Salta al contenuto

Accettare l’Evidenza – Sui soldi

Nei post precedenti di questa serie[1] ho cercato di mettere in luce l’inconsistenza scientifica dell’allarmismo climatico. In questo, sempre tratto dal libro Accettare l’evidenza (il mondo che vorrei),[2] parlerò invece di vil denaro, la vera ragione che spinge “chi sa e può” a promuovere l’ideologia del catastrofismo climatico.

Solo in Italia, ad esempio, con la componente A3 c’è un ricarico di 12 miliardi l’anno sulle nostre bollette per finanziare le fonti rinnovabili,[3] prelevati dalle tasche di tutti noi (più di 200€ a testa, neonati compresi) e trasferiti soprattutto in quelle dei grandi produttori di energie rinnovabili (e dei loro fornitori di impianti, per la gran parte asiatici), con il consenso di chi pensa (e sono tanti) che su temi come le energie alternative (o l’immigrazione) sia sopportabile una perdita di posti di lavoro.[4]

12 miliardi che sono solo una parte degli oltre 57 miliardi (mille € a testa) annui del “gettito delle imposte ambientali”[5] (pari a quanto investiamo nella scuola).[6] Credo che un’interrogazione parlamentare al ministro dello sviluppo economico per sapere quanti posti di lavoro in Italia assicuri questa montagna di denaro, sarebbe opportuna. Non fosse altro perché le conseguenze sulla nostra economia sono pesantissime, visto che le rinnovabili costano molto ma molto di più di quelle non[7] e sono anche meno efficienti: “in Italia abbiamo installato 20GW (gigawatt) fotovoltaici, i cui soli impianti sono costati 100miliardi ma producono 2GW elettrici, perché il sole non brilla sempre”,[8] cioè funzionano al 10% della loro capacità. Non va meglio altrove. Ad esempio, il mega impianto di Crescent Dunes nel deserto del Nevada costato quasi 1 miliardo di dollari di fondi pubblici e che doveva produrre 500 mila MWh l’anno per 25 anni a 0,08$ al kwh garantendo 45 posti di lavoro, nel 2019 è stato chiuso perché in 5 anni ne aveva prodotti 400 mila al costo di 2,38$/kwh.[9] Ma la sola costruzione dell’impianto aveva già arricchito (con soldi pubblici) i soliti e (sempre con soldi pubblici) li arricchirà ancora per smaltire quel baraccone. Le energie rinnovabili non sono, infatti, così pulite come si lascia intendere. Non a caso “the topic of waste does not often appear… non si parla spesso del problema dei rifiuti che producono”[10] “forse” perché “Solar Panels Generate Mountains Of Toxic Waste (And Heat The Earth)… i pannelli solari generano montagne di rifiuti tossici (che riscaldano la Terra)”[11] sia per produrre il polisilicio che serve a costruirli (per l’80% viene dalla Cina le cui fabbriche, visto che i costi dell’energia ammontano al 40% di quelli di produzione, sono spesso costruite con accanto una centrale a carbone per alimentarle e dove si pensa che sia impiegato lavoro forzato)[12] sia quando devono essere dismessi perché non producono più abbastanza elettricità. Ma la dismissione non è un problema che ci tocca visto che, con un tasso di degradazione medio dello 0,8% (dopo vent’anni funzionano ancora all’85% della loro capacità nominale),[13] se ne dovranno occupare i nostri figli e nipoti. Un sotterfugio a cui “purtroppo” non possiamo ricorrere con le pale eoliche costruite con materiali ugualmente tossici,[14] pesano 15t ciascuna e possono essere usate al più per 20 anni perciò, ad esempio, la Germania che ha 30 mila turbine con 3 pale ognuna, a partire da oggi (per le più vecchie) e per i prossimi 20 anni (per le rimanenti) dovrà trovare siti di stoccaggio per oltre un milione di tonnellate, visto che non si possono neppure riciclare come materiale di costruzione perché polverizzandole si produrrebbero microparticelle. Tossiche, ovviamente.[15] Non bisogna neppure dimenticare la ben nota tendenza ad esplodere delle batterie ricaricabili di tanti dispositivi e veicoli “non inquinanti” se non prodotte a regola d’arte o quando danneggiate (come mentre si smaltiscono), provocando incendi improvvisi, difficili da contenere e che sprigionano sempre gas molto tossici.[16] La ciliegina sulla torta sulle conseguenze della corsa ideologica e perciò scriteriata verso le rinnovabili l’ha però messa la città di Amburgo che si propone di tagliare le foreste della Namibia per utilizzarne il legno nelle sue centrali al posto del carbone![17] Magari al loro posto pianteranno le pale eoliche dismesse? E poi c’è il problema importantissimo dell’affidabilità. È ovvio, infatti, che le celle solari funzionano bene solo di giorno e soprattutto in estate, una limitazione di cui però non soffrono le turbine eoliche che invece si accontentano del vento. Purtroppo, però può anche accadere che le turbine eoliche si blocchino per il freddo, com’è successo in Texas (non in Alaska), lasciando milioni di persone al freddo ed al buio.[18] A Berlino invece per il freddo si sono bloccati decine di bus elettrici che sono stati sostituiti con quelli affidabilissimi a diesel (che però prevedono di rottamare per il 2030).[19]

