavori che non trovano alcuna conferma nella documentazione scientifica cui ci si vorrebbe riferire. Come nel periodo seguente: il famoso punto di non ritorno, ovvero la necessità di non far salire la temperatura di più di due gradi rispetto al periodo pre-industriale. Questo è un limite politico, nel quarto rapporto dell’IPCC che nell’articolo si porta a riferimento, non c’è traccia di alcun punto di non ritorno. Perche? Perchè nessuno sa che cosa significhi in termini climatici. A quanto pare però, c’è sempre qualcuno più realista del re che ritiene di saperlo. Posto che il consenso scientifico non esiste, perchè il progresso della scienza è frutto semmai del dissenso sulle teorie consolidate, se proprio vogliamo consentire dobbiamo almeno fare riferimento alle fonti accreditate. Il punto di non ritorno è una bufala assoluta. La temperaura del pianeta è stata tantissime volte superiore di due gradi al periodo pre-industriale e la Terra non si è fritta per questo, altrimenti forse avremmo trovato traccia di questa ipotetica frittura.

Forse siamo proprio noi i responsabili. La CO2, il Metano, gli aerosol e le modifiche del territorio. La correlazione tra aumento dei gas serra e aumento delle temperature è scientificamente bassissima. Per farla salire, è necessario che si inneschino delle dinamiche climatiche con effetto amplificante. Quelle che si pensa dovrebbero accadere o essere accadute per giustificare il riscaldamento non si sono ad oggi fatte vedere. Perciò al riguardo brancoliamo nel buio. Il Metano poi è un vero puzzle. Aumentato in modo significativo fino ad una decina di anni fa ora ha cessato di aumentare. Nessuno sa perchè, visto che noi abbiamo continuato a fare esattamente come e peggio di prima. Gli aerosol, ovvero particelle solide in sospensione con effetto raffreddante e non riscaldante, sono diminuiti dove è stato più significativo il progresso tecnologico e l’attenzione alle emissioni nocive. In aggiunta, sono venute meno (per fortuna) quelle eruzioni vulcaniche spettacolari che nel passato del pianeta sono state capaci di portare modifiche sostanziali seppur temporanee alle condizioni climatiche di interi continenti. Non credo si possa fare alcun vertice per spiegare ai vulcani dove e come eruttare. Quanto alle modifiche al territorio, lì l’effetto antropico è evidente, però stiamo parlando di aree urbane o urbanizzate, ossia dell’1% della superficie del pianeta. Effetti gravi ma molto localizzati, che non è dato sapere come si pensa possano essere affrontanti e risolti con misure globali come lo “stoccaggio” della CO2.

Modelli matematici per predire il futuro. Nessuna previsione, semmai numerosi scenari sulle cui probabilità di occorrenza non è dato sapere alcunchè, parola di chi con queste cose ci lavora, cioè i modellisti. Il livello di approssimazione e l’assenza di conoscenza delle dinamiche del clima più significative regnano sovrani. La capacità di questi modelli di ricostruire le temperature degli ultimi cento anni si è fermata all’evento più significativo, ovvero all’aumento delle temperature occorso intorno agli anni ’40, ancora tutt’altro che simulabile. A seguire la diminuzione occorsa negli anni ’70, ancora tutta da capire, e poi l’aumento di fine secolo, simulato con successo solo con l’aggiunta di gas serra e sottrazione di aerosol nella giusta quantità. Finalmente siamo arrivati alle cause. Il riscaldamento globale è di origine antropica perchè lo dicono i modelli. Il padre di tutti i modelli diceva datemi un modello con quattro variabili indipendenti e simulerò un elefante, datemene cinque e gli farò muovere la proboscide. Tutto ciò che sappiamo è che la temperatura è aumentata. Sul come sappiamo che è già successo innumerevoli volte nella storia del pianeta, sul perchè esistono delle ipotesi. Visto che nella suddetta storia, la concentrazione di gas serra ha sempre seguito e non preceduto le variazioni della temperatura, tra queste ipotesi quella dell’aumento dell’effetto serra atmosferico non è neanche la più probabile. Lo diventa però nelle simulazioni. Peccato che quelle le abbiamo fatte noi e non rappresentino la realtà, altrimenti non si capirebbe come mai con i gas serra che continuano ad aumentare in modo lineare, le temperature abbiano smesso di crescere da una decina d’anni. Climaticamente pochi? Vero, ma non così pochi se paragonati all’ultimo trentennio del secolo scorso, ovvero al periodo incriminato dalle stesse simulazioni climatiche.

