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Tutti ai Remi!

Prima che le navi fossero dotate di motore, l’unica propulsione impiegabile erano le braccia. Poi l’uomo si è ingegnato ed ha scoperto che poteva farsi dare una mano dal vento. Sia prima che dopo però, l’esito della traversata dipendeva dalle condizioni del mare e del vento. Se a remi e con mare e vento contro, occorreva più forza, ma spesso conveniva lasciar perdere e aspettare tempi migliori. Se a vela, sempre con le stesse difficoltà, era (ed è tutt’ora) necessario cambiare direzione, facendo magari un lungo giro per giungere a destinazione.

Da una decina d’anni il motore del global warming si è fermato, le temperature hanno smesso di crescere. In modo più o meno trasversale tutti quelli che si occupano a vario titolo delle vicende del clima si sono interrogati sul perchè di questa improvvisa assenza di propulsione. Eppure la nave andava così bene! Per un po’ di tempo il vento è stato a favore, con qualche folata niente male, come l’estate del 2003, che avrà pure riguardato solo l’Europa, ma ha avuto degna risonanza mondiale per ovvie ragioni geopolitiche. Qualcuno, e lo capiamo leggendo una delle famose mail sottratte ai rematori, si è ben guardato dal manifestare pubblicamente questa perplessità, suggerendo piuttosto di aumentare il ritmo ai remi.

Poi è calato anche il vento, è arrivata la crisi economica mondiale e molti di quelli che sin lì avevano guardato con favore al ritorno d’immagine di sane politiche salva-pianeta, hanno cominciato a pensare che una cosa è farsi belli, altra è rimetterci la camicia. A questo punto il mare è diventato mosso sul serio, è stato necessario aumentare ancora di più il ritmo di voga e qualcuno ha perso il coordinamento, iniziando a remare al contrario. Et voilà, sbucano fuori le email ed i dati del CRU. Dall’interno. Alla torva faccenda dell’hacker ormai non ci crede più nessuno, nè,  a giudicare da quanto detto dai protagonisti, ci hanno creduto molto neanche loro.

Ma la nave va condotta in porto, CO2penhagen è ormai in vista, per cui si chiama a raccolta l’equipaggio. Scrive Realclimate, scrive Nature e, nel nostro piccolo orticello, scrive pure Climalteranti. Dei primi abbiamo già detto a più riprese nei post pubblicati nei giorni scorsi. Sull’editoriale pubblicato da Nature vale la pena fermarsi un attimo.

Al di là della cronaca fatta per dovere d’ufficio e dell’ormai scontanto riferimento al “trucchetto”, pratica che ogni sano ricercatore applica secondo loro almeno due volte al giorno dopo i pasti principali, è evidente lo sforzo di apparire neutrali, ma i risultati non sono un gran che, perchè la scelta degli interlocutori è eloquente. Le tesi della difesa sono tre. Chiunque pensi che possa esserci stata qualche manomissione nei dati che ricostruiscono le temperature è libero di produrre analisi che dimostrino che la Terra non si sta scaldando, cosa che, sin qui, nessuno è mai stato in grado di fare. Sembra che ci sia parecchia gente convinta che il riscaldamento globale sia un malefico complotto socialista e che molti scienziati siano parte di questo complotto, impegnandosi a falsificare deliberatamente la scienza. Le email che contengono riferimenti critici ad altri scienziati, provano la vitalità del dibattito all’interno della comunità.

Le discutiamo brevemente una per una.

Che la Terra si stia scaldando è palese, non c’è alcun bisogno di dimostrare il contrario. La discussione è piuttosto su come, quando e perchè. I maldestri tentativi di sottrarre all’attenzione del pubblico il come, elidendo dalle serie storiche le oscillazioni avvenute in passato ed ampiamente storicamente documentate, hanno permesso di giungere al quando, ovvero di evidenziare il fatto che questo sia avvenuto solo ora, quando l’umanità è indubbiamente protagonista della scena. A questo punto era necessario fornire un perchè e la teoria dell’incremento dell’effetto serra è giunta a proposito, colmando artificialmente ed in modo del tutto insufficiente un semplice ma insormontabile, almeno sin qui, vuoto di conoscenza. Concentrare il ritmo di voga sul riscaldamento è, per l’ennesima volta, fuorviante. Perchè sul come si basa tutto. I modelli di simulazione, le analisi di impatto economico e finanziario e le misure di mitigazione. Se quel come è sbagliato o piegato alle proprie convinzioni dogmatiche, viene meno a cascata tutto il resto.