In tanti dimenticano che avere energia affidabile, sicura ed a basso costo è un fattore di competitività internazionale e quindi essenziale per lo sviluppo. Non era meglio investire tutti quei soldi nella scuola? Contando invece sulla pigrizia intellettuale dei più, i giornali borghesi seguono l’intuizione di La Boétie e con quei titoli ci spaventano (argumentum ad baculum), persuadendoci a finanziare la lotta al clima che cambia di persona. Soldi così facili da guadagnare che ne approfitta anche la mafia.[20] Non va meglio neppure a livello UE il cui budget per il 2020:

è fissato a 168,7 miliardi di EUR… [con] l’obiettivo di destinare almeno il 20% [cioè 33 miliardi] alla protezione del clima [mentre, ad esempio,] al Fondo Asilo, migrazione e integrazione sono stati assegnati 949 milioni di EUR per la gestione della migrazione [e] la dotazione per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile è stata fissata a 145 milioni di EUR.[21]

Una impostazione da Stato etico che ignora i risvolti economici e sociali delle sue scelte. Per la cronaca, divisi per i 500 milioni di abitanti dell’UE, dei 334€ a testa che diamo a Bruxelles, 66€ vanno per il clima, 2€ a degli stranieri e 30 centesimi per aiutare i giovani europei a farsi una vita. Se ci facessero scegliere probabilmente faremmo giusto il contrario, pertanto, questo è un esempio di utilizzo della “scienza” come un vincolo esterno (e perciò non democratico) per condizionare le scelte politiche.

Ma sono insaziabili e chiedono ancora ed ancora. Anche una “Assicurazione obbligatoria sulla casa per coprire i rischi da eventi climatici” estremi proposta da un ministro italiano,[22] cioè un’altra tassa per arricchire i soliti, tacendo che la frequenza di tifoni, uragani, inondazioni… a livello globale non solo non aumenta[23] ma diminuisce.[24] Anche in Italia.[25] Ma di questo ne parliamo nel prossimo post.

  

 

 

[1] http://www.climatemonitor.it/?author_name=domenico-mimmo-macrini

[2] Accettare l’evidenza (il mondo che vorrei)

https://play.google.com/store/books/details?id=sz1OEAAAQBAJ

https://books.google.it/books/about?id=sz1OEAAAQBAJ

https://www.amazon.it/dp/B09JVRWNBK

[3] Simoni, 2013. Simoni, Giovanni: Audizione sui prezzi dell’energia elettrica e del gas come fattore strategico per la crescita del sistema produttivo del paese, Senato.it, 2013

https://www.senato.it/application/xmanager/projects/leg17/attachments/documento_evento_procedura_commissione/files/000/000/457/2013_10_01_-_Assorinnovabili.pdf (17/1/2021) p. 11

