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Il summit della disillusione

Il 23 settembre scorso è andato in scena il summit climatico organizzato dall’ONU, per cercare di concretizzare i generici impegni delle Conferenze delle Parti successive a quella di Parigi del 2015. Chi segue queste vicende, certamente ricorderà che a Parigi, in occasione della COP21, tutti i Paesi del globo terraqueo si “impegnarono” a prendere tutte le iniziative necessarie a mantenere l’innalzamento della temperatura terrestre media globale “ben al di sotto dei 2°C” e “possibilmente” al di sotto di 1,5°C.

Nelle tre COP successive i famosi impegni di Parigi (meglio noti come Accordo di Parigi) non si sono trasformati in azioni concrete ed impegni vincolanti per i firmatari dell’Accordo. Credo che tutti ricorderanno che l’Accordo di Parigi NON è vincolante per i sottoscrittori. Non sono previste sanzioni per coloro che vengono meno agli impegni presi, per cui tutto è demandato alla buona volontà delle Parti. Per noi europei le cose non stanno esattamente così, perché l’Unione Europea emana sempre più spesso Direttive in cui gli impegni presi in ambito internazionale assumono valore prescrittivo e vincolante, ma, è notorio, che noi siamo i primi della classe in quanto ad autolesionismo.

Sono anni che seguo con attenzione gli incontri internazionali che pongono al centro dell’attenzione, le vicende legate al  cambiamento climatico in atto e sono anni che aspetto che succeda qualcosa di concreto, in un senso o nell’altro. Vorrei che si pronunciasse in modo chiaro e definitivo la sentenza: dobbiamo ridurre le emissioni e versare i famigerati 100 miliardi di dollari ai Paesi in via di sviluppo o mettere fine a questi inutili rituali che non hanno alcuna ricaduta concreta sulle vicende climatiche. Le emissioni di gas serra continuano infatti ad aumentare nonostante gli impegni presi dai Capi di Stato e di Governo mondiali.

In questo quadro non mi aspettavo nulla di particolarmente eclatante da questa ennesima passerella di Capi di Stato, ma, come si sa, la speranza è l’ultima a morire e, quindi, mi sono messo d’impegno a cercare di capire se qualcosa bollisse in pentola. Anche perché nel frattempo c’è stata la mobilitazione di milioni di giovani al seguito dell’eroina climatica Greta Thunberg. Vuoi vedere, mi sono chiesto, che questa volta qualcosa si vedrà?

Alla fine del summit del 23 settembre dobbiamo registrare però l’ennesimo fallimento. Le posizioni non si sono mosse neanche di un millimetro rispetto a quanto già si sapeva. I discorsi dei Capi di Stato e di Governo convenuti a New York, non sono andati al di là di generiche dichiarazioni di buona volontà. Eppure il Segretario Generale dell’ONU aveva chiesto ai partecipanti di presentarsi con dei piani chiari e concreti e non con “generiche” dichiarazioni di buona volontà prive di effetti pratici.

Chi ci è rimasta peggio di tutti è stata la povera Greta Thunberg che, tra le lacrime, ha pronunciato un accorato discorso, in cui ha preso a pesci in faccia i partecipanti al summit, accusandoli di averle rubato l’infanzia ed i sogni. Ha esordito ammettendo che si trovava a vivere una vicenda del tutto sbagliata: doveva essere a scuola dall’altra parte dell’oceano e invece si trovava ad assistere ad un pietoso spettacolo, in cui i responsabili del disastro climatico in atto, invece di presentare piani d’azione concreti, si limitavano a sterili ed inutili esibizioni oratorie. Per la prima volta ho visto vacillare la vestale della lotta ai cambiamenti climatici ed alle disuguaglianze sociali. Per la prima volta ho avuto l’impressione che ella si stia rendendo conto dell’inutilità della sua lotta. E per la prima volta mi è sembrato di individuare i danni prodotti da anni di sovraesposizione mediatica. Mi auguro, per il suo bene, di sbagliarmi e che la mia analisi sia frutto di una clamorosa cantonata. Spero che quello di Greta, sia il discorso di una grande attrice e che abbia recitato un copione.

