Salta al contenuto

Il Meglio del Peggio – 20 Luglio 2021

Questa rubrica è a cura di Andrea Beretta
——————————
Come previsto…dalle nostre previsioni settimanali, il rescue team in estate ha gioco facile a risvegliarsi, dando nuovi elementi a questa rubrica. È con (dis)piacere che in questa nuova puntata del “meglio del Peggio” inseriamo una “new entry”, giusto per non farci mancare nulla.
Libero Quotidiano, forse spinto da spirito di emulazione verso gli altri più blasonati giornaloni raggiunge con questo articolo un livello degno di nota, a incominciare dal titolo, che sembra preso dal sermone di un predicatore tv d’Oltreoceano: “Caldo record, incendi e invasione di cavallette: “Più morti che per il Covid”. Estate 2021, i segnali dell’Apocalisse”. Incuriositi, iniziamo a leggere.
L’inizio di certo non si fa premiare per equilibrio e sobrietà: L’altro giorno ha fatto scalpore il fatto che il Nord Italia fosse sommerso da un maltempo improvviso e fortissimo, con anche fenomeni di grandine molto intensi, mentre il Sud fosse preda di un’ondata di caldo.” Eh sì, fa talmente scalpore una situazione del genere che, in piena Piccola Era Glaciale, Vivaldi scrisse il suo celebre Concerto n 2 in Sol Minore Opera 8 “l’Estate”, ispirandosi a questo sonetto coevo: “dura Staggion dal Sole accesa/ Langue l’uom, langue ‘l gregge, ed arde il Pino/ […] Tuona e fulmina il Ciel e grandioso: / Tronca il capo alle Spiche ed a’ grani alteri.”
Dato che ai nostri giorni i “remake” vanno di moda, qualche compositore Millenial potrebbe trovare ispirazione da questo articolo, per fare la sua versione ggiovane dell’Estate di Vivaldi. Infatti lo scenario, nonostante il clima cangiante, pare essere rimasto esattamente lo stesso di 400 anni fa: caldo duro e temporali. Trattandosi di un remake moderno, e quindi a libera re-interpretazione (possibilmente improntate al politically correct, vedasi le favole Disney), potrebbe però musicare anche la frase successiva: “Questo è stato solo un piccolissimo assaggio di quello che ci attende in futuro se non riusciremo a vincere la battaglia dei cambiamenti climatici”
Arrivati a questo punto, ci si stropiccia gli occhi credendo di essere per sbaglio finiti sul sito della Stampa o del il Fatto Quotidiano. Infatti, come a voler confermare il peggiore dei sospetti, Libero svela la sua “fonte”, e lo fa subito dopo: “La Repubblica parla di una “rovente, drammatica settimana nel futuro”: negli ultimi sette giorni abbiamo infatti assistito a città distrutte da incendi provocati dal caldo record, altre allagate e devastate da una pioggia molto intensa, addirittura invasioni di cavallette che divorano ettari di raccolti.” Qui siamo dunque alla catena di Sant’Antonio del copia-incolla: un giornale che cita un altro giornale…che forse non è nemmeno il primo anello della catena, in una spirale di autoreferenzialismo grottesco, visti i risultati.
Nel farlo, si perde del tutto la notizia, e resta il contenuto simbolico da piaga biblica: non si sa quali siano le città distrutte negli ultimi sette giorni, quali hanno fatto la fine di Atlantide, e dove le cavallette hanno devastato i raccolti. Tanto per dare un’idea, la Lombardia che pure è stata tra le più colpite dai temporali ha sommato in quegli ultimi 7 giorni 155 mm a Vallio Terme (Bs), la località più piovosa, e solo 5 mm in alcune zone del milanese. Non proprio cifre da allagamenti. All’opposto, Palermo, capoluogo di una delle regioni maggiormente interessate da quest’ondata di calore, ha visto un picco di 37° il 2 luglio…ben lontano dal record storico di 43,1° del luglio 1998.
Segue l’immancabile e sempreverde (è il caso di dirlo) citazione della Lapponia e di Babbo Natale: 35°, “cosa impensabile fino a qualche tempo fa”…tanto impensabile che resta più di un grado sotto il record storico del 1914; si sorvola sul contemporaneo record di freddo di alcune stazioni sudamericane, dove l’inverno australe sta picchiando duro (-7,4° a Pozo Hondo a solo 0,1° dal record storico e -5,4°C di Nueva Assuncion, record storico per la stazione, entrambi in Paraguay) ma non si fa mancare l’altrettanto classica associazione del cambiamento climatico a un serial killer, come spiegato nel capoverso seguente: “In un anno, il clima rovente uccide persino più del Covid: da inizio pandemia le vittime della malattia sono circa 4 milioni; più di cinque milioni le morti che ogni anno possono essere attribuite a temperature anomale provocate dai cambiamenti climatici”.
Anche qui ci si barcamena tra il regno del vago e l’universo del pressapochismo. Primo perchè il Covid non è l’ebola : infatti nel mondo ha circa il 2% di letalità, e ha fatto nell’ultimo anno in Italia meno della metà dei morti causati dalle malattie cardiovascolari (circa 220 mila, sebbene questi dati siano riferiti al 2008). E secondo perché non è chiaro chi e come può attribuire i 5 milioni di morti a temperature anomale…o meglio al caldo rovente.
Sta di fatto che, sempre avendo voglia di spendere giusto 20 minuti a fare un po’ di sana ricerca, cosa che sarebbe giusto fare nella professione di giornalista, le morti per cambiamenti climatici parrebbero essere 1,5 milioni l’anno…ma entro fine secolo: almeno secondo questa ricerca di Climate Impact Lab pubblicata dal Sole 24 Ore. Certo, non si pretende di assegnare a questi numeri fondamenti di veracità maggiori di quelli pubblicati da Libero, ma di certo, visto l’argomento così delicato e ancora poco conosciuto, un po’ di prudenza non sarebbe male.
L’articolo di Libero, che per fortuna lì si chiude, si sarebbe perso nel mare magnum dei pezzi mainstream, dal momento che in fondo non dice nulla di nuovo; solo che a nostro parere merita di diritto un posto in questa rubrica perché è un esempio fulgido del peggioramento della qualità dell’informazione ai nostri giorni: un passaparola da un giornale all’altro, citando dati alla rinfusa, non verificati e spesso sbagliati. Speriamo che Libero la prossima volta controlli meglio le sue fonti…altrimenti prevediamo ulteriori comparse ne “Il meglio del Peggio”
Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualità

9 Comments

  1. angelo

    ora senza fare il pelo a greta che regala il suo silenzio al coro di meravieglie che si alza piu in alto dellla virgin galactic e dei suoi 4 eroi (..) e per senso di misura lo estende alla supposta di bezos,
    ma quanto sono verdi questi corporate jets da essere estrapolati dalla lunga lista
    di scorregge di co2 attribuita a noi poveri ominidi in odore di riformatorio? (great reset)
    ora se scorriamo le notizie e le immagini di questa nostra “informazione materna” notiamo
    che ultimamente a fronte di uno stadio stracolmo di circa 80000 cavallette accalcate senza nessuna misura uscite perfettamente indenni dal wembley, fa da contraltare un aumento impressionante di contagi in comunità vacanziere di una ventina di persone,
    in tavolini del ristorante sovraffollati e qualche festa casereccia incontrollata,
    dunque la discrasia più imbarazzante viene elevata a norma della informazione
    corrente, tale che se qualcuno si fosse accorto che la sua reale missione di terrorizzare in ogni ambito informativo, clima compreso, per ottenere una migliiore malleabilità del corpo sociale, fosse il suo vero compito, manca di vedere che, questa nostra “amorevole informazione materna” è diventata la 5 colonna di un potere che, esausto per la “tigna” dei suoi figlioli che non vogliono credere al “pacco narrativo” di propaganda, comincia a
    tintinnare le manette in aria mostrando il suo vero volto, sostanziando un a dittatura che
    con l’ultimo tassello dell’ “obbligo senza obbligo” di vaccinare pure i gatti, si appresta a conclamare il suo status, bruciando i residui di una democrazia e calpestando costituzioni secolari.
    lavoro egregio e ineccepibile
    dividere il popolo, fin dentro l’intimo familiare assegnare etichette e discriminare.
    la teza guerra mondiale ha gia le due fazioni