 

Senato della Repubblica, 2019. X Commissione Industria del Senato: Sul sostegno alle attività produttive mediante l’impiego di sistemi di generazione, accumulo e autoconsumo di energia elettrica, (gennaio 2019)

http://www.senato.it/documenti/repository/commissioni/comm10/Aff_Ass_59_Documenti_depositati.pdf  (17/1/2021) p. 16

[4] Gongloff, 14/4/2021. Gongloff, Mark: Our Single-Minded Drive to Create Jobs Has Its Drawbacks. On some issues, including green energy and immigration, an absence of American jobs can be a good thing.

https://www.bloomberg.com/opinion/articles/2021-04-14/in-green-energy-and-immigration-jobs-aren-t-everything  (23/4/2021)

[5] ISTAT, Gettito delle imposte ambientali. Le linee guida internazionali prevedono la classificazione delle imposte ambientali in quattro tipologie: energia, trasporti, inquinamento, risorse.

http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCN_IMPAMB1

[6] ISTAT, Prodotto interno lordo lato produzione. Pil dal lato della produzione: è la somma del valore aggiunto ai prezzi base delle unità produttive residenti, più IVA, imposte sulle importazioni e imposte sui prodotti al netto dei contributi ai prodotti.

http://dati.istat.it/Index.aspx?DataSetCode=DCCN_PILT

[7] Shellenberger, 23/4/2018. Shellenberger, Michael: If Solar And Wind Are So Cheap, Why Are They Making Electricity So Expensive?

https://www.forbes.com/sites/michaelshellenberger/2018/04/23/if-solar-and-wind-are-so-cheap-why-are-they-making-electricity-more-expensive/ (17/1/2021)

[8] Battaglia, 11/10/2019. Battaglia, Franco: La politica insiste con l’utopia delle emissioni-zero

https://www.nicolaporro.it/la-politica-insiste-con-lutopia-delle-emissioni-zero/ (17/1/2021)

[9]  Crescent Dunes Solar Energy Project (14/12/2020)

https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Crescent_Dunes_Solar_Energy_Project&oldid=994263364

[10] Folk, 5/3/2020. Folk, Emily: Waste in the Renewable Energy Industry and How We Can Sustainably Power Our World

https://www.renewableenergymagazine.com/emily-folk/waste-in-the-renewable-energy-industry-and-20200305 (21/1/2021)

[11] Narwhal19, 3/9/2020. Narwhal19: Solar Panels Generate Mountains Of Toxic Waste-And Heat The Earth

https://mothernature.news/2020/09/18/solar-panels-generate-mountains-of-toxic-waste-and-heat-the-earth/ (17/1/2021)

[12] Murtaugh, 13/4/2021. Murtaugh, Dan; Murphy, Colum, Mayger, James e Eckhouse, Brian: Secrecy and Abuse Claims Haunt China’s Solar Factories in Xinjiang.

https://www.bloomberg.com/graphics/2021-xinjiang-solar/ (30/4/2021)

[13] Jordan, 2011. Jordan, Dirk C. and Kurtz, Sarah R.: Photovoltaic Degradation Rates – An Analytical Re-view, Progress in Photovoltaics: Research and ApplicationsVolume 21, Issue 1, 2011

https://doi.org/10.1002/pip.1182 (17/1/2021)

[14] Flanakin, 28/9/2020. Flanakin, Duggan: Wind Turbines Are Generating Mountains Of Waste, Not En-ergy

https://climatechangedispatch.com/wind-turbines-are-generating-mountains-of-waste-not-energy/  (17/12/2020)

[15] Gosselin, 23/11/2020. Gosselin, Pierre: Germany Has No Plan To Recycle Wind Turbines: 1.35M Tons Hazardous Waste

https://climatechangedispatch.com/germany-has-no-plan-to-recycle-wind-turbines-1-35m-tons-hazardous-waste/  (17/1/2020)

[16] Morris, 26/10/2020. Morris, Ben: The explosive problem of ‘zombie’ batteries

https://www.bbc.com/news/business-54634802

[17] Robinwood, 8/10/2020: Keine Verbrennung von Buschholz aus Namibia in Hamburger Kraftwerken!

https://www.robinwood.de/pressemitteilungen/keine-verbrennung-von-buschholz-aus-namibia-hamburger-kraftwerken  (17/1/2021)

[18] Rojas, 14/2/2021. Rojas, Rick e Fazio, Marie: Winter Storm Brings Icy Temperatures and Cuts Power Across U.S.

https://www.nytimes.com/2021/02/14/us/winter-storm-snow-ice.html  (21/2/2021)

[19] Welt, 10/2/2021: Berliner Elektrobusse haben ein Kälteproblem. Welt.de

https://www.welt.de/vermischtes/article226089311/Elektrobusse-der-Berliner-BVG-haben-ein-Kaelteproblem.html  (14/2/2021)

[20] ANSA, 24/2/2021: Covid: Dia, mani mafie su ‘green’ e sanità

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2021/02/24/-covid-dia-mani-mafie-su-green-e-sanita-_1971368a-11d9-435c-9a26-4b28d4c8fb41.html (20/3/2021)

[21] Jaansalu, 8/11/2019. Jaansalu, Liis: Bilancio dell’UE per il 2020: Consiglio e Parlamento raggiungono un accordo

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2019/11/18/2020-eu-budget-council-and-parliament-reach-agreement/  (17/12/2021)

[22] La Stampa, 5/12/2012: Assicurazione obbligatoria sulla casa per coprire i rischi da eventi climatici

https://www.lastampa.it/cronaca/2012/12/05/news/assicurazione-obbligatoria-sulla-casa-per-coprire-i-rischi-da-eventi-climatici-1.36349268  (17/1/2021)

[23] Hartmann, 2013. Hartmann, D.L., A.M.G. Klein Tank, M. Rusticucci, L.V. Alexander, S. Brönnimann, Y. Charabi, F.J. Dentener, E.J. Dlugokencky, D.R. Easterling, A. Kaplan, B.J. Soden, P.W. Thorne, M. Wild and P.M. Zhai, 2013: Observations: Atmosphere and Surface. In: Climate Change 2013: The Physical Science Basis. Contribution of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovern-mental Panel on Climate Change [Stocker, T.F., D. Qin, G.-K. Plattner, M. Tignor, S.K. Allen, J. Boschung, A. Nauels, Y. Xia, V. Bex and P.M. Midgley (eds.)]. Cambridge University Press, Cambridge, United Kingdom and New York, NY, USA.

https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/2017/09/WG1AR5_Chapter02_FINAL.pdf  (17/1/2021) § Extreme events, p.162

[24] Taylor, 8/5/2013. Taylor, James: Sorry Global Warmists, But Extreme Weather Events Are Becoming Less Extrem, forbes.com

https://www.forbes.com/sites/jamestaylor/2013/05/08/sorry-global-warmists-but-extreme-weather-events-are-becoming-less-extreme/  (17/1/2021)

[25] Diodato, 2019. Diodato, Nazzareno; Ljungqvist, Fredrik Charpentier & Bellocchi, Gianni: A millennium-long reconstruction of damaging hydrological events across Italy. Sci Rep 9, 9963 (2019).

https://doi.org/10.1038/s41598-019-46207-7  (17/1/2021)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAttualitàGuest bloggerVoce dei lettori

4 Comments

  1. Mario

    C’è una pubblicità di capsule di caffè che dice che la CO2 è totalmente compensata. Cosa vuol dire…che le danno un compenso perché sparisca ??? 🙂 🙂 🙂

  2. rocco

    pecunia non olet
    quindi sia chi difende posizioni antropocentriche che antiantropoceniche quando si tratta dell’argomento soldi non guarda in faccia a nessuno.
    Magari può accadere che un difensore dell’antiantropopcentrismo ha nel portafogli fondi comuni che investono in green e che rendono di più di quelle sul piombo che aveva prima.
    Ma anche il contrario, l’antropocentrico che guadagna da viversi con sponsorizzazioni di aziente climalteranti.
    Da un punto di vista socio-economico viviamo nell’epoca del neoliberismo, in cui ogni cosa è e deve essere monetizzabile a partire dalle emozioni.
    L’importante e che faccia muovere l’economia ed impedisca quella temutissima inflazione. Tutte le armi sono buone.
    L’orizzonte degli eventi lo hanno posto al 2050, ma i bilanci si chiudono ogni anno, il PIL deve crescere e mai diminuire.
    L’orizzonte politico è più ridotto, al massimo 5 anni e bisogna dimostrare all’elettore che almeno non ha fatto danni.
    Le soluzioni climatiche antropocentriche servono a far muovere l’economia nel breve termine facendo credere che ciò sia di vantaggio a lungo termine. Una sorta di investimento travestito da salvataggio del sistema economico (questo è l’ambiente da salvare!!!).
    Ormai sia a dx che a sx si parla di ambiente, clima, sostenibilità e via dicendo.
    La religione è diventata imperante e la causa è giusta.
    Fin quando ci saranno persone disposte a pagare di più per il clima e l’ambiente, perchè l’economia non ne dovrebbe approfittare?
    In fin dei conti il cliente ha sempre ragione ed il mercante deve accontentarlo: vogliono palle eoliche e vendono palle eoliche; al 2050 non succederà niente di quanto paventato, ma oggi migliaia di aziende hanno contribuito al salvataggio del PIL quotidiano con l’argomento “clima”.
    Gli antiantropocentristi sanno bene che sono soldi buttati al vento… ma se rendono, magari qualche migliaio di azioni eoliche si tengono in portafoglio.

  3. Pier Luigi

    Da tempo sono convinto che gli incentivi alle rinnovabili altro non sono che uno “schema Ponzi” legalizzato, con questa differenza: mentre nello schema Ponzi illegale il promotore finanziario si deve impegnare ad inventarsi una buona esca per far cadere nella rete i suoi pesciolini, nell’operazione finanziaria delle rinnovabili i “grandi gruppi di interessi”, dopo aver contribuito ad inventare una buona narrazione, hanno demandato questo compito ad altri. Noi siamo i pesciolini, obbligati, volenti o nolenti, a mantenere questo schema.

  4. Uberto Crescenti

    La dipendenza italiana dall’approvvigionamento energetico deriva da scelte scellerate fatte in passato. Ricordo che nella metà del secolo scorso due grandi manager hanno perseguito questo obiettivo, in particolare Enrico Mattei e Felice Ippolito. Mattei incaricato dal Governo di liquidare l’Agip invece ne determinò la crescita soprattutto con la scoperta di importanti giacimenti di idrocarburi nella Pianura Padana. Fondatore dell’ENI riuscì a contrastare favorevolmente per l’Italia il predominio mondiale delle 7 sorelle, ossia delle società produttrici di idrocarburi nel mondo. Mattei, come noto, fu di fattto assassinato e così arrestata la crescita della nostra Società di ricerca di pidrocarburri. Felice Ippolito, potente segretario del CNEN (organismo istituito per lo sviluppo dell’energia nucleare) fu destituito grazie alla magistratura, addirittura arrestato e incarcerato, con futili motivazioni. Colpendo Ippolito si è voluto di fatto coplire lo sviluppo del nucleare che lui impersonava brillantemente. Oggi paghiamo queste situazioni, vietando addirittura la ricerca di idrocarburi in territorio nazionale (l’esempio di importanti giacimenti di gas in Adriatico e non solo, che non è possibile utilizzare), e il diniego a realizzare centrali nucleari. Così importiamo, e siamo quindi dipendenti dall’umore internazionale, i prodotti petroliferi e l’energia elettrica da centrali nucleari da Paesi confinanti. Solo un Governo lungimirante può risolvere il problema, permettendo la ricerca di idrocarburi nel nostro territorio e realizzando la costruzione di centrali nucleari.

Rispondi a Uberto Crescenti Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »