Salta al contenuto

Climagate, il realismo di Spencer

Prende la parola sul blog di Antony Watts il Dr. Spencer, uno scienziato che rifiuta da anni di piegarsi al consenso. Lo fa senza troppo clamore, senza calcare troppo la mano sulla scabrosa faccenda che sta mettendo a dura prova la credibilità delle alte sfere della scienza del clima, sottolineandone però il significato ultimo, che va bel al di là dei contenuti.

Questo settore della scienza è pervaso da un senso di appartenenza ad una elite, un gruppo di scienziati che a malapena è la cinquantesima frazione dei famosi 2500 consenzienti con cui ci hanno torturato le orecchie ed anche molte altre cose negli ultimi anni. Un’elite di burocrati e scienziati che è convinta di sapere come dovrebbe funzionare il mondo. Nel draft dell’accordo che era in preparazione per la conferenza di CO2penhagen si respira aria di global governance e di impiego dell’energia (fonte primaria del benessere sociale) sotto rigide regole definite da queste elite. Il tutto propagandato attraverso eventi mediatici clamorosi la cui enorme impronta ambientale svela parecchia dell’ipocrisia che alberga dietro questa appartenenza.

Attorno a loro i media più accreditati, che la storia se la sono bevuta avidamente. Il fatto stesso che si siano bollati quelli che non si allineavano come scettici prima e come negazionisti poi, pur con goffi tentativi di analizzare il problema dal punto di vista lessicale, la dice piuttosto lunga al riguardo. E mentre negli ambiti di discussione di questi minus habens non allineati il confronto è aperto a chiunque voglia partecipare, nelle sedi ufficiali o semi-ufficiali come RealClimate  il blog su cui fanno i compiti a casa molti dei firmatari delle mail trafugate, i commenti ostili sono attentamente moderati o cancellati. Il gestore del blog, incidentalmente climatologo alla NOAA, assicura i suoi interlocutori alla University of East Anglia che da quel punto di vista la situazione sul suo blog è sotto controllo. Questo emerge, purtroppo, dalle conversazioni per loro così insignificanti rese pubbliche di recente.

Ma è tutto normale, tutto secondo le regole del settore, almeno leggendo proprio la reazione pubblicata su quel blog. Spencer si pone una domanda leggittima: ma se veramente il mondo della scienza del clima fosse tutto così, per quale ragione questo manipolo di non allineati dovrebbe scandalizzarsi? Queste regole prevedono la manipolazione dei dati per addomesticare le oscillazioni naturali delle temperature e per rinforzare la teoria delle origini umane del riscaldamento? Il fine dunque giustifica i mezzi?

Eppure tutto ciò non è incompatibile con la ricerca, perchè la strada che porta alla conoscenza è irta di difficoltà e di necessità di decisioni soggettive. I dati sono sempre sporchi e c’è sempre bisogno di decidere quali eliminare e quali enfatizzare, nella speranza che ciò cha anima tutto questo sia la volontà di capire come funziona la Natura, non di sostenere altre agende di vario genere. Nella consapevolezza di quanto sia difficile essere nel giusto e quanto sia facile essere in errore, l’atteggiamento scettico è fondamentale, non può essere eliminato per nessuna ragione.

A meno che non sia chiaro che la maggior parte delle risorse che vengono oggi dedicate a questo settore serva a sostenere le politiche dell’IPCC, piuttosto che a capire come funziona la Natura.

NB: Leggete qui l’intervento di Spencer su WUWT

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

6 Comments

  1. Adesso è necessario che qualcuni si prenda la briga di leggersi bene tutto con calma, scrivere un rapporto come si deve, con tutti le parti critiche, le possibili cosneguenze, gli aspetti scientifici che ora è fondamentale rivedere e approfondire.. Un lavoraccio si, ma necessario.

  2. paolo zamparutti

    per quanto possiamo diminuire le emissioni comunque la concentrazione di c02 è destinata ad aumentare.
    ogni eventuale calo o stabilizzazione termica, per lo mento nei prossimi due decenni, non potranno in alcun modo essere attribuiti alle politiche di blocco delle emissioni.
    si puo’ osservare gli accadimenti con tranquillità, senza amarezza, consci che la verità scientifica non è stabilità per maggioranza, per potere. Sarà il tempo, inevitabilmente, a stabilirla.

    • Giorgio Stecconi

      Il mio ragionamento riguardava il grande pubblico vero target della comunicazione da parte dei vari organismi sovranazionali per il quale un accordo a Copenhagen potrebbe essere facilmente messo in relazione allo stop del riscaldamento.

  3. Teo Georgiadis

    Penso che Stecconi abbia proprio ragione.
    Se questo stop alle temperature fosse arrivato dopo il blocco alle emissioni sarebbe stato per merito di questo.
    Certo che se nei grafici non ci mettiamo gli ultimi due o tre punti oltre ad avere il vantaggio di non fare vedere adesso cosa sta succedendo si ha pure il vantaggio di poter ascrivere ad un Co2penhagen il merito del risultato. Se poi si scelgono gli assi opportunamente puo’ anche diventare un risultatone.

  4. Giorgio Stecconi

    Purtroppo temo che la retorica rimarrà inalterata, mail o non mail. Ai gruppi di povere il cui fine è la global governance energetica non interessano i mezzi interessa unicamente il raggiungimento dell’obiettivo, costi quel che costi, tanto alla fine la storia la fanno i vincitori. Vi dirò di più: proprio alla luce degli ultimi eventi risulta indispensabile tagliare le emissioni di co2, se infatti si intravede un trend di rafreddamento lo si potrebbe ascrivere alla riduzione delle emissioni.
    p.s. Ricordo ancora la mia prima lezione di statistica. Il docente disse in aula: ricordatevi che la bontà di una statistica non deriva tanto dal metedo usato ma da come selezionate il campione…aveva proprio ragione!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »