Salta al contenuto

Ridateci La Legge 180

Ve la ricordate? E’ quellanorma che chiuse i manicomi. Qualcuno penserà che che ad essa debba la mia libera circolazione, puo essere. Del resto avete mai visto un matto ammettere di esserlo? Vengo al punto. Ho scovato questo video grazie al tam tam di informazioni a volte serie, a volte molto meno, che noialtri scettici, inquinatori, malversati al soldo delle sette sorelle, degli otto fratelli e dello zio d’america normalmente ci scambiamo. Ve lo consiglio, così, per continuare a farci del male, come direbbe Nanni Moretti, e soprattutto per far del male a chi, beato lui ha capito tutto, talmente tutto, da aver prodotto questo fulminante anatema mediatico.

Ora che lo avete visto mi preme fare qualche breve considerazione. Innanzi tutto un plauso agli ideatori del messaggio subliminale, di gran lunga più potente di quello espresso. Tutti gli animali posseggono una coscienza in grado di far loro decidere di gettare la spugna, ma la scimmia, in quanto nostro antenato, decide di farlo all’umana maniera, ovvero usando l’intelletto. L’orso, più modesto, sceglie di salire sul picco per buttarsi di sotto, mentre il canguro ti va a beccare l’unico e forse ultimo treno che passa prima che il disastro sia completo.

Qualche tempo fa qualcuno propose delle sedute di analisi di gruppo per gli scettici dell’AGW. Per questi volenterosi sostenitori dello stesso invece proporrei la camicia di forza. Appunto, ridateci la legge 180.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inIn breve

25 Comments

  1. teo

    Ebbene si’ confesso anch’io
    Il mio vero nome e’ Teodoro e non Teo 🙁
    Colpa di Topo Gigio e di suo nonno per me la vita e’ stata un inferno.
    Scusate questo scarico psicosomatico ma ogni tanto ci vuole. Grazie, grazie per la comprensione
    Teo…acc….Teodoro

  2. Piacere!

    Io sono abituato ad avere a che fare solo con nickname, di solito, ma non ho nessun problema a rivelare la mia “identità“. 😉

  3. Ok, non è un forum, è la sezione commenti di un blog.
    Ok, è un “nickname”. Duepassi non è un nickname? Ma evidentemente essendo lui uno scettico, non gli si chiede un nome.

    Comunque sia, mi chiamo Giulio Caroletti, sono laureato in fisica, lavoro al Bjerknes Center for Climate Research di Bergen.

    Continuerò a usare questo nickname, a meno che la cosa non vi crei ulteriori problemi. Nel qual caso, fatemelo sapere ed eviterò di tornare.

    • Ok, non ti scaldare, a suo tempo anche a due passi ho chiesto di sapere il suo nome. Si chiama come me per di più. 😉

    • Duepassi

      Piacere, Giulio.
      Io mi chiamo Guido Botteri, come ho scritto in molti post.
      Non sono quindi solo un nickname.
      Sono un ingegnere elettronico in pensione, il ché dà conto della mia giovanissima età (62).
      Nonostante gli sforzi del mio dietologo, mi aggiro sui 110.
      Per fortuna sono alto 1,85 e quindi il mio aspetto, nonostante il nome, non è esattamente quello di una “botte”.
      Mi fermo qui, per non allungare troppo l’OT.

  4. @ La Volpe
    Confesso di avere un po’ di difficoltà a parlare con una volpe, se si potesse disporre di un nome sarebbe meglio. Ad ogni modo vengo al punto.La prima parte del tuo ultimo commento sottende il nocciolo del problema: la sensibilità climatica. Tutte le tue affermazioni sono vere e questa è alta, mentre sono false se questa non lo è? Sappiamo quant’è? No. Allora perchè quello che dici lo ritieni probabile? Perchè così dicono le simulazioni? Ma se sono state impostate con alta sensibilità è ovvio che conducano ad un riscaldamento no? Qui nessuno dice che sia tutto sbagliato, solo che a furia di di dirlo siamo tutti convinti che i fondamenti di questa teoria siano inconfutabili. Così potrebbe non essere. E la realtà degli ultimi anni va in questa direzione. E’ possibile fermarsi a riflettere su questo oppure no?
    Sugli effetti locali poi è proprio notte scura, tanto scura che mentre metà italia dovrebbe desertificarsi non si sa più dove mettere l’acqua.
    Ci vuole solo tempo. Quello ci dirà come stanno le cose.
    gg

    • Che la realtà degli ultimi anni vada in direzione di un invalidamento dell’ipotesi del riscaldamento, non mi pare affatto vero. Basta guardare ai dati delle temperature annuali negli ultimi trent’anni.

      Il più grave errore compiuto dai sostenitori della teoria del riscaldamento globale antropogenico è stato appigliarsi ai dati degli ultimi anni senza far notare che il clima terrestre segue delle periodiche oscillazioni di 5-20 anni causate da una serie di meccanismi come la El Nino – la Nina oscillation e l’attività vulcanica. Dire “ahhhh fa più caldo!” senza “scremare” l’oscillazione naturale dal possibile fattore effetto-serra antropogenico, infatti, significa rimettere nelle mani degli scettici la palla una volta che l’oscillazione naturale ci riporterà in un periodo “freddo”. Cosa che potrebbe avvenire ora (si veda anche Mojib Lateef, posso trovare la citazione, quell’articolo è buttato da qualche parte sulla mia scrivania).

    • Caro Guido,

      è vero che ci sono questioni legate alla sensibilità, affrontate anche nell’IPCC AR4, per esempio qui per chi volesse dargli un’occhiata:
      http://www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/wg1/en/ch9s9-6-2.html#table-9-3

      Io comunque, nella risposta a duepassi, intendevo riassumere, come da richiesta, una posizione media, non particolarmente aggressiva o allarmista, degli scienziati del campo.

    • E hai fatto bene. Torno a ripetere che fino a prova contraria (e su questo il climategate ci ha dato qualche pensiero), il rpoblema NON è nella scienza, ma nell’uso che ne viene fatto. Se questo significa che c’è chi si presta ad essere usato, allora anche questo è un problema. Ne convieni?
      gg

    • Certo che sì!

  5. A voler essere pignoli, questo non è un forum… La Volpe.

  6. Duepassi

    Caro la Volpe,
    dal mio punto di vista (gli altri sanno bene che sono profano di climatologia, ed esprimo solo il parere di un uomo della strada interessato a capire perché debba pagare tanto per combattere una catastrofe a cui non crede), direi:
    l’aumento della CO2 aumenta l’effetto serra… di quanto ?;
    vi è stato un riscaldamento globale nell’ultimo secolo…di quanto ?
    (perché ci sono dei dubbi sull’entità precisa del riscaldamento, anche se non sul fatto che ci sia effettivamente stato);
    è probabile che la CO2 sia uno dei responsabili… ma in che misura ?;
    è probabile che la CO2 possa causare un ulteriore riscaldamento globale…ma di quanto ?

    Se viene uno a casa mia e mi dice che ho bisogno di fare dei lavori, può anche darsi che abbia ragione, ma voglio sapere la spesa, i costi/benefici, e se la spesa è fuori di ragione, dico di no.
    Diversa cosa sarebbe se il pianeta fosse “davvero” in pericolo, e in pericolo tale quale viene descritto.
    Ma, personalmente, dal basso della mia manifesta ignoranza, e dalla sofferenza di mie passate esperienze che hanno lasciato il segno, non ci credo.
    In ogni caso mi documento e leggo per capire.

