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Clima e censura, we live in (P)interesting days

La via per l’inferno si dice sia lastricata di buone intenzioni. Con tutte quelle che circolano di questi tempi ci si potrebbero lastricare anche paradiso e purgatorio. Ma, in materia di intenti lodevoli a rischio di pessimi risultati, con quello che ho scoperto qualche giorno fa si potrebbe ristrutturare il mondo intero, magari anche con rimborso del 110%.

Proprio mentre l’irrequieto Elon Musk si comprava un bel pezzo di twitter, dopo aver fatto sapere di non essere affatto contento dell’atteggiamento del social sulla libertà di espressione, ecco che Pinterest, altro gigante dei new media, sforna delle linee guida per la condivisione del pensiero da far venire i brividi lungo la schiena.

Le agevolo qui sotto tal quali a come sono state messe a disposizione degli utenti della piattaforma:

Per Pinterest è molto importante che le idee disponibili sulla sua piattaforma provengano da fonti attendibili, indipendentemente dalla ricerca che si sta effettuando, che si tratti di ricette di cucina, di prodotti da acquistare, di lavori da fare in casa o di idee per vivere in modo più sostenibile. Per questo, Pinterest ha adottato una nuova policy contro la disinformazione sul clima che punta a contrastare qualsiasi falsità o dichiarazione fuorviante sull’argomento. Con questa nuova policy, Pinterest è l’unica tra le maggiori piattaforme digitali ad aver stabilito delle linee guida chiare e rigorose contro le informazioni false o fuorvianti sul clima, comprese le teorie del complotto. Tali linee guida si applicano sia ai contenuti organici che agli annunci.

Essendo parte integrante delle nostre linee guida per la community sulla disinformazione accidentale e intenzionale, la nostra policy sulla disinformazione sul clima prevede la rimozione dei contenuti che potrebbero danneggiare il benessere, la sicurezza o la fiducia del pubblico, come ad esempio:

  • Contenuti che negano l’esistenza o l’impatto del cambiamento climatico, l’effetto dell’uomo sul cambiamento climatico o il fatto che il cambiamento climatico sia avvalorato dalla comunità scientifica.
  • Contenuti falsi o fuorvianti sulle soluzioni atte a contrastare il cambiamento climatico, che risultano in contraddizione con il parere della comunità scientifica.
  • Contenuti che distorcono i dati scientifici, ad esempio omissioni o selezioni parziali, al fine di minare la fiducia nella scienza e negli esperti.
  • Contenuti falsi o fuorvianti e potenzialmente dannosi relativi a situazioni di emergenza per la sicurezza pubblica, tra cui disastri naturali e condizioni meteorologiche estreme.

Tutti gli annunci pubblicati su Pinterest devono conformarsi alle nostre linee guida per la community. Inoltre, abbiamo aggiornato le nostre linee guida per la pubblicità, che ora vietano espressamente qualsiasi annuncio che faccia riferimento a teorie del complotto o che contenga disinformazione, accidentale o intenzionale, sul cambiamento climatico.

Ora, gli eventi di questi giorni stanno dimostrando, semmai ce ne fosse bisogno, quanto sia odioso e spesso rivoltante imbattersi nella negazione delle evidenze. Uno sport che, evidentemente, alcuni essere umani non possono fare a meno di praticare. Ma, appunto, trattasi di evidenze e, nonostante questo, è anche molto acceso il dibattito sul fatto che, comunque, la libertà di espressione anche delle tesi più assurde sia un diritto inviolabile, pena il ritorno a tempi che il mondo libero ha superato con grandissima fatica.

Su ciò che evidente non è, un tale dibattito è assurdo. Quella del clima è una scienza e, come tale, si fonda sul dubbio, sul confronto, sulla confutazione delle tesi e sulla riproduzione dei risultati, non sull’accettazione tout court del consenso e men che meno sull’imposizione del pensiero. Al di là del fatto che nessuna forma di censura può essere accettabile, come si possa pensare di applicarla ad un contesto scientifico è veramente un mistero.

Nell’educatissimo comunicato stampa di Pinterest, si fa solo un vago riferimento a non meglio specificati partner evidentemente sapienti che li avrebbero aiutati nel gioioso cammino di definire cosa sia giusto o vero e cosa non lo sia in materia di scienza del clima. Non una parola però su come sarà applicata questa regola, Cioè, certo, i contenuti non idonei saranno cancellati, e magari gli autori anche bannati, ma chi deciderà se un contenuto viola le regole? Chi sono questi sapienti? Perché, dall’alto del loro sapere, non hanno ancora tirato fuori l’equazione del clima e posto fine al problema?

Visto che si fa riferimento a temi che risultano in contraddizione con il parere della comunità scientifica (a proposito, qualcuno ha un numero di telefono per la suddetta?), vorrei provare con un esempio. Nel nuovo Report IPCC di cui appena qualche giorno fa è uscita la terza e ultima parte, il WGI e il WGII sono in palese contraddizione sul tema delle alluvioni. Nel primo, che si occupa delle basi scientifiche, si legge che i cambiamenti nelle precipitazioni intense non possono essere tradotti direttamente in un’attribuzione delle variazioni negli allagamenti alle attività umane, perché le precipitazioni sono solo uno dei molteplici fattori che li generano. Il testo del WGII, invece, recita così: gli eventi estremi che causano alluvioni e siccità ad alto impatto sono diventati più frequenti e (o) più intensi per effetto delle attività umane [quindi sono ad esse attribuiti]. Senza entrare nel merito del perché il gruppo che si occupa di mitigazione e adattamento abbia deciso di ignorare il lavoro del gruppo che fornisce le basi scientifiche, se decidessi di fare un bel post su Pinterest riportando una o l’altra delle due tesi sarei bannato?

Probabilmente no, perché tutti e due vanno nella direzione dell’affermazione del disastro climatico. Ma lo sarei di sicuro se ne facessi uno (et voilà, già fatto) che dimostra che invece con riferimento agli eventi precipitativi intensi tutti questi segnali non ci sono affatto.

Perché in fondo è questo che conta, è questo l’obbiettivo, silenziare qualunque voce, quale sia la fonte, che contraddice il pensiero unico, al riparo del quale si scaldano i buoni. Appunto, si chiama censura.

Ultimo elemento di riflessione. Pinterest, pur affermando con orgoglio di essere l’unica (la prima?) piattaforma digitale ad aver adottato questo tipo di policy, vede tra i suoi investitori tre dei più potenti fondi d’investimento USA, evidentemente impegnati ad educare il pensiero comune. O, forse, semplicemente desiderosi di far salire la piattaforma stessa sul carro giusto, nel tentativo di recuperare una situazione finanziaria tutt’altro che rosea, -75% di capitalizzazione in borsa nell’ultimo anno. Auguri.

Di una cosa sono certo, queste non sono belle notizie. Qui non stiamo distruggendo il pianeta, stiamo distruggendo valori intellettuali che hanno impiegato secoli per essere consolidati. Auguri anche a noi.

Foto di Prettysleepy da Pixabay

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Published inAttualità

12 Comments

  1. Negli ultimi decenni , dal 1972 in 50 anni l’ ambiente e le condizioni climatiche sono , sembra che c’e molto piu attenzione alle dinamiche politiche ed economiche che all ambiente
    nel 1972 il primo ” rapporto ” per salvaguardare l ambiente ,
    L’ aumento naturale della popolazione pone continuamente dei problemi di conservazione
    dell’ambiente , ma l’adozione di politiche e di misure adeguate può consentire la soluzione di tali problemi.
    Sono gli uomini che promuovono il progresso sociale , creano la ricchezza sociale , sviluppano la scienza e la tecnologia e con il loro lavoro trasformano l’ambiente umano , insieme al progresso sociale ed allo sviluppo della produzione, della scienza e della tecnologia, anche la capacità dell’uomo di poter migliorare l’ambiente

    Siamo arrivati ad un punto della storia in cui dobbiamo regolare le nostre azioni verso il mondo intero, tenendo conto innanzitutto delle loro ripercussioni sull’ambiente.