A parte le lacrime e la rabbia di Greta Thunberg, nulla di rilevante è emerso dal summit organizzato dall’ONU. Dobbiamo registrare addirittura qualche passo indietro. Nazioni come Australia, Corea del Nord, Arabia Saudita, Giappone e Brasile non hanno presentato alcun piano d’azione. Gli Stati Uniti non hanno proprio preso parte alla discussione: il presidente Trump ha assistito dalla platea agli interventi della cancelliera Merkel e del primo ministro indiano Modi e poi ha lasciato l’Assemblea. Ha applaudito l’intervento di Modi che, però, si è limitato a dichiarare un aumento della produzione di energia da fonti rinnovabili entro il 2022, senza accennare minimamente ad una riduzione dell’uso del carbone. Il presidente turco Erdogan ha detto a chiare lettere che il suo Paese non rinuncerà all’uso del carbone, in forte crescita, a meno che non venga riconosciuto alla Turchia lo status di Paese in via di sviluppo, con il conseguente supporto finanziario da parte dei Paesi sviluppati.

La Cina si è limitata a ribadire l’intenzione di rispettare gli impegni di Parigi, ma non ha manifestato alcuna intenzione di assumerne di più ambiziosi. A ciò non è estranea la guerra commerciale in corso con gli USA che, secondo il rappresentante cinese, si sono sottratti anche agli impegni di Parigi.

L’UE non ha potuto fare niente di più di quanto già fatto a Parigi nel 2015. Polonia, Estonia, Ungheria e Repubblica Ceca non sono disposte a fare ulteriori concessioni in materia di riduzione delle emissioni.

In questo quadro desolante una sessantina di Paesi hanno dichiarato che intendono assumere entro il 2020 impegni più ambiziosi di quelli di Parigi (senza spiegare, però, come faranno) e circa una settantina intendono raggiungere entro il 2050 l’obiettivo delle emissioni zero. Tutti insieme rappresentano, però, meno del 20% delle emissioni globali di CO2. Campa cavallo!

Registrato questo ennesimo fallimento globale, ci predisponiamo alla prossima COP. Sarà la venticinquesima e, viste le premesse, credo che assisteremo al 25° nulla di fatto.

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Published inAttualitàClimatologia

17 Comments

  1. robertok06

    @Luca

    “I catastrofisti hanno da sempre vinto… https://www.meteogiornale.it/notizia/61298-1-il-livello-dei-mari-potrebbe-salire-di-1-metro-entro-1-secolo

    Fantastico!… grazie… la foto, che copio e incollo dal sito (farlocchissimo) da te linkato la dice tutta sulla qualita’ dell'”informazione” nel campo del clima.

    Secondo l’autore quella sarebbe la foto di NY con 1 m di acqua in piu’???? quanto sono alti i grattacieli di NY, 10 metri? Nella foto, una ricostruzione al calcolatore, ci saranno almeno 30 m di acqua sopra al livello medio normale… basta guardare una foto vera degli stessi grattacieli, se ne trovano a bizzeffe senza problemi.

    Fake news. Da vomito.

    Se l’intera groenladia fondesse, sarebbero 75 m di acqua in piu’… ma ci vorrebbero svariati secoli, vicino al millennio, per fare una cosa del genere… non certo durante la nostra vita o dei nostri figli e nipoti.

