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Ancora sugli eventi estremi in USA, Spagna, Italia

Questo post è inteso come una continuazione e un compendio del post del 10 agosto scorso; si articola nelle tre sezioni

1-Aree interessate ad eventi molto caldi e molto freddi in USA
Qui per USA intendo gli Stati Uniti continentali senza l’Alaska (Contiguous US) e il dataset NOAA che uso riguarda la percentuale di area degli USA che ha a che fare con eventi molto caldi e molto freddi, da gennaio 1895 a luglio 2019. Il grafico di questi dati, in figura 1, mostra che gli eventi molto caldi hanno occupato, nel corso del tempo, aree sempre più vaste, mentre gli eventi molto freddi aree sempre meno estese. La variabilità è grande, ma faccio riferimento all’andamento medio dato dai fit lineari.

Fig.1: L’area percentuale degli USA interessata ad eventi molto caldi (rosso) e molto freddi (blu, cambiato di segno). I due fit lineari mostrano una salita (circa lo 0.12% per decennio) per gli eventi caldi e una discesa (dello stesso ordine della salita precedente) per quelli freddi.

Tutti quelli trattati qui sono eventi estremi (molto caldi e molto freddi) ma ho preferito estrarre da questi un sottoinsieme di eventi decisamente “più estremi”, considerando solo le aree superiori o uguali al 40% del territorio.
I dati riportati in figura 2 danno, anche visivamente, l’idea degli eventi molto, molto caldi distribuiti su aree maggiori nel corso del tempo e il contrario per gli eventi molto, molto freddi.

Fig.2: la serie temporale delle aree ≥ 40%. Questi sono gli estremi tra gli eventi estremi. Come in figura 1, gli eventi freddi hanno le aree percentuali (asse y) cambiate di segno.

Dai dati con area ≥ 40% ho estratto la frequenza di apparizione su intervalli di 10 anni, sia per gli eventi caldi che per quelli freddi. Gli istogrammi relativi sono mostrati in figura 3.

Fig.3: L’istogramma degli eventi molto-molto caldi e molto-molto freddi, cioè gli “eventi estremi più estremi” definiti come le aree maggiori o uguali al 40% degli USA. Non è rappresentato l’ultimo bin perché riguarda il periodo 2015-2012 ed è quindi incompleto. Il suo valore al 19 agosto 2019 (a metà intervallo) è però 15, il che lascia immaginare un valore finale molto alto, se la situazione non cambia.

La situazione descritta rappresenta un aumento di eventi estremi che assomiglia a quella dell’indice CEI (post citato all’inizio, figura 3) che cresce a partire dal 1965, mentre prima era in diminuzione. Senza dubbio il CEI (che contiene il PDSI, un indice di siccità, la temperatura e la precipitazione) è legato all’area interessata agli eventi caldi, anche se non so quanto sia forte questo probabile legame. In ogni caso la figura 3 conferma che negli USA gli anni attorno al 1965 hanno rappresentato un minimo di attività (anche per gli eventi freddi). L’attività è poi aumentata andando avanti nel tempo fino ai giorni nostri (l’attività “fredda” è però diminuita).
Però la concentrazione di anidride carbonica non ha mai smesso di crescere e quindi associare la diminuzione degli eventi estremi e poi il loro aumento alla CO2 che è sempre cresciuta risulta difficile. Quello che mi viene da dire è: sì, gli eventi estremi sono cresciuti ma non in relazione all’aumento della CO2.

2-Precipitazioni estreme in Spagna
Nell’ottobre 2018 Meseguer Ruiz e colleghi hanno pubblicato un lavoro che riporta, ogni 10 giorni (direi decade se non temessi di confondere le idee a causa di “decade” che in inglese significa decennio), il numero di eventi precipitativi torrenziali (>200 mm in 24 ore) registrati nei bacini idrografici dei fiumi Júcar e Segura, nell’Est-Sud-Est iberico. I loro dati sono mostarti in figura 4 divisi in tre periodi: 1950-2016 (tutti i dati); 1950-1982 (primo periodo) e 1983-2016 (secondo periodo).