    • Caro Duepassi,

      posso passare a darti del tu? Non per mancanza di rispetto, ma solo perché l’uso del “lei” nei forum mi suona strano. :p

      (il seguente discorso è impostato con congiuntivi e condizionali, è possibilistico ed esprime le conoscenze e/o l’opinione corrente, moderata, di una buona parte degli scienziati del campo – non è “la verità“)

      Il “consenso” scientifico si può stabilire sul fatto che il riscaldamento nell’ultimo secolo si sia assestato attorno a 1°C. Si ritiene che, essendo la CO2 una delle poche variabili che è significativamente cambiata negli ultimi duecento anni, essa possa essere la maggiore responsabile. Se queste ipotesi fossero esatte, allora gli studi fatti al “meglio” delle nostre possibilità (fatte salve manipolazioni) prevedono che nel corso di questo secolo la temperatura possa aumentare ulteriormente. Valori di cui si è parlato come più probabili nel 2007 erano attorno a un altro 1°C.

      Qualora questo fosse vero, le conseguenze sarebbero “drammatiche” solo per un numero limitato di specie viventi e solo per le regioni “di frontiera”. Sarebbe alquanto probabile che l’Europa centro-settentrionale, l’Africa equatoriale, i corvi e i piccioni non risentano significativamente di questo.
      Il grosso problema, e qui sta tutto il busillis, è riuscire a stabilire con maggiore certezza le quantità, che dipendono anche dalla quantità di emissioni. Qualora le emissioni schizzassero in alto in maniera folle (magari a causa del contributo di paesi in via di sviluppo quali India e Cina), forse la temperatura aumenterebbe di più. Magari questo causerebbe più pioggia, più acqua e più fertilità nel sud Italia; o magari ne causerebbe una progressiva desertificazione. Il problema è che è estremamente difficile stabilire una qualsiasi cosa. Ce n’è più che abbastanza per pensare a cercare di mantenere, se possibile, lo status quo. Ammesso appunto che ne siamo noi la causa, in una certa misura. Credo che queste siano le premesse da fare per un discorso sereno.

  7. davide bertozzi

    quale amante degli ANIMALI e del buon senso propongo di riaprire i
    manicomi(abito a Imola ne abbiamo ben 2 dismessi)

  8. Al di là del video che è discutibile, non ritengo sia valida l’argomentazione “più caldo, più piogge, e quindi più vita”, né ha niente a che vedere con l’attuale situazione ciò che avvenne migliaia o milioni di anni fa riguardo le specie viventi. Data la molteplicità delle specie viventi e dei meccanismi presenti in natura, si potrebbe altrimenti dedurne che possiamo fare esattamente quello che ci pare nel mondo, inquinando o meno, infischiandocene di qualsiasi conseguenza, semplicemente perché tanto qualcosa prenderà il posto di quello che scompare (cosa sicuramente vera, ma di certo non troppo positiva). E’ ovviamente una posizione legittima, ma di certo non la condivido; anche perché a quel punto inutile avere riserve naturali, inutile avere specie protette, inutile mettere vincoli paesaggistici. Per cui, per favore – discutiamo pure dei fatti e delle opinioni scientifiche, ma evitiamo di tirare in ballo argomentazioni assurde. Già lo fanno in troppi oggi.