    Ma per favore… ma andate a zappare, falsari di seconda categoria…

    Immagine allegata

    • Luca

      Condivido la tua esternazione. E’ vomitevole… Non sono un esperto ma, probabilmente, neanche se si sciogliessero i ghiacci dell’antartico arriveremmo a qunto si vede in quell’immagine. Ma quello è un sito catastrofista per definizione (e ti dico che è anche molto seguito!) che, però, ogni tanto sforna un articolo più moderato ed equilibrato che, spesso, stento a credere sia stato pubblicato proprio da loro!
      Ma questi sono gli articoli su cui poi si fanno i servizi ai vari TG o giornali on-line il cui vero scopo, oggi, non è informare, ma disinformare i cittadini, in tutti i settori, dalla scienza alla cronaca, alla politica.
      Ovvio che oggi, in un contesto generale di “panico” da cambiamenti climatici di cui la gente “comune” è costantemente vittima, ogni evento meteo/climatico degno di nota viene descritto come “clima impazzito”! E i pesci abboccano all’amo…

  2. Caro Donato,
    stai leggendo l’ultima fatica dell’IPCC e per questo mi dai un’ottima notizia: aspetterò il tuo commento, visto che io non avrei intenzione di leggerlo. Forse non ci riuscirò ma almeno ci provo.
    scrivi:“Ebbene, da una prima scorsa, posso notare che gli intervalli di confidenza delle proiezioni di aumento del livello dei mari al 2100 sotto lo scenario di emissioni RCP 2.6 e sotto lo scenario RCP 8.5, si sovrappongono quasi completamente fino al 2050 ed al 2100 sono ancora sovrapposti parzialmente”
    La cosa mi lascia perplesso: se gli intervalli 8.5 e 2.6 si sovrappongono vuol dire che potremo giurare senza il minimo dubbio sulla bontà dei risultati :-). proprio come i catastrofisti hanno giurato sulla bontà dei numeri di Resplandy et al., 2018, pubblicato su Nature e appena ritirato per un serio errore di statistica.
    Comunque resto in attesa del tuo commento al report IPCC. Ciao. Franco

    • donato b.

      Caro Franco,
      quando commentai Resplandy et al., 2018 (
      http://www.climatemonitor.it/?p=49623 ) espressi molte perplessità sui numeri dello studio. Non eseguii nessun calcolo statistico, ma i valori dell’incremento del contenuto di calore degli oceani, gli intervalli di confidenza palesemente ristretti e la metodologia usata per calcolare il contenuto di calore, mi lasciavano piuttosto dubbioso.
      Color che tutto sanno sostenevano che le perplessità erano dettagli che non inficiavano la sostanza dell’opera. Poi arrivò la stroncatura di Lewis che confermava la sottovalutazione delle bande di confidenza (4-5 volte più grandi di quelle dichiarate) a causa di evidenti (per Lewis) errori di calcolo statistico, la difesa di Schmidt che sminuiva i rilievi di Lewis e, infine, il ritiro dell’articolo, chiesto da Nature. Evidentemente l’articolo faceva acqua da tutte le parti e altrettanto il processo di revisione cui era stato assoggettato.
      A pensar male si fa peccato, ma nessuno mi toglie dalla testa che i revisori hanno letto solo il passaggio dell’abstract che sosteneva la sottostima del contenuto di calore degli oceani da parte di tutti i lavori precedenti (IPCC AR5 in testa) e che consentiva di portare la sensibilità climatica all’equilibrio a valori “venusiani” 🙂 .
      Eppure tutti gli autori avevano notevole expertise in campo climatico, ma, probabilmente, scarsa dimestichezza con la matematica 🙂 🙂 .
      Ciao, Donato.

  3. Luca

    I catastrofisti hanno da sempre vinto… https://www.meteogiornale.it/notizia/61298-1-il-livello-dei-mari-potrebbe-salire-di-1-metro-entro-1-secolo

    Ovviamente non ho parole per il video di Greta, di cui ho visto solo i primi istanti, prima di avere un conato di vomito…

    Ci sono tanti problemi nel mondo ma il mondo continua ad ignorarli e a dare importanza a teorie alquanto dubbie; ovvio, dietro qualcuno deve lucrare…

    Sono anche senza parole per quanto esposto dal ministro dell’ambiente, al quale suggerirei di andarsi a fare uno studio sull’andamento dei ghiacciai alpini degli ultimi 2000 anni, prima di fare certe affermazioni.