Fig.4: Gli eventi di piogge estreme qui mostrate come smussate su 3 bin con un filtro passa basso. L’ascissa è in unità di 10 giorni e in rosso viene indicato il mese. Il massimo degli eventi del primo periodo (in rosso) si ha il 20 ottobre, quando il massimo degli eventi del secondo periodo è decisamente inferiore. E’ difficile dire che gli eventi estremi sono aumentati tra il primo e il secondo periodo.

Gli autori cercano una relazione tra il West Mediterranean Oscillation Index (WeMOi) e le piogge. Come si vede in figura 5, esiste ed è chiara una generica relazione inversa tra la precipitazione e l’indice mediterraneo (nel senso che quando la pioggia aumenta l’indice diminuisce) ma, guradando più in dettaglio, il minore valore di WeMOi corrisponde ad un valore intermedio della precipitazione (linea giallo-verde) mentre la massima precipitazione corrisponde ad un valore intermedio dell’indice (linea celeste). Credo in definitiva che la relazione cercata sia reale ma molto più complessa di quanto si possa sospettare.

Fig.5: Il quadro superiore è la ripetizione di figura 1 mentre quello inferiore è l’indice WeMO organizzato allo stesso modo degli eventi di pioggia (suddiviso in tre intervalli di 10 giorni l’uno), ugualmente filtrato e rappresentato negli stessi tre periodi.

Eventi estremi in Italia (Toscana)
Nel sito web del prof. Sergio Pinna sono disponibili i dati della precipitazione mensile totale in Toscana dal 1951 al 2017 in forma di percentuale della media 1951-2000 che mostro in figura 6.

Fig.6: Precipitazioni in Toscana dal 1951 al 2017 come percentuale della media 1951-2000.

Qui sono interessato a verificare se in questi dati sono presenti forti eventi che eventualmente mostrino una tendenza definita. Ho quindi estratto dal dataset originale gli eventi con almeno un valore 200 (cioè il cui valore sia almeno 2 volte il valore medio), li ho definiti “estremi” e li rappresento in figura 7 insieme al loro spettro Lomb.

Fig.7: Eventi estremi estratti dalla precipitazione in Toscana.Nella scritta in rosso la pendenza dei dati, resa poco significativa dalla grande dispersione. Nei quadri inferiori lo spettro.

Quindi la percentuale di pioggia tende a crescere nel tempo, mentre lo spettro mostra gli stessi massimi già visti in altre situazioni di eventi estremi, come nel post citato all’inizio. Per cercare un’informazione meno dispersa di quella di figura 7 ho raggruppato gli estremi in intervalli sia di 10 che di 5 anni, i cui istogrammi sono in figura 8. Entrambi mostrano che questi eventi tendono a diminuire di numero.

Fig.8: Istogramma delle piogge estreme in Toscana, suddivisi in intervalli di 10 e 5 anni.

Possiamo dire che in Toscana le piogge estreme tendono ad aumentare in quantità di precipitato mentre tendono a diminuire di numero (di frequenza).

Conclusioni
Da quanto abbiamo visto, gli eventi estremi funzione di un unico fattore scatenante (la CO2) sono come minimo incerti e discutibili. Nel caso degli USA, quando questi eventi crescono, si osserva che crescono dal 1965 mentre negli anni precedenti erano più elevati e sono diminuiti, fenomeno incompatibile con una CO2 che cresce monotonicamente. La supposta relazione CO2-eventi estremi si mostra discutibile a diverse scale: da quella continentale nel caso del CEI e degli eventi caldo-freddo a quella più locale “locale” della Spagna e della Toscana.

Tutti i grafici e i dati, iniziali e derivati, relativi a questo post si trovano nel sito di supporto qui

Bibliografia

  1. Óliver MESEGUER-RUIZ, Joan Albert LOPEZ-BUSTINS, Laia ARBIOL ROCA, Javier MA , Javier MIRÓ, María José ESTRELA: Episodos de precipitaciòn torrencial en el Este y Sureste Ibéricos y su relaciòn con la variabilidad intraannual de la oscillaciòn del Mediterràneo Occidental (WeMO) entre 1950 y 2016https://www.researchgate.net/publication/334329930
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Published inAttualitàClimatologiaMeteorologia

14 Comments

  1. angelo

    realistica lo é di sicuro, a meno di voler chiudere gli occhi e far finta che non esiste nessun fenomeno strano nei nostri cieli,
    ma dal momento che il fenomeno ufficialmente “non esiste”
    domandare di produrre una letteratura scientifica al riguardo suona quanto meno bizzarro o cognitivamente dissonante,
    pertanto affermare che la prima ipotesi della visione alternativa é giudicata irreale sulla base di una clamorosa dissonanza,
    certamente la seconda ” passiamo oltre”
    é piu coerente, se poi fosse stata proposta senza mezzi termini per prima
    era pure piu corretta.
    ha dimenticato “l’amen”
    celo metto io, non si disturbi per la replica,
    non amo le polemiche con i sordi.