Agitare la tesi del complotto è un concetto che, oltre ad essere indimostrabile, è una facile scappatoia. Sono concetti che hanno indubbiamente presa sulla pubblica opinione, ma, siccome di complotti se ne sente parlare più o meno tutti i giorni, ormai nessuno ci crede più, anzi, a sentirne parlare si prova un certo fastidio. Chi dice che il complotto non c’è e non c’è mai stato diventa automaticamente simpatico. Se poi agita anche lo spauracchio politico ha il successo assicurato. E probabilmente ha ragione. Quella dell’AGW è piuttosto una bella festa, dove tutti hanno interesse ad andare, logico che si cerchi di evitare che qualcuno possa spegnere la musica e le luci. E, ancora una volta leggendo le email trafugate, il gruppo di ricercatori della UEA aveva proprio questa preoccupazione.

Infine la terza. Una comunità scientifica è vitale quando concentra i propri sforzi sui contenuti. Invece il famoso gruppetto ella UEA i contenuti li aveva fissati, e si concentrava piuttosto su come proteggerli dal dibattito negandone l’accesso ad altri membri della stessa comunità, arrivando al punto di ritenere che non fossero degni di appartenervi. In questo modo il dibattito lo hanno ucciso, non reso vitale. Infatti, se non erro, è proprio l’istituzione politica cui questo gruppo fornisce supporto scientifico ad averlo dichiarato chiuso. Qualcuno deve avere la memoria corta.

Ma Nature come detto, fa lo sforzo di apparire neutrale, dando la parola a von Storch, proprio uno di quelli che avrebbe volentieri partecipato al dibattito, se i dati che aveva richiesto gli fossero stati concessi. Le sue esternazioni sono leggittime, ma, alla luce della giustificazione addotta dalla UEA e riportata da Nature sembrano proprio fuori luogo. Questo perchè nell’articolo si omette la giustificazione reale, espressa proprio da chi dirige il gruppo appena qualche anno fa: “Abbiamo lavorato venticinque anni su questi dati, perchè dovremmo concederteli sapendo che l’unica ragione per cui li vuoi è trovarci qualcosa di sbagliato?”. Molto umano, per nulla scientifico, inaccettabile.

E veniamo al nostro piccolo orticello. L’analisi è decisamente divertente, documentata ed interessante. Peccato sia allineata e si guardi bene dal dire che il rischio non è che tutto quello fatto sin qui in materia di scienza del clima sia sbagliato. Questo è impossibile, la tesi è volutamente paradossale. Il rischio è che il lavoro di questo gruppo, che è innegabilmente il “core” del mainstream, visto che si tratta del Working Group 1 dell’IPCC -lo rammento, quelli che forniscono le basi scientifiche-, abbia minato e indirizzato male tutto il resto. Che lo abbia fatto con comportamento lobbystico è evidente dalle loro conversazioni, che possa averlo fatto con i dati non lo sapremo mai, perchè non essendo mai stati concessi, non potremo mai sapere cosa sia stato prodotto con quei codici. Di certo, grave o meno che sia quanto accaduto, costoro non ci fanno una bella figura e, piuttosto che forzare il ritmo di voga, ora sarebbe forse meglio fare qualche distinguo, prendere magari un po’ le distanze da un sistema che per quanto lo si voglia difendere è evidente che non funziona.

Comunque stiano pure tutti tranquilli, la nave nel porto di CO2penhagen ci arriverà, e quando sarà lì farà il suo bel carico di demagogia, di buoni propositi e di mea culpa mondiali. Dopodichè ripartirà alla volta del prossimo mega-evento mondiale.

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Published inAttualità

10 Comments

  1. alessandrobarbolini

    ma quale dubbio hanno ucciso…!!sono i fatti che parlano innanzitutto..é inutile continuare a nascondersi la testa sotto la sabbia..basta osservare ogni stagione invernale che anche il meno interessato alla meteo capisce che qualcosa di grosso é mutato.
    lasciamo perdere queste dispute piu dal sapore schifoso politico che scientifico.e rendiamocene conto che…dati falsificati o no…le nevicate in pianura sono calate notevolmente..e per avere 20cm normali bisogna raccomandarsi non piu ai santi ma direttamente a DIO.