    Purtroppo, è inutile anche parlarne e scrivere qui. Chi controlal i mass media, controlla l’informazione, vera o fasulla che sia. E la gente “comune” si fa le proprie idee su quanto legge dai mass media.

    Mi sembra di assistere a ciò che avviene nel capoluogo della mia provincia. In nome delle idee cosiddette “green” (che di green non hanno nulla, visto che io che sono per il verde ovunque non approvo assolutamente tutto ciò che sta accadendo!), realizzano ciclabili ovunque (di cui una costosissima, realizzata da poco, che attraversa il lago che non è neanche utilizzata e, udite udite, anche costruita non in conformità degli standar di sicurezza, da non credere!!!) ma non fanno assolutamente niente per diminuire la formazione del traffico allucinante che si forma sempre negli stessi punti per ovvi motivi che capirebbe anche mia figlia di 6 mesi. Così la gente va in bicicletta, accanto ad una fila di macchine immensa, respirando tutta la purezza dell’aria che viene emessa dalle automobili. Poi ho capito il perché di queste ciclabili… parlando con un caro amico sindaco di un altro capoluogo di provincia, mi ha detto che i comuni ricevono finanziamenti europei per la realizzazione delle ciclabili. Azz!!! Quindi: costruisco le ciclabili con i soldi dell’unione europea ma lascio il traffico così com’è, tanto ho fatto la ciclabile, che non ho pagato… miliardi spesi inutilmente: i livelli di smog sono sempre gli stessi, la gente che va in bicicletta o cammina si respira sempre la stessa aria. Cosa ho risolto? Niente… ma, sui giornali, ciò che importa è che il comune ha realizzato la ciclabile che piace tanto ai cittadini che poi, contenti, voteranno di nuovo lo stesso sindaco. Ma continueranno ad intossicarsi per via di un inquinamento altissimo di cui poco o per niente se ne parla (o ci si ricorda solo nei periodi invernali ove, ovviamente, per le “green” stufe a pellets, i livelli di particolato aumentano a dismisura, ma bloccano il traffico fino ai motori euro4 e tra un po’ anche euro5!)… ma la CO2, secondo loro, è più importante dei principali inquinanti presenti nei centri cittadini. Sono nauseato…

  4. alessandro69

    http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2019/09/26/costa-decreto-legge-sul-clima-in-cdm-il-3-ottobre_368605a7-621d-4301-95df-cc446bd5ef26.html Buongiorno a tutti (-: Leggevo poco fa questo articolo… mamma che ansia!!! ci siamo. Ps: ho calcolato quanti venerdì ci sono da qui alla fine delle lezioni scolastiche.. più o meno 33… praticamente un mese in meno di scuola sul periodo classico pianificato!! )-: Spero non accada mai, o per lo meno, non così esageratamente.

    • donato b.

      Oggi di fronte alla scuola in cui insegno si doveva svogere un sit-in in preparazione del corteo di domani mattina. Erano presenti una ventina di studenti su circa 700. Vedremo domani cosa succederà. Essendo la prima “manifestazione” dall’inizio dell’anno scolastico e considerato che il nuovo ministro ha pregato i dirigenti scolastici di “giustificare” senza troppa severità gli assenti, credo che coloro che si concederanno una giornata di vacanza, saranno parecchi. A domani sera per il resoconto completo. 🙂

      Ciao, Donato.

  5. angelo

    greta è certamente una sofisticata operazione di comunicazione, come i piu agili mentalmente riconoscono,
    ormai la comunicazione delle elites dispone di uno scenario dal vivo che si sovrappone alla realta, manipolandola con rappresentazioni reali, false flag e finestre di overton, dove le quinte e gli attori siamo noi con i nostri assets, il mondo reale.
    la realta ha assunto le caratteristiche di un ologramma, ed è quella che vedi secondo l’angolo da cui la guardi.

