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Con gli occhi di un bambino

Qualche giorno fa abbiamo avuto un colloquio con la maestra di mia figlia, che frequenta le scuole elementari. Le cose vanno abbastanza bene, compatibilmente con la situazione generale. Poi verso la fine dell’incontro…

  • La bambina è interessata alle scienze. Sa, abbiamo proposto delle attività e lei ha scelto di fare un poster sul Global Warming con una compagna.
  • AH SI’?!
  • Sì sì! Sa, io trovo molto importante che i bambini si ispirino a figure positive, come Greta Thunberg!

Mia moglie mi ha messo una mano sul ginocchio come a fermarmi, aspettandosi il peggio. E io ho avuto pietà di lei, e di mia figlia.

  • OK, bene bene. Grazie arrivederci.

Dieci minuti dopo ero a colloquio…con mia figlia. Le ho spiegato un concetto che avrà modo di approfondire nel corso degli anni, sulla sua pelle. Ovvero che le insegneranno materie come la matematica, o la grammatica che si basano su una serie di regole precise e condivise. Per quelle materie, dovrà semplicemente ascoltare gli insegnanti e imparare quello che c’è da imparare.

E poi ci sono altre materie in cui invece gli insegnanti condiranno i fatti con le loro opinioni, e in cui i fatti stessi potranno essere un po’ diversi da come vengono raccontati.

  • Come il Global Warming?
  • Esatto, come il Global Warming
  • E quindi quello che ha detto la maestra può non essere vero?
  • Diciamo questo: tuo papà di global warming ne sa probabilmente più della tua maestra, e secondo il tuo papà i pericoli di cui ti ha parlato la maestra sono in gran parte sciocchezze.
  • E il mio poster?
  • Il poster lo fai lo stesso, e racconterai le cose per come te le ha spiegate la maestra, ma non dovrai dirle che sono scemenze, mi raccomando, altrimenti ti darà un brutto voto.
  • Ma sono scemenze, no?
  • Sì, sono in gran parte scemenze. Il clima della Terra è sempre cambiato, in passato nella città dove viviamo oggi c’erano dei ghiacciai immensi, e al mare a casa dei nonni c’erano gli iceberg e le foche.
  • E la CO2?
  • La CO2 emessa dagli uomini è solo uno tra i tanti fattori che influenzano il clima sulla Terra. Ce ne sono tanti altri, probabilmente più importanti: le eruzioni dei vulcani, i movimenti dei pianeti, i cambiamenti nelle correnti degli oceani. Eppoi il sole…E tante, tante altre cose che ancora neanche si conoscono.
  • Quindi la CO2 fa male o fa bene?
  • La CO2 è un mattone essenziale della vita della Terra in quanto contiene una sostanza chiamata carbonio. La nostra è la civiltà del carbonio: gli esseri viventi si distinguono da quelli inanimati per il fatto di essere fatti anche di carbonio. Altrimenti saremmo pietre, o sabbia.
  • Quindi siamo fatti di CO2?
  • Diciamo che grazie alla CO2 viene prodotto il carbonio di cui abbiamo bisogno per vivere: quello che assumiamo sotto la forma di zuccheri, grassi e proteine. Quindi senza CO2 non esisteremmo. Inoltre la CO2 ci permette di non sentire troppo freddo perché trattiene sulla Terra parte del calore ricevuto dal sole.
  • Ce l’ha detto anche la maestra che in piccole quantità fa bene!
  • La tua maestra ha ragione, e qui ha detto una cosa molto giusta! Il problema è capire quale sia questa “piccola quantità” che fa bene. Probabilmente se anche ce ne fosse molta di più di quella che abbiamo oggi, farebbe ancora più bene. Gli uomini amano il caldo, non il freddo. Tutte le grandi civiltà del passato si sono sviluppate in periodi molto caldi. Lo sai che al tempo dei romani faceva più caldo di oggi e si attraversavano le Alpi con gli elefanti?
  • Davvero?! Con gli elefanti?!
  • Certo, e pensa che al tempo dei romani i ghiacciai sulle Alpi mancavano praticamente del tutto! E non c’era l’uomo a guidare le macchine, e non c’erano le industrie come le conosciamo oggi…
  • Ma la CO2 allora? Come mai aumenta sempre?
  • Non aumenta sempre, ci sono state epoche in cui la CO2 è diminuita, altre in cui è aumentata fino a valori simili o addirittura più alti di quelli di oggi. La CO2 in realtà fa parte del cosiddetto “ciclo del carbonio”.
  • Cioè?
  • La CO2 viene “mangiata” dalle piante che la trasformano in ossigeno, che noi respiriamo. E in zuccheri, proteine e grassi, con cui ci alimentiamo. E con cui si alimentano anche gli animali che a nostra volta mangiamo. Poi con la respirazione, o bruciando la legna, il gas e il petrolio produrremo altra CO2 che tornerà in circolo e verrà nuovamente mangiata dalle piante che produrranno altro ossigeno, altri zuccheri, grassi e proteine che noi mangeremo. E via dicendo.
  • Quindi la CO2 fa bene?
  • Senza la CO2 tutta la Terra sarebbe solo una immensa palla di ghiaccio senza vita: senza alberi, senza animali e senza uomini. E comunque la CO2 non può aumentare per sempre a questa velocità perché la quantità di carbonio sulla Terra non è infinita. Le vere minacce per l’uomo sono altre: asteroidi, super-vulcani, glaciazioni. Non certo la CO2.

—————————————————-

La bambina era perplessa e al tempo stesso contenta. Leggevo nei suoi occhi la sorpresa per la scoperta che anche gli insegnanti possono sbagliarsi, e l’eccitazione all’idea di poterne sapere più della sua maestra. Ma a me è rimasta in testa una riflessione, semplice, lineare ed essenziale come può essere il ragionamento di un bambino.

