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Accettare L’Evidenza – Sul potere delle parole e del ragionamento

Come abbiamo visto nei post precedenti, tutti tratti da una ventina di pagine (su 460) di Accettare l’evidenza (il mondo che vorrei),[1] nel Cap. 5 del libro mi sono occupato delle fake new diffuse dai media borghesi[2] parlando, da dilettante, anche dei supposti cambiamenti climatici catastrofici innescati dalle attività umane. Gli altri esempi esaminati nel resto del capitolo riguardano le fake news diffuse per giustificare le guerre “preventive” ed “umanitarie” per abbattere tiranni ed instaurare la democrazia, che però gettano nel caos Nazioni intere. Sempre.

In questo post mi propongo di (di)mostrare che la lotta al clima che cambia è, insieme alle guerre, solo uno dei modi che “chi sa e può” usa per indirizzare la spesa pubblica a suo vantaggio.

Dopo aver parlato genericamente dei media nel Cap. 5, nel Cap. 6 mi occupo specificatamente dei social media e di come sono usati da “chi sa e può” per orientare le opinioni dei singoli utenti: censurando da un lato le voci fuori dal coro e, dall’altro, profilandoli in grande dettaglio grazie all’intelligenza artificiale, per poi convogliare accortamente su ciascuno di loro i contenuti che hanno un’alta probabilità di influenzarli. Il tutto è esemplificato con quanto già accade da tempo nelle elezioni USA.  Una pratica inquietante, inaugurata in grande stile da Barack Obama (1961-vivente) per le sue campagne presidenziali del 2008 e soprattutto del 2012:

This is beyond J Edgar Hoover’s dream… Ciò che ha fatto va ben oltre il sogno di J Edgar Hoover: nella sua corsa a sfruttare il potere dei dati digitali per essere rieletto, la campagna di Obama ne ignora le implicazioni etiche e morali.[3]

Un potere che può essere esercitato in qualsiasi ambito. Anche per promuovere l’allarmismo climatico o le guerre, ovvio. E, per gli interessi in gioco, è facile che lo facciano da tempo.

1. Sulla Fisica alla luce della Metafisica

Nel capitolo 7 affronto il difficile rapporto tra Fisica e Metafisica esemplificato con un’analisi molto critica, sempre da dilettante, della gestione della pandemia, con particolare riguardo all’uso di vaccini ad mRNA, affrontando l’argomento da “pro vax” convinto: per visitare in sicurezza posti insalubri in giro per il mondo ho fatto tanti vaccini e sempre in tutta serenità. Mentre, però, mi documentavo per decidere, come prima dei miei viaggi, se e con cosa vaccinarmi, alla fine ho deciso in piena coscienza di desistere (o dovrei dire “resistere”?) spiegando le mie ragioni in un altro libro,[4] lasciando in Accettare l’evidenza l’essenziale (14 pagine). D’accordo con GG, evito di trattare l’argomento in questa serie di post perché fuori luogo per climatemonitor.

Dopo aver parlato della pandemia, parto dalla seguente osservazione: basta riflettere sullo sviluppo scientifico e tecnologico per capire di cosa si occupa la branca della Filosofia detta Fisica (intesa come Scienza e Tecnica), ma cos’è la Metafisica e qual è il suo rapporto con la Fisica?

Per cominciare, si può affermare che entrambe cercano di far progredire le conoscenze umane, altrimenti sarebbero attività oziose. Un pensiero che possiamo toglierci dalla testa perché né gli scienziati né gli umanisti sono dei perditempo, siamone pur certi.

Assodato che la Scienza fa progredire le nostre conoscenze sulla realtà fisica che la Tecnica poi riversa nelle nostre vite, cos’altro resta? Una possibile risposta è in questa frase di Martin Luther King (1929-1968):

Human progress is neither automatic nor inevitable… Il progresso umano non è né automatico né inevitabile… ogni passo verso una maggiore Giustizia richiede sacrificio, sofferenza e lotta; l’instancabile sforzo e la preoccupazione appassionata di uomini impegnati.[5]

Se il progresso scientifico è dato dall’accumulo delle scoperte sulla realtà fisica che ci circonda e dalle loro applicazioni, cos’è il “progresso umano” di cui parla King? È l’evoluzione degli usi, dei costumi e delle leggi di una comunità verso una “maggiore Giustizia”.

La Fisica con la Scienza, infatti, si chiede solo “come sembra funzionare il mondo?” e con la Tecnica “come posso applicare le scoperte della Scienza?”. Il problema è che alla prima domanda è facile rispondere in modo soggettivo (vedi le previsioni allarmistiche di vittime e catastrofi per i mutamenti climatici o le introvabili armi chimiche di Saddam), facendo nascere le ideologie (gli idrocarburi sono pericolosi e le rinnovabili sono l’unica salvezza, basta abbattere un dittatore per far nascere una democrazia) che, se ben propagandate, imbrigliano le masse; alla seconda è ancor più facile rispondere in modo interessato (diritti di emissione inquinanti, green pass e guerre umanitarie). Un “metodo” che trova oggi applicazione in tantissimi ambiti. Il più evidente è lo sviluppo e la vendita di prodotti e servizi (il marketing politico e commerciale che sfrutta i dati personali sui social media, i vaccini e le vaccinazioni piuttosto che le energie rinnovabili e la compravendita di diritti di emissione o le guerre umanitarie e le conseguenti forniture di sistemi d’arma e dei relativi servizi di addestramento e manutenzione) su cui “qualcuno” lucrerà. Una formula che funziona alla grande poiché trasforma Scienza e Tecnica in vincoli esterni (“Lo dice la Scienza”, “Lo dicono gli esperti”) e perciò non democratici (“zitto tu, brutto negazionista”) alle scelte di governo pensate per favorire, con fondi pubblici, gli azionisti di specifici comparti industriali a cui i più non sanno ribellarsi.

La tanto negletta Metafisica si occupa e preoccupa, invece, di trovare un senso alle cose ponendosi due domande che, diversamente dalle precedenti, ci inchiodano alle nostre responsabilità: “perché la Realtà esiste invece che no?” e, già che esiste e noi ne facciamo parte, di conseguenza si chiede “qual è il senso delle azioni e delle imprese umane, sia personali sia collettive?”. Anche della Scienza e della Tecnica. Anche di noi stessi e di come ci comportiamo. Anche delle nostre comunità e degli usi, costumi e leggi che ci diamo (dalla definizione di persona, di famiglia e di matrimonio alla libertà di parola, di movimento, d’impresa, di culto e di istruzione, dalla forma di Stato alla definizione di proprietà privata, intellettuale e dei dati personali), fino ad arrivare, alzando ancora un po’ lo sguardo, ad una prospettiva globale: quale fu la teleologia dell’Impero romano o inca o austro-ungarico? Qual è quella della storia cinese, del cristianesimo, del buddhismo, del multiculturalismo, del marxismo, del climatismo, del fascismo, del liberismo, dell’interventismo, del sovranismo, dell’Italia, dell’UE? Erano/sono fondate razionalmente, cioè cercavano/cercano il “progresso umano” o erano/sono guidate da élite che perseguivano/perseguono gli interessi di uno Stato, un’etnia, un gruppo sociale? Come si sono affermati? Perché ad un certo punto si dissolvono? Solo rispondendo in modo veritiero (cioè saggio) a queste domande si possono interpretare gli eventi grandi e piccoli della storia, personale ed umana. Solo rispondendo in modo saggio (cioè veritiero) a queste domande si evita di giudicare secondo le apparenze, si agisce con cognizione di causa e si capisce come vivere in armonia con sé stessi e con gli altri.