  2. angelo

    per chiarire, il mio primo intervento “off..limits) era un tentativo provocatorio di aprire una finestra sulle possibili cause dei fenomeni estremi per dare una visione alternativa a quelle piu comuni offerte.
    non ho conoscenze approfondite in ambito modellistico, e poca dimestichezza sulla monumentale mole di macro dati aggregati, dati e indici.
    criteri di misurazione, applicazione e proiezioni matematiche,
    sono per me materie sconosciute, pertanto non potrei essere
    in tema, dunque, se il mio tentativo o.t. di ipotizzare una visione empirico deduttiva é stato di cosi tanto fastidio per la su in pertinenza, chiedo scusa, e rinnovo la disponibilita di dare circostanza a quelli che vi sembrano vaneggiamenti.
    nella speranza che questo mio chiarimento riesca a non incorrere nel terzo rimpropvero o.t.
    saluto cordialmente

    • Angelo,
      una visione non può solo essere alternativa, deve anche essere realistica. Quella che proponi non lo è. E a meno che tu non possa presentare della letteratura scientifica, direi che possiamo serenamente passare oltre.
      gg

  3. angelo

    circa 2 ore fa ho inviato una risposta dove spiego il mio stato di salute mentale, e un breve riferimento a come la scienza per poter progredire debba necessariamente appogiarsi su solide gambe rappresentate dalla osservazione, indagine, e deduzione empirica,
    inoltre accenno alla possibilita di produrre in privato una spigazione solida e circostanziata dei miei “vaneggiamenti”
    per evitare tifoserie di pancia e non dilungare un argomento
    che sembra essere piuttosto indigesto al m.s.m.
    naturalmente immagino ci sia stato qualche problema tecnico,
    diversamente la devo interpretare come una risposta “eloquente”

    • Angelo,
      nessun problema tecnico, almeno da questa parte. Eventualmente rimandala, ma vedo che il consiglio di restare sul tema non è stato recepito.
      gg

  4. angelo

    andando piu nel dettaglio, le operazioni di geoingegneria che da ormai un ventennio vengono svolte al di sopra di ogni legge e sovranita’, inquinando e alterando i cicli naturali di formazione dei corpi nuvolosi, diminuendo sensibilmente le precipitazioni, ed esacerbando i periodi di siccita, con conseguenti fenomeni estremi di ritorno, interferendo pesantemente con il ciclo idrologico delle stagioni,
    sono incredibilmente “assenti” da ogni tipo di informazione meteo.
    spesso sono cosi plateali nel “distruggere” temporali e inibire le precipitazioni che incredibilmente capita di sentirne la spigazione in bocca a dei bambini, elementare tal quale la vedono!!!
    l’effetto serra poi non potrebbe essere piu efficace che con queste operazioni di copertura artificiale che inpediscono al calore della terra di liberarsi in atmosfera libera contribuendo ad un aumento costantee aiutato dalla drastica diminuzione dei temporali deputati regolamento delle temperarature,
    e del bilanciamento delle energie accumulate.

    • Mi sembrava di non aver capito nel primo commento. Ora purtroppo sì. Se non fosse un argomento ormai debunkizzato ovunque chiederei di dar corpo e numeri a questi vaneggiamenti, ma ti chiedo semplicemente di restare sul tema.

