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La Pagliacciata della Morte per Clima

 

L’abbazia era ampiamente fornita di viveri, e con tante precauzioni i cortigiani potevano permettersi di sfidare il contagio. Che il mondo esterno pensasse a se stesso: nel frattempo era follia addolorarsi o pensare. Il principe si era preoccupato di provvedere a tutti i mezzi di divertimento: vi erano buffoni, “improvvisatori”, ballerini, musicanti, vi era la Bellezza, vi era il vino. Tutte queste cose e la sicurezza regnavano là dentro: fuori infuriava la “morte rossa” *

————-

Ed eccoci qua, in piena emergenza “coronavirus”. Una emergenza che viene da lontano: da terre che nella storia dell’umanità hanno regalato morbi variamente mortiferi all’angolo di Mondo in cui viviamo. Certo ora è tutto più veloce, e la globalizzazione tra le tante cose ci regala anche pestilenze che viaggiano in aereo, magari in prima classe. Pestilenze che sono già tra noi quando i media ancora le descrivono come esotiche e lontanissime dalle nostre case.

Love you China

In principio di epidemia, quando la cosa pareva limitata alla Cina o a qualche nave da crociera alla fonda sul Pacifico, i giornaloni avevano immediatamente centrato il tema vero, di questa emergenza sanitaria in divenire, ovvero il razzismo: “abbraccia un cinese”, “mangia al ristorante cinese”, “flash mob di solidarietà con cinesi” erano le iniziative che riempivano le pagine dei nostri quotidiani. Come se affermare che la Cina avesse un problema con un virus mortale fosse una colpa da espiare in Italia con iniziative contro-tendenza.

Per esempio, La Stampa di Torino il 22 Febbraio titolava spavalda: “Coronavirus, il ristorante cinese batte paura e intimidazioni con l’amore dei clienti: la cena diventa una festa”. L’ideona di ritrovarsi a festeggiare in un ristorante cinese deve essere venuta dal successone della mega-cena organizzata a Wuhan a gennaio dall’amministrazione comunale, una cena in cui 40,000 famiglie si sono ritrovate in allegria per condividere la gioia di contagiarsi inconsapevolmente mangiando ravioli e involtini primavera.

Love you Virus

Mentre in Cina si moriva, la gente si ritrovava murata viva nei condomini, rifiutata dagli ospedali o trascinata di peso in non meglio specificati “centri di raccolta” che Manzoni più prosaicamente chiamava “lazzaretti”, in Inghilterra gli eco-talebani dell’Independent annunciavano con malcelata soddisfazione il fondamentale risvolto positivo dell’epidemia, ovvero la diminuzione delle emissioni di CO2. Con un articolo grottesco in cui si sottolinea, tra le altre cose, che l’acciaio usato per le costruzioni non si può purtroppo riciclare (!) e si riflette sul fatto che il risparmio di CO2 regalato dal pur generoso coronavirus purtroppo non durerà a lungo perché l’epidemia prima o poi finirà, e bisognerebbe piuttosto rendere questa diminuzione “strutturale”.  Magari con un virus che faccia fuori 6 o 7 miliardi di esseri umani?… Quello sì che sarebbe “strutturale”.

Intanto in Italia…

Tornando al nostro Belpaese, di fronte alla crescente evidenza dell’italico contagio, a Milano si consumava una tragedia immensa : la cancellazione delle celebrazioni del Carnevale Ambrosiano. Una vera disdetta, perché le celebrazioni in questione sarebbero state dedicate al pericolo mortale per eccellenza: il Global Warming. Grandi e piccini, oratori compresi, erano infatti pronti a sfilare contro il “clima impazzito”. Poco male: i sopravvissuti al coronavirus potranno sempre sfilare l’anno prossimo, ché i pericoli veri non si annunciano, mentre quelli farlocchi cari alle èlite sono sempre lì, esibiti sullo scaffale per essere utilizzati secondo necessità dagli utili idioti di turno.

