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Nevica sull’AGW

Disclaimer #1, il tempo non è il clima, quindi il caldo dei giorni scorsi e il freddo che sta arrivando non hanno niente a che vedere con il tema dei cambiamenti climatici.

Disclaimer #2, il clima non è scemo, semmai è pazzo, quindi se la neve sulle Alpi invece di scomparire capita che cada abbondante, una ragione ci deve essere.

Alle soglie di un’altra (ennesima ma forse anche ultima per la stagione) abbondante nevicata sulle Alpi orientali, giungono insieme lo sconcerto e la spiegazione in chiave global warming per i metri di neve che continuano a cadere nonostante un ruggente riscaldamento globale. Eventi che pare stiano confortando abbastanza i ghiacciai d’alta quota delle Alpi Giulie.

Sconcerto scontato, perché la narrativa del clima che cambia e gli anatemi lanciati ogni volta che nevica un po’ meno, prevedono che i nostri figli (nipoti, pronipoti, pro-pronipoti?) non potranno sapere più cosa sia la neve, sicché, se ne fa troppa, c’è un problema.

Soluzione altrettanto scontata: nevica di più perché il riscaldamento dell’Artico ha impatto sulla circolazione atmosferica, rendendo più probabili e frequenti gli eventi estremi, compresi quelli nevosi (del resto leggi sopra, se il clima è pazzo…).

Questo è quanto riportato dai media a seguito dell’uscita di un paper liberamente accessibile e fresco fresco, un bell’articolo di glaciologia applicata al clima che cambia:

Recent Increases in Winter Snowfall Provide Resilience to Very Small Glaciers in the Julian Alps, Europe

Lavoro accompagnato da un comunicato stampa del CNR:

Più neve ad alta quota sulle Alpi Giulie a causa del riscaldamento artico

Si diceva, una interessante disamina del comportamento dei ghiacciai d’alta quota del nostro Nord Est in cui però, va detto, si dice anche che la responsabilità è congiunta, non solo gli stravolgimenti della circolazione atmosferica, ma anche, molto più tangibilmente, l’aumento delle temperature superficiali dell’Adriatico, che fornirebbe così un maggiore contributo di umidità e accentuazione dell’instabilità in occasione delle irruzioni fredde.

C’è però un problema. Il riferimento bibliografico che corrobora l’ipotesi dell’alterazione della circolazione causa riscaldamento delle alte latitudini, è il famoso paper di Francis et al., che è stato recentemente smontato su Nature. L’ipotesi, semplicemente, non è invecchiata bene. Qui di seguito le conclusioni della review:

The short-term tendencies from the late 1980s through to early 2010s that fuelled the initial speculation of Arctic influence have not continued over the past decade (Fig. 1)

It is indefensible to continue to rely on past short-term trends, which have since disappeared, as evidence of a large influence of Arctic warming on mid-latitude winter climate and extreme weather

E, qui sotto, i due paper:

Il metodo scientifico prevede verifica e correzione, come in questo caso.

Domanda: quante altre volte sarà citato questo lavoro e quante altre volte si farà ricorso a questa ipotesi prima di prendere atto che non è realistica?

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Published inAttualità

7 Comments

  1. Drakkar 49

    EGR. Sigr. Caracciolo,
    Credo di interpretare l’affermazione riguardo la pandémia di covid NON come una negazione della stessa, bensì come una sacrosanta critica di COME la medesima sia stata affrontata. (=…unico)
    Se vuole posso accompagnarla a mia volta presso un qualsiasi reparto oncoematologico, per poter verificare il livello di assistenza esistente al tempo della pandemia…

  2. AleD

    ma le vostre controdeduzioni le fate avere anche agli autori verso i quali prendete le distanze circa le loro pubblicazioni? perché altrimenti è un ping pong sterile e pure annoiante dopo un po’… perché non c’è un confronto? capisco che dover riconoscere di sbagliare non piace a nessuno, ma insomma, se è vero che l’argomento è importante anche gli sforzi dovrebbero essere pari. boh. pare invece che a ognuno piaccia dire la sua e morta li, tanto di pubblico ce n’è tanto, così poi si polarizza pure lui…

  3. Alessandro M.

    Fortunatamente qualcuno ancora adotta il metodo scientifico basato sugli esperimenti:
    “The Influence of IR Absorption and Backscatter Radiation from CO2 on Air Temperature during Heating in a Simulated Earth/Atmosphere Experiment”
    di Thorstein O. Seim, Borgar T. Olsen pubblicato su https://www.scirp.org/journal/paperinformation.aspx?paperid=99608
    “In the rear chamber, we observed increased IR radiation due to backscatter from the front chamber. Based on the Stefan Boltzmann’s law, this should increase the temperature of the air in the rear chamber by 2.4 to 4 degrees, but no such increase was found. A thermopile, made to increase the sensitivity and accuracy of the temperature measurements, showed that the temperature with CO2 increased slightly, about 0.5%”
    Questo fa il paio con un vecchio esprerimento non pianificato verificatosi all’indomani dell’attacco alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001:
    “Contrails reduce daily temperature range” di David J. Travis et all : “Here we show that there was an anomalous increase in the average diurnal temperature range (that is, the difference between the daytime maximum and night-time minimum temperatures) for the period 11–14 September 2001. Because persisting contrails can reduce the transfer of both incoming solar and outgoing infrared radiation and so reduce the daily temperature range, we attribute at least a portion of this anomaly to the absence of contrails over this period.”
    Mentre si dice che le scie degli aerei essendo di CO” provocherebbero il riscaldamento globale, la loro assenza fa innalzare ulteriormente le temperature, ad ennesima dimostrazione che la CO2 ha poca o scarsa relazione con il riscaldamento globale

  4. rocco

    oltre ad un vaccino contro la Sars Covid2, servirebbe un vaccino contro la pubblicazionite, una malattia cronica che affligge sopratutto i ricercatori.
    una qualsiasi rivista, per blasonata che sia, ha come scopo principale ottenere un profitto; è pur sempre una attività economica.
    Il ricercatore è valutato per il numero di pubblicazioni e citazioni.
    Questo gioco giova ad entrambi: l’azienda editrice ed il ricercatore. e se poi si pubblicano e si ricerca su argomenti di moda…. il successo è assicurato.
    Purtroppo questa moda, almeno per quanto riguarda il clima, si fermerà solo nel 2050, anno in cui si potranno verificare le politiche economiche conseguenti la religione della lotta ai cambiamenti climatici.
    ma in ogni caso (sia che saranno raggiunti gli accordi di Parigi o meno), i fautori della lotta climatica avranno vinto:
    nel caso di temperature inferiori, si vanteranno di aver fatto ciò che era necessario;
    in caso contrario diranno che non si è fatto abbastanza e che il mondo era stato avvertito.
    Ma la sensibilità climatica è compresa tra 1° e 5 °, ossia l’incertezza è molto alta.
    però da oggi fino al 2050 saranno stanziati miliardi di euro che andranno a finire nelle tasche degli imprenditori del settore, mentre i contribuenti potranno restare in manica di mutande e perfino senza energia elettrica, grazie alle palLe eoliche che, in caso di freddo intenso, perdono fino all’80% di capacità produttiva.

    • Valter Prinsep

      Il problema è che entro il 2050 il buon Bill Gates riuscirà certamente ad avviare il suo piano di “schermatura solare” e quindi anche lanciasse solo 10 kg di materiale schermante, le temperature molto più basse delle previsioni saranno tutto merito suo! Grazie Billy, con i vaccini e lo schermo solare salverai il mondo! 🙁

  5. angelo

    fin tanto che basta a far diventare il agw un pensiero unico
    come hanno fatto con la ” pandemia”

    tra non molto la realta sara’ ininflunte
    la tv distribuira la narrativa e provvedera a ” validarla”
    attraverso una corte di esperti

    • Franco Caracciolo

      PERDONAMI MA LA PANDEMIA E’ UNA DURISSIMA REALTA’…
      VIENI A FARTI UN GIRO AL COVID HOSPITAL DI PESCARA. TI ACCOMPAGNO IO SE VUOI…

      FRANCO CARACCIOLO

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