Salta al contenuto

Ambiente, clima, e pensiero laterale

Il Resto del Carlino di venerdì 5 febbraio nella cronaca di Bologna titola “Anche la città ha la tosse – quando le centraline sforano aumentano le visite”. Poi, un interessante interpretazione di questo fenomeno che verrà comunque dibattuto ad una due giorni di studio presso il Policlinico Sant’Orsola. In pratica, la tosse sarebbe l’indicatore della qualità dell’aria e quando le centraline di rilevamento superano i limiti si hanno anche i numeri massimi di ricorsi alle visite mediche. Tanto più inquinamento, tanti più malati.

Ora, è vero che noi tutti siamo preoccupati per lo stato della qualità dell’aria nelle nostre città, e siamo altrettanto preoccupati per la relazione causale che intercorre tra questo stato della qualità atmosferica e lo stato della nostra salute di cittadini. Rimaniamo però anche un po’ perplessi quando le informazioni ambientali vengono trattate secondo una logica sequenziale così “ruvida”.

Se qualunque problema scientifico, del quale si ricerca una soluzione, potesse essere trattato così direttamente, allora avremmo già programmato un computer a fare questo lavoro, ed i ricercatori se ne potrebbero tranquillamente stare a casa. Chi meglio di un computer fa 1+1+1+…?

Così poi, solo per puro divertimento e senza nessuna volontà di essere scientifici, cerchiamo di sviluppare una serie di “scenari” diversi, basati sul pensiero laterale. Per chi non lo sapesse il “pensiero laterale” è un metodo di ragionamento che favorisce il numero delle ipotesi, rispetto alla singola e necessaria validità di ogni passo del pensiero sequenziale. Essendo la mente molto più preparata a nutrirsi di cliché, il pensiero laterale è quello strumento che permette di rompere questo approccio abitudinario offrendo il maggior numero possibile di alternative, giuste o sbagliate che siano. Questo modo diverso di considerare le alternative è rappresentato da quell’uomo che, caduto dal grattacielo, lo si sentì bofonchiare passando davanti al terzo piano “beh, fin qui tutto bene!” (da E de Bono “Creatività e pensiero laterale” BUR 1998).

Non siamo epidemiologi, ma ci aspettiamo che esista una qualche relazione tra insorgenza di tosse e periodo dell’anno: anzi, sembra che queste cose appartenessero alla categoria “malattie stagionali”, prima del global warming, ovviamente. Ci aspettiamo anche che, a fronte di consistenti variazioni della temperatura ambientale, i cittadini tendano ad abbandonare l’uso dei mezzi pubblici per fare maggior ricorso al trasporto privato, evitando così lunghe attese alle fermate.

Essendo poi  “portatori di carrello” nei centri commerciali, che nel genere umano maschio corrisponde alla linea evolutiva della varietà sherpa, ci rendiamo immediatamente conto che nelle giornate fredde il libero cammino medio scende notevolmente: parametro misurabile attraverso il rapporto del numero di urti tra “carrellisti” e tempo impiegato per fare la spesa, ovviamente normalizzato sulla spesa totale e rigorosamente corretto per il fattore offerte 3×2.

Se utilizziamo le regole del pensiero sequenziale oggi si sarebbe tutti al policlinico Sant’Orsola a sentire la relazione di chi sostiene: più sforamenti uguale a più tosse, ergo tutti a piedi. Se, invece, utilizziamo le regole del pensiero laterale allora facciamo in modo da non escludere dal nostro ragionamento una serie di alternative che possono essere ragionevoli o irragionevoli, ma comunque da determinare, e che sono:

  1. il traffico aumenta perché fa più freddo/caldo e si usa il trasporto privato per garantirsi il riscaldamento/raffrescamento, e chi resta a piedi si ammala perché esposto al clima;
  2. l’aumento della tosse è generato dalla maggior co-presenza nei centri commerciali tra sani ed ammalati e l’aumento del traffico è dovuto alla prima parte del punto 1;
  3. il numero delle visite in ambiente ospedaliero aumenta perché quello delle visite espletate dai medici di base diminuisce, perché restano imbottigliati nel traffico a causa della prima parte del punto 1;
  4. il veicolo sono gli untori, i figli, che tenuti in locali chiusi dai maestri a causa delle condizioni rigide esterne si passano germi/virus/bacilli/funghi, con effetto pandemico, ed i genitori aumentano il traffico perché preoccupati per la salute di questi micidiali veicoli di infezioni-malattie, che sono appunto i figli, come da prima parte del punto 1.