    • Giorgio Stecconi

      Le prometto che alla prima grossa nevicata in pianura padana griderò alla glaciazione….anche se non lo penserò.
      Per quanto riguarda le nevicate in pianura non ho dati da fornirle, magari qualcuno dei lettori ci può aiutare.

    • Luca Fava

      Ma certo, ma cosa stiamo spendendo soldi per ricerche costosissime quando la verità è sotto gli occhi di tutti. Bastava dare retta alla massaia che dice “non nevica più come una volta” (non ci sono più le mezze stagioni, se ne vanno sempre i migliori, ecc…ecc…).

    • filipporiccio

      E in ogni caso, il gennaio scorso davanti a casa mia, nella periferia di Milano, c’erano 50cm di neve.

  2. Per elaborare ancora il mio pensiero.

    L’accusa che si rivolge al team non è tanto quella di poter aver lisciato i dati. Questo verrà in un secondo momento.

    L’accusa principale è che loro hanno ucciso il dubbio!
    Almeno ci hanno provato.
    Hanno agito con l’attacco personale, col discredito, con l’insinuazione su presunti finanziamenti sporchi di petrolio.
    Alla fine il loro comportamento ha sollevato il dubbio sull’integrità del sistema. Il dubbio, invece, va posto sulla comprensione.

    Già si levano voci importanti dal campo AGW che chiedono che questi siano spazzati via, che non gli sia permesso più di partecipare a gruppi quali l’IPCC. Potranno continuare le loro ricerche, ma quando si tratta di fare il punto sullo stato dell’arte, fare verifiche, fare rapporti ai “policy maker”, questi devono essere banditi dal partecipare.
    L’IPCC va azzerata e i partecipanti riconducibili al team, internazionali e nostrani, vanno cacciati con demerito.

  3. Il team di climalteranti cerca di confondere i fatti e non bisogna seguire la loro strada.
    In sostanza loro (come altri in giro per il mondo) cercano di buttarla sui dati, se questi sono stati trattati in maniera sporca, se il riscaldamento fin qui avvenuto è finto o meno.
    No!
    Il problema è prima di tutto etico.
    Gavin Schimdt è stato chiaro su ciò: loro, il team, hanno il dovere morale di opporsi affinché le tesi “negazioniste” siano di dominio pubblico. Loro sono i fondatori della scientocrazia di cui si è discusso in questo blog tempo fa.
    Sono, semplicemente, i nuovi unti del Signore.
    E non portano nessun rispetto umano per chi la pensa diversamente.
    Basta vedere come quei quattro campioni (si può dire?) che hanno firmato il pezzo su climalteranti si rivolgono agli altri, “i negazionisti”.
    Ho già avuto modo di conoscere uno di loro di persona. Ho già avuto modo di reagire allo loro assoluta mancanza di rispetto. Sono stato censurato per questo motivo.
    Non permettete loro di condurre il gioco!

    • Paolo, se fosse un gioco lo lascerei condurre ad altri volentieri. Ma non lo è, e questi signori sembra proprio che non se ne siano resi conto.
      gg

    • Giorgio Stecconi

      Nel nostro piccolo siamo qui a farci sentire e soprattutto a non farci prendere in giro. Se esite qualche motivazione che “autorizza” a giocare così sporco gradiremmo saperlo, fino ad allora faremo, con i nostri limiti, le pulci ad ogni lavoro ad ogni grafico ad ogni teoria così come avviene in tutti gli ambiti scientifici, dove di unti dal signore e dogmi intoccabili non ne esistono più dalla fine dell’inquisizione.

  4. Ivan

    Complimenti dott. GUIDI. Ha focalizzato il concetto!!

  5. Paolo Lapponi

    Il testo di Guido Guidi mi sembra piuttosto interessante e rafforza il mio sospetto che dietro questa improvvisa virata degli USA verso nuove tecnologie meno inquinanti ci siano gli enormi interessi economici relativi al dominio energetico. Credo che i gravi danni prodotti dall’effetto antropico sul sistema pianeta riguardino altri aspetti che non il cambiamento climatico, il quale come è noto è classificato come “problema complesso”. Riservandomi di intervenire in maniera più approfondita, un cordiale saluto.

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