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Spacciatori di Burian

Chissà, magari nel purtroppo variegatissimo mondo delle sostanze psicotrope ne esiste una che si chiama così, Burian, come il famigerato quanto falso al pari di una moneta da tre Euro vento dell’est. Però, però, mi tocca confessare, il titolo e queste prime due righe sono un maldestro tentativo di clickbaiting, perché non è del freddo in arrivo (incredibile a febbraio!) che parliamo. Almeno non direttamente.

In effetti, sono almeno dieci giorni che una parte importante d’Europa batte le brocchette, mentre l’altra, la nostra, sembrava già pronta a sfogliare le margherite. Quanto è pazzo il tempo, viene da dire, magari lo fosse un po’ meno, come il clima. Naturalmente, posto che quando fa caldo è global warming e quando fa freddo è solo inverno oppure è sempre global warming, del gelo che attanaglia il vecchio continente non se ne sta parlando molto ma, così va il mondo della transizione ecologica :-).

Nonostante il mio linguaggio irriverente nei confronti del problema che tutti ci affligge, forse ricorderete che, qualche anno fa, uscì un paper che, analizzando una manciata (letteralmente) di dati, aveva trovato una correlazione tra le ondate di freddo delle medie latitudini e il trend negativo della concentrazione di ghiaccio nell’Artico. Collante di questa relazione non causale, la tendenza del getto polare a subire un rallentamento e, quindi, ad avere ondulazioni più accentuate. Morale, quella fu la nascita del meme “fa freddo perché fa caldo”.

Di queste amenità ci siamo occupati già diverse volte su queste pagine, per esempio con “Riflessi incondizionati…glaciali” e, molto più analiticamente con “Il problema delle correnti a getto e della mosca cocchiera“, rispettivamente nel 2013 e nel 2015, per arrivare a qualche giorno fa con “Il freddo non viene dal caldo, con buona pace del Rescue Team“.

E’ quindi con grande soddisfazione che, grazie ad un altro paper appena uscito su Nature, vi comunico che si può finalmente mettere la pietra tombale sulle presunte origini antropiche delle scampagnate verso sud dell’aria polare. Ecco qua.

Blackport, R., Screen, J.A. Weakened evidence for mid-latitude impacts of Arctic warmingNat. Clim. Chang. 10, 1065–1066 (2020). https://doi.org/10.1038/s41558-020-00954-y

Non lo si può definire un rebuttal di Francis et al,. 2013, ma ci va molto vicino. Gli autori, infatti, sono stati semplicemente a guardare per qualche anno, quanto bastava perché l’arco temporale decisamente (e stranamente) breve che era stato preso in esame per giungere alla definizione del meme suddetto, diventasse un po’ più lungo. Ripresi in mano metodo e dati, la correlazione, puff, è sparita. Cancellata inesorabilmente dalle bizze del tempo atmosferico. La letter è liberamente accessibile e si legge che è un piacere, ma un paio di frasi ve le voglio riportare:

The short-term tendencies from the late 1980s through to early 2010s that fuelled the initial speculation of Arctic influence have not continued over the past decade (Fig. 1)

It is indefensible to continue to rely on past short-term trends, which have since disappeared, as evidence of a large influence of Arctic warming on mid-latitude winter climate and extreme weather

Continue to rely significa citazioni, articoli di giornale, lanci di agenzia, servizi televisivi, insomma, tutta quella roba con cui si usa dis olito ripetere una cosa falsa finché non diventa vera.

Enjoy.

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Published inAttualità

5 Comments

  1. Mario Toti

    Caro Guido, una domanda inerente all’utilizzo del SAT per rilevare le temperature superficiali terrestri. Ma qual è il grado di accuratezza attuale raggiunto da tale tipo di misurazione in correlazione con quello ottenibile dalle misurazioni a terra effettuate con strumentazione tradizionale? Nel paper in questione mi pare vengano utilizzate tali temperature per dimostrare quanto viene affermato. Volevo sapere da te o da chi ne è a conoscenza se questo aspetto può ancora influire sull’accuratezza di alcune misurazioni o meno. Grazie

    • Mario, le sonde satellitari misurano la T della bassa troposfera, non la T superficiale e non a 2m dal suolo. Quindi sono comunque cose diverse. Per l’accuratezza, se vai sul sito http://www.climate4you.com ci sono tutti i riferimenti ai dataset.

  2. Giorgio

    L’articolo di cui si parla dovrebbe mettere una pietra tombale su questa chiacchiera da bar secondo cui il caldo genera il freddo, ma potremmo tranquillamente scommettere che passerà inosservato.
    Due commenti:
    1) Le Scienze è semplicemente imbarazzante: molti degli articoli online (a pagamento) sono la semplice traduzione di pezzi comparsi su Quanta Magazine (che è gratuito). In pratica un livello di credibilità pari a Focus.
    2) Cingolani l’ho sentito affermare che “il pianeta Terra dovrebbe ospitare non più di 3 miliardi di persone”. Un neomalthusiano al governo. Mah.

  3. donato b.

    Si dice che il tempo è galantuomo e, a volte, è proprio vero.
    Sono passati poco meno di 6 anni da quando scrissi l’articolo sulle correnti a getto e la mosca cocchiera e, oggi, scopro che le mie argomentazioni non erano affatto campate per aria: sono le stesse che utilizzano gli autori dell’articolo commentato da G. Guidi.
    Nel frattempo la mia barba è diventata più grigia ed il mio scetticismo non è cambiato. 🙂
    .
    Sono circa due anni che ho smesso di leggere “Le Scienze”, in quanto mi sono stufato della linea editoriale demenziale che da qualche anno caratterizza quella che fu la prestigiosa rivista di divulgazione scientifica, fondata dal prof. F. Ippolito e che tra i suoi direttori annovera il prof. E. Bellone, esempio di obiettività e di correttezza giornalistica che non ha, purtroppo, avuto eredi, giornalisticamente parlando.
    Con l’articolo di Blackport e colleghi, 2021, viene confermato che l’articolo pubblicato su “Le Scienze” nel 2015 e che io criticai ferocemente, non aveva reso un servigio alla divulgazione scientifica. Era un articolo di propaganda ideologica.
    .
    Chiedo scusa ai lettori di CM per questo sfogo personale, ma non immaginate neanche il numero di bocconi amari che bisogna ingoiare quando si sostengono idee sensate che vengono, però, considerate spazzatura, solo perché non collimano con la linea di pensiero dominante.
    .
    E per finire una considerazione che potrebbe far storcere il naso al nostro padrone di casa che, notoriamente, non ama le incursioni nelle vicende politiche nostrane, ma un suo riferimento alla vicenda, mi spinge ad un “approfondimento”. 🙂
    Oggi abbiamo assistito alla nascita di un ministero della transizione ecologica. , mi auguro che abbia una funzione diversa da quello della verità di orwelliana memoria.
    Ciao, Donato.

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