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Al GORE e il Global Warming Zoogenico

Nel suo ultimo libro “La Scelta” Al Gore attacca la zootecnia e l’agricoltura accusandole di :

“essere una delle maggiori cause di inquinamento responsabili del surriscaldamento globale […] l’esplosione del numero di bovini, suini, e polli ha fatto decollare le emissioni di metano derivanti dall’agricoltura […] il 72% di tutte le emissioni del Canada provengono proprio dal bestiame.” ((Al Gore – La Scelta pg215))

Tra le fonti di Al Gore c’è un’analisi fatta da Scientific American Magazine1) dove si confrontano le emissioni zoogeniche emesse nella produzione di 150 gr circa (mezza libra) di carne bovina, suina o avicola con 150 gr di asparagi, di mele o patate. Come se gli asparagi potessero sostituire la carne. Quindi un’equivalenza a peso, non a calorie o a proteine equipollenti. Tutte Le emissioni poi sono trasformate in CO2 equivalenti e confrontate con quelle delle autovetture. I paragoni sono ridicoli sarebbe come confrontare 1 lt di acqua con 1 lt di vodka, tanto sono entrambi liquidi trasparenti.

Inoltre calcolano le emissioni della produzione di carne, con le seguenti percentuali: 40% dovuto alla produzione di mangimi e foraggi, 14% dalla produzione di concimi minerali, 32% dalle emissioni zoogeniche, e 14% dalla produzione di farmaci, vitamine, integratori ecc. Questi confronti sono inaccettabili come ho già specificato nella critica all’articolo del World Watch Magazine sul ruolo della zootecnia nel riscaldamento globale2. I confronti devono essere fatti considerando:

  • l’equipollenza proteica, la digeribilità e l’appetibilità;
  • tutti i prodotti derivati dall’allevamento, non solo la carne, ma anche trippe frattaglie pellami e liquami;
  • i sottoprodotti usati nei mangimi (che sono il 20-50% della razione) e che molti pascoli sono zone marginali che non possono produrre che erba.

Purtroppo Al Gore continua a fare confronti inutili e non scientifici, infatti afferma anche:

“per produrre circa mezzo kg di carne servono oltre 3 kg di proteine vegetali e più di 20000 litri di acqua” ((Al Gore – L Scelta Pg215))

Invece il rapporto tra le due fonti proteiche non è 1 a 6 come dice Al Gore, ma 1 a 3 e solo per i bovini, per le altre specie è ancora più basso, e l’acqua non si consuma: o torna in falda o evapora e torna sui campi in un ciclo breve3.

Devo tornare sulle emissioni zoogeniche perchè oltre a Scientific American Magazine e World Watch Magazine, in molti considerano il metano zoogenico come una perturabzione aggiuntiva in atmosfera, ma non è così. Come già spiegato4 il metano dopo 4-12 anni viene ossidato a CO2 che sarà assorbito dai vegetali che nutriranno gli animali zootecnici, il bilancio di massa del carbonio deve essere per forza uguale a zero, ne viene assorbito quanto ne viene emesso.

Dieci milioni di vacche in 100 anni non variano la concentrazione del metano in atmosfera se il loro numero non cambia. La concentrazione rimane stabile: se era 1800 ppb nel 2000 sarà 1800 ppb anche nel 2100. Non causano nessuna forzante radiativa aggiuntiva, quindi nessun riscaldamento, casomai contribuiscono al cosidetto effetto serra totale, ma non l’aumentano.

Dieci milioni di auto accese per 100 anni invece cambiano la concentrazione della CO2 , perchè immettono in atmosfera carbonio stoccato nelle visceredella terra, la differenza è macroscopica, ma sono in molti a non capirla. Addirittura una commissione americana5 afferma che gli animali zootecnici producono gas serra responsabile del riscaldamento globale ad es il CO2. Non sanno cos’è il bilancio del carbonio, e probabilmente non hanno letto il rapporto IPCC AR4 2007 dove si afferma chiaramente che le emissioni di CO2 dalla respirazione e dalla fermentazione dei liquami, sia umani, sia zootecnici, sono da considerarsi pari a zero perchè non alterano la concentrazione atmosferica.
Purtroppo per difendere queste assurdità Sylvie Coyaud, consigliere del WWF, nel suo blog, dimostrando di non conoscere la questione, mi scrive: ” Costa ..Non sa a cosa serve una bibliografia e google; e che a contatto con l’ossigeno dell’aria il CH4 produce CO2. Continua a credersi competente, è solo noioso, arrogante e soprattutto logorroico”6.
Lascio a voi il giudizio.

Altri invece sostengono che le emissioni di metano zoogenico siano importanti perchè anche se permangono in atmosfera dai 4 ai 12 anni, nel frattempo scaldano. Anche il fiato della popolazione umana scalda, se è per questo, (secondo la teoria dell’effetto serra) ma non è una perturbazione aggiuntiva e infatti non viene considerata nelle emissioni che riguardano il riscaldamento globale. Così pure il metano zoogenico emesso oggi, sostituisce quello emesso 10 anni fa trasformato nel frattempo in CO2, senza alterare la concentrazione di metano atmosferico, quindi senza causare riscaldamento globale.

E’ importante invece il cambiamento della consistenza zootecnica; in teoria se si riuscisse ad abbassarla, si abbasserebbero anche le concentrazioni di metano, e viceversa. Questo però vale anche per la popolazione umana, perchè alla riduzione della popolazione dovrebbe corrispondere, in linea di massima, una calo di terre coltivate. Questo potrebbe determinare il sequestro e lo e stoccaggio del carbonio dall’atmosfera sottoforma di vegetazione perenne.

proiezione del metano
http://www.worldclimatereport.com/wp-images/methane09_fig1.JPG

In realtà come già analizzato,7 il metano atmosferico negli ultimi 10 anni e anche nel decennio precedente, non ha seguito la crescita zootecnica che è stata marcata, anzi è cresciuto di appena 12 ppb, cioè tracce infinitesimali, smentendo tutte le previsioni comprese quelle delle IPCC (vedi grafico). Forse le previsioni di crescita della concentrazione di metano atmosferico sono sovrastimate proprio perchè le emissioni zoogeniche sono calcolate come aggiuntive. Quindi non è dimostrato che le emissioni zoogeniche siano talmente consistenti da influenzare la concentrazione totale del metano atmosferico.

Un professore mi ha scritto che le emissioni di metano zoogenico, vanno comunque stimate anche se non si vedono in atmosfera, perchè come per le polveri sottili che possono essere dilavate dalle piogge, la concentrazione del metano potrebbe subire delle variazioni da fattori indipendenti rispetto alle fonti di emissione.
Infatti la concentrazione di metano atmosferica potrebbe essere correlata alla concentrazione di ioni ossidrili OH- nell’atmosfera che accorciano il tempo di residenza del metano, ma secondo l’IPCC questa non è cambiata affatto negli ultimi decenni, quindi la concentrazione del metano atmosferico sembra seguire più le temperature che l’aumento del patrimonio zootecnico. Secondo l’IPCC, nessuno conosce i meccanismi che regolano la concentrazione di metano atmosferico, quindi non è dimostrato che ad una riduzione o ad un aumento della consistenza mondiale dei ruminanti, corrisponda un calo o un aumento della concentrazione del metano atmosferico. Inoltre il dibattito su quanto incidano il metano e il CO2 sul clima della terra è tutt’altro che concluso. Il metano ha un ruolo importante come forzante radiativa, ma anche nella determinazione della concentrazione di altri gas serra e cioè l’ozono troposferico, e il vapore stratosferico, ma questo non ha nulla a che fare con la variazione della concentrazione di metano in atmosfera.

Alla stima delle emissioni zoogeniche vanno tolte le tonnellate di CO2 captate dai vegetali che nutrono gli animali, altrimenti ci sarà sempre chi farà confusione e stimerà come aggiuntive le emissioni di metano zoogenico che invece sono emissioni in ciclo in equilibrio tra le emissioni e le captazioni.