C’è però una differenza tra il progresso scientifico e quello umano: le nuove scoperte scientifiche aggiungono sempre conoscenza (cioè sono sempre un progresso dal punto di vista della Scienza che perciò è, in una certa misura, automatico ed inevitabile), anche quando hanno conseguenze negative; i cambiamenti negli usi, nei costumi e nelle leggi (anche quelli indotti dal progresso scientifico) o causano un regresso o un progresso sociale (che perciò non è né automatico né inevitabile): solo se contribuiscono alla costruzione di una società più giusta, il cambiamento è un progresso. Si consideri, ad esempio, lo sfruttamento commerciale dei dati personali la cui proprietà potrebbe essere protetta come quella intellettuale ma non lo è per favorire i gestori dei social media (che però tengono tantissimo alla loro proprietà intellettuale): è un progresso o un regresso?

Emblematico è proprio l’attivismo di King che non puntava ad ottenere privilegi per nessuno. Men che meno chiedeva trattamenti di favore per i neri d’America (cittadini che da generazioni contribuivano alla sua prosperità), ma l’emancipazione, cioè l’affrancamento dalla condizione di inferiorità giuridica, sociale e culturale verso i bianchi. Chiedeva la parità di diritti e doveri tra tutti i cittadini, insomma. Niente di più, niente di meno. Solo così una società si incammina verso il “progresso umano”. Basta vedere com’è invece ridotto il Sud Africa dove, dopo quella dei bianchi, oggi si persegue la supremazia nera.

2. Su Giustizia e Misericordia

Per ricucire lo strappo tra Fisica e Metafisica (cioè fra conoscenza scientifica e saggezza) ed evitare così il disfacimento delle nostre comunità a causa del regresso umano “basterebbe” (Cap. 8) che singoli e comunità esercitassero quotidianamente e con equilibrio Giustizia e Misericordia altrimenti, come insegnava Tommaso d’Acquino (1225-1274), “La Giustizia senza Misericordia è crudeltà; la Misericordia senza Giustizia è causa di dissoluzione”.[6] Un distillato di saggezza che, a ben vedere, era già presente nella Teogonia di Esiodo (VII secolo a.C.) dove l’Eusebeia (la Weltanschauung di allora estesa però anche alla morale, essendo significativamente antropomorfizzata nell’omonimo spirito femminile della misericordia, della lealtà, del dovere e del rispetto filiale) unendosi con Nomos (la Legge) diede alla luce Dike, la dea della giustizia e dell’equo giudizio. Pertanto, Dike (l’equo giudizio) è una buona figlia solo se fa tesoro sia degli insegnamenti della madre Eusebeia (la Misericordia) sia del padre Nomos (la Legge). Come pure solo se Eusebeia (la Misericordia) e Nomos (la Legge) sono dei genitori rispettosi dei loro ruoli, fanno crescere bene Dike (la Giustizia). Vale a dire che non basta che le leggi siano giuste ed eque perché serve che siano anche applicate in modo equo e giusto, cominciando con l’ammettere privilegi solo se razionalmente fondati (una menomazione, la legittima difesa, le attenuanti per gli incensurati…) senza favorire i prepotenti che tramano per negoziare o sfruttare cavilli che li avvantaggiano a norma di Legge (sarebbe una Giustizia crudele perché esercitata senza Misericordia) o i furbi che sanno come impietosire (sarebbe una Misericordia distruttiva perché esercitata senza Giustizia).

Un esempio di società giusta (nel senso di ligia alle regole) ma senza misericordia (nel senso di indisponibile alla solidarietà) è la BCE (Banca Centrale Europea), a cui partecipano (attraverso le loro Banche centrali) gli Stati aderenti all’Euro in base al loro PIL ed alla loro popolazione. Da allora ogni sua iniziativa è applicata ai singoli Paesi rispettando la percentuale di partecipazione come millesimi di un condominio. Anche l’allentamento quantitativo, cioè l’acquisto dei titoli di debito emesso dagli Stati (tipo i nostri BOT, per intenderci). Un’iniziativa che i più credono rivolta esclusivamente agli Stati in difficoltà. In realtà gli acquisti sono fatti sempre in rapporto al peso non del debito ma dello Stato nella BCE (di più della Germania, di meno dell’Italia, per esempio). Naturalmente ora la BCE si aspetta di incassare gli interessi (soprattutto dai paesi più in difficoltà che pagano interessi più alti, come l’Italia, ovviamente) che poi girerà alle banche centrali nazionali (sempre in proporzione alle quote, cioè di più alla Germania). Proprio come in una partita di Monopoly dove, quando i giochi sono ormai decisi, al termine di ogni giro il più forte guadagnerà sempre qualche cosa a spese degli altri, rovinandoli pian piano fino a comprarsi tutto quello che hanno. Sempre nel rispetto delle regole, ovviamente. Anzi, la BCE funziona come se la partita fosse iniziata distribuendo in modo ineguale i soldi tra i giocatori. Non ci vuole un Nobel in economia per capire come andrà a finire. Sempre nel rispetto delle regole. Ovviamente.

3. Sulle Leggi

Nelle società che funzionano (ed intendono continuare a funzionare) bene si cerca l’equilibrio tra Misericordia e Giustizia attraverso le Leggi. Equilibrio che si consegue evitando (Cap. 9) che diventino il terreno di caccia degli azzeccagarbugli, abili nel negoziare quelle più convenienti per i loro (veri) referenti, come le regole di funzionamento della BCE, gli accordi di mitigazione climatica o di utilizzo dei green pass e dei dati personali, i regolamenti dell’UE che consentono a tre suoi Stati membri (Irlanda, Lussemburgo e Paesi Bassi) di essere dei paradisi fiscali a discapito di tutti gli altri, le risoluzioni dell’ONU sulle guerre preventive ed umanitarie,…

Chi sono i veri referenti degli azzeccagarbugli che negoziano le norme a cui Stati ed organismi internazionali o sovrannazionali poi devono attenersi? Gli impiegati che sono tassati alla fonte o chi esporta legalmente capitali nei paradisi fiscali sfruttandone la libera circolazione all’interno dell’UE? Chi paga la componente A3 in bolletta o chi si prende quei soldi per produrre energie rinnovabili facendoci una buona cresta?

A riguardo, occorre sempre tener presente che quando si cede sovranità, solo un ingenuo può credere che chi ne beneficia non ne approfitterà. Ad esempio, quando, come con l’EURO, si lega la propria valuta a qualcosa che non è la propria economia, alla potenza che gestisce questo “qualcosa” (cioè chi ha più peso nella BCE) si delega una parte importante della propria indipendenza e ricchezza; aspettarsi che poi non ne approfitti, è pura ingenuità. O, come disse Mayer Anselm Rothschild (1744-1812), fondatore dell’omonimo impero bancario:

Permit me to issue and control the money of a nation, and I care not who makes its laws… Lasciatemi coniare e controllare il denaro di una Nazione, e non mi interessa chi fa le sue leggi.[7]

Osservazione che calza a pennello anche con la cessione di sovranità all’OMS che coordina la sanità mondiale o all’IPCC che guida la lotta ai cambiamenti climatici o alla Commissione europea che detta la linea da tenere agli Stati membri sulle regole fiscali e tanto altro. Per capire quali interessi stanno veramente a cuore, per esempio, alla Commissione europea, basta ricordare che la definizione del budget UE per il 2020 (l’ultimo prima della pandemia) che abbiamo già visto qualche post fa:

è fissato a 168,7 miliardi di EUR… [con] l’obiettivo di destinare almeno il 20% [cioè 33miliardi] alla protezione del clima [mentre, ad esempio,] al Fondo Asilo, migrazione e integrazione sono stati assegnati 949 milioni di EUR per la gestione della migrazione [e] la dotazione per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile è stata fissata a 145 milioni di EUR.[8]

Per la cronaca, divisi per i 500milioni di abitanti dell’UE, dei 334€ a testa che diamo a Bruxelles, 66€ vanno per il clima, 2€ a degli stranieri e 30 centesimi per aiutare i giovani europei a farsi una vita. Quali interessi cura la Commissione?

4. Sul potere delle parole e del ragionamento

Genitori ed educatori come possono insegnare a figli e discenti a riconoscere ed evitare le trappole ideologiche, cioè le interpretazioni interessate della Realtà? Istruendoli a comprendere la Realtà che li circonda, cioè abituandoli a padroneggiare il potere evocativo delle parole e quello analitico del ragionamento per metterli al riparo da ogni neolingua e quindi dalle ideologie che veicolano. Questo è l’argomento del Cap. 10 e la parte principale di questo post.

Insegnare ai giovani il potere evocativo delle parole è, infatti, l’unico modo che abbiamo per assicurarci che la percezione che hanno di sé e del Mondo (cioè come li descriverebbero a parole) è veritiera, dimostrando così di (ri)conoscere ciò che accade a loro ed attorno a loro (anche quando si tratta di cambiamenti climatici, pandemie e guerre), pregi e difetti propri ed altrui. Un risultato che si consegue valutando con e per loro la Realtà in modo obiettivo, cioè scegliendo ed aiutandoli a scegliere le parole giuste, senza eccedere nelle critiche o negli elogi, nel pessimismo o nell’ottimismo, prendendo coscienza di come gli altri li vedono e di com’è la Realtà. Bisogna, insomma, abituarli a distinguere tra dati, interpretazioni (o teorie) e previsioni: prendere le serie storiche delle vittime e dei danni per calamità meteorologiche e verificare se l’espressione “evoluzione catastrofica del clima” è la loro giusta sintesi; esaminare l’esito di guerre umanitarie e preventive per verificare se hanno mai raggiunto i loro obiettivi;…

Passando al potere analitico del ragionamento, genitori ed educatori insegnano a padroneggiarlo sviluppando il senso critico di figli e discenti, cioè l’abitudine a verificare i fatti di partenza e, su questa base, argomentare in modo retto su ciò che accade a loro ed intorno a loro, sulle cose belle e su quelle brutte della vita. Un risultato che possono conseguire solo proponendo posizioni chiare con cui confrontarsi e ponendo domande dirette, chiedendo poi di giustificare le risposte, correggendo eventuali ragionamenti sbagliati. Ad esempio, usare nozioni come la fotosintesi clorofilliana ed i dati sulle variazioni del livello del mare per verificare se, al livello di dettaglio che consentono, avvalorano l’allarmismo climatico; verificare se scopi ed obiettivi della partecipazione italiana alle guerre preventive o umanitarie è in linea con lo spirito e la lettera della Costituzione più bella del mondo;…[9]

Quando genitori ed educatori falliscono nell’assolvere al loro dovere educativo, non trasmettono ai giovani gli strumenti necessari per dare il giusto peso alle cose. I giovani finiscono, così, per essere ossessionati da tutto (cibo, malattie, ambiente, clima, look, guerre, sovrappopolazione, fame nel mondo…) e temono la Realtà al punto di fuggirla, per vivere indisturbati e senza preoccupazioni, rinunciando anche al confronto con gli altri per timore che, andando a fondo alle questioni discutendo, la loro visione idilliaca della Realtà non reggerebbe.[10] Rinunciano, cioè, ad esercitare responsabilmente i loro diritti, cominciando dalla libertà di espressione che non vogliono riconoscere neppure agli altri. Scelgono, invece, di allinearsi conformisticamente all’opinione che reputano dei più, così da non dover affrontare pareri discordi, al punto da fare di buon grado ciò che gli dicono di fare, dando un enorme spazio di manovra a “chi sa e può” che, attraverso i suoi media (social e non) li illude di essere degli uomini, per non fargli capire che in realtà sono solo dei quaquaraquà.

Nel prossimo post svelerò chi, secondo me, è dietro a tutto questo. Chiudo questo con una citazione del mio autore preferito dal mio libro preferito:

I myself think that mankind has a great need of skepticism. We need it to crack open rock-hard heads, to choke fanatical throats. It is needed here more than anywhere, yet it establishes itself on Russian soil with more than usual difficulty. But skepticism cannot give a man a firm footing. And that is something he must have… Credo che l’umanità abbia un gran bisogno di scetticismo: ci serve per convincere i testardi e zittire i fanatici. È necessario qui più che altrove, eppure si fa strada in Russia con difficoltà. Certo, lo scetticismo non può darci una base solida, nondimeno è qualcosa che dobbiamo avere.[11]

 

[1] Accettare l’evidenza (il mondo che vorrei)

[2] In Gramsci (1973) ricordato sempre nel cap. 5, l’autore mette in guardia gli operai dai “giornali borghesi” perché hanno un’agenda sempre favorevole ai loro padroni.