Se quello del carbonio è un ciclo, come ci hanno insegnato a scuola tanti anni fa, allora noi non stiamo facendo altro che accelerare questo ciclo bruciando riserve di carbonio accumulate nel sottosuolo sotto la forma di idrocarburi formatisi nel corso di milioni di anni per l’accumulo, la sedimentazione e la trasformazione di materia organica di origine prevalentemente vegetale. In altre parole, ci stiamo fumando le felci e le palme di cui andavano ghiotti stegosauri e triceratopi.

Ci hanno anche insegnato, a scuola, che la materia non si crea nè si distrugge. Al più si trasforma, per dirla alla Lavoisier. Quindi il carbonio totale a nostra disposizione è limitato. Ed è limitata proporzionalmente la nostra capacità di trasformarlo in CO2. Ed è limitata di conseguenza anche la possibilità di aumentare “antropicamente” la temperatura della Terra (fermo restando che la sensibilità climatica alla CO2 è tutt’ora un grande punto interrogativo).

L’unico modo che resta per giustificare il terrorismo climatico CO2-dipendente è quindi ipotizzare che l’accelerazione impressa al ciclo del carbonio dalle attività umane sia in grado di innescare una rezione di run-away, per l’azione combinata di una serie di feedback positivi che si alimentano vicendevolmente, esaltando il riscaldamento terrestre fino a livelli insostenibili. E questo spiega l’ossessione dei clima-catastrofisti per quella hockey stick annunciata da decenni ma che non arriva mai.

Ma questo benedetto meccanismo di run-away non è compatibile con il progresso tecnologico che già oggi sta riducendo la rilevanza delle fonti energetiche fossili, rendendo totalmente implausibili gli scenari di emissioni (ab)usati oggi dai modelli climatici, come il famigerato RCP 8.5 (per gli amici, Mr. “business as usual”). E non è sostenuto dall’evidenza sperimentale che mostra un aumento risibile (appena un grado) delle temperature globali negli ultimi 170 anni, al cospetto di tutti i gas serra emessi dalla rivoluzione industriale ad oggi, e volendo generosamente ignorare il riscaldamento naturale seguito alla fine della Piccola Era Glaciale. E non è confermato nemmeno dagli studi paleoclimatici, come ha spiegato Donato Barone a margine di un recente post, giacché gli attrattori del sistema hanno sempre scongiurato in passato che la Terra diventasse un forno pur in presenza di temperature molto più elevate di quelle odierne.

Ecco, se si fa un po’ di pulizia nell’informe pattume mediatico climatacastrofista e si prova a ragionare in termini macroscopici, guardando alle cose con gli occhi di un bambino, e servendoci delle nozioni scientifiche (un tempo) messe a disposizione dei bambini sui banchi di scuola, allora forse scopriremo che la narrativa sul global warming è ancora più assurda, ridicola e scassata di quanto già non appaia a prima vista.

E ancora più disumana, nel momento in cui intenzionalmente tace il ruolo essenziale che la CO2 ha nel permettere la vita sul nostro Pianeta. In linea, del resto, con il mantra generale che vede nella presenza dell’uomo sulla Terra solo uno sfortunato incidente da emendare al più presto con un gigantesco suicidio economico di massa.

———————————–

Ieri mia figlia è tornata da me:

  • Papà è vero che gli scarti alimentari provocano il global warming?
  • No, è una scemenza. Il cibo non va sprecato perché c’è ancora troppa gente che non ha da mangiare. Il global warming non c’entra nulla. Semmai è vero il contrario, visto che l’aumento della CO2 ci ha aiutato a ridurre la fame nel mondo, perché le piante hanno più CO2 da mangiare e quindi crescono meglio. Ma perché me lo chiedi?
  • Perché oggi la maestra ci ha dato dei quiz da scegliere per un compito, e in uno di quei quiz si parlava degli scarti di cibo che causano il global warming.
  • E tu che quiz hai scelto?
  • Ne ho scelto un altro, perché lo sapevo che quello del global warming era una scemenza.
  • Brava figlia mia! Tutta suo padre.

 

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Published inAttualità

35 Comments

  1. donato b.

    Passo metà della mia vita nella scuola e questi discorsi sono ormai la norma. Illustro la situazione dalla parte dei docenti (tale sono, del resto).
    Tutti i corsi di aggiornamento cui ci sottoponiamo, quasi tutte le proposte di progetti che ci vengono fatte, partono dalle problematiche ambientali e globaliste.
    E’ ormai consuetudine che tra i famosi “obbiettivi trasversali” cioè comuni a tutte le discipline ci siano i famigerati 17 obiettivi dell’Agenda 2030 (quelli per lo sviluppo sostenibile, tanto per capirci).
    Sfido chiunque a trovare una programmazione di classe o individuale (tranne le mie ovviamente), in cui non compaiano questi obiettivi.
    .
    Ad essere sincero anch’io sono stato costretto in un’occasione a dover cimentarmi con l’argomento. Durante un corso d’aggiornamento on-line ho dovuto organizzare una lezione in cui dovevo trovare una strategia per parlare di questa benedetta agenda. Non potevo esimermi, pena il mancato superamento del corso. Ora bisogna sapere che ogni docente si deve sottoporre obbligatoriamente a non meno di 25 ore di aggiornamento all’anno, per cui avevo urgenza di questo attestato. Scelsi uno degli obiettivi meno controversi e tirai avanti.
    .
    In questo clima è inutile meravigliarsi di quanto succede nella scuola: noi docenti siamo costretti ad occuparci di queste cose, perché ciò ci viene chiesto dall’alto. E nel futuro sarà sempre peggio. Io spero di andare in pensione prima che qualcuno si interessi a quanto faccio al di fuori della scuola e me ne chieda conto.
    Negli ultimi dieci-undici anni non è successo: sono stato attento a tenere un profilo basso, cercando di tenere nettamente distinte le mie due attività (scettico militante e docente), ma tutto può succedere.
    .
    Potrà sembrare strano, ma la situazione è questa. Qualche anno fa sembrava impossibile, ma oggi si fa presto ad essere accusati di negazionismo e messi sotto processo. Con i miei alunni non evito di parlare di questi argomenti, cercando di illustrare in modo equo entrambe le posizioni, ma non posso fare a meno di palesare il mio pensiero. Per ora è andata bene, ma non metterei la mano sul fuoco che lo stesso succeda anche nel futuro.
    Ciao, Donato.