    • Duepassi

      Caro la Volpe, mi pare che Lei sia andato a conclusioni eccessive, frutto di sue convinzioni, ma non espresse assolutamente dall’ottimo Costa.
      Quel che dice Costa credo che sia indubitabile, e lo condivido al 100%, e non c’entra niente né coi vincoli paesaggistici, né coll’inquinamento. La CO2 non inquina, anche se qualcuno cerca di creare confusione per attaccarla; il vero obiettivo di tutto questo potente attacco sono le produzioni di energia – non la CO2, né il clima, né l’inquinamento.
      Personalmente ho grande rispetto dell’ambiente e della natura. Mi fermo sui ponti, quando posso, ad ammirare i fiumi, mi incanto a guardare un lago o una costa, un monte o una foresta. Non ho mai buttato un pezzo dicarta per terra in vita mia.
      Ma tutto questo che c’entra con la CO2 ?, che è un gas essenziale per la sopravvivenza del pianeta, ed anzi fornisce nutrimento alle piante, che ci restituiscono più ossigeno…altro che inquinare !
      L’accusa seria che gli si fa (ma tutta da dimostrare), non è affatto quella di “inquinare” ma che causerebbe un aumento della temperatura globale. Si disse che un raddoppio di CO2 avrebbe determinato un aumento di temperatura di tot gradi (non ho sottomano il dato esatto). Se facciamo però il conteggio di quanto è aumentata la CO2, troviamo che questa predizione non si è avverata. La teoria prevedeva che temperatura in quota nella troposfera della fascia equatoriale dovesse aumentare di 3 volte, ma non c’è traccia di questo aumento. Nel periodo dal 1940 al 1975 la CO2 è aumentata, e invece la temperatura è scesa, ecc. ecc.
      Come vede, ci sono molte cose che non concordano con le previsioni di questa teoria. Così com’è non va bene. Bisognerà capire bene quali altri fattori sono in gioco e che effetti hanno sul clima. Il sole, gli oceani, l’ozono, i moti della Terra, e quello degli altri pianeti (teoria di Scafetta), i raggi cosmici, gli altri strati dell’atmosfera, il geomagnetismo, il vento solare, e via dicendo, c’è spazio per ancora molto studio prima di poter capire davvero il clima, anche se gli scienziati hanno a disposizione satelliti, supercomputer e addirittura linguaggi di programmazione di nuovissima generazione come il Fortran (mi permetta un sorriso).
      Legga gli articoli che ci sono in questo sito, e troverà molti spunti assai interessanti, e capirà che Claudio Costa non è quell’incosciente che Lei s’è immaginato, ma una persona intelligentissima e preparatissima che merita tutta la nostra stima.

      Secondo me.

    • Caro Duepassi,

      non mi sembra di avere detto che Claudio Costa sia un folle; dico solo che le sue argomentazioni in questo particolare momento non sono pertinenti all’argomento, nonché abbastanza discutibili. Non si tratta di una questione scientifica: mi fa sorridere il fatto che si poss (e si debba, perché è giusto) passare sotto la lente d’ingrandimento e contestare tutto quello che arriva dalla comunità scientifica per poi minimizzare qualsiasi problema ecologico che possa riguardare il futuro del pianeta a causa di un possibile riscaldamento con la semplicistica equazione: “più caldo = più acqua = più vita”. E questo senza neanche entrare nel merito dell’equazione.

    • Aggiungo una cosa: la C02 non inquina ed è un elemento fondamentale alla vita. Verissimo: anche la carne lo è per il sistema-uomo, ma provi a mangiare una bistecca a pranzo e una a cena tutti i giorni, e presto si ritroverà in ospedale. I meccanismi che mostrano la relazione tra C02 ed effetto serra sono abbastanza “settled”, checché se ne possa dire. Furono stabiliti, se non ricordo male, nel XVIII° secolo e nei tre secoli successivi non si è mai trovato nulla che smentisse la teoria, anzi, è stata confermata ripetutamente. E’ chiaro che bisogna esaminare a fondo ogni meccanismo e che è verissimo che è difficile fare previsioni climatologiche; è vero che non bisogna lasciarsi andare agli allarmismi; ciononostante, non bisogna neanche rifiutarsi di accettare che certi meccanismi siano ormai più o meno stabiliti dalla scienza. In caso contrario, potremmo anche smettere di prendere l’aereo perché non siamo sicuri che possa reggersi in volo.

    • Duepassi

      Caro La Volpe,
      ho viaggiato più volte, e l’aereo mi ha sempre retto, nonostante il mio notevole peso (supero il quintale…ehm, ma sto a dieta).
      Viceversa ho molti dubbi sulle verifiche sperimentali del governo del clima da parte della CO2. Dal 1940 al 1945, nonostante la CO2 crescesse, la temperatura è diminuita, e non sono in fase CO2 e temperatura in questi ultimi anni. La quantità di CO2 è stata in passato anche 20 volte superiore a quella attuale, eppure il mondo non è finito… siamo qui, prova manifesta che qualcosa di quel che ci stanno raccontando non sia poi così “settled” come Lei sembra pensare.
      E si potrebbe parlare a lungo. Ma questo sito, e tanti altri, è pieno di evidenze contrarie all’affermazione di una “discussione finita”. Con buona pace degli aerei.
      Secondo me.
      Non me ne voglia.

