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Ancora Spencer sul Bilancio Radiativo

Ancora Spencer, ancora sulle nubi e sul forcing che le variazioni della loro quantità possono indurre nel bilancio radiativo. Ancora una volta restiamo nel campo delle ipotesi. Ma se non c’è dubbio cle concentrazione di CO2 sia aumentata, non c’è dubbio che siano aumentate anche le temperature e non c’è dubbio che vi sia stata una variazione nella quantità di energia persa verso lo spazio dal top dell’atmosfera.

Tutte queste cose oggi possono essere misurate. La concentrazione di anidride carbonica è sotto i riflettori da parecchi decenni e viene misurata con buona affidabilità. Le temperature, specie se ci si riferisce al concetto di media superficiale globale, presentano più di qualche incertezza, ma in fono quello che ci interessa è il trend, più che il valore assoluto. La quantità di energia persa verso lo spazio la misurano i satelliti; sono dati giovani ma sono oggettivi.

Aumenta la CO2, aumentano le temperature, aumenta l’energia persa verso lo spazio dal sistema. Secondo quanto sostenuto dall’IPCC nel 4AR, stando così le cose un raddoppio della concentrazione di CO2 dovrebbe portare un ulteriore incremento di temperatura attorno a 4°C. Ma c’è grande incertezza sul perchè questo dovrebbe accadere, ovvero su quali dovrebbero essere i meccanismi vettori di questo ulteriore riscaldamento. Secondo Spencer, alcune dinamiche naturali, come ad esempio la variazione della copertura nuvolosa potrebbe far giungere lo stesso risultato di variazione del bilancio radiativo, fornendo al contempo anche la spiegazione del meccanismo.

Per cui un incremento della concentrazione di CO2 potrebbe a malapena provocare un riscaldamento pari a quanto già accaduto, ovvero per nulla catastrofico. Finchè non sarà compreso il ruolo di tutti i feedback, qualunque stima della sensibilità climatica sarà una sovrastima. Ciò che ne risulta è un sistema che tanto più è sconosciuto, quanto più appare fragile e perturbabile. Asserire semplicemente che non possono esserci cause naturali delle variazioni del clima, con il livello di incertezza che abbiamo è un semplice atto di fede. Non che questa sia una novità nell’ambito scientifico, ma, sempre secondo Spencere non vedo come dargli torto, nella scienza del clima il livello di fede sembra essere decisamente elevato.

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Published inIn breve

Un commento

  1. Duepassi

    Un ragazzo aveva l’anemia, e la madre lo abbuffava di ferro, ma l’anemia non scendeva. Così si scoprì che il problema non era la quantità di ferro, ma la sua metabolizzazione da parte dell’organismo.
    Allo stesso modo, se si vogliono rinforzare le ossa, non basta fornire calcio, e nemmeno la vitamina D, ma ci vuole anche il sole.
    Insomma, voglio dire che esistono sistemi che non dipendono linearmente da un solo parametro, perché sono più complessi di quel che si vuol credere o far credere, e non sono quindi governabili col controllo di un solo parametro.
    Per questo non ho mai creduto che dal controllo della sola CO2 si possa ottenere il governo di un sistema tanto complesso che nessuno, per grande scienziato che sia, può dire di conoscerlo a pieno.
    Se poi penso che la CO2 viene emessa in tutte le maggiori produzioni di energia, escluso il nucleare, mi vien da pensare, da quella persona maligna e cattiva che sono, che l’attacco alla CO2 non abbia in realtà nulla a che fare col clima, ma nasca in ambito energetico.
    Ma queste sono malignità di un signor nessuno, duepassi, che non conta nulla.
    Secondo me.
    Guido Botteri

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