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Ma chi ve lo fa fare…

Quando viene in mente di scrivere su qualcosa, la parte più complicata è sempre il titolo, non a caso quello di dare i titoli è un mestiere diverso. Nel caso di questo post, ho riflettuto a lungo se rivolgere la domanda retorica a quelli che saranno oggetto del commento a seguire o, più semplicemente, a me stesso. Ha vinto la prima, ma chi legge sappia che c’è mancato poco, perché sono davvero stanco, anzi, stufo. Stanco e stufo di leggere una narrativa omologata, superficiale e spesso anche stracciona. Anche quando arriva da consessi di altissimo livello.

Prima di proseguire però vi spiego anche il video (fantastico) che ho messo in testa al post. Anzi, non lo faccio io, lo faccio fare ad un estratto di un report di recente pubblicazione:

On top of a decade of exacerbated disaster loss, exceptional global heat, retreating ice and rising sea levels, humanity and our food security face a range of new and unprecedented hazards, such as megafires, extreme weather events, desert locust swarms of magnitudes previously unseen, and the COVID-19 pandemic.

Le cavallette… e pure il COVID-19. Praticamente c’è tutta la Bibbia.

Dicevo, questa simpatica frase viene da un report della FAO, The impact of disasters and crises on agriculture and food security: 2021 appena pubblicato (fonte). Il focus, lo dice il titolo, è sull’impatto degli eventi disastrosi sull’agricoltura, eventi che, neanche a farlo apposta, sarebbero in aumento sia per intensità che per frequenza. A corroborare la tesi, un bel grafico, anzi, un bell’artificio grafico.

Figura 1 del report

Evidentemente devono pensare che messo in verticale faccia più effetto. Volete vederlo in orizzontale? Eccolo, con una piccola aggiunta.

Dal 2000 al 2019 i disastri sono diminuiti del 50%, il 2019 ha avuto il numero di eventi più basso dal 1996.

Eppure, nel report si legge che sono stabilmente in aumento. Ma vogliamo dare un’occhiata alla produzione agricola? Fonte Our world in Data, dati sempre della FAO:

E’ evidente, siamo sul ponte del Titanic, quindi tanto vale continuare ad ascoltare l’orchestrina, anzi, il coro: notizia fresca fresca, il 25 marzo (ieri) la National Academy of Science degli USA ha rilasciato un altro “Consensus Study Report”, in cui si chiedono investimenti per rendere la ricerca sulla geoingegneria solare più strutturale (qui il commento e il report). In poche parole, abbiamo sempre pensato che scherzassero quando dicevano di voler sparare robaccia in cielo per schermare il sole e limitare il global warming, ora fanno sul serio. Chissà che effetto potrebbero avere sull’agricoltura queste pratiche magiche…

Credo di aver capito chi glielo fa fare.

Enjoy.

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Published inAmbienteAttualità

6 Comments

  1. rocco

    siamo alle solite:
    dipende dal periodo di riferimento.
    dal 1970 sono in aumento, dal 2000 sono in diminuzione.
    Ma dal 1850 al 1970?
    Ed in che modo vengono valutati questi disastri?
    se in termini di danni, ciò dipende dal fatto che siamo 7,5 miliardi di persone ed abbiamo ccupato ogni angolo disponibile.
    Vorremmmo capire se i dati sono intermini di frequenza, di potenza o di un qualsiasi altro parametro fisico e non socioeconomico.
    ma se si tratta di parametri socioeconomici….. ciò vuol dire che vi è un preciso piano economico.

  2. AleD

    ma farlo presente direttamente agli autori del report della fao pareva brutto? magari rispondevano.

  3. Brigante

    A mio modesto parere siamo ad una svolta: ovvero quella per il quale il benessere dell’umanità non coinciderà più con quello del pianeta. Purtroppo il giornalismo di oggi, impegnato più sui titoli che sui contenuti, ha iniziato a frullare scienza, economia, cucina, religione, psicologia, tecnologia, filosofia, storia, fino a rendere tutto irriconoscibile, digeribile solo per chi non ha più un apparato digerente (opportunamente alterato fino all’atrofizzazione). L’ultima trovata ne è l’esempio lampante: il covid non è un disastro naturale, ma solo umano; di un’umanità che si riscopre sempre più impreparata, divisa, litigiosa, ignorante e superstiziosa. Ma soprattutto ignorante!

  4. Alessandro

    Ma nel grafico come viene definito il “disaster”?
    Il monitoraggio esasperato di oggi di questi fenomeni quanto è più capillare oggi rispetto agli anni ’70?

  5. Massimo Lupicino

    Caro Guido , è solo una raffinata forma di keynesismo. Invece di pagare l’operaio per scavare una buca per terra, metterci una banconota, ricoprire la buca e poi riscavarla per estrarre quel dollaro… paghi un ente burosaurico e i suoi dipendenti per produrre report-spazzatura senza nessun fondamento scientifico. Con il vantaggio, rispetto allo scavo della buca, che grazie a quei report potrai giustificare misure di decrescita infelice che faranno ricchi i tuoi mandanti a spese della povera gente. Keynesismo per i burosauri, corporativismo socialistoide monopolistico per chi tira i fili di quegli enti (in) utili, e stalinismo verde per la povera gente. Com’è che lo chiamano? Ah si, Great Reset. Great per loro.

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