    non è un caso che abbiano utilizzato per la comunicazione un soggetto giovane, affetto da una sindrome in crecita tra i giovani, che ispira per cio stesso
    un sentimento di con passione da parte di adulti inclinati alla emozione facile, instaurando al tempo stesso un feeling con i giovanissimi, (una moltitudine sbandata e impaurita per il futuro)
    per il resto, il solito “gettone di presenza” come il venerdi ben remunerato, giustificato e gratificato da eventuali spuntini, insomma
    le trasferte sindacali con pranzo al sacco 2.0
    tutto questo attiene alla parte olografica della visione ,
    la parte reale è un po meno nobile:

    in agenda ci sono tre nodi da sciogliere nel breve periodo

    1 cambiare paradigma economico (energia)
    2 cambiare sistema monetario ($)
    3 ….. siamo troppi

    nel quarto punto, naturalmente ci si dovesse arrivare, ho dubbi e credo fermamente in Dio
    ci sara un socialismo etico e finanziario promesso come paradiso in terra

    ————-
    Commento moderato, evitiamo di scadere nell’offensivo.
    gg

  6. Caro Donato,
    grazie per la lucida disamina dell’ultimo, inutile, spreco di soldi all’ONU. Come hai mostrato chiaramente nel corso delle tue “relazioni” su COP et similia quello che hanno in testa i governanti è ben chiaro e non cambia mai: non vogliono imporre qualcosa di non gradito ai loro governati (europei esclusi) e allo stesso tempo vogliono mostrarsi volenterosi rispetto alla bufala del cambiamento climatico. Per cui non succederà niente nel mondo a riprova del fatto che lo scopo di tutta questa menata è politico e basta.
    Sono d’accordo con te sulle forze dietro a Greta. La ragazzina mi ricorda la definizione di Coldiretti data da qualcuno che conosco. “Eterodiretti” dice lui ed è quello che penso di Greta. Certe frasi che ho letto non sono da ragazzi(ni) ma da adulti (tipo mi avete rubato i sogni) e lei, forse in parte convinta o forse no, le ha lette (recitate) con notevole maestria. E tutti quegli adulti a pendere dalle sue labbra: ovviamente no, ma la scena è d’obbligo per mostrare la loro convinzione nella “buona causa”, dal basso della loro totale incompetenza.
    Sembrerebbe proprio che i catastrofisti abbiano vinto, ma il dover continuamente alzare la posta e la pressione mediatica credo sia indice di debolezza più che di forza.
    Speriamo bene … Ciao. Franco

    • donato b.

      Caro Franco,
      non so se i catastrofisti abbiano vinto o meno e, francamente, a questo punto mi importa pure poco. Iniziai ad interessarmi a queste faccende per cercare di capire ciò che diceva la scienza in proposito e, dopo aver studiato per anni, ho capito che il discorso non è più scientifico, ma politico. Come ama ripetere L. Mariani, dobbiamo credere nei numeri e i numeri dicono cose diverse da ciò che sostengono gli attivisti della lotta al cambiamento climatico. I numeri sono seri ed hanno le loro brave fasce di incertezza che ci fanno capire come ciò che si dice sia diverso da ciò che è. E questo mi basta.
      La politica, l’ideologia seguono un corso diverso da quello della scienza, la usano per portare acqua al loro mulino.
      .
      In questi giorni sto leggendo il capitolo 4 dell’ultimo Rapporto Speciale dell’iPCC (SROCC 2019): quello relativo al livello dei mari. E’ molto corposo, per cui impiegherò diversi giorni e poi lo commenterò. Ebbene, da una prima scorsa, posso notare che gli intervalli di confidenza delle proiezioni di aumento del livello dei mari al 2100 sotto lo scenario di emissioni RCP 2.6 e sotto lo scenario RCP 8.5, si sovrappongono quasi completamente fino al 2050 ed al 2100 sono ancora sovrapposti parzialmente, eccezion fatta per un unico lavoro del 2019 in cui i due intervalli di confidenza si separano. Questo significa che qualunque valore compreso in questi due intervalli di confidenza è equiprobabile. Considerando che le emissioni non seguiranno né lo scenario più ottimistico, né quello più pessimistico, ammesso che i modelli matematici funzionino bene e che la teoria sottostante il cambiamento climatico sia corretta, discutere oggi del livello del mare nel 2100 ha la stessa attendibilità delle discussioni sul sesso degli angeli. Eppure i membri del gruppo di lavoro dell’IPCC non hanno avuto remore ad estendere le loro proiezioni fino al 2300. Poi si lamentano del fatto che si criticano le conclusioni degli scienziati: quando dicono fesserie bisogna riconoscerlo anche a costo di passare per “antiscientifici” 🙂 .

