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Il Ritorno del Global Warming

Sembra ieri, ma sono passati esattamente due anni da quando su questo Blog è comparso il post in cui si decretava la “Morte del Global Warming”. Ne sono successe di cose, in questi due anni. Non solo in termini di fatti concreti, ma ancor più in generale in fatto di “clima”, laddove con questo termine si vuole intendere, metaforicamente, l’ambiente politico, sociale ed economico in cui siamo immersi.

Al termine di quel post si scriveva: “morto un Global Warming, se ne farà semplicemente un altro”. E così è stato: il Global Warming è di nuovo tra noi, si chiama “Crisi Climatica”, e con la scienza e la politica non ha più niente a che vedere.

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Due anni fa si evidenziava il cambiamento della scena politica che fino ad allora aveva fatto da cornice alla declinazione mainstream del Global Warming: la vecchia generazione di leader che aveva visto nell’ambientalismo catastrofista una delle banderuole con cui sostituire il vecchio armamentario ideologico, cedeva il passo a nuovi leader. A personaggi controversi che promettevano di rimettere al centro la persona e i grandi temi del passato come il lavoro, l’occupazione, il benessere, piuttosto che i concetti del tutto astratti e intrinsecamente disumani dell’ideologia politically correct di cui il climacatastrofismo è pilastro portante.

Dal punto di vista dell’agenda politica, il Global Warming appariva davvero alla frutta. Troppi, e troppo gravi erano i problemi economici e sociali accumulati dall’inizio della grande abbuffata del globalismo finanziario. E al cospetto di quei problemi, quanto potevano valere elettoralmente, le solite sarabande ambientalistoidi e salvamondiste? Ben poco, quando il problema diventa trovare un lavoro, dar da mangiare ai propri figli, vestirli. E lì è successo qualcosa. Che si può far coincidere con un evento apparentemente piccolo, insignificante. Lessicale.

La neo-lingua

Esattamente un anno fa, il Guardian annunciava la necessità di usare un nuovo linguaggio, a proposito del Global Warming: da allora in avanti si sarebbe parlato di “crisi climatica” e “surriscaldamento globale”. Il cambiamento lessicale, in apparenza un ridicolo e disperato tentativo di portare ai massimi livelli la dose di allucinogeni per un paziente ormai assuefatto, si rivela invece come un segnale atteso, il nuovo scatto della bacchetta della direzione d’orchestra. Da quel momento è tutto un vociare di crisi e catastrofe climatica su tutti i media mainstream del Globo, per non parlare della politica, della finanza, e persino di organismi tradizionalmente neutri come corti costituzionali o ambienti religiosi.

È proprio in quel momento che irrompono protagonisti nuovi, e pesanti. Nel Dicembre del 2019, per esempio, Mark Carney (allora presidente della Bank of England) si lanciava in anatemi climatisti da far impallidire Greta: una vera e propria marea di eco-balle catastrofiste con tanto di innalzamenti degli oceani di 9 metri, temperature in aumento di 4 gradi, 800 milioni di persone sinistrate e quant’altro. Il tutto declinato rigorosamente nella neo-lingua del Guardian: “Direi che siamo in una Crisi Climatica. È arrivato il momento di agire”. Ovviamente lo slancio di Carney era del tutto disinteressato: nemmeno il tempo di lasciare la BoE e già era pronta la cadrega di consolazione: “Inviato speciale delle Nazioni Unite per la Climate Action”.

La voce di Carney non poteva rimanere isolata, perché appena tre settimane dopo il suo intervento, ecco irrompere Larry Fink, CEO di BlackRock (il più grande fondo di investimento mondiale), anche lui fresco di laurea in neo-lingua climatista: “La Crisi Climatica cambierà la finanza”.

Ghe pensi mi

Quando il boss di un fondo di investimento da 7 trilioni di dollari (7,000,000,000,000 …dodici zeri uno di fila all’altro) mette figurativamente il broncio e la treccina bionda, e annuncia urbi et orbi la necessità di dirottare quantità incalcolabili di denaro sul nuovo business del Green, allora il messaggio diventa chiaro anche per i più deboli di comprendonio: signore e signori, è nata una stella. Anzi, è nata una bolla: l’ennesima nella storia recente della finanza globalista scassata che ormai domina il Pianeta a colpi di Quantitative Easing e stampa infinita di fiat money. È una bolla verde, promette di salvarci dall’arrostimento globale, ma soprattutto promette profitti a tanti zeri a chi quella bolla intende gestirla in prima persona.