Insomma una serie di alternative, e chi più ne ha più ne metta, da esplorare. Forse qualcuna neppure troppo stupida da non contenere degli elementi che i veri epidemiologi dovrebbero tenere in considerazione prima di decidere di farci andare tutti a piedi, facendoci così ammalare definitivamente.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...Facebooktwitterlinkedinmail
Published inAmbienteAttualitàNews

10 Comments

  1. teo

    Il problema della misurazione delle concentrazioni presenta sempre il duplice aspetto di risultare rappresentativo del respirato ma anche quello di essere significativo per la popolazione esposta.
    Il D.M. 60 di fatto impone alle ARPA dei criteri di metodologia di campionamento e, normalmente le centraline e per strumentazione e per posizionamento rispettano alcuni parametri strumentali e geometrici (campionato di un certo tipo, distanza dagli ostacoli di tanto, ecc).
    Alcune situazioni per le architetture proprie della tessitura urbana presentano delle criticita’ che possono non essere contemperate dalla zonazione della specifica rete di rilevamento.
    Cioe’, possono esistere per meccanismi di bilancio radiativo ed energetico o strutturale (portici, tunnel, ecc)delle zone nelle quali il superamento dei limiti di legge, ovvero lunghi periodi ad alta concentrazione di inquinanti potenzialmente molto pericolosi per la salute. Il tempo di permanenza dei soggetti risulta allora un parametro fondamentale.
    La domanda pero’ diventa: e’ il traffico in quanto tale ad essere potenzialmente pericoloso oppure e’ la distribuzione delle attivita’ a rendere pericolosi alcuni luoghi?
    Questa e’ una domanda vuoi scientifica che politica perche’ vede a monte una domanda piu’ di base che deve essere formulata da ogni buon amministratore: ho pianificato una citta’ contemperando le esigenze di tutti quelli che la usano??
    E’ per questo motivo che molto spesso con la storia dei superamenti dei limiti di legge e la correlazione con i ricoveri (basta digitare “superamenti limiti di legge” su un motore di ricerca e vedete quante volte appare la relazione, incredibile vero?) gli amministratori locali parlano del problema del traffico, di norme europee, e di altri meccanismi auto-assolutori e poi lottizzano con la sola logica degli oneri urbanistici senza “progettare” il “genius loci” che ci dovrebbe convincere a chiamarli ‘buoni amministratori’.

    Sfortunatamente, anche partendo dai piu’ buoni propositi i cittadini assorbono questi concetti a-scientifici e fondano comitati per la difesa ad esempio di una piazza dalle auto, o chiedono la chiusura di un varco, causando cosi’ aumento di tempi di permanenza, o allungando percorsi. Peggio ancora, una volta soddisfatti tornano a votare ideologicamente per un assessore che li ha accontentati peggiorando la qualita’ della che volevano difendere.

    Di questi “falsi-amici” scientifici (inteso come categoria grammaticale, sinonimi ecc.) voglio ricordare un esperimento, in linea di base interessante, condotto da una famosa associazione ambientalista. L’esperimento era quello di esporre un lenzuolo bianco alla finestra per vedere il livello di inquinamento. Peccato che la misura riproduca solo l’effetto camino delle pareti (che possono essere illuminate piu’ o meno, e quindi raggiungere temperature piu’ o meno elevate, solo per disposizione architettonica specifica) e non abbia alcun collegamento efficace con i livelli di inquinamento reali.

    Le polveri fanno male? Siamo tutti d’accordo. La loro misura e’ stata corretta e rappresentativa dell’effetto fisiologico? Parliamone!

    Scusate il lungo appunto
    teo

    • teo

      scusate i refusi:
      1- prima riga ” dover risultare rappresentativo…”
      2- terzultimo capoverso ” qualita’ dell’aria che volevano difendere”

  2. .. da non trascurare che – negli studi epidemiologici – sono usate le misurazioni delle centraline stradali come parametri significativi dei livelli di inquinamento… quando misure con strumenti portatili (queste si significative di ciò che uno respira) danno valori ben diversi e variabili non poco nel tempo.. (in genere in casa c’è un inquinamento maggiore che all’esterno..)
    http://giovannistraffelini.wordpress.com/2009/10/13/andiamo-a-piedi-se-possibile/

