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Una su mille ce la fa

Chi si illudeva che le vacanze estive avrebbero sottratto Greta alla luce dei riflettori, evidentemente si sbagliava. Eppure il buon senso suggeriva che avendo scioperato tutti i venerdi dell’anno scolastico, magari in estate potesse recuperare le lezioni perdute. Buon senso sprecato, perché pur non andando a scuola, in pagella aveva già incassato voti altissimi in tutte le materie. E sarà per questo che la fanciulla prodigio ha appena annunciato urbi et orbi che salterà l’intero anno scolastico 2019/2020, per ripresentarsi (forse) nel 2020/2021: con i criteri di valutazione della buona scuola svedese, un anno intero di bigiate le varrà come minimo una laurea ad honorem.

Fatto sta, dopo un anno obbiettivamente faticoso e per giunta concluso da un tour elettorale che nemmeno John Kennedy nel 1960, Greta è andata in barca. Letteralmente, nel senso che ha preso il largo a bordo di una barca a vela per attravesare l’Atlantico e presenziare all’ennesimo happening sul clima dall’altra parte dell’Atlantico. Dove ritroverà i soliti potenti della Terra che con le solite durissime parole spronerà a fare… quello che loro vorrebbero tanto fare, ma che suona molto meglio sulla bocca di una minorenne con le trecce.

L’aspetto più intrigante della vicenda, è che Greta il viaggio non lo farà su una barchetta, ma sul panfilo del principino di Monaco: sua altezza Pierre Casiraghi. E per chi ha alle spalle qualche lustro in più dell’impegnatissima fanciulla svedese, subito viene in mente la gita in barca di Fantozzi, ingaggiato come mozzo insieme a Filini dal Conte Piermatteo Barambani Megalom: “Posseggo una barchetta… Mi costa un miliardo… Ma io sono anche democratico! La mia famiglia… siete voi poveracci!

Eh sí, perché proprio mentre Greta si imbarcava col principino per le meritate vacanze dopo un anno di quasi nullafacenza scolastica, la crema del democraticissimo Jet Set mondiale si dava appuntamento… in Sicilia. Per un happening plurimilionario organizzato da Google e dedicato all’”argomento dell’anno” (sic). Indovinate quale?…. Salvare i poveracci dal global warming naturalmente! Ragion per cui i trilionari della Terra hanno pensato bene di sfidare eroicamente il caldo agostano della Sicilia. In un resort extra-lusso da 1000 euro a notte.

A differenza di Greta, che per dare l’esempio farà la pupù nel secchio e si laverà con acqua di mare, gli ospiti di Google non hanno badato alla forma, e si sono prodotti in un viavai di jet privati che hanno lasciato dietro di sè una carbon footprint di circa 100 tonnellate di CO2. L’agenda del meeting, al di là della solita foglia di fico scaldamondista, non è stata rivelata. Ma l’atmosfera di segretezza, i nomi dei partecipanti e soprattutto quello dell’organizzatore lasciano poco spazio all’immaginazione: l’evento ha avuto tutto il sapore di una Davos estiva, ché la neve svizzera sarà pure bella, ma vuoi mettere col mare e la cucina del Mediterraneo? E poi c’è da preparare il programma politico da distribuire ai governi di mezzo mondo: l’autunno incombe e la finanziaria globale lacrime e sangue dei fantozziani “poveracci”, va preparata e sottomessa per tempo: più tasse per tutti, ma per salvare il mondo dal Global Warming, neh?

Una cosa è certa: gran parte della stessa crema elitista, ancora fresca di vacanze siciliane spesate da Google, si ritroverà magicamente poco più tardi a New York con la stessa Greta appena sbarcata dal principesco panfilo. Dove la diva del climacatastrofismo si riunirà agli ormai familiari VIP che salvano il mondo dal caldo assassino. E mentre i “vecchi” possono sorridere amaro all’idea dell’esercito di gretini virtualmente arruolati come mozzi sul panfilo regale, alla maniera di Fantozzi e Filini sulla barca del Megalom, la verità è una sola: Greta ce l’ha fatta. Le è riuscito l’equivalente di una vincita al superenalotto per un adolescente: selfie coi potenti, gite a sbafo in barca coi principi, pagelle perfette senza spendere nemmeno un giorno a scuola, e tutto questo al prezzo economicissimo di un discorso (sempre uguale) declamato nelle occasioni che contano, con claque di trilionari plaudenti.

Ché una su mille ce la fa, e tutti gli altri a guardare ammirati, come fanno i nostri ragazzi quando spiano le pagine Facebook dei figli dei miliardari, immortalati mentre sperperano i soldi dei genitori nei modi più originali. Con una differenza, però: che ad essere sperperati, qui, sono i soldi dei poveracci europei, democraticamente buttati alle ortiche sotto la forma di tasse verdi per “salvare” il Pianeta. Soldi magicamente reintrodotti, “circolarmente, nelle tasche degli stessi trilionari col contributo decisivo del circo mediatico che essi stessi controllano, attraverso incentivi verdissimi che tengono in piedi imprese economiche temerarie e scriteriate, quando non francamente ridicole. Indegne di ospitalità in un mondo che si vorrebbe definire tecnologico e sviluppato.