Proprio così, perché la resurrezione del Global Warming sotto le rinnovate forme della “Crisi Climatica” sottende ad un tema fondamentale: la destituzione de-facto della classe politica come intermediario privilegiato tra gli interessi della grande finanza, e il popolo. A rileggere gli eventi con il senno di poi, si resta infatti con la sensazione che ci avesse provato per anni, la grande finanza, a nascondersi dietro le figure di politici più o meno convincenti nel ruolo di salvamondisti. Ci ha provato, ma ha fallito. La “Crisi Climatica” e la decrescita (in)felice non sono argomenti attraenti per un elettore mediamente impoverito, preoccupato, e spaventato dalla crisi economica e sociale. Sono argomenti da pance piene. Non portano voti, semmai li fanno perdere.

Celebrato frettolosamente il funerale di una classe politica immolata sull’altare brucia-consensi del salvamondismo ambientalista (è proprio questo, il senso del post di due anni fa), i veri padroni del vapore sembrano aver deciso di non correre più il rischio di puntare su una sponda politica per poi ritrovarsi dalla parte sbagliata a causa delle bizze degli elettori. Certi investimenti hanno bisogno di prospettive sicure, e di lungo termine. Affidarle alle incognite di una tornata elettorale è un azzardo inaccettabile.

La politica tradizionale non serve più. A scendere in campo è un nuovo partito: mondiale, globalista, ricchissimo, di non-eletti: quel Partito di Davos che si precipita sulle nevi svizzere ogni anno con uno stormo di aerei privati a spellarsi le mani per gli applausi davanti ad un’adolescente con le treccine che li insulta perché fanno troppo poco contro la Crisi Climatica. Controllano la stragrande maggioranza dei media mondiali, molti dei quali direttamente, e li usano a mo’ di Pravda per formare le opinioni della gente. Esercitano un potere straordinario sui singoli paesi comprando e vendendo il debito sovrano e modificando gli spread di conseguenza. Agiscono attraverso lobby ben organizzate che amoreggiano con organizzazioni sovra-nazionali imponendo agende che, in cascata, sono rovesciate sui Paesi che a quelle stesse organizzazioni appartengono.

Neanche gli scienziati servono più. Hanno portato acqua per tanti anni alla causa, in buona fede, fino a praticare esercizi scientificamente controversi: revisioni di dataset del passato, output modellistici basati su premesse e assunti senza senso, e tanto, tanto altro di cui su questo Blog si è discusso per anni. Ma anche per loro la condanna a morte è arrivata a mezzo stampa: da quando la Pravda ha decretato che il Global Warming era “Scienza Consolidata”. Un ossimoro vero e proprio, perché una scienza “consolidata” non può esistere: si chiama dogma, o pensiero unico.

La “crisi climatica” non è più argomento di dibattito scientifico, perché la temperatura del Pianeta si rifiuta di crescere come da previsioni dei modelli, e il consenso scientifico si assottiglia di conseguenza. Il tempo del dibattito è finito, ora è solo tempo di aprire i portafogli.

Quattro parole, un Brand New World

La riqualificazione lessicale del Global Warming in “Scienza Consolidata” aveva preceduto mediaticamente di qualche anno l’invenzione della “Crisi Climatica”. Quattro paroline che in poco tempo hanno cambiato completamente il mondo del climambientalismo: i politici non servono più, troppo spesso perdono le elezioni e comunque non offrono garanzie sul lungo termine. Gli scienziati non servono più, hanno già dato e comunque non si possono esporre investimenti trilionari su scadenze decennali al rischio della scoperta scientifica.

Ed eccolo servito, il Brand New World della Crisi Climatica:

  • Una informazione uguale per tutto il mondo, diversa solo nel formato e nella lingua, gestita da una finanza che la controlla direttamente: un megafono dove “l’emergenza climatica” è permanente.
  • La figura dello scienziato usa-e-getta, utile a fornire la foglia di fico scientifica ad una causa prima di tutto economica, finché la causa stessa non diventa capace di autosostenersi.
  • La sostituzione della figura del politico con quella della lobby che danza con gli organismi sovranazionali ottenendo il massimo risultato su un gran numero di paesi, con il minimo sforzo.
  • Il conseguente stravolgimento del processo democratico dovuto all’imposizione di provvedimenti “salvamondo” attraverso organismi sovranazionali o comunque non eletti (ONU, UE, corti supreme, corti costituzionali, enti pubblici etc).
  • La geniale invenzione del “movimento di protesta da riporto”, che si agita in piazza con l’effetto di sostenere inconsapevolmente gli interessi economici dell’ élite, a tutto danno della collettività.