      Ciao. Donato.

  7. David

    Bene il nulla di fatto!una riduzione dalle fonti provenienti dal petrolio ci ridurrebbe in ulteriore povertà senza risolvere il problema del clima che reputo non connesso alle emissioni.

  8. Filippo Turturici

    Certamente le cose impossibili, volendolo, prima o poi si fanno, ne abbiamo tante dimostrazioni storiche e tecniche. Cerchiamo però di capire se queste cose impossibili siano o meno il vero obiettivo di una certa parte del movimento/mondo “ambientalista”, a livello sia degli attivisti che dei politici.
    Se davvero di emergenza si tratta e se davvero l’obiettivo è ridurre nella maniera più rapida ed efficace le emissioni di CO2, perché tecnologie come il nucleare (sicuro e maturo) o il CCS (ancora in via di sviluppo) rimangono “convitati di pietra” al tavolo delle nazioni o addirittura vengono apertamente osteggiati da alcuni capofila (vedi Austria e Germania)? E non sono solo io a dirlo (pur da “tecnico” del settore), ma tante voci ben più autorevoli di me, anche dall’interno del famigerato IPCC. Perché poi gridare sempre alla catastrofe o all’emergenza, sulla base di scenario “worst case” di dubbia affidabilità e scarsissima probabilità, invece che presentare una serie di opzioni e relative soluzioni ragionate e ragionevoli?
    Il problema – da un pezzo ormai – non è più tecnico o ambientale, ma di credibilità. Qual è il vero obiettivo? La riduzione delle emissioni, o altro? Dalla lobby “verde” a quelli che vogliono costruire il socialismo con altri mezzi, il dubbio è molto forte: e il risultato, in un bagno di realtà sgradito a molti, non può che essere deludente.

    • donato b.

      Filippo,
      concordo completamente con le tue considerazioni. Estremamente interessante la parte che hai dedicato alla costruzione del socialismo con altri mezzi. Per quel che mi riguarda, posso confermare che una buona metà delle motivazioni che muovono gli attivisti della lotta al cambiamento climatico, sono legate alla ripartizione della ricchezza, al superamento degli squilibri tra Nord e Sud del mondo, alla modifica del sistema di vita occidentale. Chi ha i capelli bianchi (i pochi rimasti, nel mio caso 🙂 ) ricorda perfettamente queste tematiche condite in altra salsa. Oggi possiamo dire che l’ambiente può essere visto come pretesto della rivoluzione culturale mondiale! E’ inutile, c’è sempre una classe contro cui lottare.
      Ciao, Donato.

  9. robertok06

    Salve, ottimo post, Guido!

    La parte che piu’ mi lascia perplesso in questa intera faccenda e’ Greta che ha “portato davanti alla giustizia” 5 paesi… fra cui la Francia…???…. perche’ sarebbero inadempienti rispetto ai diritti dei bambini… Germania, Brasile, Turchia, Argentina gli altri 4…
    Probabilmente a forza di NON andare a squola, la piccola greta ha saltato qualche ora di geografia… USA, Cina, India… che non sono proprio piccoli, e soprattutto hanno qualcosa da dire rispetto ai diritti mancati dei bambini per quel che riguarda il clima e le emissioni, o mi sbaglio???

    Ho sempre di piu’ l’impressione che la piccola greta sia eterodiretta da qualcun altro… i genitori forse?… mah…

    Saluti.