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  1. http://www.scientificamerican.com/slideshow.cfm?id=the-greenhouse-hamburger []
  2. http://www.climatemonitor.it/?p=4830 []
  3. http://www.climatemonitor.it/?p=4830 []
  4. http://www.climatemonitor.it/?p=4810 []
  5. http://www.ncifap.org/reports/ []
  6. http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2009/06/09/sweet-food-nation/comment-page-1/ []
  7. http://www.climatemonitor.it/?p=4810 []
Published inAmbienteAttualitàNews

9 Comments

  1. Claudio Costa

    Ho messo i riferimenti in fondo all’articolo
    ad es se leggi questo http://www.climatemonitor.it/?p=4810 che è il n4 troverai spiegazioni più esaudienti.
    il metano zoogenico non partecipa all’aumento delle temperature se il numero di bovini resta costante, nel link ci sono i grafici ufficiali del rateo annuo delle forzanti come vedrai quella del metano è in calo ( mentre i ruminanti sono in aumento) inoltre noterai che i pichhi del metano corrispondono ai fenomeni del nino e dell’eruzione del pinantubo che non sono affatto zoogenici.
    Poi sulla riduzione del metano ho scritto
    “E’ importante invece il cambiamento della consistenza zootecnica; in teoria se si riuscisse ad abbassarla, si abbasserebbero anche le concentrazioni di metano, e viceversa”
    Quindi la riduzione dei capi, o diete apposite, o flora e fauna ruminali particolari:
    si presume determinino un calo della concentrazione di metano atmosferico,
    tanto da presemure di far calare anche le temperature,
    perchè si presume che ad un aumento del metano aumentino le temperature e viceversa.
    Ecco si presume.
    Ma l’efficacia presunta di queste operazioni nessuno l’ha mai dimostrata tanto che i dati reali (l’andamento della concentrazione atmosferica di metano) smentiscono, come detto, le teorie.

    • Duepassi

      Hai scritto:
      “E’ importante invece il cambiamento della consistenza zootecnica; in teoria se si riuscisse ad abbassarla, si abbasserebbero anche le concentrazioni di metano, e viceversa”

      Ma la mia perplessità è sul vantaggio che avremmo dal suicidio zootecnico.
      Capisco la pressione dei vegetariani, e l’arroganza dei vegan, ma non tutti hanno il maggiordomo pronto a soddisfare i capricci del signorino che schifa la carne…
      La scelta vegetariana, che si vorrebbe rivestire di scientificità (presunta, ma tutta da dimostrare), è una scelta per ricchi.
      Lo dimostra il costo dei cibi biologici, che sono fuori della portata delle mense dei poveri.
      Da quando il mio maggiordomo è scappato con la mia settima cameriera, però, sono caduto in una crisi mistica, e mi son domandato se davvero sia giusto imporre noi ricchi ai poveri i nostri sistemi di vita (scherzo, naturalmente).
      🙂

    • Duepassi

      In altre parole, siamo di fronte ad un altro esempio di quello che io chiamo “brioscismo”,
      ovvero
      la pretesa di risolvere problemi seri con soluzioni superficiali ad antieconomiche, improponibili, come sfamare il popolo con le brioche, al posto del pane.
      Tutti vegetariani, tutti brioche e champagne…

  2. Francesco Marangi

    Prese per buone la citazione dal libro di Al Gore, perchè non l’ho letto, nonchè la tesi del ‘ciclo dell’acqua’, stante la sua verosimiglianza, come riportate nel post, da parte mia non posso riferire nulla di scentifico, ma ho una piccola esperienza in merito.
    Ho allevato vitelli che, tenuti in stalla all’ingrasso, avevavo una crescita media giornaliera del peso di circa 1 kg; essi bevevano circa 20 litri di acqua al giorno, in autunno/inverno e 60 litri in primavera/estate, quindi rispettivamente 10 e 30 litri x ogni 1/2 kg di peso acquisito.
    Non avevo altri consumi perchè li allevavo in lettiera permanente e non avevo, pertanto, bisogno di lavare quotidianamente le stalle: lì dove questo è necessario non si consumano più di 100 litri al giorno per capo.
    Allora aggiungo nel conto pure 50 litri al dì x ogni 1/2 kg di peso acquisito.
    Alla fine della fiera, ad ogni modo, in America, in particolare quella di Al Gore, faranno anche le cose in grande, ma come l’impiegano, per ogni vitello, gli altri 19.990/19.970/19.920 litri di acqua al giorno?
    Mistero della fede ambientalista.

