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Oceani ritirati

Esattamente un anno fa Donato Barone, in una delle sue preziose analisi di letteratura scientifica, ci aveva raccontato dell’uscita di un paper in cui, neanche a dirlo, per il contenuto di calore degli oceani, la situazione sarebbe peggio del previsto. Vale a dire, se il riscaldamento non è nell’aria è nell’acqua e se nell’acqua ce n’è più di quanto si immaginasse prima è il caso di dire che… siamo fritti. Questo in sintesi il messaggio dell’articolo.

Già all’epoca, il paper, accolto in pompa magna dalla solita informazione mainstream, aveva ricevuto pesanti critiche metodologiche. Sovrastima dei risultati, uso della statistica piuttosto spericolato e sottostima dell’incertezza in particolare. Critiche culminate dopo non poca insistenza in un tentativo di correzione da parte degli autori.

E’ di pochi giorni fa la notizia che Nature, dove il paper era stato pubblicato, ha chiesto agli autori di ritirare l’articolo, ritenendo evidentemente che gli errori commessi non fossero sanabili.

Ora, qualcuno dirà che, pur con i suoi tempi e con le sue procedure, la scienza ha messo ordine, eliminando dal circuito un lavoro che evidentemente non meritava di starci.

Questo è vero solo in parte. Data la dimensione degli errori commessi, l’articolo non avrebbe mai dovuto passare lo screening dei referi, soprattutto su una rivista come Nature, quindi il processo presenta evidentemente delle falle non importanti. Se invece per scienza si intende anche il contributo esterno al circuito scientifico – le critiche sono state mosse sul proprio blog da un ricercatore indipendente, tal Nick Lewis – allora ok, alla fine il risultato è arrivato e quel che conta è la correzione.

Una lezione importante per tutti direi, specialmente perché nei giorni in cui è scoppiata la polemica, Judith Curry, che pure aveva ospitato Lewis sul suo blog per dei commenti e ne aveva prodotti di propri non proprio lusinghieri, aveva ricevuto addirittura una minaccia di morte per aver osato criticare quella che sembrava essere la scoperta della pietra filosofale del clima è invece era… oro di Bologna, evidentemente rosso dalla vergogna.

Per finire, ricordo che in quei giorni feci un post scrittum al commento di Donato Barone immaginando che, semmai ci fosse stata una correzione o un ritiro del paper, la notizia non avrebbe ricevuto neanche un millesimo del risalto dato invece alle conclusioni del paper risultate poi fallaci.

Quindi, se stiracchiando un po’ la faccenda si può dire che la scienza abbia fatto il proprio corso, circa l’informazione non si può dire proprio la stessa cosa. Del resto c’è da capirlo, perché rischiare di far venire qualche dubbio alle gioiose truppe manifestanti che riempiono la strada di cartacc…. ehm, di impegno per la salvezza del pianeta?

Buona fine settimana.

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Published inAttualità

5 Comments

  1. Fabrizio Giudici

    Tanto nessun giornale mainstream darà questa notizia e ci sarà gente ai dibbbbattiti che continuerà a citare il papero nato male senza ritegno.

    • donato b.

      Si, effettivamente sembra piuttosto interessante anche se gli intervalli di confidenza appaiono piuttosto ampi. Mi sono limitato a leggere l’abstract, per cui la mia valutazione è assolutamente qualitativa. L’articolo merita un approfondimento.
      Grazie per la segnalazione.
      Ciao, Donato.

  2. Alessandro

    post scriptum….

  3. rocco

    nel metodo scientifico vi è un periodo di “vuoto” esattamente tra lo studio e la sua verifica.
    In questo caso è passato un anno, ed in questo anno questo studio è stato preso seriamente ed ha contribuito ad ingigantire la megatruffa ideologica del riscaldamento globale e quella ancor più truffaldina della causa chimica/antropologica dei cambiamenti climatici.
    Ora, però, che lo studio citato è stato ritirato e che le conseguenze che elenzava si sono dimostrate false non accadrà una revisione da parte del cosidetto movimento FFF, questo falso lo sappiamo solo noi che ci interessiamo al metodo scientifico.
    Gli ideologi che si servono della scienza per confermare le proprie convinzioni continueranno a citare i risultati di questo studio, sopratutto dopo che ha avuto un anno di tempo per cementarsi nella mente dei poveri adolescenti così raggirati da un comitato economico-politico interessato solo a facili guadagni con nefaste tassazioni ambientali.

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