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L’Anomalia Termica del Dicembre 2019 in Australia

L’Australia (figura 1) è una grande massa continentale posta nell’emisfero sud fra 10 e 45°S e in questo periodo sta vivendo l’inizio dell’estate meteorologica che per convenzione è fissato all’1 dicembre. Quest’anno la stagione estiva è segnata dalla presenza di un anticiclone di blocco che sta determinando una sensibile anomalia termica accompagnata da estesi incendi boschivi.

Figura 1 – Carta fisica dell’Australia (fonte: etsy.com)

Alcuni dati

In figura 2 si riporta l’andamento delle temperature medie giornaliere per il territorio australiano del periodo ricavate come media dell’areale compreso fra 110 e 160°di longitudine Est e fra 10 e 40° di latitudine Sud. La norma è espressa dalle 3 linee in nero che sono la media e la media +/- 1 deviazione standard per il periodo 1999-2010. Il diagramma mostra che il fenomeno in questione è in atto dal 5 dicembre. Giova ricordare che secondo la cartografia in figura 3 l’anomalia termica è stata più rilevante sulla parte sud del continente ove si sono registrate anomalie positive di oltre 6°C rispetto alla media 1981-2010. Pertanto il diagramma in figura 2, considerando una media nazionale, tende a non rendere piena ragione dell’entità del fenomeno.

Figura 2 – Temperatura media dell’Australia per il periodo 17 agosto – 17 dicembre 2019 (elaborazioni dell’autore su dati CFSv2 della NOAA)
Figura 3 – Anomalia termica globale del periodo dal 10 al 18 ottobre 2019 (fonte: NOAA – https://www.esrl.noaa.gov/psd/data/composites/day/)

La figura 4 illustra il livello di anomalia delle temperature massime del 19 dicembre indicato dal servizio meteorologico nazionale australiano. Le aree in rosso sono quelle in cui si è toccato un record di temperature mai raggiunto. Sul sito del BOM è possibile anche vedere l’analisi per i giorni precedenti, il che si rivela di grande utilità per seguire in tutta la sua complessità l’evoluzione spaziale e temporale dell’anomalia termica.

Figura 4 – Carta delle temperature massime registrate il 19 dicembre (fonte: BOM – http://www.bom.gov.au/cgi-bin/climate/extremes/extreme_maps.cgi)

La figura 5 illustra la topografia del livello barico di 500 hPa. Si noti l’area dell’emisfero sud caratterizzata dal regime zonale (fascia con colori dall’arancio al blu e che per l’Australia interessa la sola Tasmania) che appare svilupparsi con grande regolarità attorno all’Antartide in virtù del fatto che nell’emisfero sud ci sono poche catene montuose e aree di terra a ondularlo. Dalla carta emerge inoltre la presenza di 4 grandi cupole anticicloniche (aree in granata con altezza della 500 hPa superore a 5900 m), una delle quali insiste proprio sull’Australia. In coincidenza con tali aree l’intenso soleggiamento e gli effetti di compressione determinano temperature particolarmente elevate.

Figura 5 – Topografia del livello barico di 500 hPa per l’emisfero sud (fonte: NOAA – https://www.esrl.noaa.gov/psd/data/composites/day/)

I livelli di anomalia del fenomeno in atto

E’ presto per esprimersi sui livelli di anomalia di un fenomeno ancora in corso che in ogni caso sta dando luogo a temperature record in molte località australiane.  Può essere utile tuttavia cercare di comprendere con che tipo di clima ci si debba confrontare in Australia nel periodo estivo e a tale scopo si riporta la figura 6 che mostra il numero medio di giorni con temperature di oltre 40°C registrato per il periodo 1910-1963 e 1964-2017 per le 60 stazioni del Servizio Meteorologico Australiano (BOM) attive dal 1910 (fonte: sito web di Joanne Nova). Raw sono le analisi sui dati originali e Acorn1 e Acorn2 le analisi operate su dati omogeneizzati da BOM. Si noti che un aumento di frequenza si registra solo per Acorn2 i cui valori medi sono riportati in figura 7. Nel sito Joannenova sono riportati anche i risultati per un gruppo di 112 stazioni del BOM e per 104 stazioni del BOM extra-urbane in cui rientrano le 60 originarie e altre attivate dopo il 1910. Nel sito stesso si avanza l’ipotesi che l’aumentata frequenza mostrata dalle serie sia frutto di una disomogeneità strumentale dovuta all’introduzione di sensori automatici elettronici, assai più pronti rispetto ai vecchi sensori a mercurio.