    • Massimo Lupicino

      Grazie Donato per la tua testimonianza.

      In una societa’ in cui certi mantra sono inculcati nei cervelli a martellate faccio fatica anche io a dare la colpa agli insegnanti. Se si accetta come una realta’ il fatto che ci troviamo sotto una dittatura di pensiero (per ora solo di pensiero), passa anche la voglia di arrabbiarsi. Cosa doveva dire chi e’ stato sotto il tacco del comunismo per 40 anni, e aveva solo a disposizione la Pravda per informarsi? Anche adesso e’ cosi’, per chi ha occhi per vedere. Inutile arrabbiarsi. Il comunismo crollo’ quando il controllo dei media era ancora totale e i padroni del vapore ritenevano di essere in pieno controllo.

      Succedera’ anche questa volta. Quello che preoccupa sono i danni che certe politiche possono infliggere nel lungo termine. I paesi del Blocco Orientale, per esempio, non si sono mai ripresi e non hanno mai raggiunto i livelli di benessere di chi stava dall’altra parte del muro. Forse li raggiungeranno presto, ma non perche’ migliorera’ la loro situazione, semplicemente perche’ saremo noi a portarci ai loro standard attuali di benessere.

  2. mauro olivieri

    E’ davvero un piacere leggervi, per fortuna che c’è Climatemonitor ed i suoi articoli. Io sono un semplice appassionato di meteorologia e climatologia . Sono nato in campagna, i miei erano contadini da generazioni, sono cresciuto a pane bagnato con zucchero invece della nutella ( non voglio mica demonizzare la nutella…eh) e con le previsioni del mitico Bernacca, che non ci perdevamo mai. E ricordo bene i primi dibattiti televisivi di Bruno Vespa sui cambiamenti climatici, negli anni 70/prima metà anni 80, si parlava di era glaciale imminente, ai quali il saggio Colonnello rispondeva pacatamente che il clima cambia per natura, per definizione…l’ha sempre fatto e sempre lo farà. Ora ,certo ,ci rimane poco di quel modo di informare, di fare giornalismo, di fare divulgazione meteo,. Resistere è la parola d’ordine e, come ben dice Massimo Lupicino, una delle poche cose che ci sono rimaste è partire da noi stessi, dalla nostra famiglia, dai nostri figli, e non perdere la speranza che, come un piccolo sasso gettato in uno stagno crea delle piccole onde, pillole di buona semplice informazione facciano lo stesso. La vostra non è solo e semplice informazione ma Scienza con la S maiuscola e quindi
    produrrete nel tempo onde più grandi…nel cervello delle persone. Complimenti ancora!

    • Massimo Lupicino

      Grazie mille Mauro!

      Quanto alla Scienza con “S” maiuscola giro il complimento volentieri ad altri blogger molto piu’ meritevoli del sottoscritto 🙂

  3. rocco

    un paio di anni fa, alla scuola elementare di mia figlia organizzarono un progetto per il recupero del RAEE promosso da una importante associazione ambientalista che somministrava lezioni di “etica ambientale”.
    Mia figlia mi chiese degli apparecchi elettronici da portare a scuola.
    le diedi una lampadina a led.
    Alla fine dello scorso anno scolastico chiesi alla maestra gli esiti di questo progetto.
    – Abbiamo riempito un’aula di rifiuti, ma nessuno se li è venuti a prendere. Doveva interessarsi l’associazione, ma dopo aver ricevuto il pagamento per le lezioni non si sono più fatti vedere. Eppure ci dicevano che in quei rifiuti c’erano tanti metalli preziosi tra cui l’oro.
    Ed ora per sgomberare l’aula dovremmo pagare una ditta specializzata perchè neanche l’azienda dei rifiuti se li viene a prendere.
    – Pare che il miglior bussiness sui rifiuti è il bla bla bla, risposi

    • Massimo Lupicino

      Se tutto questo e’ servito a pagare l’associazione ambientalista e quella di pulizia dei rifiuti, allora possiamo concludere dicendo che’ e’ stato un ottimo caso di “economia circolare”… 😉

  4. Andrea

    E a proposito di Venezia: ovviemente sui tg nazionali si sprecavano i commenti di ” studiosi di clima” che una serie di tre giorni di acqua alta non era mai accaduta in passato! Allora fine anni 70, inizio 80 io vivevo a Venezia e ricordo certi inverni tantissimi giorni in cui tornavo a casa bagandomi i piedi per la frequenza del fenomeno! Ovviamente in inverni con prevalenza di basse pressioni e perturbato, non con inverni con prevalenza di hp. A queste notizie ovviamente chi non si interessa di meteo e clima finisce con il crederci, anche perchè alla persona comune sfugge il senso pratico di diffondere in continuo notizie catastrofiste