    Per ignoranza o per negligenza possiamo causare danni considerevoli ed irreparabili all’ambiente terrestre da cui dipendono la nostra vita ed il nostro benessere.

    Viceversa, approfondendo le nostre conoscenze ed agendo più saggiamente, possiamo assicurare a noi stessi ed alla nostra posterità , condizioni di vitamigliori in un ambiente più adatto ai bisogni ed alle aspirazioni dell’umanità.

    Esistono ampie prospettive per il miglioramento della qualità dell’ambiente e la creazione di una vita più felice. Quello che occorre è un’entusiastica ma calma disposizione d’animo ed un intenso ma ordinato lavoro.

    Per godere liberamente dei benefici della natura , l’uomo deve valersi delle proprie
    conoscenze al fine di creare in cooperazione con la natura, un ambiente migliore.

    Difendere e migliorare l’ambiente per le generazioni presenti e future, è diventato per l’umanità un obiettivo imperativo, un compito per la cui realizzazione sarà necessario coordinare e armonizzare gli obiettivi fondamentali già fissati per la pace e lo sviluppo economico e sociale del mondo intero.

    Un mondo che negli ultimi 50 anni ( dal 1972 ) , per il progresso , per dinamiche politiche , economiche , e’ cambiato , ma le problematiche sul ambiente e clima sono sempre d’ attualita’

    • Giorgio

      giusto, ma forse poco conveniente. Infatti le attuali politiche “green” vanno in direzione totalmente opposta, ignorando i veri problemi e inseguendo costose e disastrose bufale.

  2. paron

    Queste società esistono solo per un motivo: fare denaro per i propri azionisti. E per fare denaro bisogna accalappiare clienti… e per accalappiare clienti bisogna distinguersi dagli altri… e per distinguersi dagli altri bisogna (anche) prendere posizioni popolari e modaiole (in ogni caso pseudo prodromiche del “nuovo”…). Non cerchiamo altre motivazioni. Agli azionisti di Pinterest non interessa alcunché dei cambiamenti climatici.

  3. Francesco

    Occhio che il sito danese che monitora il polo nord non aggiorna da 3 giorni ,non vorrei che lo facessero nuovamente come a Dicembre…..

    • Massimo Lupicino

      Si sono screditati da soli in modo irreparabile. Le figurine che sfornano non dovrebbero più interessare a nessuno.

    • Giorgio

      Io seguo polarportal soltanto per la Groenlandia (dove le cose vanno bene come sempre), mentre per i ghiacci polari seguo il sito giapponese che pare un po’ più serio

  4. Immagino che nel mondo attuale sia difficile fare a meno dei social (io non sono in nessuno e non posso giudicare) ma è necessario pagare un prezzo così alto per essere “parzialmente viventi” in questa socialità?
    Grazie Guido per questo squarcio di poca bellezza nell’ambiente attuale già poco attraente di suo, squarcio che però è necessario per capire lo spirito dei tempi e come li si vuole vivere. Franco

  5. Marco

    È sempre un sollievo per il cervello e per lo spirito leggervi. Se riusciamo/riuscite a continuare a ragionare così , forse non tutto è perduto. Grazia, che Dio vi benedica.

  6. Cristiano

    Beh, se con le regole precedenti andava male ho il sospetto che con le nuove andrà anche peggio…
    A proposito, cos’è Pinterest e a cosa serve? ;-P

  7. Pinterest…???? Ma chi se ne frega!! Ne abbiamo fatto a meno sino ad oggi, possiamo continuare.

  8. Nicola

    Ottimo intervento.
    P. S. Evidentemente le alluvioni in Cina nei secoli passati con centinaia di migliaia di vittime,o forse milioni, sono ‘sfuggiti ‘ agli’ esperti climatici ‘dell’Ipcc e di Pinterest.

  9. Mario

    Mamma mia! Che brutti tempi, speriamo che passi la nottata.

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