Sui telegiornaloni, nel frattempo, il Rescue Team non rinunciava a passare la solita immondizia climatista: foche accaldate, ghiacci che inopinatamente si sciolgono durante l’estate antartica, e… l’emergenza siccità, ennesima clima-patacca gia’ affrontata su questo Blog.

Questione di percezioni

In piena psicosi coronavirus, ci pensa la Stampa a mettere ordine a modo suo, con un pregevole articolo comparso sull’imperdibile inserto Tuttogreen: “Il coronavirus terrorizza, il clima no: come nasce la percezione del rischio”. Dopo aver pagato il solito tributo al “pericolo-razzismo”, sofisticate considerazioni sociologiche introducono la rivelazione sconvolgente: “mettersi in gioco per fermare il virus prevede un sacrificio a breve termine (limitare i viaggi, indossare le mascherine), provare a contrastare il cambiamento climatico invece significa rivedere gli stili di vita per sempre”.

Come a dire: le persone si preoccupano delle loro inutilissime vite, per via di un virus potenzialmente letale. Ma incredibilmente si rifiutano di spendere 35,000 euro per una Peugeot 208 elettrica, e pretendono persino di raffrescarsi d’estate con un impianto di condizionamento. Roba da matti.

Rescue Team

L’unica certezza, tra tanti dubbi, è che il Rescue Team interviene sempre a tutela delle cause più care a quella stessa èlite globalista che, del tutto casualmente, è proprietaria diretta o indiretta della maggior parte delle grandi testate giornalistiche e televisive mondiali.

E quando, come in questo caso, un elemento di grave disturbo minaccia la costruzione utopistica di un mondo perfetto solo se perfettamente uniformato e privato di confini nazionali, i media corrono subito a riproporre le specialità ideologiche della casa: “razzismo” e “crisi climatica”. Ed è ovviamente solo per puro caso, che le èlite globaliste i veri soldi li facciano con la libera circolazione della manodopera a basso costo, e con la riconversione forzosa del modello energetico esistente, ovvero servendosi proprio delle due “specialità ideologiche” in questione.

E cosa vuoi che sia, un virus tra i tanti, al cospetto di interessi del genere.

I nuovi Prospero

Va da sè che proprio mentre i ‘loro’ giornali accusano il cittadino medio di essere un pavido egoista perché va in farmacia a comprare la mascherina piuttosto che dal concessionario a comprare la Tesla, pare che tanti esponenti di quella stessa èlite siano scappati in gran numero dalla Cina per mettere al sicuro le proprie preziosissime terga. A bordo di inquinantissimi jet privati, tra l’altro. Profughi virali, nella neo-lingua dell’ONU di questi tempi.

Ché alla fine il mondo è quello di sempre, e i potenti di oggi diversi non sono da quel Principe Prospero che nella “Mascherata della Morte Rossa” di Edgar Allan Poe, corre a rinchiudersi in un castello con gli amici per gozzovigliare alla faccia degli appestati rimasti fuori. Trastullato da belle donne, adulatori, musicanti, ballerini e pagliacci.

Ai Prospero di oggi, onori, ricchezze, e.. giornali. Ai comuni mortali, precarietà, malessere e la paura di un virus sconosciuto. A media unificati, la quotidiana pagliacciata della morte per Global Warming.

 

* Edgar Allan Poe. La Mascherata della Morte Rossa – I Racconti. Milano: Garzanti, 1978.

 

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Published inAttualità

28 Comments

  1. Luca

    If one assumes that the number of asymptomatic or minimally symptomatic cases is several times as high as the number of reported cases, the case fatality rate may be considerably less than 1%. This suggests that the overall clinical consequences of Covid-19 may ultimately be more akin to those of a severe seasonal influenza (which has a case fatality rate of approximately 0.1%) or a pandemic influenza (similar to those in 1957 and 1968) rather than a disease similar to SARS or MERS, which have had case fatality rates of 9 to 10% and 36%, respectively.
    https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMe2002387?query=recirc_curatedRelated_article

    • AleD

      Per l’influenza stagionale esiste il vaccino, per il covid-19 no. Le ospedalizzazioni massive possono davvero mettere in ginocchio il sistema sanitario, e, morti a parte, questo è un bel problema per tutti gli altri ammalati. La situazione è oggettivamente complessa su molti fronti e farla troppo facile o prenderla sottogamba è sbagliato.

