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La Porsche nel Maggiolone

Beetle era la macchina del popolo, un condensato di semplicità  ed efficienza. Motore a basso regime di giri, raffreddamento ad aria, finiture spartane e costi bassi. Tutti tranne uno, se ne ricorderà  chi l’ha guidata o posseduta, i consumi. Un vero must per decenni, divenuto ancora più tale quando è uscita di produzione. Molti appassionati ne fecero un’elaborazione spettacolare, sostituendo il classico motore 1200cc con un 2700cc di derivazione Porsche. Praticamente dalla semplicità  estrema al massimo (allora) della tecnologia motoristica.

Tranquilli, non ho deciso di traghettare CM nel mondo dei motori, sin qui vi ho soltanto dato conto di quel che mi è passato per la testa leggendo il documento di cui vorrei parlarvi oggi. Un involucro semplice che contiene un sistema estremamente complesso. Come semplice è stato sin dall’inizio il messaggio di chi sostiene la teoria dell’attribuzione del riscaldamento del pianeta ad un aumento della concentrazione di gas serra. C’è più di quello, c’è più di quell’altro, rispettivamente gas serra e calore. Semplice e lineare, come le linee di un Maggiolone. Peccato che il motore del clima sia quello di una Porsche, e non funzioni affatto secondo la logica semplice della copertina che impedisce al calore di essere disperso verso l’alto. Per carità, so perfettamente che a questa semplice spiegazione ci si arriva attraverso dinamiche molto complesse, ma per quanto vi si voglia girare attorno, alla base di tutto c’è sempre la stessa semplice spiegazione: c’è più di quello, c’è più di quell’altro.

A ben vedere può darsi che il concetto sia questo ma gli attori siano altri, forse in grado di spiegare meglio l’enorme complessità  del sistema che ci piacerebbe tanto conoscere. Una macchina del clima, certamente alimentata dalle differenze di temperatura, ovvero dalla differenza di quantità  di energia termica che arriva sul pianeta, che però attiva dei meccanismi in stretta correlazione con il contesto in cui questo avviene, ovvero il cosmo ed il sistema solare.

E’ la differenza di temperatura a determinare la distribuzione delle masse d’aria, responsabili in primis dei pattern di circolazione e quindi della redistribuzione del calore, oppure è la distribuzione dell’atmosfera attorno al pianeta a generare i centri d’azione che regolano lo scambio di calore? E quale forza esterna può avere influenza sulla distribuzione dell’atmosfera attorno al pianeta, oltre naturalmente all’attrazione gravitazionale? Secondo Erl Happ, autore del documento di cui vi sto parlando, si tratta dell’orientamento della direzione, dell’intensità  e della velocità  del ventosolare, del cambiamento dell’intensità  della radiazione ionizzante proveniente dal cosmo e delle variazioni del campo magnetico terrestre, che agiscono insieme abbassando la pressione atmosferica da una parte e facendola crescere da un’altra, di fatto influenzando la distribuzione dell’atmosfera lungo la latitudine. Terra e Sole insieme, in un meccanismo estremamente complesso ma dagli effetti semplici, dei quali forse sin qui si sono guardati soltanto gli aspetti più evidenti e di immediata comprensione.

Paradossalmente, ma a pensarci bene non può essere che così, Happ indentifica il centro d’azione di questo meccanismo nella zona del pianeta che invece si immagina sia la più isolata dal resto della circolazione generale atmosferica, ovvero quella porzione di atmosfera soprastante la calotta polare antartica. Le complesse reazioni chimiche cui sono soggetti gli strati più alti dell’atmosfera sono alla base della concentrazione di vapore allo stato solido che li occupa, definendo la quantità  di calore che può in definitiva attraversare tutta la fascia atmosferica riscaldandone gli strati più bassi, molto più di quanto non possa fare il vapore acqueo allo stato liquido nel processo inverso, ovvero trattenere il calore impedendone la dispersione verso lo spazio.