E io pago…

Sarà la storia a dire se questa gigantesca operazione di “riconversione del modello di sviluppo” si configura realmente come una iniziativa volta a salvare il mondo, oppure come la prima e più chiara manifestazione di un livello superiore mondiale non elettivo ma “migliore degli altri”. Con un’unica certezza: a pagare sarà sempre il signor Rossi, perché il banchetto trilionario che si intende allestire con il Green New Deal sarà fatto a sue spese: attraverso nuove tasse e bollette energetiche sempre più insostenibili, e con l’effetto collaterale della distruzione di un intero sistema economico che per decenni aveva regalato lavoro, prosperità, benessere e conquiste sociali ai milioni di signor Rossi di questo (un tempo) fortunato angolo di mondo.

 

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Published inAmbienteAttualità

10 Comments

  1. […] una stoccata velenosissima a Mark Carney (ne abbiamo parlato: l’ex banchiere centrale britannico riciclatosi come ambientalista a fine mandato): “capisco […]

  2. alessandrobarbolini

    parliamo di pizza e gnocca

  3. Caro Massimo, mi complimento con la tua lucida analisi di quanto è da poco accaduto e accadrà nei prossimi anni.
    I complimenti vanno alla tua capacità di descrivere e non al contenuto dell’analisi, che condivido in toto, tragicamente reale e foriero di tempi (più) cupi tra qualche anno.
    Per ora vedremo un’esplosione di esaltazione ambientalista/ecologista coperta dal vestito del fantasma clima che scomparirà appena smetterà di essere l’utile idiota della situazione.
    Appunto, come scrivi, il concetto dello scienziato usa e getta che spiega perché è scomparso dal (mio) radar Antonello Pasini (forse è in vacanza …) ed è apparso prepotentemente Roberto Buizza che credo si possa considerare il nuovo solone climatico (l’ultimo?) che fa finta di spiegarci tutto con una sicumera da far cadere le braccia.
    Poveri i nostri figli … Franco

    • Massimo Lupicino

      Grazie Franco… sullo scienziato usa e getta in fatto di Clima siamo stati dei precursori. Poi sono arrivati i virologi, apprendisti stregoni e dilettanti in confronto ai professionisti del catastrofismo climatico.. Ma stanno imparando in fretta mi pare, e anche lì si vede un certo turnover…

      Quanto ai nostri figli, gli stiamo lasciando un mondo di merda, non trovo altre parole. E non tanto per le condizioni di vita attuali, che come sottolineato tante volte, sono eccellenti da tanti punti di vista. Quello che preoccupa è il trend: le opportunità diminuiscono, la ricchezza si concentra sempre più in poche mani, la libertà di pensiero viene bandita proprio a partire dalle università che si definiscono “liberal”, il lavoro viene esportato dove costa meno e dove i lavoratori non hanno diritti. Il trend che non c’è nell’aumento delle temperature negli ultimi 20 anni, si vede invece benissimo in ambito sociale ed economico.

      Spero solo che i miei figli non finiscano a fare i ” protestanti da riporto” a favore di chi gli sta rubando il futuro (cit.). Cerco di educarli a usare il cervello e a non bersi quello che sentono in televisione o dagli amici, o da certi professori. Si fa quel che si può…

  4. Aldo

    Condivido in pieno. Complimenti

  5. Andrea Beretta

    Gentile Rocco, condivido in toto…ma non su un punto: “tutti i partiti sono sovranisti perché fanno l’interesse del proprio paese”. Eh, magari fosse così. L’Italia ha una tradizione secolare di governanti che l’hanno svenduta. Da milanese ricordo Ludovico il Moro nel Cinquecento. E la situazione attuale non è molto diversa, ci sono partiti che pagherebbero pur di vendersi e venderci alla lobby (meglio se straniera) del momento.
    Quanto all’articolo di Massimo, torniamo sempre al buon Orwell: la neolingua serve per impedire il pensiero libero. Se ci avessero detto di stare agli arresti domiciliari per 70 giorni, probabilmente ci saremmo arrabbiati, soprattutto considerando che nel frattempo navi non autorizzate portavano qui decine di persone non italiane, più o meno libere di fare quello che vogliono. Ma chiamarlo “lockdown”, tutti sono più sereni.