    • donato b.

      Mah, veramente sto cominciando a ricredermi.
      A parte l’errore fatto in un precedente commento (1% invece che 0,1% evidenziato da AleD che ringrazio per la segnalazione) , i numeri italiani sono un po’ diversi da quelli che circolavano prima: la mortalità sembra che si aggiri intorno al 5%. Diciamo che ci troviamo di fronte a numeri paragonabili alla famigerata pandemia spagnola di inizio 20° secolo.
      .
      Da notizie apprese “in ambiente medico”, ma non ufficiali, ovviamente, sembrerebbe che stiamo con le classiche “pezze in fronte”. Si teme che con questo ritmo di avanzamento del contagio, la situazione possa precipitare. E noi non siamo i cinesi che in dieci giorni hanno costruito un ospedale, dedicato esclusivamente ai malati di coronavirus di oltre 1000 (mille, a scanso di equivoci) posti letto.
      E siamo diversi dai cinesi anche per quel che riguarda il rispetto delle disposizioni del governo: possiamo condividerle o meno, ma la fuga sconsiderata di migliaia di persone dalle regioni del Nord Italia verso il Sud Italia, fa venire i brividi.
      Oggi sono molto meno ottimista di qualche giorno fa e sto rivedendo le mie convinzioni riguardo all’epidemia in corso ed alla percezione del pericolo da essa determinato.
      Ciao, Donato.

  2. Giorgio

    Il clima cambiava anche prima che qualcuno cominciasse a darne la colpa al genere umano.
    Così pure, udite udite, la gente moriva prima anche prima che arrivasse il coronavirus.
    Secondo le fonti, si contano poco più di 3mila morti in circa 40 giorni, in tutto il mondo.
    A spanne, sono le persone che nel mondo muoiono, per varie cause, ogni 20 minuti.

  3. Brigante

    Ottimo articolo di mirabile sintesi circa la bulimia mediatica che ci soffoca. Divoriamo ogni giorno bastimenti di numeri che provengono da ogni dove. Per fortuna i numeri sono tutti uguali, come i virus dello stesso ceppo. Siamo do fronte ad un pericolo antico che l’uomo ha fronteggiato allo stesso modo dai tempi delle caverne (altro che Manzoni) e che qualcuno pieghera’ anche a suo favore… Non si morirà di coronavirus, ma nemmeno di cambiamenti climatici! Il clima cambia da sempre e ci da tutto il tempo di adattarci… Questo virus é nuovo e i suoi effetti saranno molto diversi dal passato… E non solo quelli clinici, i numeri di questo nostro mondo ci possono aiutare. Cosa ci avrà fatto il coronavirus lo capiremo fra un anno…. Spero!

  4. Alessandro

    Dovremmo sicuramente curare la nostra casa come l’abbazia rendendoci indipendenti dal mondo esterno, solo così nel nostro piccolo potremmo burlarci dei Principi Prospero….ma temo che delle scelte insane ormai siano state fatte dalla maggioranza dei comuni mortali.
    Basta pensare che negli anni’80 le famiglie avrebbero fronteggiato abilmente certe problematiche globali, oggi incredibilmente nel 2020 le famiglie in gran parte non esiste e quando esiste è estremamente dipendente dal mondo esterno(asili, scuole, ospedali,supermercati,ecc.).
    Dobbiamo attrezzarci per essere meno dipendenti possibili dal mondo esterno visto che la nostra “abbazia” è il nostro regno…mi sembra una situazione che dovrebbe farci rivedere il modo di vivere nel nostro piccolo..speriamo che la ragione faccia fare tanti passi indietro ai comuni mortali…ma li vedo molto ciechi…utopia?

    • Massimo Lupicino

      Caro Alessandro, il danno catastrofico alla nostra abbazia e’ stato inferto 20 fa. Adesso si tratta solo di concludere la via crucis in fretta. Ho in mente molto chiare le modalita’ con cui questo accadra’, ma finiremmo facilmente off topic. Temo che il coronavirus dara’ solo una mano ad accelerare un corso degli eventi che comunque in tanti, fuori dal nostro Paese, hanno ben chiaro in mente da tempo. Non si faranno sfuggire l’occasione.

    • Alessandro

      Molti comuni mortali pagheranno per le proprie scelte, l’Italia d’altra parte non può andare avanti con questa maggioranza di italiani che vive di illusioni.

  5. rocco

    L’ambientalismo è il cavallo di Troia del transumanesimo.
    Ho sentenziato e profetizzato.

  6. donato b.

    Da questo momento sono in vacanza: tutte le scuole d’Italia di ogni ordine e grado sono state chiuse per i prossimi 10 giorni, causa virus. Dura lex, sed lex.
    Onde evitare di essere “bannato”, mi astengo da ogni commento relativo alla decisione del governo e passo a commentare l’articolo di M. Lupicino.
    .
    Non sono del tutto d’accordo con Massimo Lupicino circa la rigida divisione tra pericolo vero (virus) e pericolo falso (AGW).
    In questi giorni ho pensato molto ad A. Manzoni ed alla stupenda disanima che egli fece della peste di Milano del 1630: non ho potuto fare a meno di individuare i parallelismi tra le due situazioni. Mi riferisco alle vicende politico-amministrative di oggi e di 400 anni fa. Le parole di Manzoni potrebbero descrivere tranquillamente la situazione odierna, è come se non fossero passati 4 secoli.
    .
    Secondo il mio modestissimo e personalissimo parere si sta esagerando in entrambi i casi, sia in quello del coronavirus che in quello dell’AGW. In entrambi i casi si sta applicando il “principio di precauzione” che, da un punto di vista scientifico, non vale nulla. Nel caso del coronavirus si parla di “alta precauzione”, ma non cambia molto.
    Il coronavirus è un virus che circola normalmente tra gli animali e, pertanto, perfettamente noto ai medici veterinari che ci convivono tranquillamente. Nella forma umana è più virulento della normale influenza annuale: la mortalità del primo è di circa il 3%, quella della seconda è di circa l’1%. Mi riferisco, ovviamente, alla mortalità per complicanze dell’infezione virale, perché non mi sembra che si muoia PER coronavirus o influenza, ma si muore CON il coronavirus o l’influenza.
    .
    Morbillo, varicella, rosolia e via cantando, sono malattie virali che hanno elevati tassi di complicanze (anche gravi), per cui esiste un vaccino, ma molti genitori si rifiutano di vaccinare i figli (vedi no-vax), perché i vaccini farebbero male. Anche queste infezioni virali rappresentano rischi seri e reali, ma non ci importa più di tanto. Per il coronavirus invece si: ci preoccupiamo e tanto. Forse perché se ne parla 24 ore su 24 da oltre un mese.
    .
    Con questo non voglio assolutamente dire che il coronavirus deve essere preso sottogamba: se si diffondesse a livello nazionale, manderebbe in crisi il nostro sistema sanitario, in quanto i malati con complicanze (polmonite) intaserebbero tutte le sale di terapia intensiva. Giusto, quindi, cercare di contenerlo, ma bisogna considerarlo per quello che è, senza farsi prendere dal panico e/o dalla psicosi.
    .
    Per quel che riguarda l’AGW, solo qualche parola. Oggi G. Thunberg ha preso “a pezza da piedi” l’intera Commissione Europea, in quanto essa si sarebbe arresa, rinnegando gli impegni relativi all’Accordo di Parigi. I vostri figli vi hanno avvisato che la casa stava bruciando, ma voi siete usciti, avete annusato e siete andati a dormire senza neanche chiamare i pompieri, sembra abbia detto. Ciò perché la Commissione ha stabilito che le emissioni nette saranno azzerate nel 2050 e non nel 2030, come lei sperava. Greta vede il pericolo, gli altri no.
    E’ sempre la stessa storia: “La peste che il tribunale della sanità aveva temuto che potesse entrar con le bande alemanne nel milanese, c’era entrata davvero, come è noto; ed è noto parimente che non si fermò qui, ma invase e spopolò una buona parte d’Italia…..”
    Non posso citare tutto il capitolo dei Promessi Sposi, ma sarebbe utile rileggerlo, perché ci sono tutti gli ingredienti della vicenda odierna: “la certezza della pericolosità degli stranieri, lo scontro violento tra le autorità, la ricerca spasmodica del cosiddetto paziente zero, il disprezzo per gli esperti, la caccia agli untori, le voci incontrollate, i rimedi più assurdi, la razzia dei beni di prima necessità, l’emergenza sanitaria” come ha efficacemente sottolineato il Dirigente Scolastico del Liceo scientifico “A. Volta” di Milano.
    Ciao, Donato.