Differenze di temperatura che si traducono in differenze di pressione. Nelle ultime decadi del secolo scorso, la pressione atmosferica media sulla calotta polare antartica ha subito una impressionante diminuzione nei mesi dell’inverno australe, cui si è contrapposto un consistente aumento di massa d’aria e dunque di pressione atmosferica tra l’equatore e 30° di latitudine sud. Il meccanismo è simile ma molto meno evidente nell’emisfero nord, anche perché il Vortice Polare settentrionale è molto più debole del suo gemello meridionale, soprattutto per la presenza nell’emisfero boreale di vastissime terre emerse continentali che sono sede di correnti discendenti e “rubano” quindi energia alla circolazione chiusa settentrionale.

Due diverse modalità di comportamento di tutto il sistema, una che favorisce uno stato caldo ed una che ne favorisce uno freddo. Con uno shift tra questi due pattern avvenuto più o meno nel 1976-77. Vi dice nulla questa data? E’ la stessa in cui è mutata la fase dei grandi cicli oceanici che regolano dall’interno il sistema. Tutto questo insieme ad una grande quantità di altri elementi, endogeni ed esogeni, che Happ identifica nella distribuzione delle terre emerse, nei fattori astronomici, nell’attività  solare nel suo complesso e via discorrendo. La matrice complessa di un sistema in costante cambiamento tra due fasi opposte.

Questa la fase calda secondo l’autore, ovvero la serie di eventi che avrebbe indotto il riscaldamento delle ultime decadi del secolo scorso e, aggiungerei, delle prime dello stesso secolo.

  • Uno spostamento dell’atmosfera dai poli verso le medie e basse latitudini generata da un forcing elettromagnetico che agisce sulle componenti ionizzate dell’alta atmosfera;
  • L’indebolimento dei vortici polari indebolisce il flusso di azoto ionizzato nell’alta atmosfera, favorendo la sopravvivenza di un maggior numero di molecole ionizzate di ossigeno che dunque accrescono la concentrazione di ozono.
  • Nell’alta troposfera questo ozono favorisce l’aumento delle temperature e l’evaporazione dei cristalli di ghiaccio;
  • Una maggiore quantità di radiazione solare raggiunge la superficie che dunque si scalda;
  • Nell’emisfero meridionale le temperature a 200Hpa salgono molto più che in quello settentrionale, raggiungendo dei picchi agli equinozi.
  • Un’atmosfera più calda e più trasparente alla radiazione favorisce il riscadamento alle latitudini meridionali favorendo la genesi di fenomeni di El Niño.

E’ una spiegazione affascinante, complessa ma anche ricca di evidenze. Non posso sinceramente dire di esserne stato convinto perché non possiedo tutti gli elementi per comprenderla e perché si allontana in effetti tantissimo dal modo in cui siamo abituati a pensare. Sta di fatto però che un collegamento tra tutte le evidenze portate da Happ a sostengo di questa sua teoria, di cui alcune decisamente stupefacenti, deve esserci di sicuro e non può in alcun modo essere ricondotto all’immagine di un sistema soggetto ad un forcing continuo e lineare quale quello antropico. Quale la strada? Le evidenze che Happ ci mostra hanno il difetto di rappresentare gli effetti, le cause sarebbero nell’interazione tra alta atmosfera, cosmo, Sole e lo stesso pianeta, tutto per il tramite della quantità  di radiazione che può o meno attraversare l’atmosfera. Chissà, forse ci sono dei parametri misurabili che possono confermare o smentire questo approccio, il problema è che forse dovremmo anche abituarci all’idea che questa macchina così complessa va guardata dall’alto, e non dal basso. E, soprattutto, va guardata tutta insieme. Chissà  se mai avremo uno strumento con un’ottica ampia come la mente di Happ.

Il documento lo trovate qui. Buona lettura.

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Published inAttualitàClimatologia

6 Comments

  1. Duepassi

    La discesa di ioni di azoto in stratosfera provenienti dalla mesosfera, causa la “cattura” di ioni ossigeno, che quindi vengono sottratti alla ricombinazione tra di loro per formare ozono. Questo meccanismo porta ad una diminuzione dell’ozono.
    In vicinanza dei poli geografici si trovano anche i poli magnetici della Terra, dove si infittiscono le linee di forza del campo magnetico.
    Credo che questo infittimento delle linee di forza del campo magnetico giochi un suo ruolo nella formazione del buco dell’ozono.
    Secondo me.

  2. Duepassi

    E’ più facile che un aumento di 1 grado causi un aumento di 3 gradi,
    o che un aumento di 3 gradi causi un aumento di 1 grado ?
    Propongo un’interessante domanda e risposta, tradotte col metodo Shelburn, ad un fondamentale lavoro di Erl Happ, “Climate engine”, che potete trovare qui:
    http://climatechange1.wordpress.com/2009/11/08/the-climate-engine/

    There seems to be – sembra che ci sia
    quite a dependence – abbastanza dipendenza
    on ice crystal density, – dalla densità dei cristalli di ghiaccio
    [ nell’atmosfera ]
    but I don’t see – ma non vedo
    any evidence – prova alcuna
    showing their changes – che mostri i loro cambiamenti
    with your conclusions. – (in accordo) con le tue conclusioni
    Do you have evidence – hai prove
    of changes – di cambiamenti
    in ice crystal density? – nella densità dei cristalli di ghiaccio ?
    Interesting paper. – Studio interessante
    Thank you. – Grazie
    o
    By: Michael D Smith on November 9, 2009
    at 8:57 am
    Reply – risposta
    Michael, Thanks – Michael, grazie
    for your observations. – per le tue osservazioni.
    I don’t think anyone – non penso (che) nessuno
    has evidence – abbia prova
    of change di cambiamenti
    in ice crystal density – nella densità dei cristalli di ghiaccio
    influencing the flux of – che influenzino il flusso della
    radiation to the surface. – radiazione verso la superficie.
    But the relationship – ma la relazione
    between temperature – tra la temperatura
    in the upper atmosphere – nella parte superiore dell’atmosfera
    and temperature – e la temperatura
    at the surface – alla superficie
    is unequivocal – non dà luogo ad equivoci
    and if you trace that back – e se risali alla causa
    it very clearly relates – molto chiaramente ha attinenza
    to the interaction of the mesosphere – con l’interazione della mesosfera
    with the stratosphere – con la stratosfera
    in the polar regions. – nelle regioni polari.
    So, regardless of – Così, indipendentemente da
    what the mechanism is, – quale sia (esattamente) il meccanismo
    there is a chain of linkages – c’è una catena di collegamenti
    between the sun – tra il sole
    and the surface temperature. e la temperatura superficiale.
    Temperature – (La) temperatura
    in the upper troposphere – nella parte superiore della troposfera
    varies by much more – varia molto più
    than temperature – della temperatura
    at the surface. – alla superficie.
    It is maintained by some people – Alcune persone sostengono
    that the sun heats the Earth – che il sole scaldi la Terra
    and the Earth heats the atmosphere. – e la Terra scaldi l’atmosfera.
    But, can a rise of one degree – Ma, può l’aumento di un (solo) grado
    at the surface produce – alla superficie produrre
    a rise of three degrees at 200hPa? – un aumento di 3 gradi a 200hPa ?
    Now, look at it from the other end. – Ora, guardiamolo dall’altro estremo.
    Could a rise of three degrees at 200hPa – Può un aumento di 3 gradi a 200hPa
    cause a rise of 1 degree – causare l’aumento di 1 grado
    at the surface? – alla superficie ?
    From your understanding of physics – Secondo la tua comprensione della fisica
    is the latter not Рnon ̬ forse la seconda
    a more reasonable proposition? – un’asserzione più ragionevole ?
    Water can be present – L’acqua può essere presente
    in the atmosphere as vapour, – nell’atmosfera come vapore,
    a liquid or a solid state. – liquido o allo stato solido.
    In the vapour state – Nello stato di vapore
    it does not inhibit – non inibisce
    the transmission of light. – la trasmissione della luce.
    But in the other states – Ma negli altri stati
    it certainly does. – certamente si.

  3. […] ritrovando i concetti di “cool mode” e “warm mode”, la mente torna a quanto scritto da altri che se ne infischiano del mainstream e che per questo sono stati messi ai margini o derisi, quando […]

  4. […] in qualche modo esogene, ma comunque attinenti alla complessità del sistema, qualche settimana fa abbiamo pubblicato il commento ad una lunga trattazione  che affronta questi temi da punti di vista molto simili, e […]

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