  2. Andrea Beretta

    Gentile Roberto, è vero, Ricolfi è un altro di quei nomi. Sì potrebbe aggiungere ad esempio Messori e Magdi Allam che scrivevano sul corriere, prima che la linea editoriale non contemplasse più alcuni argomenti taboo. O, per restare in ambito climatico, il professor Franco Prodi, che nonostante il nome, per le posizioni “negazioniste” non gode più di cittadinanza. Anzi, mi piace fare la battuta dicendo che al più illustre fratello più che i franchi tiratori ha nuociuto un membro della famiglia…disallineato

    • Roberto

      Ricordo il Prof. Prodi in televisione discutere di clima quando l’allineamento dell’informazione non si era ancora compiuto .
      Oggi, purtroppo, capita di ascoltare il Prof. Pasini che fornisce report meteorologici palesemente errati a sostegno di tesi scientifiche pregiudizialmente precostituite.

  3. Andrea Beretta

    Rispondo in un solo post a tutti…
    Per Virgilio, infatti, l’argomento del caldo e del covid era già stata trattata nell’ultimo “meglio del peggio”
    Per Franco: hai ragione, diciamo che la rubrica era nata 2 anni fa con lo scopo di riuscire a divertirsi anche partendo da questi presupposti, e nella speranza che “una risata li seppellirà”. Purtroppo in 2 anni è finita perfino la voglia di scherzare dato che questi fanno maledettamente sul serio. E del meglio è rimasto pochissimo.
    E infine riguardo a quanto osserva Cristiano: sì, siamo come in URSS. Abbiamo una stampa multicolor ma che gira e rigira su alcuni temi dice in modi diversi la stessa cosa. Una voce fuori dal coro non è ammessa, e chi ci prova viene emarginato o addirittura sottoposto alla damnatio memoriae. Si pensi al professore Sartori, celebrato come autentico totem del giornalismo indipendente finché non osò schierarsi contro il politically correct a 90 anni suonati. Morì senza quasi ricevere dal corriere, per cui aveva scritto una vita, nemmeno un coccodrillo. Ma la lista è lunga…

    • Roberto

      Sul tema del politicamente corretto, qualche voce dissenziente sussiste. Peraltro, non è questa la sede, qualcuno, schierato da sempre a sinistra, se ne sta accorgendo, penso al mondo del cinema che si sta confrontando con imposizioni e condizionamenti di ogni sorta nella propria attività di attore, sceneggiatore e regista.
      Facciamo qualche nome, penso alla scrittrice Soncini che scrive su Linkiesta o al sociologo Ricolfi che scrive sul Messaggero, Peccato che i temi ambientali, climatici siano affrontati nel solco del Rescue team che, ormai, sembra essersi preso il banco, pokeristicamente parlando.
      In generale e, Ricolfi, lo evidenzia bene nei suoi scritti, prevale la scarsa attitudine all’analisi dei fatti e la ricerca ad ogni costo di soluzioni ideologiche alle quali piegare la realtà.

  4. Non vorrei fare come il Rescue Team al quale, lo sappiamo, piace “vincere facile”, ma non sarebbe il caso di chiamare la rubrica Il peggio del peggio? Qui di associabile alla parola “meglio” non c’è proprio niente. Ottimo post che allarga il panorama della disinformazione sistematica, anche se preferiremmo che il panorama si stringesse almeno un po’. Franco

    • Andrea Brescianini

      Condivido perfettamente!! Questo è “il peggio del peggio”!!! Ogni minima occasione è buona per la solita narrazione sensazionalistica e pseudo-scientifica, tra l’altro spesso (molto spesso) non accompagnata da dati!! Sono davvero stufo di questa minestra riscaldata e forse anche bruciata!!
      Andrea

  5. Cristiano

    …ma ci avete fatto caso?
    È da quasi due anni che stampa, TV, radio e politici dicono tutti le stesse cose…
    Succedeva in URSS, nella Germania Nazista, Cuba, il Cile di Pinochet… solo che ora succede in tutto il mondo…
    Così fa un po’ paura, vero?

  6. Virgilio B.

    Il caldo uccide più del Covid? Non è assodato che il Covid diviene virulento e letale e molto diffuso proprio invece in inverno quando la temperatura ambientale è certamente più bassa che in estate?! Dunque potremmo attribuire ogni morte per Covid al freddo e al caldo almeno una funzione profilattica!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »