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Unisci i quadratini

Non è proprio come per il passatempo per i più piccoli della settimana enigmistica. Lì infatti ogni volta esce una figura diversa, a volte anche divertente. Nel caso del clima e della stima della temperatura media superficiale del pianeta non importa come si uniscono i puntini, l’importante è che alla fine esca fuori una bella figura dove domina il rosso.

Appena qualche giorno fa, grazie al post del Prof. Sergio Pinna abbiamo scoperto quanto sia sta diffusa in modo superficiale la notizia che lo scorso mese di luglio sia stato il più caldo registrato da quando si fanno misure oggettive. Per ottenere la notizia infatti si è passati per una volta al valore assoluto delle temperature, tralasciando quello ben utilizzato solitamente, ossia quello relativo alle anomalie.

Ora facciamo un breve, brevissimo ripasso sulla differenza che sussiste ancora oggi tra ciò che è, ovvero ciò che può essere misurato, e ciò che non è, ovvero quello che viene stimato, interpolato, prestato… insomma, a volte si direbbe proprio inventato.

Quella che vedete qui sotto è la mappa, riferita alle sole terre emerse, su cui sono rappresentate le aree per le quali la NOAA, che ha lanciato la notizia del luglio 2019, dispone di osservazioni. Chiaramente non è un’esclusiva, perché in realtà si fa riferimento ad un dataset globale cui tutti hanno accesso. Come si vede molto bene, la mappa (mare escluso) ha quasi più spazi grigi, cioè senza dati, che colorati, cioè con osservazione disponibile.

Ora, come si possa passare da questa ad una mappa dei percentili raggiunti nello scorso mese di luglio sull’intero pianeta (qui sotto), in modo che aree grigie, cioè senza dati, diventino aree in cui sono stati battuti dei record di temperatura è un mistero. Sono certo che i procedimenti siano studiati appositamente, corretti e correttamente applicati, ma c’è sinceramente da chiedersi che senso abbia tutto questo.

Enjoy.

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Published inAttualitàClimatologia

10 Comments

  1. angelo

    sembra, a guardare il quadro da lontano, un tentativo,
    quello di distrarre la massa dai consumi convenzionali del fossile e del petrolio, di instaurare un nuovo ciclo economico, cambiando il paradigma dell’energia, dirottando l’intera industria e i consumi correlati, verso l’elettrico, tra l’altro ben controllabile e sorvegliabile dalla tecnologia, confluendo l’intera economia in una nuova “bolla” economica.
    naturalmente va con se che i maggiori beneficiari sono le strettissime elites finanziarie, avanguardia moderna della secolare ” tribu” che nel mantenere lo status quo’ acchiappano due benefici contemporaneamente:

    restano bene in sella al comado e possesso di quanto accumulato in secoli attraverso il controllo della moneta,

    nel processo di trasformazione economica verso l’elettrico e le green, pezzi di etnie e nazioni intere scompariranno per fame e stenti.

  2. rocco

    ascoltando il TG1 apprendo che la foresta amazzonica viene bruciata per permettere coltivazioni agricole.
    Di quali coltivazioni si tratta?
    Mais, ossia proprio il prodotto base da cui produrre le famose bioplastiche.
    Ecco, l’ambientalismo che protesta contro gli incendi delle foreste, propone le bioplastiche al posto del petrolio e poi non si chiede da dove proverrà la biomassa, su quali terreni verrà coltivata e quanto costerà.
    Che si tratti di una religione, ormai non ci sono dubbi, che si tratti di uno stratagemma per spennare più velocemente le popolazioni ed arricchire ancora più velocemente le elites è lapalissiano, che si tratti di una strategia a lungo termine per contenere la pressione demografica eliminando per stenti e fame i più poveri?
    Tuttosommato rientra nella classica “lotta per la sopravvivenza” darwiniana: i più adatti sopravviveranno, ossia i ricchi ed i benestanti che non avranno neanche più bisogno di chi gli porta l’acqua in quanto utilizzeranno robot.
    La profezia di Terminator si sta avverando

  3. Alessandro

    “da chiedersi che senso abbia tutto questo.”
    Ha più di un senso diffondere il terrorismo meteoclimatico.:

    1)Dirottare i consumi della popolazione mondiale in un verso e di conseguenza aumentarli.
    2)Internazionalizzare qualunque bene di consumo e qualunque evento climatico o pseudoclimatico.
    3)Togliere sovranità allo stato internazionalizzando il clima e unificando la politica.
    Stanno internazionalizzando qualunque pensiero della popolazione mondiale..sono a buon punto, vediamo se ci riusciranno con l’Amazzonia..un consiglio per rimanere coi piedi per terra:
    spegnete la TV, non leggete i giornali, ecc…