    • Massimo Lupicino

      Caro Donato, al solito ti ringrazio per l’occasione che mi dai di chiarire altri punti che per necessita’ di scrittura non possono esere sviluppati se non nei commenti. Sono d’accordo con te che non si tratta della peste nera, e nemmeno della morte rossa. Ma la differenza resta: nessuno vuole giocarsi alla lotteria quel 3% di possibilita’ di rimanerci secco per una malattia, o quel 6-7% di finire in ospedale lontano dai propri cari, senza sapere che ne sara’ di loro, dei propri figli piccoli, dovessero andar male le cose. Ecco: questo e’ comunque un pericolo vero, a fronte del pericolo falso che esiste solo nei modelli scassati e di cui e’ IMPOSSIBILE percepire l’esistenza nella nostra vita di tutti i giorni.

      Resta il fatto che questo virus fara’ un danno enorme, all’economia prima di tutto. Ma anche al sistema sanitario che non sarebbe mai in grado di gestire il 5% di milioni di malati in reparti di terapia intensiva o rianimazione. Questo significa mettere fuori gioco il sistema stesso e la sua capacita’ di curare anche altri malati, e questo provocherebbe migliaia di morti non direttamente legate al virus, ma comunque conseguenti. Ben vengano quindi iniziative che dilatino i tempi del contagio per non appesantire troppo gli ospedali. Ma il danno e’ gigantesco, nella zona piu’ produttiva del Paese tra l’altro. E qui mi fermo anche io, per i motivi che conosciamo.

    • AleD

      “la mortalità del primo è di circa il 3%, quella della seconda è di circa l’1%”
      La mortalità dell’influenza stagionale è del 1 per mille, non per cento. Una bella differenza che giustifica quello che non è allarmismo per nulla.

  7. Alessandro2

    Un pezzo da vero maestro, da leggere, rileggere e far leggere.

  8. Lollo

    Quando leggo o sento parlare di “elite globaliste”, il mio bullshit detector (per citare i Clash) va a fondo scala.

  9. Roberto

    Caro Lupicino,
    ottimo articolo che descrive i media odierni nazionali e non da incubo (o forse chissà sono sempre stati così perché al servizio di quella che io chiamo razza padrona e lei più raffinatamente élite).
    Però quando un tecnico autorevole in un’intervista sul giornalone di turno ( lo stesso del “pregevole articolo”, dice che i dati sul contagio potrebbero (condizionale) essere fortemente sottostimati di “100 volte” , comincio a pormi qualche interrogativo da semplice profano sulle competenze degli “autorevoli” tecnici perlomeno a livello di comunicazione per non dire altro.

  10. rocco

    Ho appena scoperto che l’asse terrestre oltre a spostarsi per i terremoti e per gli impatti meteorici, si sposta anche per le dinamiche interne del nucleo e del mantello.
    In un secolo lo spostamento è stato di 10 metri principalmento dovuto ai movimenti del magma.
    Stessi movimenti magmatici che stabnno facendo muovere il polo nord magnetico ad una velocità incredibile verso la Siberia.
    Ovviamente anche queste variabili, seppur in modica quantità, contribuiscono a cambiare il clima.
    E’ la somma che fa il totale.
    Il link del simulatore della NASA dello spostamento polare.
    https://vesl.jpl.nasa.gov/sea-level/polar-motion/

  11. giovanni geologo

    Bell’articolo come sempre di Massimo Lupicino, estremamente sagace e diretto a girare i coltelli nelle piaghe ideologiche del pensiero unico dominante e politicamente corretto.
    Personalmente comunque ritengo che siamo ben lontani da una nuova peste, credo invece che il rescue team che doveva farci morire di paura per l’AGW fallendo per ora su tutta la linea, si stia rifacendo con il CoV. D’altronde secondo certe teorie complottiste quello che conta é proprio l’instillazione della paura e del terrore a livello “globale”, poco importa se il soggetto sia una molecola di carbonio e ossigeno o un virus. Anche se questi ultimi, in particolare quelli già conosciuti, hanno mietuto nel passato storico e recente tantissime vittime, spesso nel silenzio mediatico, a differenza della famigerata molecola gassosa che anzi é un mattone fondamentale della vita.

  12. Daniel

    I miei più sinceri complimenti

  13. rocco

    inoltre ci sono modellisti che sfoggiando numerini vorrebbero farci intendere che vi è da temere di più dall’innalzamento del mediterraneo che nel 2100 salirà di una cinquantina di centimetri che delle epidemie che oggi ammazzano persone ed economia.
    Considerando che l’innalzamento paventato non avverrà tutto di un colpo, ma di qualche mezzo centimetro l’anno, quindi ci sarà tutto il tempo per correre ai ripari, i modellisti (ma si trastullano con il computer?) ci proiettano sempre in un futuro distopico salvabile solo con il lanciar banconote al vento e con le stesse ridurre l’albedo dei mari

    • robertok06

      @rocco

      “mediterraneo che nel 2100 salirà di una cinquantina di centimetri”

      Rocco: il Mediterraneo, lungo le coste, sale in media adesso, e l’ha fatto durante gli ultimi 100 e passa anni, ad una velocita’ inferiore ai 2 mm/anno.

      Da qui fine secolo fanno 80 anni… quindi meno di 160 mm… una spanna di una persona con le mani piccole.

      I mezzi metri o metri interi li trovi solo nelle estrapolazioni basate sui modellini farlocchi, che mediano il livello marino su tutta la superficie del mediterraneo… peccato che la gente abiti lungo le coste, non nel bel mezzo del mare.

      Immagine allegata

    • giovanni geologo

      Quando si parla di innalzamento del livello marino i miei pensieri ormai deformati dalla mentalità del geologo non possono che andare a questa immagine, per rimanere in epoche prossime a quelle storiche.

      https://en.wikipedia.org/wiki/Early_Holocene_sea_level_rise#/media/File:Post-Glacial_Sea_Level.png