    • Claudio Costa

      Al Gore confonde l’acqua utilizzata, con l’acqua consumata che è quella ad es dei prelievi urbani: dalla falda l’acqua viene immessa nel mare quindi è un consumo di acqua dolce che diventa salata, che nel lungo periodo può superare il ciclo di evaporazione e determinare un abbassamento della falda ( calcoli non facili)
      Una volta ho seguito un’inchiesta per capire come fanno a determinare tutte queste migliaia di litri di acqua necessari a produrre la carne, in pratica calcolano tutta l’acqua utilizzata nella filiera a partire da quella necessaria a produrre le macchine agricole, ad irrigare, ad allevare, a macellare, a sezionare ecc

  3. Martino

    Questa cosa mi colpisce molto perché al dipartimento di scienze agrarie dell’istituto in cui lavoro c’è un intero progetto di ricerca finalizzato allo studio di mangimi e foraggi per gli animali d’allevamento in modo che questi ultimi producano meno metano.
    Mi sorprende molto che che ci siano addirittura scienziati che non si siano resi conto che le emissioni degli animali d’allevamento non contribuiscono al riscaldamento globale sul lungo periodo.

    Oltre ai dati del’IPCC potreste darmi qualche riferimento in letteratura scientifica sull’argomento?

    Grazie

    Martino

  4. Pietro

    Vorrei far notare che la metanogenesi è associata ai processi di decomposizione anaerobica. Il che significa che avviene dovunque e comunque. La produzione di metano nell’intestino dei ruminanti (e non solo), scusate la prosaicità, fa rumore, ma che dire di quella che avviene in ogni singolo mucchietto di foglie in decomposizione.
    Ultimamente è stato scoperto che anche le piante vive emettono questo gas e potrebbero essere responsabili fino a un terzo delle emissioni globali, anche se c’è chi dice che non facciano altro che trasportare il metano prodotto nel suolo in atmosfera. Sarebbe un argomento da indagare.
    Le dinamiche legate alla concentrazione di questo gas in atmosfera sono, soprattutto dal punto di vista quantitativo, ancora tutte da esplorare.

  5. Duepassi

    “per produrre circa mezzo kg di carne servono oltre 3 kg di proteine vegetali e più di 20000 litri di acqua” ((Al Gore – L Scelta Pg215))
    dove va a finire quest’acqua, secondo al gore ?
    Evidentemente vuol far pensare che questa quantità d’acqua sparisca dalla circolazione, e perché succeda questo, seguendo al gore e non il nostro buon senso, dovremmo immaginare che la mucca (sarà mica la povera Lola?) beve perché ha sete, ma poi, sapete com’è timida e pudìca la Lola, ora che è diventata una star televisiva, non vuol farsi vedere, la ritrosetta, mentre fa la p… ehm, avete capito, no ? E allora la povera lola gira, gira, cercando la toeletta per mucche. Ma dov’è, ma dov’è ? Quei cattivoni non hanno previsto toelette per mucche, e allora, la Lola, che è assai pudìca, come abbiamo detto, beve perchè ha sete, ma non va al bagno, poverina, e si gonfia, si gonfia… 20 mila litri non son pochi. Per sparire dal ciclo devono rimanere da qualche parte, e quindi è proprio lei, la Lola, che li trattiene, e si gonfia, si gonfia, diventa un pallone, enorme, megagallattico…20 mila litri, per ogni mezzo chilo, ma quanti chili pesa la Lola…? Già i geografi dovrebbero segnalare il Lola Lake, pari a 40 mila litri d’acqua per ogni chilo della signorina…
    🙂

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