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Modellandia, le nubi e il dannato maltempo

Le nostre paure sono molto più numerose dei pericoli concreti che corriamo. Soffriamo molto di più per la nostra immaginazione che per la realtà. Lucio Anneo SenecaLettere a Lucilio – libro XIII – lettera V

E’ chiaro che abbiamo tutti voglia di uscire, di liberarci prima possibile di questi lunghi mesi di clausura. Però, ora che, con le dovute cautele si potrebbe anche fare, Giove Pluvio ci mette lo zampino e sotto con l’acqua a catinelle. Posto che le stagioni non fanno sconti, fanno semplicemente quel che vogliono e che siamo ancora in primavera, queste giornate grigie offrono l’occasione per uno scampolo di lettura dal sapore invernale, prima naturalmente che scatti il liberi tutti anche con il placet della meteorologia.

E quindi leggiamo.

Curiose analogie tra l’allarme clima e affini e l’emergenza pandemia. A decidere sono i modelli, molto più spesso che i cervelli. E i risultati sono quasi sempre sconfortanti. Certamente, le capacità predittive sono il fiore all’occhiello del progresso, ma l’inizio di un percorso non può essere scambiato con l’arrivo. Particolarmente interessante la citazione di Mike Hulme riportata nell’articolo:

If one is in need of an oracle, models appear to offer authoritative and quantified predictions of the future. è…] This is as true for climate change as it is for a pandemic.

Il maltempo torna a colpire, centrando sinistramente il giorno in cui si tornano a vedere in giro i flash mob dei volenterosi di Frydays For Future. Sono tutti convinti, e vorrebbero che lo fossimo anche noi, che una sana politica ambientale che passi attraverso un radicale cambiamento del modo di stare al mondo (numero degli aventi diritto compreso), ci regalerebbe un pianeta dove piove solo dove serve e quando serve, preferibilmente evitando le giornate dedicate alle gite. E, soprattutto, che lo faccia con delicatezza, rinfrescando le giornate troppo calde e mitigando quelle troppo fredde (queste ultime però, essendo tempo e non clima ce le potremmo anche tenere…). Capita però che gli eventi estremi, unico trasposizione delle proiezioni climatiche nella realtà quotidiana, non vogliano saperne di collaborare. Tanto per restare in tema con la lettura precedente, nonostante i modelli dicano il contrario.

Tra una lettura e l’altra uno sguardo al cielo, sia mai che le nubi si siano dissipate (a proposito, sarà sufficiente aspettare domani…). Niente da fare, le nubi ci sono e e, incredibilmente, sono anche appena state riscoperte. Con tanti discorsi sulla “copertina” di CO2 che aumenta il calore trattenuto nella bassa atmosfera (ehm, non funziona così naturalmente, mai parole furono usate tanto a vanvera chiamandolo effetto serra), pare che fin qui ci fossimo dimenticati della copertona che invece questo lavoro lo fa eccome, appunto le nubi. Una raccolta di 6 lavori che tornano a mettere in risalto il ruolo della nuvolosità nel bilancio radiativo e, quindi, anche in molte, moltissime dinamiche climatiche, non ultima quella della temperatura.

Buon week end!

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Published inAttualitàClimatologia

4 Comments

  1. rocco

    “La sostanza di un albero è fatta di carbonio, e da dove viene?
    Dall’aria, è l’anidride carbonica dell’aria.
    La gente guarda gli alberi e pensa (che la sostanza dell’albero) venga dalla terra: le piante crescono dalla terra.
    Ma se chiedete:’Da dove viene questa sostanza?’ scoprirete che… gli alberi vengono dall’aria… l’anidride carbonica e l’aria vanno nell’albero e lo cambiano, buttando fuori l’ossigeno…
    Sappiamo che l’ossigeno ed il carbonio (nell’anidride carbonica) sono legati insieme molto strettamente… come fa l’albero a slegarli così facilmente?
    … è la luce del sole che viene giù e fa saltare l’ossigeno lontano dal carbonio… lasciando il carbonio, e l’acqua, a fare la sostanza dell’albero.”
    Richard Feynman da Fire FUN TO IMAGINE 2 https://www.youtube.com/watch?v=ITpDrdtGAmo
    Nella giornata mondiale dell’Ambiente ci sono quelli che si dicono green (verdi) che vorrebbero un pianeta più verde (con più alberi!) e contemporaneamente vogliono ridurre la CO2 (la fonte della sostanza degli alberi!) perchè degli affaristi politici, in combutta con ambienti scientifici deviati e religiosi, gli hanno detto che ci sono i cambiamenti climatici e che tra 100 anni moriremo arrostiti se non eliminiamo la CO2 con pale eoliche, pannelli fotovoltaici ed amenità varie (chiamate verdi) che, per essere messe in atto si devastano foreste, habitat, ambienti verdi.
    Micheal Moore, dopo 30 anni di sostegno alle panzane “verdi” finalmente si è accorto che è tutta una messa in scena in favore della solita economia.
    Riusciranno i nostri eroi a capire che la lotta ai cambiamenti climatici è solo uno spot pubblicitario per far crescere ulteriori bolle alla schiuma dell’economia e che devasterà il pianeta ancora più velocemente di quanto accaduto fin d’ora?
    Chi lotta contro i cambiamenti climatici lo fa solo per uno scopo: bussiness as usual!!!
    E gli allocchi credono che sia per la “salvezza” del pianeta… homo stupidus, non sapiens!!!

  2. donato b.

    Oggi è la giornata della decrescita (in)felice! Non sapevo che avevano istituito anche quest’obbrobrio, ma ANSA, quando si tratta di ricordarci questi eventi, è impeccabile oltre che implacabile
    https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/societa_diritti/2020/06/05/giornata-mondiale-della-decrescita-10-cose-da-sapere_0a430886-6c67-42ba-bb7a-59885688e352.html
    Ne faremmo volentieri a meno, ma ci tocca anche questo.
    .
    Ho iniziato a leggere l’articolo, ma dopo dieci righe mi è venuto il voltastomaco e son passato oltre.
    In questo anno infausto abbiamo avuto modo di sperimentare cosa significa decrescita e stiamo cominciando a sentire i morsi della decrescita nella nostra carne.
    Aumento della disoccupazione, diminuzione del potere d’acquisto, crisi aziendali a go-go, attività che chiudono o che non aprono proprio dopo il periodo di fermo obbligatorio e chi più ne ha, più ne metta. Eppure c’è qualcuno che ha visto nella segregazione di miliardi di persone un diverso modo di vivere, un miglior rapporto con l’ambiente, una riscoperta di valori dimenticati, ecc., ecc., ecc..
    Ora stiamo vivendo di speranza. Speranza che l’economia riparta, che ritornino i turisti, che tutto riprenda a girare velocemente e c’è ancora qualche rim****** che anela alla decrescita!
    Sembra che questo commento sia OT, ma non lo è: che il mondo abbia bisogno di una decrescita, è il risultato di un modello matematico. Il fondamento teorico di questa ideologia è, infatti, il rapporto di Meadows, elaborato agli inizi degli anni ’70 del secolo scorso da un gruppo di ricercatoti del MIT, su incarico del Club di Roma, per valutare i limiti dello sviluppo.
    Al peggio non c’è mai limite.
    Ciao, Donato.

  3. Andrea

    Caro colonnello guidi, quello che rattrista di più del mondo di oggi è che numerosissime per non dire quasi la totalità delle pubblicazioni scientifiche che riguardino la climatologia ( se mai esistesse tale materia ) ..la storia del clima..della metereologia danno per certa la CO2 come causa diretta del riscaldamento in corso..e alludono la presenza dell’uomo come cancro inesorabile del pianeta, addirittura, in un noto libro di Antonello provenzale riguardo alle modifiche ambientali indotte dalle specie viventi viene citato per paragonarlo all’uomo l’esempio dei castori , i quali, costruendo dighe di tronchi trasformano un fondovalle in una zona allagata distruggendo l’habitat di specie terrestri a favore di quelle acquatiche…ma io mi chiedo..ma esiste una legge naturale che dica come debbano andare le cose ? Cioè..cosa è giusto o cosa è sbagliato ? Perché per quanto ne sappia io..l’unica legge della natura dei viventi è l’istinto di sopravvivenza ed è logico che il detto ” morte tua vita mia ” calzi a pennello nella vita… l’uomo con la sua moderna civiltà fatta di moderne tecnologie e inquinamento atmosferico che direttamente vanno ad influire sulla vita stessa dell’uomo e di altre specie viventi non fa parte anch’essa dell’istinto di sopravvivenza ? Molte volte in ambito metereologico si sente parlare della giusta o sbagliata posizione di anticicloni e cicloni il quale non si muovono più come in passato…ma mi chiedo…ma perché esiste una regola il quale indichi le loro posizioni e movimenti ? A parte l’incontrovertibile forza apparente seguita nel muoversi da ovest verso est…per il resto a me pare che non esista nessuna regola fissa se non la “variabilità” e la “mutabilità”.

  4. David

    …maltempo?io direi nel tempo,dalle mie parti in Romagna non piove benino da dicembre, quindi ben vengano pioggia e fresco(per il calduccio c’è purtroppo tempo).

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