  6. rocco

    allora, cerchiamo di capire bene la situazione:
    alle scorse elezioni europee l’establishment tremava per la forte ascesa dei partiti cosidetti “sovranisti” (termine che alla fin fine non significa asolutamente niente! In Europa ogni stato cerca di fare i propri interessi, per cui sono tutti sovranisti e nazionalisti sia a destra che a sinistra), cosicchèp è stata arruolata Pippicalzelunghe con le sue paranoie sull’orsetto polare di peluches a cui fa caldo le notti d’estate.
    Risultato?
    I partiti sovranisti non hanno sfondato e l’establishment si è salvato, ma ha dovuto concedere alle truppe orsacchiate di Pippicalzelunghe la promessa di stanziamenti ingenti per idiozie verdi per nulla risolutive, ma che fanno del gran bene agli azionisti delle varie aziende del settore “green”.
    Poi è arrivato il coronavirus… fortunatamente che c’è il petrolio: tra mascherine, tubi per intubare e plexiglas, dobbiamo ringraziare madre Natura che ci rifornisce di un bene prezioso come gli idrocarburi.
    Qualcuno si è rallegrato che le emissioni sono diminuite, ma a Muana Loa ( https://www.esrl.noaa.gov/gmd/ccgg/trends/gl_trend.html ) nion se ne sono accorti; evidentemente il lockdown ha fatto il solletico.
    Però si sono stanziati fondi per bicielettriche e monopattini mentre sono aumentati i poveri ed i disgraziati che non riescono a pranzare ed a curarsi come si deve.
    Alla fin fine si scopre che, forse forse, c’è qualcuno lassù che vorrebbe che la popolazione mondiale decrescerebbe di qualche miliardo di persone; ormai non servono più tanti esseri umani… abbiamo i robot, i droni, e l’intelligenza artificiale: a cosa serve un medico in carne ed ossa?
    prima di lasciarvi vorrei farvi notare che l’assurda propaganda religiosa ambientalista ha inculcato nelle becere mentiu di tanti fannulloni l’idea che gli animali polari si cibano di ghiaccio e che senza di esso muoiono di fame.
    Ebbene, “I pinguini dell’Antartide sono sopravvissuti bene a una stagione senza ghiacci” https://www.agi.it/scienza/news/2020-06-25/antartide-pinguini-sopravvissuti-senza-ghiacci-8991356/
    forse forse anche gli orsi polari traggono beneficio da una riduzione dello spessore dei ghiacci?
    A Pippicalzelunghe, ed al fanatismo ambientalista, l’ardua sentenza

  7. Luigi Mariani

    Caro Massimo,
    quanto scrivi mi ha fatto pensare ai tanti “gabinetti di crisi climatica” aperti in mezzo mondo, comune di Milano incluso.
    L’altra notte ho fatto un sogno: rigorosamente bardato con maschera (e pinne) mi aggiravo per le vie di una città: era sicuramente Milano perchè non si vedevano vigili urbani/carabinieri/poliziotti a pagarli a peso d’oro. Poi ho scorto un cumulonembo al’orizzonte, un leviatano oscuro, orrendo e irto di lampi come se ne vedono solo in questi tempi di AGW, e ho chiamato il “gabinetto di crisi”: sono arrivati nel bel mezzo della bomba d’acqua, dei Nembo kid con treccina bionda…
    Mi sa che devo mangiare più leggero la sera.
    Luigi

    • Massimo Lupicino

      Che ti devo dire Luigi… io ieri ho sognato di essere accoltellato dalla mia ex… ma non mi pare avesse le treccine. Proverò a mangiare più leggero anche io 🙂

  8. Luca Maggiolini

    Perfetto.
    Poi, una volta sgonfiata, scoppiata o prosciugata la bolla eco-green partirà qualche altra caccia al nulla…. qualcuno rimarrà scottato, come migliaia di miliardi di euro in derivati fuffa, che non hanno alcun valore e alla fine scoppiano in mano a qualcuno – l’abilità sta tutta nel non essere quel qualcuno.
    L’aristocrazia nobile, perso il potere politico (e quindi economico) con la democrazia si è riciclata nella finanza, vecchia e nuova alleandosi, almeno per ora, coi nuovi ricchi con l’unico scopo di eliminare la classe media – che dà fastidio, perchè esce dal seminato, non segue i dettami, svaria, si arricchisce e cresce. Non va bene.

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