  4. Luca Maggiolini

    Plastica prodotta con vegetali, la cui coltivazione impone un uso maggiore di risorse (e di suolo) che produrre la plastica direttamente dal petrolio (per non parlare dell’aspetto morale dell’uso di cibo per fare sacchetti della spesa, osceni tra l’altro – e aggiungiamoci anche gli pseudo bio-carburanti). Ottimo.
    Alla fine, sono tutti trucchetti per drenare risorse dai meno abbienti ai soliti quattro gatti (come per il FV, l’eolico, i Certificati verdi, e via cantando)

  5. rocco

    Tra Australia e Nuova Zelanda sta facendo così caldo che la neve cade copiosa.
    La teoria AGW sostiene che anche il freddo è causato dal caldo.
    Chissà se anche a loro i media allineati con il marketing ambientalista mostreranno filmati di calde estati boreali così come quando da noi la neve cadeva copiosa ci mostravano le immagini delle calde estati australi.
    Le piste da sci delle Alpi australi sono aperte.
    immagine da https://www.star.nesdis.noaa.gov/smcd/emb/snow/HTML/snow_extent_plots.html

    Immagine allegata

  6. rocco

    @Sardo61
    chimica verde fa rima con presa per i fondelli.
    parole come verde, bio, eco sono solo marketing.
    La chimica è chimica, non ha colore: o è utile o è inutile.
    la cosidetta chimica verde, ossia la chimica con base i carboidrati significa più terreni da disboscare per produrre mais.
    E poi si lamentano che l’Amazzonia brucia… (se è per questo l’Amazzonia brucia ogni anno, così come brucia ogni anno l’Africa, ma solo oggi se ne ricordano e solo perchè in Brasile non c’è un presidente a loro gradito).
    Per quanto riguarda la presunta bontà della chimica verde, 2 studi: Environmental Deterioration of Biodegradable, Oxo-biodegradable, Compostable, and Conventional Plastic Carrier Bags in the Sea, Soil, and Open-Air Over a 3-Year Period
    https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acs.est.8b06984 ;
    Biodegradable plastic bags on the seafloor: A future threat for seagrass meadows? https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/28679119
    in pratica, oltre a rompersi con uno sguardo, comunque inquinano e non risolvono nessun problema se non quello di remunerare gli azionisti delle varie aziende che processano i carboidrati.
    L’ambientalismo è marketing che usa fraudolentemente la scienza per avere un po’ di autorevolezza.
    L’ambientalismo è una religione e come le migliori religioni assicura la salvezza dietro il pagamento di costose “indulgenze verdi”.

  7. Alessandro

    “I consumi devono aumentare” frase che si sente spesso ed è il segnale inequivocabile da quale parte sia schierato chi la pronuncia…io penso invece che i consumi debbano diminuire perchè ciò che acquisto oggi deve durare più di quello che acquistavo ieri..questo significa diminuire gli sprechi, i rifiuti, ma sopratutto che la produzione di un bene va verso la qualità e il benessere di tutte le persone e non come al solito per pienare le tasche di soldi di pochi individui senza scrupoli…

  8. Franck

    Il senso è una paurosa “infinocchiatura” perchè il gioco vale la candela…
    I governi sono praticamente obbligati a sborsare contributi a fondo perduto per sostenere l’acquisto altrimenti a prezzo proibitivo di pale eoliche, pannelli solari e auto elettriche (batterie annesse). Invece di dare impulso alla ricerca per rendere questi prodotti davvero efficienti e quindi convenienti (andrebbero via da sè) certi signori vogliono fare subito i soldi. I mercati finanziari hanno fretta, fretta ,fretta! E per il profitto è valida qualsiasi balla.

  9. rocco

    il senso è che ci dobbiamo comprare l’auto elettrica, la borraccetta di alluminio, la plastica derivata da carboidrati… in breve contribuire allo sviluppo economico di nuovi prodotti appena sfornati.
    Se c’è un problema, bisogna porre in atto delle soluzioni, se il problema non c’è lo si inventa.

    • Sardo61

      Plastica bio-degradabile fa rima con Chimica Verde !!!
      Senza la politica, nessuno accetterebbe buste di plastica che si rompono al minimo movimento …

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