  5. Stefano Piccinini

    E intanto per i recovery fund 74 Mld per la green economy e 9 per la sanità, e l’UE taglia i contributi alle reti gas perchè la domanda è destinata a diminuire in modo significativo in linea con gli obiettivi del Green Deal; saranno finanziate solo le reti che integreranno i gas “verdi”. Mala tempora currunt

  6. Ale69

    Ciao Massimo, che dire?!
    L’articolo è ben fatto, ma soprattutto il contenuto e il modo in cui è scritto. Mi sono permesso di condividere nel mio stato Whatsapp il tuo articolo ( lo leggerebbero solo i miei contatti ovviamente). E’ stato visionato 36 volte. So anche chi. Ho solo fatto attenzione a far si che la lettura (cliccando sul link che conduce al tuo articolo) possa essere di gradimento a chi è curioso, perchè senza curiosità si accetta tutto, è tutto scontato, dove qualcuno pensa per te. E questo mi riporta alla tua similitudine ( mi hai rubato il pensiero, ahaha) fra le materie pure e quelle per le quali si può esprimere un’opinione. Esatto! proprio così. Come mi rattrista sapere che le persone si disinteressino di questi argomenti importanti, perchè ancora si fatica a capire che certe scelte politiche ( manovrate dall’alto ) sulla promessa di un mondo migliore, in realtà potrebbero condurre verso un mondo in cui non sarà più possibile tornare indietro. Alle elementari ci insegnarono che le Alpi son più giovani degli Appennini, ma è vero il contrario (tanto per fare un esempio). Giusto quindi che la bambina, la tua bambina, come tanti altri bambini, tutti insieme, siano entusiasti di imparare cose che probabilmente ( escluse matematica, grammatica, geometria, ecc..) da grandi, spero, vedranno con occhi diversi. Concludevo l’incipit dello stato del social allundendo al fatto che è importante essere curiosi, è importante porsi delle domande, dei dubbi…chissà che qualcuno non cominci già da ora, anche perchè è solo con la politica (inteso come strumento democratico) che sarà eventualmente possibile fermare determinate azioni irreversibili, caso mai dovessero prendere piede, spero di no. A.

    • Massimo Lupicino

      Tutti abbiamo ricevuto delle “lezioni extra-curricolari” a scuola su come dovevamo comportarci, e soprattutto su come dovevamo votare. All’inizio le abbiamo anche seguite, poi siamo cresciuti. E abbiamo fatto comunque di testa nostra. E’ un percorso che volenti o nolenti devono fare tutti, anche i ragazzini di oggi.

      Il problema non sono i giovani, sono gli “educatori” adulti che faranno danni irreparabili che i giovani pagheranno sulla loro pelle. Un po’ come quelli della mia generazione hanno pagato i danni fatti dai 68ini di ieri, oggi “ambientalisti”, ma con 50 anni di piu’ sulle spalle, e tutt’ora al potere. Per la serie: i giovani cambiano idea col tempo, ma quelli che comandano restano sempre gli stessi. Hanno solo cambiato l’oggetto della loro propaganda. Ai miei tempi si manifestava per la causa palestinese, oggi col faccione di greta. Si e’ cambiato tutto per non cambiare niente.

  7. Luca Maggiolini

    Caro Massimo, la speranza – che per me è una certezza, dato che è sempre andata così e non vedo perchè debba cambiare – è che la finanza, dopo avere fatto disastri (sulla pelle altrui, ovviamente, mi pare superfluo notarlo) con le ecoboiate, si dirotterà su altro una volta succhiato tutto il succhiabile.
    Certo, ci saranno vittime anche tra di loro, chi non ha passato in tempo il cerino si scotterà, ma fa parte del grande gioco – in ogni guerra ci sono i sacrificabili.
    Il momento eco-friendly e circo annesso è, appunto, solo un momento. Il disegno più grande è, invece, eliminare la classe media: solo ricchissimi, ex nobili e famiglie aristocratiche alleati ai nuovi facoltosi delle tecnologie – alleanza che durerà quanto serve ai primi… – e popolino allineato e informe.
    Popolo che sta dando il suo contributo per favorire il cervello all’ammasso: come puoi non accorgerti di quanta vomitevole ipocrisia ci sia nei reali inglesi quando parlano di “sobrietà di vita??? o dei miliardari di Google/Facebook et similia???
    Lotta alle idee libere e salde.
    Lotta alle identità culturali radicate.
    Tutti dentro ad un bel “melmone”, pieno di tutto e di niente insieme , tutto liquido, tutto vacuo, senza punti fermi. Un unico ordine mondiale senza alcuna identità culturale e storica, senza un passato (che va rivisitato e riscritto, basta vedere i deliri attuali), senza tradizioni.
    Perchè chi esce dal niente non sa di niente e si può manipolare senza tante difficoltà.
    Si torna indietro.

    • Massimo Lupicino

      Ormai ce lo dicono pure in faccia, leggi la propaganda per il “Gran Reset”. Omettono solo di dire che si tratta del “Gran Reset della classe media” ma in fondo una omissione e’ meno grave di una bugia no?

  8. Alessandro

    Ringrazio massimo lupicino per questo bellissimo post anche perché ho una figlia di 3 anni quindi mi sa che tra qualche anno avrò la stessa esperienza
    Questa cosa del global warming è penetrata così a fondo nella testa delle persone che anche chi non ha mai alzato gli occhi al cielo per vedere che tempo fa dice che stiamo distruggendo il pianeta, che siamo a un punto di non ritorno ecc ecc.
    Non so voi ma a me non è ancora capitato di parlare con una persona anche solo minimamente scettica.. e con chiunque parlo di tempo atmosferico o clima si finisce sempre nel riscaldamento globale e se provi a raccontargli ad esempio di clima che varia naturalmente tipo “peg” oppure “optimum romano o medievale “ o ancora sul fatto che la co2 sia di fatto il nostro cibo ti guardano come se non fossi di questo pianeta. Ancora L altro giorno un mio caro amico mi ha detto “ guarda caso dopo i vari lockdown e limitazioni che hanno ridotto le emissioni è tornato a nevicare “

    • Massimo Lupicino

      Caro Alessandro ti capisco. Capisco anche il generoso tentativo di convincere una persona il cui cervello e’ stato ripassato abbondantemente in formalina green. Ma personalmente ho desistito.

      Del resto e’ facile distinguere i casi disperati, totalmente refrattari a qualsiasi stimolo intellettuale (quelli che “nevica perche’ c’e’ il Covid”) da chi invece ha voglia di capire e di grattare sotto la crosta della propaganda. I primi non fanno domande: si limitano a sentenziare perche’ ritengono di essere dall’unica parte giusta. I secondi fanno domande, ascoltano e sono curiosi. Se incontro una persona che ascolta e mostra curiosita’, allora sono contento di condividere. In caso contrario, giusto abbandonare la causa in partenza. La vita e’ troppo breve per dedicarla a cause perse.

  9. Aldo

    Da Repubblica de 8 Dicembre scorso, a proposito dell’acqua alta in Venezia:

    “Previsioni errate a causa di un cambiamento climatico improvviso: il sistema anti-allagamenti non è stato attivato e la città è stata invasa”

    No comment
    Aldo

  10. Guido

    Massimo fai male a sottovalutare la potenza salvifica della Greta… non lo sai che vede la CO2 ad occhi nudi?
    Cosa che a noi esseri umani non è concessa.
    Certamente in lei aleggia una luce divina, e chi è portatore, o portatrice di luce illuminerà il nostro futuro

    Portatrice di luce… 3:)
    😀

  11. Cristiano Griggio

    Devo dirglielo, lei ha tutta la mia ammirazione! Riuscire a tenere la lingua tra i denti sentendo un’insegnante nominare Greta Thunberg è segno di immane stoicismo (o omertà, chissà…)
    Peccato che sua figlia debba imparare già da piccola a falsificare la scienza per non farsi discriminare da chi, invece, dovrebbe instillare la scintilla della curiosità.
    Forse meglio cambiare istituto.

    • Massimo Lupicino

      Caro Cristiano, forse e’ solo un segno di rassegnazione. Certe battaglie si possono combattere solo all’interno del nucleo familiare ormai. Fuori da li’ e’ una battaglia persa in partenza.

  12. Andrea Beretta

    Comunque a scuola ormai nemmeno più la grammatica è esente dalla politica. Si pensi alla violenza che viene fatta alla nostra lingua quando un concetto universale come Uomo (la famosa idea di Platone) è visto come lesivo della parità di genere e, poiché l’Italiano è privo del neutro, ogni volta che si dice Uomo in senso generico, occorre aggiungere “donna”. Stessa cosa per tutti i nomi universali che, nella loro accezione maschile, valgono per entrambi i generi, senza voler mancare di rispetto a nessuno. E questo, purtroppo, viene insegnato. E non mi stupirei se tra un po’ pure la geometria o la matematica venissero inquinate dalla furia revisionista di questa epoca

    • Massimo Lupicino

      Infatti ormai anche in Italia si fanno largo le stesse campagne nobilissime che gia’ appestano gli Stati Uniti da tempo, come quella sulla necessita’ di introdurre il genere “neutro”. Qualcuno direbbe, a sostegno della tesi, “re-introdurre“, visto che il neutro in latino esisteva. Peccato che il genere neutro non venisse mai usato per indicare esseri umani. Ma forse l’obbiettivo di questi esercizi di ingegneria sociale mediati attraverso la “scienza” o la “grammatica” e’ proprio questo: privarci della dignita’ di esseri umani. Qui un mirabile esempio delle nobili campagne in questione.

  13. rocco

    frequentando un blog sono venuto a conoscenza di questo articolo “A spatial emergent constraint on the sensitivity of soil carbon turnover to global warming” https://www.nature.com/articles/s41467-020-19208-8 in cui, praticamente, si dice che con l’aumentare della temperatura il suolo, per questioni biologiche, emette più CO2.
    Rifacendomi agli articoli intitolati ” prima l’uovo o la gallina” chiedo a lei, a Barone, a Zavatti, a Guidi ed a tutti gli altri frequentatori di questo blog:
    – se stanno così le cose, è pensabile che prima si alzino le temperature e di seguito cresce anche la CO2?

    • Ė esattamente quello che accade da sempre, come documentato ampiamente dagli studi paleoclimatici. Questo non impedisce tuttavia, che l’aumento della concentrazione di CO2 possa avere un ruolo, specie se esogeno come aumento, tale da disaccoppiare parzialmente questa relazione consolidata. Il tema è, come diciamo sempre, dare il giusto peso a quel ruolo. Il pensiero dominante lo considera determinante, così sono strutturati tutti i tentativi di modellizzare le dinamiche del clima. I risultati però parlano da soli, perché tutti quei tentativi hanno sin qui fallito, fatto reso evidente dalla persistenza dello stesso ampio margine di incertezza da decenni sul parametro sensibilità climatica, cioè sull’aumento della temperatura al raddoppio della concentrazione di CO2.
      gg

  14. ALEX

    Avete visto la pubblicità del documentario del National Geographic su Venezia, in questi giorni?
    “se non riusciremo ad azzerare le emissioni di CO2,l’acqua raggiungerà la vetta del campanile in piazza San Marco” E’incredibile che un ente famoso come il sopracitato,dica sciocchezze del genere,davvero sconcertante.