E viene il dubbio che sia proprio questa, l’essenza della mitica economia circolare di cui si riempiono la bocca i paperoni salvamondisti, tra una Davos e l’altra: la circolazione dei risparmi accumulati con fatica dai Fantozzi di tutto il mondo nelle tasche dei democraticissimi Megalom. Ché così è sempre andato il mondo, anche quando la pietra filosofale delle elites non si chiamava ancora Global Warming ma prendeva il nome di una delle tante altre utopie che con cadenze regolari hanno rovinato la vita della maggioranza degli esseri umani, a tutto vantaggio di pochi (non) eletti.

 

 

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Published inAttualità

14 Comments

  1. angelo

    leggevo nel post precedente, mi sembra, di un signore che sollevava la questione controversa “scie chimiche” e la disinvolta risposta che puntualmente si tira dietro, “stupidaggini”.
    se non fosse per quella porta di ingresso sbagliata con su scritto ‘scie chimiche’ che richiama la dualita di ingresso e impone una maggiore attenzione, dei gabinetti pubblici donne/uomini, non si capisce perche tanta solerzia nel dismettere un fenomeno sulla base di una semplice distrazione nell’ingresso.

    esiste la porta” geoingegneria ” dove il fenomeno é “ufficiosamente” dichiarato e dove si afferma esattamente tutto quanto si nega nel primo ingresso.
    sostanzialmente l’argomento scie chimiche sembra abbia la funzione di un grosso ologramma sospeso, c’è, si vede, ma non esiste, quasi fosse una trappola per la curiosita e i dubbi del popolo, che devono restare irrisolti ed annaquati.

    esiste una terza porta di ingresso, la propria osservazione/indagine/deduzione

    che porta invariabilmente alla realta .
    al di la di tutta una serie infinita di particolari, informazioni e riscontri, pochi fatti evidenti anche ai bambini:
    i corpi nuvolosi vengono “aggrediti” con copiose irorazioni
    di cosa non si sa, e successivamente si disgregano, si asciugano, formano enormi are omogenee di coltri piu o meno biancastre senza precipitare,
    i temporali, spesso vengono aggrediti sul nascere agendo sui congesti che salgono, ma anche in fase cumolonembi,
    che spesso non riescono a precipitare.
    in assenza di nuvole le attivita sono piu blande ed a quote superiori, con irrorazioni meno persistenti, che sovente inibiscono la formazione stessa dei cumuli.
    da anni i temporali estivi sono andati decrescendo arrivando a farne forse solo un paio devastanti ( io vittima di uno di loro).
    le riperrcussioni sulle temperature di tali azioni non sono misurabili facilmente ma 38 gradi sono roba da 10/12 anni.
    difficilmente si arrivava a quei valori con twmporali e precipitazioni frequenti che facevano da termoregolatore.
    per chi volesse approfondire e fare informazione meno “vincolata” c’e’ una valanga di informazioni correlate, parlo di quelle che possono prendere tutti, e portano alla conclusione di un tentativo pesante di manipolare il ciclo idrologico tenendo all’ insaputa dei piu’

  2. Fabrizio Giudici

    Ritengo di si, ma probabilmente non avrebbe avuto lo stesso appeal mediatico della “barca senza cesso”

    Ma soprattutto: fate presto! Ogni secondo è vitale, dunque giusto usare una barca da competizione.

  3. Mario

    @Fabrizio: Ma Malizia II è una barca da competizione sulla quale si risparmia peso ovunque sia possibile. Semplicemente non è previsto uno spazio per quell’impianto “superfluo” che è un wc con sistema di stoccaggio dei reflui umani

    Sarebbe stato possibile per la Gretina trovare il passaggio verso NY su una barca a vela più convenzionale con spazio per i passeggeri e servizi igenici? Ritengo di si, ma probabilmente non avrebbe avuto lo stesso appeal mediatico della “barca senza cesso”

  4. Fabrizio Giudici

    @robertok06

    Certamente. Ma senza secchio, dove sarebbe finita? In un WC chimico, e poi smaltita a destinazione. Non sarebbe stato più ecologico?

  5. Alessandro2

    Sono il solo a trovare inquietante che una quindicenne salga sul “Malizia 2”, seppure accompagnata dal padre, in compagnia di alcuni adulti ricchissimi? Non ricorda i bei voli dell’ora suicidato Jeffrey Epstein sul “Lolita Express”? Tout se tient…

  6. robertok06

    @fabrizio giudici
    “Tornando alle cose serie: non ho capito poi che fine fa la cacca nel secchio.”

    ????
    Scusa???
    La buttano in mare, no? È bio, anche se m3rda.

  7. robertok06

    @franco zavatti
    “bellissimo oggetto (la barca ovviamente)”

    Bellissimo e alla portata di tutti… una barca classe imoca, come malizia 2, costa dai 4,2 ai 4, 7 milioni di € vele escluse…
    Non male come impatto ambientale, no?… immagino sarà proporzionale al costo.

  8. donato b.

    Ho letto un breve post di J. Curry a commento di un articolo di Nature
    ( https://www.nature.com/articles/s41467-019-09959-4. )
    che ha confrontato l’esposizione mediatica degli scienziati “veri”, alias esponenti della linea di pensiero principale in fatto di cambiamenti climatici, e di scienziati “falsi”, alias scettici di vario grado circa la natura esclusivamente antropica del cambiamento climatico e non scienziati (giornalisti, opinionisti e via cantando):
    https://judithcurry.com/2019/08/14/the-latest-travesty-in-consensus-enforcement/
    .
    La cosa che più mi ha stupito dell’articolo di Nature, ben riassunta nell’abstract, riguarda la conclusione che gli scettici del cambiamento climatico di esclusiva origine antropica, ricevono molta più attenzione dai mezzi di divulgazione, scientifici e generalisti. Per far quadrare i conti i “ricercatori” che hanno eseguito lo studio, hanno dovuto introdurre i dati relativi ai mezzi d’informazione non tradizionali, ovvero i siti internet che, per ora, riescono a sfuggire al controllo di quei signori di cui parla Massimo Lupicino nel suo post. Confesso che non ho letto l’articolo di Nature, perché dopo qualche riga mi è venuto il voltastomaco.
    Ho pensato subito a G. Thunberg ed a tutto il codazzo mediatico che segue ogni suo passo e non mi ci sono voluti studi particolari o approfondimenti vari, per capire che l’articolo di Nature è una colossale sciocchezza (per restare nei limiti del linguaggio civile).
    Dire, anzi scriverlo su di una rivista scientifica, che i media generalisti danno una visibilità maggiore alle opinioni degli scettici rispetto a quelle della linea di pensiero principale (dell’1%, per la precisione), mi sembra francamente ridicolo. Allo stesso modo appare fuori dal mondo la conclusione che, globalmente, la sovraesposizione delle opinioni scettiche supera del 49% quella delle opinioni della linea di pensiero principale, alias mainstream.
    .
    Curiosa la conclusione dell’articolo: gli scienziati “veri” devono fa valere la loro autorità nel dibattito. Ed io che pensavo che l’ipse dixit fosse una reminiscenza dei tempi bui della scienza!
    Ciao, Donato.

    • Luigi Mariani

      Caro Donato,
      a mio avviso sarebbe utile che questo tuo commento all’articolo di Petersen et al. uscisse come un post a sè perchè mi pare importante. Conoscendo il tuo valore ti inviterei pertanto a turarti il naso e a bere il calice fino alla feccia, per poi scrivere un post ben calibrato.
      Ciò detto e scusandomi con Massimo per lo spazio rubato per un argomento OT, noto che l’articolo commentato da Judith Curry è centrato sui media USA, ove mi par di capire che vige una dialettica per cui il giornalista per ragioni deotologiche si sente motivato a sentire anche l’altra campana.
      A giudizio di Petersen etal tale costume dovrebbe essere superato perchè l’altra campagna non è degna di essere sentita, un fatto questo che peraltro da noi è realtà consolidata da parecchio tempo (e qui non penso che l’altra campana debba per forza essere rappresentata da chi nega che la CO2 sia un gas serra ma magari da coloro – e qui penso ad esempio a Sergio Pinna – che in base a dati osservativi di buona qualità e prodotti con regolarità analizzano i trend degli eventi estremi manifestando giudizi diversi da quelli catastrofici oggi tanto di moda nel mondo dei media).

    • donato b.

      Caro Luigi, per impegni vari, non credo di poterci mettere mano prima di settembre, ammesso che passi la nausea. 🙂
      Ciao, Donato.

  9. Ho visto questa mattina, in un qualche TG, la fanciulla e la barca: bellissimo oggetto (la barca ovviamente) che però dovrebbe lasciare un’impronta di carbonio mica trascurabile (se non è fatta tutta in fibra di carbonio ci manca poco).
    Siccome un ben noto animale da cortile ha accusato Luigi Mariani e me di essere stati i primi in Italia a portare un volgare attacco maschilista a Greta, non voglio aggiungere ulteriori commenti.
    Però non ci credo che su quella barca qualcuno si lavi con l’acqua di mare, così, senza trattamenti di desalinizzazione o dissalazione che dir si voglia. Franco

  10. Fabrizio Giudici

    Dopo quest’impresa il Nobel non glielo toglie nessuno (detto senza ironia, sia ben chiaro: penso che forse qui stiamo assistendo solo all’inizio di una carriera che potrebbe diventare persino inquietante).

    Tornando alle cose serie: non ho capito poi che fine fa la cacca nel secchio.

  11. rocco

    l’economia circolare:
    gira gira il citrulo…torna sempre all’ortolano

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