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Le vendetta del FAP

Premessa. Quel che segue sono atti privati nei pubblici uffici. Per carità, non che queste pagine siano pubbliche nel senso giuridico del termine ma, essendo di libera consultazione, se si parla di fatti propri forse si sconfina un po’. Ma è necessario però, me lo merito e vi spiego perché.

Più o meno una vita fa, in tempi decisamente non sospetti ma quando avevamo già mangiato un bel pezzetto di foglia, avevo scritto un articolo sul famigerato FAP, il filtro anti particolato (in realtà pro). Il FAP rappresenta forse la truffa ambientale più odiosa ordita dai soliti salvamondo in combutta con l’industria automobilistica e una bella fetta di decisori ai danni dei consumatori, nella fattispecie di automobili.

Non sto qui a spiegare, anche perché lo saprete già, per quale ragione si tratta di una truffa (se avete voglia leggete il vecchio post), ma basti sapere che le auto di nuova generazione non lo montano più. Come dire, finita la festa, gabbato lo santo. Una festa però che non è affatto finita per chi, come il sottoscritto, ha avuto la sventura e/o la necessità, cercando scampo tra la percorrenza e i paletti delle norme ambientali, di comprare un’auto a gasolio che ancora monta il FAP.

Dopo pochi mesi è iniziato il calvario. Filtro otturato, procedura di rigenerazione comandata elettronicamente che non va a buon fine perché la maledetta auto ha bisogno di 60km fatti almeno sopra i 30kmh solo per iniziarla, quindi se sei in città non c’è verso. Sono scattati quindi dei piccoli viaggi a scopo ambientale, vale a dire per disperdere in campagna quanto prodotto in città, ma niente da fare. Sotto quindi con la ricerca di informazioni per una soluzione. Prima e allettante proposta, una bella punta per ferro da 12mm sul trapano e via. Ma è un reato, oltre al fatto che si rischia di buttare tutto il resto, quindi niente da fare. Seconda, intervento sull’elettronica, altro reato e altrettanti rischi, peggio che andar di notte. ultima e unica scelta, intervento dell’officina ufficiale della casa, un vagone di Euro. Trattandosi di un’auto con i suoi anni, circa il 25% del suo (non) valore.

Capito perché atti privati? Perché è arrivata la vendetta del FAP, dannazione a lui, a chi lo ha inventato, a quelli che lo hanno promosso e a tutti quelli che ci hanno fatto e ci fanno ancora su un sacco di quattrini. Pazienza, così imparo, anche se ho i sudori freddi: in questo blog ci sono migliaia di post e di foglie ne abbiamo mangiate parecchie… se iniziano le vendette sono fritto 😉

Enjoy

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Published inAttualità

8 Comments

  1. Luca

    Io ho una Peugeot 308 1.6 Hdi del 2010, Euro 4 con FAP. Nei primi 3 anni di vita facevo lunghi percorsi, quindi nessun problema per il FAP. Ma da 7 anni a questa parte, poichè ho cambiato città e lavoro, sono andato avanti ad accendere il motore e spegnerlo dopo 1,2 km, due volte al giorno. Fortunatamente, però, nessun problema e, stranamente, la cerina (nonostante gli ormai oltre 204.000 km) non è ancora finita. E’ vero anche che negli ultimi anni ho utilizzato alcuni additivi per la pulizia del FAP. Nonostante il “pessimo” impiego per circa 9 mesi l’anno (d’estate vado in bici oppure a piedi) dal 2013 ad oggi, però, fortunatamente non ho avuto mai alcun genere di problema descritto da Guidi. E, devo dire, sono ancora contento del mio acquisto dato che l’auto continua ad avere ottimi consumi; in ciclo extra-urbano, ovvio…

  2. Fabrizio Giudici

    Dipende molto dal contesto. Io per esempio ho una Mazda CX-3 diesel da un po’ più di due anni e non ho avuto problemi; eppure è la mia auto tuttofare, dunque la uso anche in città. La mia fortuna probabilmente è stata passare da un diesel Euro 3 del 2005 (senza FAP) ad un Euro 6B del 2018, saltando le generazioni intermedie che probabilmente hanno dato più problemi.

  3. Roberto

    Ho avuto per sei anni una vettura diesel senza incontrare problemi, forse perché ne facevo uso prevalentemente extraurbano.
    Poi sono tornato al benzina e non sono per nulla pentito, anzi, in attesa dell’ibrido (taccio sull’elettrico che ovviamente piace ai nostri produttori che poi fanno anche gli editori…) che per ora mi sembra il classico specchietto per le allodole naturalmente con tutti i crismi dello pseudo-ambientalismo così di moda.

    • AleD

      Ma che senso ha l’ibrido? Più complessità e sia i problemi dell’endotermico che quelli dell’elettrico nella stessa vettura… Bah.

  4. Renato

    E’ parte integrante della truffa, il fatto che il particolato emesso dai diesel, nel contesto delle emissioni dello stesso PM relegato al traffico veicolare, rappresenti una parte minima, rispetto a quanto rappresentato invece da: abrasione freni, abrasione pneumatici e risollevamento, quindi, da un punto di vista ambientale, il FAP non contribuisce a risolvere un beneamato niente. Inoltre, per gli ultimi modelli di auto, si sono inventati anche l’additivo (il c.d. “AD Blue”), una semplice soluzione acquosa di urea (che notoriamente è un concime che si compra in Internet a circa 18 euro per 25 kg, se non lo trovate sotto casa) venduta però ad un prezzo circa triplicato. Metano? Perché (soprattutto nel mio profondo Sud) non vede mai realizzare una nuova stazione di servizio, mentre ne nascono ancora per carburanti classici? Auto elettrica? Per fermarmi dopo 200 km e non sapere dove… attaccarmi?

  5. AleD

    Curiosità, perché ha preso un diesel invece che per esempio una a metano?

  6. shadok

    A mio avviso il grosso equivoco, alimentato anche dalle case automobilistiche, è stato considerare l’auto diesel come adatta ad un uso cittadino (o comunque di brevi spostamenti). Non è così. Io stesso sono stato “costretto” ad un diesel (Euro 5) e per alcuni mesi ho vissuto l’incubo delle rigenerazioni interrotte e della spia gialla), poi per altri motivi ho cambiato modalità d’uso e percorsi e le cose si sono sistemate. Va detto che non tutte le case auto hanno avuto questi problemi (ad esempio Opel e Mazda sì, BMW e Fiat molto meno) e i modelli più recenti sembrano risentire meno di un uso “improprio”

    • Filippo Turturici

      Ti dirò che con la BMW non ho risentito di questi problemi; è anche vero però che per i primi 5 anni l’ho usata su percorsi “medio-lunghi” e solo negli ultimi 3 abito a pochi km, cittadini, dal posto di lavoro. Viceversa con la precedente Lancia, sempre diesel, a farmi dannare era stato il dibimetro FIAT che alla fine quasi mi lasciava a piedi in un viaggio di 800km…

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