    • Massimo Lupicino

      Caro Alex, in quanto all’ente famoso cui fai riferimento, forse e’ il caso di notare che National Geographic e’ di proprieta’ del gruppo Disney, i cui tre principali azionisti di riferimento sono 3 giganteschi fondi di investimento che totalizzano all’incirca il 15% dell’intero pacchetto azionario: Vanguard, Blackrock e SSgA. Ma nella pratica tutti i principali azionisti sono fondi di investimento o fondi pensione.

      Tutti questi fondi (di cui ovviamente fa parte anche il verdissimo fondo sovrano norvegese) sono fortemente esposti in senso finanziario verso investimenti “green”. E quindi tutti molto interessati a sostenere la propaganda clima-catastrofista. Guardi il National Geographic e in realta’ ti fai lavare il cervello da Blackrock.

      I “grandi nomi” dell’informazione del passato sono ormai tutti nelle mani di un pugno di trilionari, riassumibile sostanzialmente nel club di sciatori caviale-e-champagne che si riunisce a Febbraio di ogni anno a Davos per insegnarci ad essere poveri ma felici. National Geographic non fa eccezione.

    • robertok06

      Complimenti a Massimo per il bel articolo, che rende bene l’idea del lavaggio del cervello al quale sono sottoposti i giovani nelle scuole di oggi.

      Per quel che riguarda il commento di Alex, io ho smesso di credere a quello che dicono i vari National Geographic, Scientific American (lo chiamo Ascientific American, AA), in Francia dove abito hanno l’equivalente Science&Vie, Scienza&Vita, idem con patate… siamo sull’orlo dell’estinzione, restano pochi anni di tempo per salvare il pianeta, e amenita’ simili… gli orsi polari in via d’estinzione quando i dati disponibili dicono che non ce ne sono mai stati cosi’ tanti da quando hanno messo fuorilegge la loro caccia indiscriminata.
      Finche’ a scriverlo sono “giornalisti”/bloggari che non capiscono nulla di scienza non mi preoccupo piu’ di tanto (certo, fanno danni quando a leggerli/ascoltarli sono tanti), ma letteralmente non riesco a sopportare quando a farlo sono scienziati/ricercatori veri o persone pubbliche (giornalisti) che hanno un passato di studi scientifici.
      Ho sentito un noto giornalista scientifico con laurea in geologia affermare delle asinate colossali sul clima, neanche greta si sognerebbe di dirle, lo stesso ha detto che sulla terra ci sarebbe uranio solo per i prossimi 30 anni, giusto per dire!… che geologo!
      Ieri ad uno dei TG che passano sulla mia tv (vedo solo i 3 canali RAI) ho sentito un noto climatologo (e’ fisico teorico di formazione) che lavora in prestigioso istituto di ricerca internazionale in Italia dire che Venezia e’ destinata a sparire a causa del cambiamento climatico… se uno ha il coraggio di dire questo, la sfacciataggine, vuol dire che i tempi sono talmente maturi (per loro) che possono dire qualsiasi cosa, e tutti gli crederanno.
      Altro ricercatore, in fisica dell’atmosfera, con blog su Ascientific American versione italiana (Le Ascienze) ha detto due giorni fa, sempre in tv, che c’e’ una recrudescenza di eventi estremi, in Italia, causata sicuramente dal cambiamento climatico… che dire di piu’?… ovviamente tutto basato su modelli farlocchi spacciati per le tavole di Mose’, la parola del Signore, quindi insindacabile.
      Poi se vai su riviste di paloclima, come Climate of the Past, trovi decine di articoli che utilizzando documenti delle varie chiese in Europa provano come periodi estremamente secchi, o estremamente umidi, aumento di eventi estremi, etc… sono accaduti nei secoli passati quando la CO2 era praticamente solo di origine naturale.

      Ho messo una bottiglia di vino buono da parte per il giorno in cui sentiro’ uno di questi fenomeni da circo dire che la CO2 e la temperatura in aumento hanno portato, negli ultimi decenni, a raccolti eccezionali e condizioni di vita per la specie umana piu’ favorevoli… che e’ quello che si deduce da una lettura attenta degli studi scientifici in materia, epidemiologia e simili discipline, oltre a una dovizia di dati ufficiali (p.es. il sito della Org. Mondiale Sanita’, o Food and Agriculture Organization dell’ONU).

      Come avranno forse notato quelli che mi hanno letto in passato qui, mi sono allontanato da questo blog da qualche mese. L’ho fatto perche’ la mia attenzione (e il tempo libero disponibile) mi hanno portato ad interessarmi di piu’ all’argomento della produzione di energia, soprattutto adesso che i geni incompresi (e incomprensibili) della UE hanno deciso che si dovra’ passare all’economia dell’idrogeno (!!!) e dovremo tappezzare il paese, il continente intero!, di turbine eoliche alte 200 m e pannelli fottovoltaici… In quel campo, la generazione di energia, la situazione e’ ancora peggiore rispetto a quella del clima.
      Nel caso del clima i dati necessari per comprendere il fenomeno sono complessi, e fuori dalla portata dei non-esperti (dati satellitari, necessita’ di utilizzare codici di calcolo molto complessi che girano su surpecalcolatori, etc…) ma nel caso della produzione di energia, elettricita’ in particolare, si trova tutto in maniera piuttosto semplice. Beh, anche li “gli esperti” negano la realta’ dei fatti, spacciano per verita’ i risultati di modelli basati su assunzioni arbitrarie, e’ una cosa incredibile quante strunxate riescano a dire ogni giorno.
      Per fortuna, ma non so quanto durera’, c’e’ un barlume di resistenza, o almeno una ricerca di obiettivita’, da parte di certi ricercatori in quel settore.
      Temo pero’ che non ci vorra’ molto per metterli a tacere con argomentazioni che richiamano il “negazionismo” sul clima: sei contro la decarbonizzazione dell’energia che sara’ imposta dalla von der Merkezl? Sei negazionista, perche’ e’ SICURO AL 100% che il “green” new deal (che e’ tutto meno che green) funzionera’ come un orologio svizzero, assicurando elettricita’ quando serve e quanta serve, estate, inverno, mezze stagioni, 24h/24… e il tutto basato in stragrande maggioranza su fonti intermittenti e stagionali come l’eolico e il fottovoltaico. Ogni opinione diversa, anche basata sui dati disponibili, sara’ catalogata “negazionismo energetico”.