  5. angelo

    vado of..limits.
    in mezzo a questo mare magnum di dati, dataset, correlazioni, forzanti, criteri, di rilevamento, mezzi e attrezzature, secchielli e palloni, visto che di scientifico c’è ben poco, se non la volonta e la passione di voler capire una disciplina come la meteorologia che disciplinata non e’, tantomeno inclinata a farsi acchiappare dalla scienza che spesso millanta tra le sue meraviglie discipline ancora incomprese,
    perche non proviamo a sostituire una volta tutti i suggerimenti
    main stream sulle colpe dell’uomo e dei suoi comportamenti poco attenti e su quelle presunte letali della co2, per soostituirli con quei comportamenti meno rumorosi, ma altrettanto pericolosi, di una ristretta elite in orgia di potere, che deliberatamente svolge sotto un silenzio assordante,
    esperimenti nucleari sotto il suolo, sotto le acque, nella stratosfera, esperimenti elettromagnetici volti ad alterare la ionosfera ed esperimenti chimici in tutta la troposfera fino ai confini della stratosfera e tutto questo da almeno 60 anni??

  6. Luca

    Buon giorno
    Vi scrivo questo off topic (anche se non del tutto) semplicemente per uno sfogo; io non ne posso veramente più di tutti coloro che vorrebbero salvare l’ ambiente dando la colpa in tutto e per tutto agli esseri umani, i quali assumono di volta in volta i volti più vari: le multinazionali, i poveracci che per sopravvivere si nutrono, i capitalisti, quelli che si comprano la macchina, quelli che usano il cellulare, quelli che si fanno la doccia una volta al giorno….non ne posso più, non ne posso più.
    Siamo di fronte ad un controllo mentale basato sul senso di colpa, che fonda le sue basi su un pensiero magico e non scientifico; anche se pretende di avere basi scientifiche per il tramite di scienziati-stregoni assoldati alla “casta sacerdotale” che controlla la maggior parte dei media mainstream, soprattutto in Italia e in Europa (ma anche altrove): una volta c’era Dio, il peccato, la religione, che fungevano da pensiero magico per controllare la nostra specie, adesso c’è la pseudoscienza.
    Il peccatore sommo è colui che “consuma” qualsiasi cosa per vivere e così distrugge il Pianeta-Gaia; strano vero? In tempi di disoccupazione, precarietà, riduzione forzata degli stipendi e quindi dei consumi per buona parte della popolazione “subordinata”, a causa delle disastrose ricette economiche imposteci, e imposte in molti altri paesi sviluppati e non solo, questa nuova religione sembra una nuova forma di adattamento psicologico alla nuove condizioni; come a dire: “sono disoccupato, o il mio stipendio è molto basso e sono quindi senza speranza di costruirmi un futuro, mettere su famiglia, offrire benessere ai miei figli, comprarmi una casa, degli elettrodomestici, ecc. ma sto salvando l’ambiente e tutto sommato questa è la scelta migliore per il Pianeta, quindi non lamentiamoci…..”
    Il Club di Roma ha fatto scuola nell’inculcare questa mentalità pauperistica nelle persone.
    Il “meme” del Pianeta sull’orlo della catastrofe è diventato ormai un luogo comune che non necessità più nemmeno di verifiche; basta che lo affermino santoni, chef e divi affermati, magari sui social o in tv (e fa più presa se sei un divo benestante amato dal pubblico, che vive con tutti i comfort e comunica tramite i mezzi che la “maledetta” società industriale ti fornisce), per guadagnarsi istantaneamente la superiorità morale nei confronti di poveri, “sdentati” e disgraziati che ambiscono invece al benessere, ad avere un degno stipendio, a sfuggire dalla fame e ad avere servizi come trasporti, mezzi di comunicazione, sanità, abbondanza di cibo…..
    La distruzione della classe media è l’obiettivo, pare; fare vivere la maggior parte della persone di stenti, in una vita di e ristrettezze, controllandole così sempre meglio, sia in occidente che nei paesi in via di sviluppo, mentre dall’altro lato prolifera una casta “ambientalista” che si arricchisce speculando con le cosiddette “energie rinnovabili” e le carbon tax.
    Dopo aver letto vari siti, libri e svariate ricerche a me sembra sempre più evidente che la favola del Pianeta sull’orlo della catastrofe a causa del benessere e delle attività industriali degli esseri umani non è vera, o se è vera in parte, ed è ingigantita enormemente nei suoi effetti; è solo una parabola religiosa per instillare sensi di colpa ed indurre cambiamenti-adattamenti comportamentali nei “sudditi”. E’ vero, lo sviluppo industriale ha provocato anche problemi ambientali, ma non mi sembra che il Pianeta sia sull’orlo della distruzione a causa degli umani, men che meno per la CO2.
    Se poi il benessere e la salute degli umani comportano l’impiego di materie prime ed energia con inevitabili ricadute sull’ambiente, io preferisco avere un ambiente un pochino più inquinato ma un’umanità più felice e lontano da fame e malattie; preferisco salvare delle vite umane; anche se credo che lo sviluppo tecnologico alla fine potrà liberarci anche dalla maggior parte degli “effetti collaterali” del benessere; lo sta già facendo.
    Lo sviluppo tecnologico sano dovrà essere naturalmente contrario ai pannelli solari e a tutte le altre mode green portate avanti dai gretini; mode ed energie alternative che “green” non sembrano poi essere e che alla fine contribuiranno a generare profitti per pochi e miseria per molti.
    Il discorso, infatti, è anche politico, di gerarchia di potere, di come si vuole plasmare la società; e voi di climatemonitor lo avete affrontato, anche nei commenti di molti di voi.
    Grazie per il vostro sito; siete una luce nel buio.
    Speriamo che questa epoca buia ed oscurantista volga presto al termine e la vera ricerca scientifica doni alla nostra specie un futuro radioso e lontano da sofferenze e stenti.
    Dobbiamo proteggerci dalla Natura, non idolatrarla; della natura fanno parte le malattie, i terremoti, la fame, il freddo estremo così come il caldo estremo, e tutte le altre catastrofi che sono sempre esistite (anche se la propaganda religiosa odierna dà la colpa di ogni cosa agli umani in epoca industriale) e che hanno da sempre decimato la nostra specie. Il clima è sempre cambiato sin dal lontano passato, e questi cambiamenti hanno da sempre provocato sofferenze e morti.
    Affermare il contrario vuol dire ambire all’estinzione umana, vuol dire morte e sofferenza, vuol dire abbassare volontariamente le difese ed esporre così la gente a tutti i capricci di una natura indifferente; l’ambientalismo degenerato di oggi è un’ideologia pericolosa antiumana che potrebbe generare sconvolgimenti futuri ben più orribili di quelli che il nazismo è stato capace di compiere.
    Quello che mi preoccupa di più, infatti, non sono le condizioni del Pianeta, ma la propaganda religiosa di quelli che vorrebbero “salvarlo” a nostre spese.
    Grazie nuovamente per il vostro infaticabile lavoro.

    • Alessandro

      “La distruzione della classe media è l’obiettivo” …. direi più precisamente la distruzione della famiglia come guida di vita, infatti Istat già rileva il 33% dei nuclei familiari formati da una singola persona…pian piano per aumentare i consumi arriveremo in Italia ad essere la maggioranza ognuno con una propria casa…già quasi tutti hanno il loro telefono e la loro auto …ci hanno separato e diviso ben bene…perchè se stiamo insieme consumiamo di meno e spendiamo di meno…

      P.s. Inutile prendersela con altri…la massa si muove insieme al lavaggio del cervello mediatico che riesce a guidare ogni nostra scelta…

    • Massimo Lupicino

      Per quanto off-topic mi unisco volentieri al coro 🙂 La famiglia e’ un cattivo consumatore: tende a risparmiare limitando le spese e riciclando i beni acquistati per i figli. Il single o i DINK sono i consumatori perfetti. Tutto si muove di conseguenza.

  7. Alessandro

    Ciao Franco, di nuovo complimenti per questo tuo articolo.
    Ho l’impressione che gli eventi estremi pluviometrici in Italia siano anticorrelati a quelli in USA, puoi confermarmi questa impressione?

    • Grazie Alessandro.
      No, non posso confermare la tua impressione: tutto quello che ho per gli USA sono eventi legati alla temperatura, non alla precipitazione.
      L’indice CEI ha dentro (oltre alla temperatura e l’indice di siccità PDSI) anche la precipitazione ma non credo sia facile (non lo è per me) valutare il peso della pioggia rispetto al resto. E, anche, la pioggia in Toscana è
      certamente significativa ma questa è una delle 20 regioni italiane e non me lasento di fare estrapolazioni che definire azzardate è sicuramente un eufemismo. Franco

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