  3. Filippo Turturici

    Sull’inquinamento attuale, però, “a naso” io sarei molto ottimista: qualcuno se li ricorda gli scarichi di 20 o anche 10 anni fa? (diciamo 10-15, 20 anni fa ero ancora bambino)
    Una specie di prova del 9 è la neve in città…dove c’è, ovvio! E ringraziando il Cielo (anche atmosferico) che le previsioni di appena 10 anni fa, sulla scomparsa della neve al Nord specie in pianura, si sono dimostrate completamente inattendibili.
    Una volta, appena caduta, in poche ore la neve a bordo strada diveniva nera, ma proprio unta, da sporcarsi le mani.
    Oggi, invece, anche diversi giorni dopo una nevicata, vedo a Padova, nelle rotonde più trafficate, neve a bordo strada ancora candida.
    Allora, tutto quello che volete sul PM10…ma non è che, per un rischio sanitario infimo, si sta da anni montando un caso, creando disagi a persone ed aziende (es. i giorni senz’auto), quando l’inquinamento “pesante”, da carbone o da piombo, è ormai solo un lontano ricordo? E vi parla uno che fino a 16 anni non sapeva cosa fosse l’allergia, e ora ce l’ha.

    Comunque non preoccupiamoci: il mondo post-GW sarà più profumato, promessa di scienziato!
    http://news.bbc.co.uk/earth/hi/earth_news/newsid_8503000/8503823.stm

  4. Duepassi

    Parlo per la mia città, Napoli.
    Un giorno passa un’auto che riempie l’intera piazza di denso fumo nero. Chiedo al vigile perché non gli fa la multa. Mi risponde di non poterlo fare perché non ha l’opacimetro… Ci vuole l’opacimetro per vedere che un’auto del genere è drammaticamente, follemente, ingiuriosamente al di là dei limiti e del buon senso ?
    Si sequestri l’auto, e si facciano le verifiche, alla presenza di un esperto dell’automobilista (se crede).
    No, il sistema è lasciar in pace chi inquina molto, e prendersela con gli altri.
    (Potrei portare esempi a non finire di questa orrenda mentalità, ma mi limito).
    E così si impedisce di fatto alla gente di andare a lavorare, o li si costringe a sacrifici disumani, due volte alla settimana, in giorni lavorativi, e poi chi inquina passa tranquillo sotto il naso dei “rigidi” esecutori di disposizioni che gridano vendetta al cospetto di Dio.
    Non lo dico per un fatto personale, non lavoro più e ho l’abbonamento annuale a tutti i mezzi. I mezzi che uso di più sono però le mie gambe.
    Cosa farei io ?
    Costruzione di realtà periferiche moderne ben collegate.
    Costruzione di parcheggi, utilizzando magari palazzi fatti svuotare, compensando però adeguatamente le persone trasferite.
    Rafforzamento e miglioramento dell’offerta dei mezzi pubblici.
    Spesso non salgo sugli autobus, perché sono troppo affollati, e in un autobus affollato succede di tutto.
    Costruzione, ove possibile, di portici, in modo che la gente non si senta costretta a prendere l’auto quando piove. Napoli si blocca ad ogni pioggia.
    Messa in sicurezza delle periferie.
    Molta gente, a Napoli, teme la periferia. Lo Stato deve prender possesso del territorio, per evitare la densità assurda abitativa che poi si viene a creare nel centro.
    Accellerazione alla costruzione delle metropolitane.
    Se si riuscisse a portare più gente in periferia e a far diminuire sensibilmente la densità abitativa del centro, il grosso del problema sarebbe automaticamente risolto.
    Bisognerà però che qualcuno ogni tanto fermi anche le auto guidate da personaggi del tipo: “…ma ha visto che facce avevano ?”

    Secondo me.

  5. teo

    Vediamo. Innanzi tutto non parliamo affatto di CO2 perche’ non e’ un inquinante, e credo che fin qui si possa essere d’accordo (se con inquinante si intende un composto che possa avere effetti diretti sulla salute).

    Poi, possiamo parlare della politica degli sforamenti.
    I limiti per microgrammi per metrocubo solo un valore in continua diminuzione presso i paesi della CE. partiti da 100 ci avviamo ad accettare soltanto 30 come valore limite.
    Il numero degli sforamenti in aumento non e’ quindi affatto correlato con un peggioramento della qualita’ dell’aria ma con un confronto relativo alle nuove applicazioni di norme piu’ restrittive.
    Allora o la salute umana e’ triggerata su una soglia pari a 50 mg/m^3, quindi prima eravamo tutti malati e ora vediamo le fluttuazioni, altrimenti i ricoveri non possono essere correlati con gli sforamenti. I ricoveri devono essere diminuiti passando da 100 a 50 e dovranno diminuire andando a 30.