Gramsci, 1973. Gramsci, Antonio: Scritti politici I, a cura di Paolo Spriano., Editori Riuniti, Roma, 1973. p. 21

https://www.liberliber.it/online/autori/autori-g/antonio-gramsci/scritti-politici-i/

[3] Jeff Chester citato in Pilkington (17/2/2012)

Pilkington, 7/2/2012. Pilkington, Ed e Michel, Amanda: Obama, Facebook and the power of friendship: the 2012 data election

https://www.theguardian.com/world/2012/feb/17/obama-digital-data-machine-facebook-election (23/1/2021)

[4] Covid-19: quando la terapia è peggio della malattia

[5] King, 1961. King, Martin Luther Jr.: The Future of Integration, discorso tenuto il 10/2/1961 presso la New York University. Qui citato

https://www.nyu.edu/washington-dc/nyu-washington–dc-events/realizing-a-dream.html  (23/1/2021)

[6] D’Aquino, 2006. D’Acquino, Tommaso, Vangelo Secondo Matteo. traduzione di Roberto Coggi, Edizioni Studio Domenicano, Bologna, 2006

https://books.google.it/books?id=aSUkE0iUTHEC

[7] Owen, 1939. Owen, Robert Latham: National economy and the banking system of the United States, U.S. Government Printing Office, Washington, 1939. Pag. 99

https://www.google.it/books/edition/United_States_Congressional_Serial_Set/HMI6AQAAMAAJ (28/12/2020)

[8] Jaansalu, 8/11/2019. Jaansalu, Liis: Bilancio dell’UE per il 2020: Consiglio e Parlamento raggiungono un accordo

https://www.consilium.europa.eu/it/press/press-releases/2019/11/18/2020-eu-budget-council-and-parliament-reach-agreement/  (17/12/2021)

[9] Nel cap. 11 questo metodo è applicato tantissime volte. Ad esempio, per valutare e raffrontare l’economia italiana (bilancia commerciale, potere d’acquisto, indebitamento, tassi di cambio,…) con la Lira, l’ECU e l’Euro.

[10] Nel capitolo parlo di due comportamenti patologici giovanili, indicativi della mentalità imperante: gli snowflake che non sopportano il confronto ed evitano le discussioni per non mettere a rischio la loro visione della Realtà e gli hikikomori che vivono da esiliati in casa. Una situazione certamente peggiorata dai lockdown [ANSA (26/1/2022)]

ANSA, 26/1/2022: Un adolescente su 4 ha sintomi di depressione da Covid

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2022/01/26/un-adolescente-su-4-ha-sintomi-di-depressione-da-covid_d859c828-fb49-4d6f-992e-112c637d1be4.html (29/1/2022)

Snowflake: https://en.wikipedia.org/w/index.php?title=Snowflake_(slang)&oldid=1063007224

Hikikomori: https://it.wikipedia.org/w/index.php?title=Hikikomori&oldid=1252348075

[11] Solzhenitsyn, 1968. Solzhenitsyn, Aleksandr: In the first circle. Cap. 15

http://www.loper-os.org/pub/warez/1st_circle.txt (20/2/2022)

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Published inAttualitàGuest bloggerVoce dei lettori

2 Comments

  1. AleD

    complimenti all’autore, un dilettante in grado di far emergere la verità grazie ai suoi occhi troppo semplicisticamente skillati. ennesimo esempio di quanto semplificare troppo produca elucubrazioni tutto tranne che attendibili. in compenso ci guadagna l’autostima…

  2. Ale69

    Molto interessante . Bella lettura.

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