Annoiati? Solo altre due cosette. Il Mediterraneo è una zona hot. Uno dei problemi più seri che hanno i modelli di simulazione del clima è proprio l’assenza di capacità di descrivere le dinamiche del sistema a scala regionale. Il Mediterraneo è una regione climatica, appunto. Certamente, come molte altre se non tutte, è una regione sensibile alle variazioni, il problema è che non le conosciamo. Come fare?

Fa più caldo. Allora pioverà di più. Ancora sugli eventi estremi, mi pare superfluo ripetere quanto già detto. Al riguardo però c’è da fare una precisazione. Il collegamento tra l’aumento delle temperature e l’aumento delle piogge abbondanti, se a macroscala è di fatto un’ipotesi priva di senso, a scala regionale e locale non è mai stato investigato, descrivere le variazioni climatiche come uno “scombussolamento generale” è suggestivo ma scientificamente piuttosto debole. Se ci riferiamo al nostro territorio, con la frequenza delle piogge forti è aumentata la capacità di osservazione, ovvero è migliorata moltissimo la rete di rilevamento. Se e quando sarà possibile eliminare dalle serie storiche il “rumore” prodotto da questo cambiamento, allora si potrà parlare di trend, sia esso positivo o negativo. Se invece il riferimento vuole essere ai tragici eventi franosi ed alluvionali degli ultimi tempi, mi pare che la cronaca abbia già ampiamente dimostrato che non è un problema di piogge ma di territorio. Non credo che una riduzione dei gas serra possa in alcun modo impedire che le case costruite nell’alveo dei fiumi o nelle piane alluvionali finiscano prima o poi per essere travolte. Una ultima precisazione sulle tragedie ambientali verificatesi nel nostro paese. Una volta sgombrato il campo da quelle causate dagli eventi atmosferici, che per di più attengono al tempo e non al clima, mi incuriosisce il riferimento alla distribuzione di parassiti e insetti nocivi. Forse mi sfugge qualcosa al riguardo, ma sono sicuro che chi ha scritto sa che  la Coccinella Arlecchino per esempio, originaria dell’Asia e protagonista delle cronache degli ultimi giorni, è arrivata in Europa venduta come antiparassitario naturale per le coltivazioni biologiche, in barba alla salvaguardia della biodiversità. Ora in molti paesi è vietata, ma essendo molto aggressiva si è praticamente impadronita del territorio a danno delle specie autoctone. Qualcuno mi può spiegare che diavolo c’entra col clima tutto questo?

Allora, il punto sul clima non era meglio fosse interrogativo?

 

NB: Grazie ad Alessandra, la lettrice che mi ha segnalato l’articolo.

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Published inAttualitàNewsVoce dei lettori

7 Comments

    • Molto interessante sì, ed anche più completa del volume stesso. Chissà perchè lo stesso tono pacato ed ammantato di onestà scientifica non è stato usato anche prima. Forse i decisori devono essere trattati diversamente? E poi ancora: ma se l’onestà intellettuale invita ad aver prudenza, ammettendo che è “probabile” che molte delle conoscenze attuali si rivelino sbagliate tra cento anni, da dove scaturirebbe la necessità di decidere? Parlare di alluvioni e migrazioni di massa come “parzialmente già in atto”, se non è catastrofismo cos’è?
      Infine la questione sole, raggi cosmici e nucleazione, sulla quale si sollevano perplessità ma anche aperture nella precisazione, ma che nel volume è liquidata come favola per bambini dell’asilo.
      Una precisazione, pur su un sito di larga visibilità come MTG, non avrà mai la stessa valenza di un documento ufficiale. Non mi sembra un gioco deontologicamente molto limpido.
      gg

    • Mi associo al commento di Guido.
      L’onestà intellettuale è mancata nel LIBRO.
      Premettendo ancora che ho letto soltanto la Sinossi, quella è la parte che conta, quella che leggeranno tutti, quella che dà il senso del lavoro svolto e ne chiarisce gli obiettivi. E l’obiettivo è lampante: la catastrofe.
      L’onestà intellettuale di un gruppo di scienziati che vuole presentare lo stato attuale delle conoscenza non può prescindere dal mettere in rilievo anche la visione alternativa, di minoranza.
      Invece fanno finta che non esista e ammantano il Summary for Policy Makers di una certezza che non appartiene alla scienza.
      Questo non è un servizio alla comunità, è un servizio al mantenimento del proprio lavoro e dei propri guadagni.
      Sono stufo di vedere questi “grandi” scienziati che, una volta interrogati da qualcuno che sa cosa dire, ammettono che: “Be’, sì, in effetti ci sono ancora molte incertezze e ci basiamo essenzialmente su modelli.”
      Tanto sono precisazioni che nessuno leggerà, se non qualche povero scemo, appassionato dell’argomento.
      L’atteggiamento è vergognoso. Punto!

      A proposito di catastrofi.
      A Ischia c’è n’è stata un’altra.
      Se qualcuno sente qualche nostra preminente personalità del clima parlare di effetto “Mediterraneo caldo” come spiegazione dell’evento, è pregato di farmelo sapere.
      O forse hanno capito che tanto quegli eventi capitano a dispetto di quello che pensano e anche con mare freddo:
      http://ghrsst-pp.metoffice.com/pages/latest_analysis/sst_monitor/ostia/anom_plot.html?i=35&j=3

      Inoltre desidero segnalare che la Natura continua a procedere secondo la sua strada, checché ne pensino i “climatologi” e i loro modelli.
      Il sistema non ne vuole sapere proprio di saturarsi nella sua capacità di assorbire la CO2 emessa.
      Un’altra bomba lanciata dalla realtà ai costruttori dell’inverosimile:
      http://www.bris.ac.uk/news/2009/6649.html

  1. Ecco la FONTE, il CNR ITALIANO, il NON PLUS ULTRA della conoscenza nazionale, l’onnisapiente personificato, il dio in Terra.
    Prostratevi, peccatori.
    Il CNR ha parlato!

    http://www.isac.cnr.it/documenti/ISAC-Clima.pdf

    I disastri, le migrazioni di massa, le malattie, le cavallette, l’acqua insanguinata, le rane e la grandine le trovate tutte nel RAPPORTO, il LIBRO.
    La VERITA’ vi è stata rivelata.
    Tutto era scritto. Tutto adesso si compie.
    Guai a voi miscredenti!

    Bene, ho letto solo la SINOSSI e sono stramazzato, colpito al cuore, senza forze, disfatto moralmente e fisicamente.

    Prima di commentare oltre, sento la necessità vitale di una pausa, un respiro.
    HELP!

    • Questo lo scopo: “impegnarsi a sintetizzare e
      rendere disponibili al mondo politico e alla società le conoscenze quantitative oggi esistenti sul clima e sui cambiamenti climatici”.
      E poi ho letto davvero migrazioni di massa? Che spettacolo.
      – Figura 1: non un accenno al fatto che quella misura è la prova che la CO2 NON può captare e riemettere molto più di quello che già fa.
      – Figura 3: il multiproxy di Mann.
      – Tragedione Artico e non una parola sull’Antartico.
      Vabbè è un Bignami SPM.
      gg

    • alessandrobarbolini

      se lo predice una fonte come il CNR, allora siamo a posto….di meteo e di clima ne so piu io di loro…[…], non quelli che si mangiano a san martino ma quelli veri…e pensare che al timone di cio c’è un certo […]..(tutto un programma)
      lo vado dicendo da tempo..BERNACCA SI RIVOLTEREBBE NELLA TOMBA se ci fosse adesso a sentir parlare della questione clima…[…].

      Il commento è stato moderato. Ti invito per l’ennesima volta a contenere il tuo entusiasmo!
      gg

    • Basta salvare in numerose e differenti copie digitali e cartacee questa frase:

      “I risultati di tutti i modelli numerici del sistema climatico sono concordi nel prevedere che, in tutti i diversi scenari considerati, compresi quelli ove si ipotizza un’immediata stabilizzazione delle emissioni di gas serra, la temperatura globale continuerà ad aumentare per diversi decenni”.

      E riproporla al momento opportuno.
      Salvate gente, salvate.
      gg

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