    Quindi gentile Mauro nessuno nega la relazione causale (ho avuto il piacere di scrivere almeno un centinaio di memorie in materia di inquinamento e non sono certo io a volerne minimizzare gli effetti), anzi.

    L’ironia e’ metodologica. Dopo 30 anni di studi sull’inquinamento oggi gli epidemiologi ci dicono che c’e’ una relazione di legge, non fisiologica, ripeto di legge, tra sforamenti e salute.

    Questo trovo sia abbastanza incredibile. Quando andremo a zero come limite di legge cosa succedera’???

    Mi permetta poi di sottolineare che il problema del traffico e di quel tipo di inquinamento e’ piu’ legato alle politiche urbanistiche delle citta’ che al numero delle auto. E anche qui non e’ difficile trovare situazioni a traffico zero ma in presenza di sforamenti. Ma non voglio applicare il pensiero laterale perche’ potrebbe far balenare ipotesi cambogiane su spostamenti di popolazioni da zone a forte presenza di inversioni atmosferiche ad altre.

    Cordialmente
    PS: mi scuso con GG per aver fatto perdere di credibilita’ al Blog

  6. Mauro M.

    Si va bene utilizzare un “pensiero laterale”…ma qui l’ironia mi sembra eccessiva!!! Se le centraline di rilevamento superano i limiti e si hanno anche i numeri massimi di ricorsi alle visite mediche, non mi sembra ci sia tanto da discutere..
    Perchè non si sta parlando solo di Co2 ma di inquinanti molto vari e in particolare polveri e micro polveri, che escono dalle auto(problema principale di inquinamento nei centri delle città) e che provocano irritazioni alle vie aree e conseguentemente bronchiti, soprattutto nei bambini.
    In altre parole,con lo smog si crea un terreno più facile in cui freddo, batteri e virus, grazie anche ai micro-danni
    provocati dalle polveri sottili, possono indurre infiammazion ai polmoni.
    Penso che articoli del genere possano far perdere di credibilità un blog altrimenti ottimo.
    Saluti

    • Caro Mauro,
      usare l’ironia con cognizione di causa, come Teo ha spiegato nel commento, non fa perdere di credibilità, ma la accresce. Sarà pur vero che qui in genere parliamo d’altro, ma la mia idea è che anche questo è un settore dove, pur di fronte a problemi seri ed accertati (ben diversi da quelli climatici) si sentono dire e si vedono fare delle grandissime fesserie. Come per esempio in questi giorni in molte città italiane.
      gg

  7. Duepassi

    Prima che qualcuno si rabbui, naturalmente mi riferivo ai brioscisti, e non ai ricercatori seri.
    I brioscisti sono quelli che partono in quarta a salvare il pianeta, senza approfondire i problemi, come quella grande principessa che, secondo Rousseau, avrebbe esclamato:
    – S’ils n’ont plus de pain, qu’ils mangent de la brioche! –

  8. Duepassi

    Come vuole che i ricercatori vadano per pensieri tortuosi e laterali, seppur ricchi di soluzioni non banali,
    quando hanno a disposizione un’autostrada a 4 corsie, con pedaggio iniziale dove sta scritto:
    non avrai altra causa che me ?
    (e cioè l’AGW)
    Vuole che avendo a disposizione la pappa già bella scaldata e pronta, certi cervelli affatticati e stanchi si lancino ad esaminare ogni vicolo, ogni viuzza laterale, quando c’è chi pensa per loro ?
    Anche perché chi non s’adegua rischia di pagare la multa e salata.
    Per fortuna però ci sono i lavori in corso, e qualcuno è costretto ad accorgersi che ci son anche altre vie, ad usare il cervello, che se fosse progettato solo per il pensiero straight forward, sarebbe fatto a forma di tubo, o per lo meno sarebbe dolicocefalo molto allungato, e non com’è, a forma “cefalica”, meso- o brachi-, o perfino dolicocefala, ma con misura e moderazione.
    Va bene, si scherza un po’ per interrompere una giornata di duri studi.
    (Tra l’ungherese Miskolczi e Erl Happ, teorema viriale e ioni mesosferici d’azoto che precipitando nella stratosfera tirano tiri mancini all’ozono, la mia capa rischia di andare in fumo, che è grave per un non fumatore)
    🙂

Rispondi a teo Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Categorie

Termini di utilizzo

Licenza Creative Commons
Climatemonitor di Guido Guidi è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale.
Permessi ulteriori rispetto alle finalità della presente licenza possono essere disponibili presso info@climatemonitor.it.
scrivi a info@climatemonitor.it
Translate »