Figura 6 – Numero medio di giorni con temperature di oltre 40°C registrato per il periodo 1910-1963 e 1964-2017 per le 60 stazioni del Servizio Meteorologico Australiano (BOM) attive dal 1910 (http://joannenova.com.au/2019/11/raw-data-bombshell-no-change-in-very-hot-days-in-australia-since-world-war-i/)

Occorre altresì segnalare che il BOM rende disponibile la documentazione completa delle attività di omogeneizzazione svolte e, ad una prima analisi, la stessa appare rigorosa e ispirata all’idea di superare i problemi legate ad influenze non climatiche (spostamento nella localizzazione della stazione, modifiche nell’ambiente intorno alla stazione, modifica del metodo di misurazione, ecc.).

 

 

Figura 7 – Numero medio di giorni con temperature di oltre 40°C registrato per il periodo 1910-2017 per le 60 stazioni del Servizio Meteorologico Australiano (BOM) attive dal 1910 (http://joannenova.com.au/2019/11/raw-data-bombshell-no-change-in-very-hot-days-in-australia-since-world-war-i/)

Alcuni episodi storici

Con riferimento ad eventi eccezionali che hanno interessato in passato l’Australia si riportano due significativi esempi:

  • l’ondata di caldo del gennaio 1896  (in figura 8 si riportano le temperature massime registrate in quell’occasione)
  • gli incendi del 6  febbraio 1851 passato alla storia come “giovedì nero” https://en.wikipedia.org/wiki/Black_Thursday_bushfires) e che fu immortalato in un famoso dipinto di William Strutt del 1864 (figura 9)
Figura 8 – Massime assolute registrate in occasione dell’ondata di caldo del gennaio 1896 (http://joannenova.com.au/2019/12/hottest-ever-day-in-australia-especially-if-you-ignore-history/)
Figura 9 – Il terrore di uomini e animali in occasione dell’incendio del giovedì nero (6 febbraio 1851) immortalato nel dipinto di William Strutt (fonte. Wikipedia – https://en.wikipedia.org/wiki/Black_Thursday_bushfires)
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Published inAttualitàClimatologia

8 Comments

  1. Giacomo

    Scusate ma quel che ne emerge è che negli ultimi 5 anni, ma in generale negli ultimi 20, la frequenza dei giorni over 40° si è raddoppiata. Questo dice il grafico che avete postato (figura 7). Vedo un po’ forzato il dire che la frequenza non mostra un aumento dato che il grafico riguarda 60 stazioni…saluti

    Immagine allegata

    • Luigi Mariani

      Gentile Giacomo,
      Il diagramma che è stato postato si riferisce ad Acorn2 che per le 60 stazioni presenta un aumento del 9% dei giorni con temperatura massima Tx > 40°C nel periodo 1964-2017 rispetto a 1910-1963, mentre Acorn1 è stazionario e Raw presenta un calo del 9%.
      Per seguire quanto da lei suggerito ho evitato di usare le 60 stazioni ed ho analizzato il numero medio di giorni con Tx>40°C per l’intero dataset BOM (112 stazioni). E’ emerso che il ventennio 1998-2017:
      – rispetto al ventennio precedente (1978-1997) presenta un aumento medio nei giorni con Tx>40°C che è del 4% per raw, del 3% per Acorn1 e del 10% per Acorn2.
      – rispetto al ventennio iniziale (1910-1929) presenta un aumento medio nei giorni con Tx>40°C che è del 23% per raw, del 36% per Acorn1 e del 50% per Acorn2.
      E’ emerso inoltre che per il periodo 1964-2017 rispetto a 1910-1963 l’aumento medio nei giorni con Tx>40°C è stato del 10% per raw, del 19% per Acorn1 e del 27% per Acorn2.