    • Roberto,
      Il post è di Donato Barone, mio errore di editing, come sue sono tutte le disamine dei summit su CM. Mi scuso con lui e lo ringrazio per il lavoro preziosissimo che porta avanti da anni.
      gg

    • donato b.

      Roberto,
      credo che dietro Greta ci sia qualcosa di più dei genitori. Greta Thunberg è diventata il grimaldello per sfondare il muro di indifferenza che circondava il dibattito sul cambiamento climatico. La società civile non è mai stata molto sensibile alle tematiche del riscaldamento globale e del cambiamento climatico, in quanto i danni (veri o presunti) ad essi attribuiti erano di la da venire. Chi vuoi che si interessi a qualcosa che accadrà, forse, nel 2100?
      .
      Tra gli attivisti del mondo ambientalista si è cominciata a fare strada, pertanto, l’idea che fosse necessario un salto di qualità nella comunicazione del rischio legato al cambiamento climatico, in modo tale da coinvolgere le masse. Quando il mondo che ruota intorno alle tematiche ambientaliste, ha scoperto Greta, ha capito di aver risolto di botto il problema.
      .
      Personalmente sono dell’avviso che quando Greta protestava dinanzi al parlamento di Stoccolma, lo facesse perché convinta di lottare per una causa giusta e, credo, che la manifestazione fosse spontanea, non eteroguidata. Poi qualcuno si è accorto dell’enorme potenziale comunicativo rappresentato dalla fanciulla incappucciata che in pieno inverno chiedeva agli adulti di fare di più per salvare il mondo e c’è stato il salto di qualità.
      .
      Oggi sono convinto che dietro la giovane svedese ci sia un complesso di persone ed associazioni che ne incanalano le pulsioni più spontanee. Su di lei è concentrato un interesse quasi morboso dei media. E’ di questi giorni, per esempio, un video in cui si vedono sia la Thunberg che Trump: lei in ascensore ed il presidente che va incontro ai giornalisti. In mezzo decine di uomini e donne della sicurezza. Ebbene, i cineoperatori sono riusciti ad intercettare un’espressione della ragazzina che sembra volgere uno sguardo torvo a Trump. Lei ha di questi atteggiamenti e, probabilmente, il suo è uno sguardo privo di malizia, ma tutti i media hanno parlato di “occhiataccia di Greta a Trump” ed il video è diventato virale.
      .
      Tutto molto ben orchestrato, per essere casuale. Questo video
      https://www.conservation.org/video/nature-now-video-with-greta-thunberg
      è forse spontaneo? O non è, piuttosto, il frutto di un sofisticato lavoro di propaganda e promozione?
      Io opto per la seconda soluzione e, in proposito non ho il minimo dubbio, considerando l’altissima qualità del montaggio, delle immagini e la cura nell’organizzazione del testo. Roba da far impallidire i migliori pubblicitari commerciali.
      .
      Anche la scelta dei Paesi da portare in tribunale non mi sembra casuale. L’effetto sull’opinione pubblica europea è senz’altro maggiore se dinanzi ai giudici finisce un Macron od una Merkel piuttosto che un Trump, un Modi o il presidente cinese. Non dimentichiamo, infine, che tanto i Cinesi che gli Indiani sono considerati vittime del cambiamento climatico ed i loro governanti paladini della lotta ai cambiamenti climatici ed alle disuguaglianze nel mondo. Almeno in certi ambienti,
      Macron l’ha presa malissimo e lo ha detto a chiare lettere, Non so delle reazioni della cancelliera, ma, ironia della sorte, è stata l’unica che al summit si è impegnata su temi concreti (economici ed ambientali). Quest’azione non è frutto del sacco di Greta, ma di chi giostra nella sua ombra. E per avere un’idea di chi essi siano, bisogna dare un’occhiata ai titoli di coda del video che ho segnalato.
      Ciao, Donato.

  10. Mario

    Le cose impossibili non si possono fare neanche volendo. Se poi non si vuole… Parole al vento 🙂

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