      Mi scuso per la prolissita’, ho approfittato dell’occasione. 🙂

      Auguro a tutti una buona fine di questo disgraziatissimo anno, pur essendo consapevole che probabilmente il 2021 sara’ peggiore (e’ quello che penso, scusatemi!). Io mi sto gia’ preparando.

      Ciao, e alla prossima (continuero’ a leggervi, questo e’ certo).

      R.

      Immagine allegata

    • Massimo Lupicino

      Caro Roberto, per molti versi stiamo seguendo la stessa evoluzione.. tendo anch’io ad interessarmi un po’ piu’ di energia perche’ per molti versi il clima e’ un “problema risolto”. Nel senso che dal momento in cui i migliori hanno dichiarato l’argomento “settled” (e dato via al diluvio di prodotti finanziari “verdi”), la climatologia ha smesso di essere centrale. Diciamo che dopo aver tirato la carretta per anni con articoli di valore scientifico a dir poco discutibile, adesso i climatologi non sono piu’ necessari. Anche perche’ l’evidenza smentisce quotidianamente le loro previsioni degli scorsi decenni, quindi meglio lasciar perdere l’argomento clima, che ormai riserva solo imbarazzi. Largo invece a chi si occupa di come bruciare nel camino i trilioni liberati dal green-new-deal e altre catastrofi economiche simili.

      Quello dell’idrogeno e’ argomento interessantissimo, gli spunti sono infiniti. Quanto a Von-Der-Merkel, ci hai preso in pieno. Decide tutto la Germania, che sul green si e’ mossa prima degli altri, e che col pretesto dell’emergenza climatica intende rifornire della SUA energia i paesi confinanti non abbastanza green per i parametri europei fissati…dalla germania! Ne parleremo 🙂

    • robertok06

      @Massimo Lupicino
      10 DICEMBRE 2020

      “Caro Roberto, per molti versi stiamo seguendo la stessa evoluzione.. tendo anch’io ad interessarmi un po’ piu’ di energia…”

      Quello che dici e’ esatto. I paesi “virtuosi” sono diventati quelli come la Germania e la Danimarca.
      La prima ha 115 GW di fottovoltaico e eolico, la seconda genera piu’ del 50% della sua elettricita’ da eolico.
      Il risultato e’ che la Germania e’ al primo posto per i costi elettrici (32 cEuro/kWh), e la Danimarca al secondo (30 cEuro/kWh).
      Per quel che riguarda gli effetti sul clima e le emissioni della velenosissima CO2 da parte del settore elettrico, questo e’ il risultato… che dire di piu’? Una figura (basata su DATI), dovrebbe convincere piu’ di 1000 parole, sogni, “modelli”, etc… e i dati mostrano come piu’ di 1000 miliardi di Euro gia’ impegnati dai vari paesi in EU non stiano decarbonizzando molto… per non parlare dei costi dell’elettricita’ per famiglie, commercianti, industriali, nonostante i guru “verdi” non cessino di dirci che il fottovoltaico genera e 11 Euro/MWh in Portogallo (cazzata colossale) o l’eolico offshore “non si ferma mai, perche’ in mare c’e’ sempre tanto vento” (anche questa stupidaggine/falsita’ colossale, basta guardare i dati disponibili in rete).

      Eppure i cittadini Europei si stanno lasciando abbindolare da questi venditori di tappeti falsi, questa e’ la tragedia!…. 🙁

      Immagine allegata

  15. Caro Massimo,
    bellissimo post, fra l’altro molto apprezzato anche da mia moglie, ex maestra. Fai bene ad affrontare il GW facendo capire a tua figlia come ragionare sull’argomento e a non impuntarti con l’insegnante che, ormai condizionata in modo più o meno inconsapevole, non capirebbe.
    Greta figura positiva!? Una volta chi non andava a scuola veniva considerato un discolo e adesso una figura positiva.
    Sembra proprio che il fine giustifichi i mezzi…
    Ciao. Franco

    • Massimo Lupicino

      Grazie Franco. Sono davvero contento dell’apprezzamento di tua moglie, vuol dire che il messaggio e’ passato nel modo giusto. Anche se trattandosi di tua moglie, sicuramente fara’ parte di una minoranza di maestri illuminati, altrimenti non vi sareste scelti 🙂 E’ un esercizio di equilibrismo far capire ai bambini e ai ragazzi che gli insegnanti possono essere in errore senza far perdere il rispetto per la figura del docente, ma e’ un esercizio che bisogna fare.

      Vero e’ che gli insegnanti forse dovrebbero fare qualcosa di piu’ per meritarsi quel rispetto: troppi di loro dimostrano di non rispettare prima di tutto se stessi e il loro ruolo fondamentale, rincorrendo le mode del momento e spendendosi per cause sociali scassate, invece di concentrarsi sulla didattica. E’ piu’ facile trascinare i bambini in piazza a protestare perche’ non fa abbastanza freddo, che insegnare grammatica o matematica. E temo che tra gli insegnanti di oggi e quelli della vecchia guardia (come tua moglie, e come mio padre) ci sia un abisso, nonostante la foglia di fico delle lauree e degli n-mila corsi di specializzazione post-lauream di oggi.