    • La relazione tra CO2 e radiazione ad onda lunga è stabilita da tempo, è vero. Si tratta di una funzione logaritmica, tale che per basse concentrazioni l’aumento di radiazione intercettata è alto, per alte concentrazioni è invece basso. In questo modo, ogni molecole in più di CO2 contribuisce meno di quella che l’ha preceduta. Questo è un fatto. Quelli che dovrebbero intervenire sono i feedback, ovvero degli effetti amplificanti capaci di produrre quel famoso runaway green house effect che porterebbe le temperature a salire sempre di più. E’ su questi fb e sui loro effetti che c’è dibattito, e c’è anche grande incertezza. Primo tra tutti quello del vapore acqueo. Ci sono all’evidenza dei fatti altissime probabilità che la sensibilità climatica sia stata largamente sovrastimata, condizionando pesantemente gli output delle proiezioni. Se così non fosse, saremmo già arrostiti. E questi non sono dettagli.
      gg

    • Caro Guido,

      è vero che ogni molecola di CO2 ha un impatto inferiore a quella che la ha preceduta, ma siamo ben lontani dall’essere vicini a quantità di CO2 in atmosfera tali per cui questa differenza diventa trascurabile.
      Le premesse che vedo io come necessarie sono: il meccanismo dell’effetto serra; l’aumento della CO2 aumenta l’effetto serra; vi è stato un riscaldamento globale nell’ultimo secolo; è probabile che la CO2 sia uno dei responsabili; è probabile che la CO2 possa causare un ulteriore riscaldamento globale.

      Detto questo, possiamo discutere sui numeri, la validità delle simulazioni e dei modelli, gli eccessi di allarmismo, l’uso spregiudicato della comunicazione da parte della comunità scientifica, la capacità della stessa di prevedere gli sviluppi locali e l’opportunità o meno di porre un freno alle emissioni di alcuni gas inquinanti e/o ricorrere a energie alternative. Non potrei certo sollevare obiezioni a chi mi dicesse che ci si occuperà degli eventuali effetti locali una volta che si verificassero e che la scomparsa di qualche specie di ragni o di qualche barriera corallina non giustifica l’allarmismo o gli sforzi. Sarei comunque in disaccordo, ma non avrei niente da ribattere.

  9. Alessandro

    Questi son tutti fuori di senno!!! E poi, da possessore ed amante degli animali quale sono, non sopporto la dilagante abitudine, veramente fuorviante, di rendergli in tutto e per tutto simili a noi. Insopportabile. Grazie a tutto il team di CM!

  10. Claudio Costa

    Questo video lo hanno passato su sky ai tempi di copenhagen e contiene una grossa dimenticanza e cioè che nei periodi caldi interglaciali detti optimum, con temperature nettamente superiori alle nostre come 120000 anni fa, con il livello dei mari più alto di ora di 6 metri ecc il pianeta ha visto il massimo sviluppo della vita vegetale e animale. Se andiamo invece molto più indietro cioè di milioni di anni con temperature superiori alle attuali di 12° C beh allora troveremmo il pianeta ricoperto da una vita rigogliosa come adesso possiamo trovare solo nella foresta pluviale.
    Penso che il meccanismo che sfugga alle analisi, dei creativi che hanno fatto il video sia: più caldo, più piogge, e quindi più vita.

  11. Duepassi

    Mi dispiace, ma è in programmazione una fiction che, ci scommetterei, cercherà di toccare il cuore per sollevare il problema dei matti, che devono essere liberi:
    liberi di far impazzire i loro parenti,
    liberi di uccidere (come avviene sempre più spesso),
    liberi di inventarsi le teorie… ehm, no, questo mi è scappato da sotto il tasto della tastiera… fatte finta che non l’abbia scritto…
    🙂

Rispondi a Claudio Gravina Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »