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Once Upon a Time in The West

Uno dei pezzi più belli che i Dire Straits abbiano scritto, rubato alle leggende dei racconti d’oltreoceano. C’era una volta un paese dove l’inverno era gelido, la neve cadeva di continuo, i fiumi si ghiacciavano e la gente aveva difficoltà a spostarsi, scaldarsi e procurarsi il cibo.

Quel paese era l’Inghilterra, la patria della scienza del clima, con una tradizione così radicata nello studio delle sue dinamiche, da possedere la serie storica più lunga e rappresentativa del pianeta.

Ora il global warming impazza, il clima è sconvolto, la neve ed il freddo sono un ricordo del bel tempo che fu e le estati torride stile 2003 sono la normalità.

Che ne dite? Vi sembra un inizio decente per una bella storia? Il resto della storia è sulle pagine di questo blog, nelle centinaia di articoli e nelle migliaia di vostri commenti che abbiamo scritto sulla favola del clima che cambia per colpa dell’uomo.

Ieri ne abbiamo ricevuto uno che ci fornisce il lieto fine per questa storia. A volte un immagine chiarisce il concetto molto più di mille parole. Godetevela qui di fianco, non è una foto del tempo che fu. E’ di ieri, e tutto quel bianco che vedete non sono nuvole, ma neve e ghiaccio. Come direbbe Kevin Trenberth, ricercatore del CRU, “It’s a travesty!”

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Published inIn breve

Un commento

  1. Duepassi

    Calata la sera, un vecchio si riparò con la nipotina in un luogo che fosse abbastanza in alto per non essere raggiunto dal mare, e accese un fuoco.
    Si aggiustò la sciarpa, e allungò le mani verso le fiamme schioppettanti a cui si scaldava.
    – Nonno – lo apostrofò la bimbetta tutta infreddolita – Mi racconti ancora di quel tempo felice in cui non faceva ancora tanto caldo come ora ? –
    Lui la guardò teneramente e sospirò
    – Fu tanto tanto tempo fa, quando non cadeva questa neve, simbolo del riscaldamento globale che non ci dà tregua, e le nubi erano come fiocchi di cotone, e non così calde e nere. –
    – Deve essere stato bello, vero ? –
    – Eh si, ma la gente era cattiva e continuava a respirare, ed a ogni respiro buttava fuori quell’orribile anidride carbonica…-
    – Oh che orrore ! –
    – Non volevo spaventarti –
    La prese in braccio e cercò di consolarla di quella visione malefica che le aveva proposto.
    Il fuoco illuminava i loro visi inquieti, e danzando nella notte le ombre accarezzavano muri fattiscenti ed alberi spogli.
    – Ma nonno…se questo è il caldo… com’era il freddo ? –
    Lui alzò gli occhi verso di lei
    – Il freddo… non me lo ricordo più. Incominciò tutto ad incalzarci ad un ritmo incalzante, ondate di calore, isole che scomparivano, sepolte da collinette d’acqua… –
    – Collinette d’acqua ? Come sono ? Non le ho mai viste ! –
    – Eppure ci devono essere state, se le isolette dei tropici scomparivano sotto sette metri di acqua, senza che ci fosse nemmeno l’acqua alta a Venezia ! –
    – Come sei saggio, nonno ! Su continua, racconta. –
    – Eminenti scienziati ci avevano avvisati, avevano tentato di farci ragionare, mostrando i cerchi di accrescimento degli alberi, che crescevano, crescevano..-
    – Si, parlami degli alberi, parlami degli alberi, mi piace. Mi ricordo che una volta, quando ero piccina piccina ne vidi uno ancora verde –
    – Quegli stupidi, gli alberi, non leggevano i report dell’IPCC… –
    – Oh, disgrazia…e che successe ? –
    – Successe che si ribellarono e si rifiutarono di ingrassare come avrebbero dovuto, e i sapienti dovettero licenziarli ! –
    – Oh ! –
    – Era l’inizio della fine. Il caldo avanzò dappertutto, portando grandine e neve, pioggia, allagamenti, e la sconfitta della Juve in campionato…-
    – Cos’è la Juve, nonno ? –
    Il vecchio la guardò amorevolmente, ed una goccia di pianto scese sulle sue guancie rugose.
    Ma mentre la sua mano si avvicinava alla testolina graziosa della bimba, si sentì un ruggito orribile, che li fece gelare.
    – Mio dio, nonno, cos’è questo ? –
    – Presto, scappiamo, tesoro, sono gli orsi bianchi… da quando per il grande calore si sono estinti girano per le periferie delle città, e sbranano la gente ! Corri, corri, presto !-
    Chiedo scusa se questa fiaba non finisce con “e vissero felici e contenti”, ma se non li lascio scappare, i miei cari personaggi verrebbero divorati da quelle simpatiche bestiole.
    Anzi, visto che ci siete, dateci voi un occhio…magari qualcuno di voi ha ancora uno di quei fucili con il sonnifero per addormentare gli orsi, di quelli che usano i ricercatori per addormentarli. Ma attenzione a che non finiscano in acqua…mezzi addormentati potrebbero anche annegare, com’ è già successo…

    Guido Botteri

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