      Onore agli insegnanti che resistono.

  16. rosa

    In questo post di Massimo Lupicino, illuminante come al solito, si capisce perfettamente perchè una delle politiche più evidenti ai giorni nostri punta alla sottrazione dei minori ai genitori. I figli sono dello stato e quindi la cura (vedi vaccini) e l’educazione (indottrinamento) dei bambini spetta ad esso. Una pratica polpottiana che si avverte già in molti contesti mainstream. Dio non voglia!

    • Massimo Lupicino

      Cara Rosa hai centrato perfettamente il punto, e il cuore di questo post. E’ troppo tardi per aspettarsi interventi salvifici da parte della politica, degli insegnanti, o della societa’ in generale. Sono tutti troppo compromessi e troppo coinvolti nella re-ingegnerizzazione della nostra societa’. Molti di loro inconsapevolmente. Sono una causa persa, e inveire contro il “sistema” perche’ non fa niente per migliorare le cose e’ un esercizio inutile e ridicolo.

      L’ultimo baluardo contro la deriva e’ nella famiglia, e non a caso la famiglia e’ l’obbiettivo finale dell’attacco alla societa’ occidentale. La famiglia in quanto entita’ in grado di trasmettere idee e valori che il sistema intende disarticolare completamente. Niente di nuovo sotto il sole, come giustamente sottolinei con il riferimento al “polpottismo”. Tutti i regimi dispotici hanno inteso mettere i figli contro i loro genitori, arruolando i giovani alla causa sfruttando la normale dialettica generazionale.

      Il gretinismo ha rappresentato da questo punto di vista solo la riproposizione di un tema gia’ molto caro ai sovietici, basti pensare alla figura di Morozov, il bambino che denuncio’ i propri genitori e per questo eletto a eroe, e infine eliminato per farne un martire. C’e’ da augurarsi che Greta non faccia la stessa fine, perche’ il copione e’ obbiettivamente molto simile.

      Siamo ai movimenti “di protesta” portati al guinzaglio dai padroni del vapore, tutti rigorosamente “gggggiovani”, e tutti funzionali al mantenimento del potere da parte dell’elite dominante. Sono trascinati a protestare contro i loro genitori in quanto testimonianze viventi di un sistema che funzionava, generava ricchezza, benessere e premiava l’impegno. E di quel sistema bisogna cancellare anche la memoria, per questo delegittimano i genitori e gli anziani in generale.

      Va da se’ che la gran parte delle colpe sono proprio dei genitori. Non occorre essere uno “scienziato” per passare certi messaggi ai figli, per fargli capire quanto e’ importante ragionare con la loro testa e non farsi lavare il cervello da altri, insegnanti inclusi. Troppi genitori passano il loro tempo a scrivere frescacce sui social e a gingillarsi col telefonino e non hanno idea di cosa fanno i loro figli. E’ colpa loro se poi i ragazzi finiscono in piazza a protestare perche’ non si muore di freddo col faccione di greta esposto a mo’ di santino, come si faceva con i ritratti di Stalin o di Komehini. E’ colpa dei genitori assenti, distratti e lobotomizzati dai social network, prima ancora che degli insegnanti dei loro figli.

      La resistenza si fa in famiglia. Fuori dalla famiglia tutto e’ perduto, e gia’ da tempo.

  17. alex

    Beh, Massimo… cosa vuoi che contino l’evidenza sperimentale (aumento della temperatura osservato finora), gli studi paleoclimatici e i dati (http://www.climatemonitor.it/?p=51763 http://www.climatemonitor.it/?p=53025) rispetto ai proclami dei catastrofisti? Sembra che, a causa dell’accellerazione che stiamo dando al ciclo del carbonio attraverso l’uso dei combustibili fossili, noi siamo destinati ad estinguerci entro pochi secoli. Parola del fatto quotidiano e degli sciopera(n)ti: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/12/08/fridays-for-future-umanita-sullorlo-dellestinzione-di-massa-finiremo-come-i-dinosauri/6027735/

    C’è da augurarsi che questo sia un mix di allucinogeni invece di una riflessione seria basata su studi scientifici, altrimenti siam messi male…

    • alex

      Ho dimenticato di aggiungere un particolare importante nel mio commento. La cosa che più mi ha colpito di quell’articolo è questa frase: “Sulla base di autorevoli studi sui cambiamenti climatici attuali, la comunità scientifica mondiale è ormai unanimemente concorde nell’affermare che l’umanità si trova sull’orlo della sesta estinzione di massa”. Dunque la climate science sarebbe settled anche su questo adesso…

    • Ce ne faremo una ragione Alex, purché comincino loro 😉
      gg

    • Massimo Lupicino

      Caro Alex, la fine dei dinosauri l’hanno fatta i giornalisti bravi, preparati e con la schiena dritta. E la testimonianza di questa estinzione di massa si coglie leggendo giornali come quello che citi. Io ho smesso di leggerli. Non gli regalo nemmeno un click, perche’ un click ad un link di quei giornali e’ una monetina che gli mettiamo in tasca sotto la forma di introiti pubblicitari. I miei amici mi mandano i print-screen dei titoli degli articoli piuttosto che i link, proprio per questo motivo 🙂

      Se resistenza deve essere, cominciamo col farla in prima persona. Smettendola di leggere giornali che non meritano di essere letti. Leggerli solo per commentare le scemenze che scrivono e’ solo una perdita di tempo, e ne prolunga ingiustamente la sopravvivenza. Lasciamoli seccare come si fa con le piante infestanti.

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