      QUindi in realtà gli innalzamenti citati da Rocco o mostrati da Robertok06 per me sono degli atomi di H2O nell’oceano, dei rumori di fondo appena percettibili. So che la mia puo essere una visione estrema da certi punti di vista, ma dal mio punto di vista se la visione generale fosse simile alla mia prospettiva nel mondo ci sarebbero molti meno problemi diogni sorta, perché significherebbe che l’uomo su questo pianeta ci vivrebbe non come un parassita accecato da falsità ideologiche ma come un essere vivente in simbiosi con un (eco)sistema). E tra l’altro questo per me vorrebbe dire ecologia e ambientalismo, non certo la spazzatura ceh ci ciene propinata quotidianamente dai media e da pseudo scienziati profeti di sventura.
      COmunque quello che volevo dire é un altra cosa, e mi ricollego ad un famoso master postgrade in sistemi GIS (o SIG) che tenni tanti anni fa a Ginevra, dove una manciata di professori di varia natura ( economisti geografi, ingegneri ecc.) tutti membri attivi dell’IPCC (o GIEC) sciorinava complicatissimi grafici ( complicati dalle manipolazioniche erano state fatte ai poveri dati) per dimostrare l’impazzimento del clima. COn le stesse tecniche di tortura poi ci spiegavano come ottenere scenari “verosimili” da altrettanti dati manipolati, per prendere decisioni riguardanti gli assetti territoriali sociali ed economici. Tra le tante cose aberranti mi ricordo la totale incapacita, soprattutto da parte di certi professori economisti, di concepire un grafico che non avesse una crescita infinita ( reale o imposta artificialmente). E proprio nei fenomeni naturali che questa concezione é paradossale. IN ogni caso ragionando per assurdo e per estremi, il livello degli oceani non potrebbe salire oltre un livello massimo imposto dalla quantità di acqua liquida disponibile sulla TErra, quantità ch enon é infinita. Allo stesso modo la teorica concentrazione massima di CO2 in atmosfera non potrà mai superare la concentrazione totale di CO2 esistente sul pianeta e per fare una semplificazione, sempre per assurdo e per estremi, ammesso che non ci fosse vegetazione ne vita animale sulla Terra, una volta “bruciati” tutti i combustibili fossili la CO2 atmosferica terminerabbe di crescere ( escludendo gli scambi chimico fisici con il suolo e gli ocenai) e si attesterebbe probabilmete intorno ai valori inziali della sotoria geologica del pianeta, che secondo le stime molto incerte non dovrebbe essere superiore ai 10’000 p.p.m.

      Immagine allegata

  14. Stefano

    Standing ovation!!

  15. Fabrizio Giudici

    Bravo Massimo,

  16. Carmelo

    GRANDE….GRANDE MASSIMO LUPICINO!!!

  17. Maurizio Rovati

    ” Ed è ovviamente solo per puro caso, che le èlite globaliste i veri soldi li facciano con la libera circolazione della manodopera a basso costo, e con la riconversione forzosa del modello energetico esistente, ovvero servendosi proprio delle due specialità in questione. (cioè razzismo” e “crisi climatica)”.

    Ottima sintesi, bravo. Ricordo anche di aver letto il commento di Tony Capuozzo alla visita (in veste apparentemente privata ma con seguito di giornalisti e telecamere) di Sergio M. presso la scuola elementare, per manifestare la solidarietà dello Stato ai bimbi cinesi contro il virus del razzismo. Un altro grave errore.

    • Massimo Lupicino

      Grazie Maurizio, ma per favore niente politica interna, come da sempre richiesto su queste pagine. Già si cammina sulle uova a scrivere certi pezzi… 🙂

  18. Luca Maggiolini

    Pezzo magistrale.

    • Andrea Beretta

      Gentile Massimo, il tutto senza dimenticare di lisciare il pelo alla Cina, che, pipistrelli a parte (se sia vero o no, non mi interessa), ha tirato al mondo uno scherzo degno di un Marchese del Grillo versione global. Nascondendo l’emergenza, ha scatenato la ovvia psicosi, ben rinfocolata da un’informazione che dovrebbe fare un mea culpa gigantesco. E anche se volessimo ammettere che era tutto uno scherzo di carnevale, e che l’emergenza vera fosse proprio la CO2…beh, incredibile dictu, la Cina che è probabilmente già la prima responsabile delle emissioni…non è da biasimare. Anzi…assistiamo a esponenti politici che…lasciamo stare che la politica deve essere fatta rimanere fuori dal blog. Ma la tentazione ci sarebbe, stavolta!

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