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Il Clima c’è ma non si vede

E curioso come a volte capiti di subire la stessa sollecitazione a formulare un determinato pensiero per più volte in pochi giorni, salvo poi dimenticarsene completamente chissà per quanto tempo. Alcuni giorni fa ho partecipato ad un dibattito (non dirò nè come, nè dove, nè con chi), durante il quale tra uno strale e l’altro lanciato tra scapoli e ammogliati, che nella fattispecie erano pro e conto AGW, ho avuto modo di assistere alla meraviglia dei pro che partecipavano per il fatto che, pur in presenza di un minimo solare e di temperature medie globali colte da improvviso bradipismo, le temperature di superficie degli oceani fatichino a scendere. E’ stato simpatico assistere agli sforzi degli altri pro per far comprendere che in realtà il discorso non è così semplice, perchè gli oceani hanno la loro inerzia etc etc.

Dal canto mio ho provato stupore più per il riferimento al ciclo solare, normalmente sfuggito come la peste dai sostenitori del riscaldamento globale antropogenico, che per la perplessità esternata su questo presunto latitante rapporto causa-effetto. Il tutto naturalmente per mettere l’ennesimo accento sul fatto che tutto questo dannato e venefico gas serra che stiamo mettendo nell’atmosfera è ben più forte di qualsiasi altro fattore di forcing. Doppio stupore, in genere anche il fatto che possano esistere forcing diversi da quello antropico è sfuggito come la peste. Ma tant’è, non è di questo che adesso vorrei parlare, quanto piuttosto del fatto che troppo spesso si sente far riferimento al clima come un sistema sì molto complesso, ma di cui in fondo si sa anche che la fisica sottostante al cosiddetto presunto forcing antropico è estremamente semplice e ormai acquisita. In ragione di quella “semplice” fisica, sarebbe evidente che nulla può in questo momento avere più influenza sul nostro clima di quanta ne abbia il forcing della CO2. Purtroppo di semplice in tutto questo c’è solo la dicotomia: se il sistema è complesso -e lo è di sicuro- nulla di quello che lo riguarda può definirsi semplice. Semplificato nelle simulazioni forse sì, ma di sicuro non è la stessa cosa, specie perchè queste faticano parecchio a riprodurlo.

Il secondo episodio è più recente, e riguarda una proficua discussione tra “weather addicted“, nella quale ci si è spinti ad ipotizzare un futuro tutt’altro che caloroso per le temperature medie superficiali (si tratta però di un breve termine climatico), in ragione di alcuni segnali che i pattern della circolazione emisferica avrebbero mostrato negli ultimi mesi. In poche parole, la famosa previsione di un 2010 da picco delle temperature emessa circa un mese fa dallo UK Met Office, avrebbe scarse o nulle probabilità di essere corretta.

Ebbene, la chiacchierata tra scapoli e ammogliati prima e quella tra “weather addicted” poi, mi hanno fatto riflettere: ma qualcuno si è mai posto il problema di immaginare per un momento, anche solo per un momento, cosa abbia significato in passato e potrebbe significare in futuro avere a che fare con un clima che volge al raffreddamento piuttosto che al riscaldamento? Già, perchè del climarrosto sappiamo praticamente quasi tutto (ehm, sapremmo), anche se a volte le uscite come quella del leader africano che lamenta che a casa sua fa caldo per colpa del global warming paiono un po’ eccessive. Sappiamo anche che, per dirla con la Dott.ssa Solomon della NOAA, quello che è secco lo diventerà di più, e quello che è umido pure. Ma del climagelato? Sgomberiamo innanzi tutto il campo dalle semplificazioni. Se delle temperature medie superficiali più alte non determinano necessariamente solo e soltanto caldo, tantomeno farebbero l’opposto delle temperature più fredde.

Direi che in quest’ottica è pressochè inutile guardare al problema a scala globale, visto che, a meno di non possedere il dono dell’ubiquità o di essere Al Gore, che gira il mondo per far proseliti e ovunque vada è inseguito dal blizzard di Fantozzi, solitamente gli uomini vivono in un solo posto, ed è del clima di quel posto che è giusto si preoccupino. Pensiamo al nostro paese. E’ presumibile che potrebbe aumentare la frequenza di occorrenza di episodi freddi, aumentando la percentuale di innevamento sulle zone montuose, e potrebbero avvicendarsi più perturbazioni accentuando la dinamicità dell’evoluzione delle condizioni atmosferiche. Estati più instabili ed inverni piovosi, con tutte le conseguenze del caso.

Una domanda retorica e azzardata allo stesso tempo: ma non vi sembra che questo stia già accadendo? Bella scoperta, direte voi. Questa è proprio l’accentuazione dei fenomeni estremi causata dal riscaldamento globale! Interessante obiezione, peccato che arrivi quando da circa dieci anni le temperature hanno smesso di aumentare e da quindici non hanno un trend statisticamente significativo.

Sarà, ma penso che se si trovasse il sistema per liberare le serie di temperatura dal bias urbano e dai “massaggi” cui son incessantemente sottoposte per passare dalla rappresentatività puntuale a quella areale, si scoprirebbe non solo che non sono aumentate tanto quanto si crede, ma anche che da qualche anno, e per qualche altro anno ancora, sono diminuite e diminuiranno più di quanto i termometri possano e potranno testimoniare.

Perdonatemi la solita chiosa in argomento CO2penhagen (lo so, è una gran noia, ma ci vorrà un po’ per disintossicarsi), ma penso che al riguardo il nulla di fatto della decisione finale del vertice possa essere interpretato positivamente, perchè se in qualche modo si fosse trovato il sistema di far scendere anche di pochissimo le emissioni e dunque (ancora più improbabile) anche la concentrazione di CO2, qualche benpensante avrebbe nel tempo trovato il coraggio di dire che la virata al ribasso delle temperature ne sarebbe stata la diretta conseguenza. E invece così, piuttosto paradossalmente, il fattore antropico cesserà di esistere per evidente “naturale” inferiorità. Certo ci sarà costato qualche miliardo di Dollari o Euro ma, evidentemente, non se ne poteva fare a meno.

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Published inAttualitàClimatologia

9 Comments

  1. Daniele Gamma

    @Galati

    Hai ragione, la maggioranza dei ghiacciai hanno continuato a ritirarsi durante il 2009, ma alcuni no e questo non succedeva da parecchio tempo, 2000-01.
    E’ una notizia e merita di essere riportata.
    Concordo con Filippo che MTG riporta tutti i tipi di notizie.
    Volete sapere un’ altra notizia?
    Uk Met Office non acchiappa una previsione, questo doveva essere un inverno caldo per UK, invece sono sepolti dalla neve come non accadeva da anni, e altra ne sta’ arrivando.
    http://wattsupwiththat.com/2009/12/29/crus-forecast-winter-snowfall-will-become-a-very-rare-and-exciting-event/

    L’ estate scorsa doveva essere una ” Barbecue summer”, invece ha piovuto tantissimo.
    Aspettiamo il 2010, sono convinto che ci sarà da ridere Dott. Guidi.
    Il tempo non segue gli schieramenti?
    E comunque c’è pure questa:
    http://www.meteogiornale.it/notizia/16949-1-attivita-solare-raffredda-l-alta-atmosfera-terrestre

    E chissa’ magari il prossimo anno, complice le abbondanti nevicate di questo inverno, la maggioranza dei ghiacciai alpini finirà di ritirarsi.
    Io piu’ che altro lo spero 🙂

    • Luca Galati

      Era già noto da decenni che la Termosfera si raffreddava al calare dell’attività solare per diminuzione della radiazione ultravioletta che è una delle cause della sue elevata temperatura cinetica (E.Craig – “Alle Soglie dell’Atmosfera”), ma questo raffreddamento non si è mai propagato nei bassi strati atmosferici perchè la radiazione ultravioletta è al più bloccata dalla soprastante stratosfera e non influenza quindi la sottostante troposfera.

  2. teo

    @Galati

    Sono d’accordo sul fatto che una rondine non faccia primavera. Visto che resto pervicacemente nella mia micro-fisica, mi piacerebbe si studiassero appunto anche i localismi senza l’uso dei Globbamoddells per cercare di capire appunto i perche’, senza tirare i dati di qua o anche di la’.

  3. Filippo Turturici

    Credo che il riferimento alla necessaria “correzione” delle serie di anomalia della temperatura terrestre sia pericoloso…ecco un dichiarato negazionista, si dirà!
    Eppure, proprio qui esce lo scettico, non il negazionista: colui che non nega il riscaldamento globale (gli indizi ci sono e sono molti da un buoni 150 anni) ma che vuole quantificarlo scientificamente. Sempre che sia possibile: la “precisione” mostrata dalle principali serie termiche appare fin troppo piccola per essere reale.

  4. Luca Galati

    @Gamma

    Quando la MAGGIORANZA dei ghiacciai alpini sarà in progresso la notizia sarà significativa, altrimenti no: nessuno infatti si è chiesto come sono stati tutti gli altri ghiacciai nel 2009…

    L’MTG è da sempre schierato verso il NGW, per cui qualsiasi cosa che dià nutrimento a questa tesi viene riportata…

    • Filippo Turturici

      L’MTG non è affatto in quello schieramento: è solo equilibrato e riporta notizie di entrambi gli “schieramenti”.
      Ah già, ma chi non è pro, è contro…guai a chi dubita dei dogmi!

    • Luca Galati

      Figuriamoci, stanno sempre a parlare del Sole inattivo e delle ripercussioni o poi non succede nulla: non sarebbe il caso di tirar fuori una notizia quando si è certi degli effetti?

    • Filippo Turturici

      Le faccio alcune domande serie: ma Lei legge gli articoli prima di commentarli? Lei sa cos’è un “interesse scientifico”, o almeno una curiosità? Lei sa cos’è l’astronomia? Ma soprattutto, Lei legge davvero MTG, o non si accorge nemmeno dei mensili aggiornamenti sulle anomalie termiche globali, anche e soprattutto quelle diffuse dal GISS di Hansen (in questi ultimi mesi, fino a novembre, abbastanza elevate)? O secondo Lei un sito “equilibrato” dovrebbe solo presentare gli articoli di un’unica parte, come un sito di propaganda, e continuamente parlare dell’ecatombe prossima ventura ignorando tutto il resto dell’Universo, come fossimo alle soglie dell’Apocalisse?
      Mi sembra una polemica montata e pretestuosa quella contro l’MTG: soprattutto perché non è vera, ed in ogni caso non ha alcun valido fondamento.

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