      In sintesi se si usa l’intero dataset di 112 stazioni si enfatizza certo l’aumento ma non si ottiene mai il raddoppio di cui lei parla.
      Per completezza riporto qui sotto i dati su cui ho lavorato. Inoltre in allegato mostro il diagramma che ho ricavato applicando un media mobile a 9 termini per il periodo 1914-2013), da cui si evidenzia:
      – la presenza di una forbice fra raw e Acorn2 che si amplia man mano che si procede nel passato e che è evidentemente frutto dei processi di ricostruzione e omogeneizzazione
      – la presenza di una ciclicità caratteristica evidente sull’intera serie e che ha con ogni probabilità radici circolatorie.

      anno Acorn1 Acorn2 Raw
      1910 8.9 8.0 10.1
      1911 10.7 10.9 12.2
      1912 13.3 11.3 15.8
      1913 11.7 10.2 13.6
      1914 11.6 12.5 15.8
      1915 13.0 11.9 16.6
      1916 9.4 8.6 11.3
      1917 6.3 6.1 7.4
      1918 11.0 9.0 11.0
      1919 13.7 11.7 14.7
      1920 10.1 8.7 10.2
      1921 8.9 7.7 8.9
      1922 12.1 9.9 11.6
      1923 12.7 11.3 14.0
      1924 10.6 10.4 9.9
      1925 11.1 10.0 12.5
      1926 14.8 13.0 17.3
      1927 11.4 9.9 11.5
      1928 15.7 13.9 15.5
      1929 14.1 10.8 14.8
      1930 9.4 8.4 9.9
      1931 11.3 9.6 11.9
      1932 15.0 12.3 16.6
      1933 12.3 10.3 12.6
      1934 11.4 10.1 13.1
      1935 15.9 12.4 16.6
      1936 14.1 12.0 14.4
      1937 10.2 9.1 12.2
      1938 16.2 13.8 17.6
      1939 11.9 10.7 12.4
      1940 12.9 11.2 14.2
      1941 9.9 8.3 10.1
      1942 10.3 8.8 10.9
      1943 14.5 12.1 14.9
      1944 14.2 11.9 16.0
      1945 11.7 10.7 12.5
      1946 10.2 9.5 11.1
      1947 12.7 11.7 13.8
      1948 12.4 10.9 13.6
      1949 11.1 10.5 11.7
      1950 9.6 8.6 10.1
      1951 12.6 10.4 13.8
      1952 15.3 12.4 15.4
      1953 11.8 10.2 12.7
      1954 15.7 13.5 16.6
      1955 11.4 9.0 10.5
      1956 12.2 11.4 13.8
      1957 15.3 13.7 16.4
      1958 17.0 15.9 17.5
      1959 16.1 14.0 17.0
      1960 12.3 11.3 12.4
      1961 14.0 12.8 15.6
      1962 12.6 11.3 13.1
      1963 12.7 11.4 13.7
      1964 11.1 9.8 11.3
      1965 14.9 12.5 15.7
      1966 11.0 9.8 10.6
      1967 11.7 9.8 11.7
      1968 11.4 10.7 11.7
      1969 15.3 13.2 15.6
      1970 18.3 16.5 18.8
      1971 13.9 12.5 13.4
      1972 13.7 12.7 14.3
      1973 11.1 9.9 11.3
      1974 7.5 7.5 7.9
      1975 10.0 8.9 9.9
      1976 9.4 8.9 9.9
      1977 13.5 13.3 13.3
      1978 12.2 11.8 12.5
      1979 17.7 16.3 17.2
      1980 16.2 14.9 15.6
      1981 11.6 11.1 11.4
      1982 14.0 13.2 13.7
      1983 16.6 16.0 16.5
      1984 13.1 12.5 13.2
      1985 16.6 15.0 16.3
      1986 19.9 16.7 18.6
      1987 13.8 13.1 13.0
      1988 18.6 16.4 17.8
      1989 16.1 14.6 16.0
      1990 18.0 16.9 18.0
      1991 16.2 15.4 15.8
      1992 14.5 12.2 14.6
      1993 14.1 12.4 13.5
      1994 14.1 13.6 14.4
      1995 12.7 10.7 12.2
      1996 17.7 16.1 18.0
      1997 12.2 11.5 12.4
      1998 15.9 14.8 15.3
      1999 11.6 11.1 11.2
      2000 8.8 8.3 8.5
      2001 12.1 11.9 12.2
      2002 16.5 16.2 16.3
      2003 16.6 16.4 16.5
      2004 16.5 16.2 16.2
      2005 19.7 19.2 19.2
      2006 15.5 15.6 15.7
      2007 15.8 15.4 15.9
      2008 17.2 16.6 17.2
      2009 18.1 17.9 18.1
      2010 13.7 13.6 13.7
      2011 9.3 9.4 9.2
      2012 15.3 15.3 15.3
      2013 17.8 17.6 17.8
      2014 19.7 19.7 19.8
      2015 18.9 18.8 18.9
      2016 17.4 17.4 17.5
      2017 18.0 18.0 18.0

      Immagine allegata

  2. Andrea

    LUIGI MARIANI non per puntualizzare ma secondo lei scientificamente parlando non è sbagliato parlare di anomalie ? L’anomalia la si può definire in base ad una media…ma le medie le fanno gli uomini in base a osservazioni datate in ordine di decadi o multi decadi…ma in natura non esiste nessuna media se non quella insita nella psicologia dell’uomo che come animale sociale si basa nel rapporto col branco perciò a conti fatti ..la natura di per sè non ha regole…o sbaglio ?

    • Luigi Mariani

      Gentile Andrea,
      ragionamento interessante ma decisamente fuori tiro rispetto all’approccio da me seguito che si basa su misure (auspicabilmente di buona qualità e prodotte con regolarità) rispetto alle quali si calcolano indici statistici caratteristici da cui si deduce il livello di anomalia di un certo periodo rispetto a un periodo di riferimento.
      Lo so che è poco ma questo è quello che sono in grado di fare e credo che un senso ce l’abbia.

  3. Maurizio Rovati

    Auguri a tutto il Villaggio di Asterix!

    Immagine allegata

  4. donato b.

    Caro Luigi,
    come al solito un’informativa estremamente chiara, completa ed assolutamente obbiettiva.
    Da quanto tu scrivi e da quanto mostrano i dati, emerge ancora una volta l’assoluta parzialità ed incompletezza (per non dire di peggio) dell’informazione generalista e non solo.
    Ci troviamo di fronte ad un fenomeno estremo, ma spiegabile in base a delle “semplici” considerazioni meteorologiche, raro, ma non unico.
    In occasioni come questa emerge l’importanza di un sito come CM che consente di esprimere un giudizio informato sulle questioni. Un giudizio che, come tu ami sempre ricordare, sia basato sull’oggettività dei numeri: sono aridi, ma onesti.
    Con l’occasione auguro Buon Natale a te ed a tutti i lettori ed amici di CM.
    Donato Barone.

    • Luigi Mariani

      Caro Donato,
      ti ringrazio per le tue riflessioni: al riguardo penso che senza voler sminuire la portata dei fenomeni oggetto di commento, sia nostro dovere offrire un minimo di inquadramento geografico e storico, anche per evitare che i nostri concittadini muoiano di paura prima ancora che di caldo. In proposito ti anticipo che a presto uscirà un secondo post con alcune riflessioni sui trend della circolazione generale nell’emisfero Australe che è per me interessantissimo in quanto ha la peculiarità di essere l’emisfero delle acque, per cui gli effetti delle terre emerse che nel nostro emisfero sono tanto potenti sono assai meno evidenti. Anche da parte mia auguri di buon Natale a tutti i lettori!
      Luigi

    • Luigi Mariani

      Allego al post un’immagine ricavata dalle rienalisi CFSv2 per le ore 00 UTC (che sono le 11 locali a Camberra) e per i tre giorni 18, 23 e 26 dicembre. Si noti che il 26 l’ondata di caldo è finalmente in attenuazione.

      Immagine allegata

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