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Il Ciclone Repubblica

Dare il nome alle perturbazioni atmosferiche è un vezzo, se volete un’americanata di cui nella vecchia Europa delle medie latitudini si potrebbe fare tranquillamente a meno. Serve soltanto ai media per far presa sull’opinione pubblica con nomi fascinosi ed evocativi, che spesso celano un po’ di mistero pur svelando in realtà solo le generalità di qualche parente del meteorologo buontempone di turno che li conia e da’ in pasto all’informazione. Ma che diavolo di nome è Xynthia (anzi trattandosi della Francia qualche reporter ha anche azzardato un avantissimo Xynthià)?

Che possano essere utili a chi questi eventi li osserva, studia e prevede è fuori discussione, l’attenzione in questi casi va a ben altro, specie perché per fortuna, trattasi di eventi tutt’altro che frequenti. E’ un po’ diverso il discorso per i Cicloni Tropicali, che al culmine della stagione di occorrenza possono attivarsi anche due o tre per volta. Nominarli nel caso può tornare utile, perchè c’è tutta una catena di allertamento della popolazione posta in essere dalle autorità, che non può essere soggetta ad equivoci e fa della rapidità di recepimento del messaggio uno dei suoi punti chiave.

In Europa, come detto, è diverso. Ad ogni modo voglio fare anch’io l’americano e propongo un nome per il prossimo ciclone extra-tropicale che interesserà il vecchio continente. Lo chiamerei appunto “La Repubblica”.  Questa la prima pagina di oggi (i riquadri in evidenza sono miei):

Cosa diavolo c’entra il maltempo in Francia con il terremoto in Cile? Due catastrofi naturali, certo. Ma cosa significa l’aggiunta: Clima impazzito anche in Europa? Forse il terremoto ha a che fare con il clima impazzito? Un po’ difficile da sostenere. Forse il maltempo in Francia ha a che fare con il clima impazzito? No, neanche quello.

Così, su due piedi direi che conviene dare uno sguardo a quanto scritto da un meteorologo francese su Le Figarò. Chiaro e semplice, il riscaldamento globale non c’entra un tubo. Ma il seme è ormai gettato, la piantina va annaffiata, così scatta anche l’articolo nelle pagine interne: “Cicloni sempre più ricorrenti e nel futuro forse anche uragani“. Non c’è dubbio, un bel problema, un’altra ghiotta occasione per fare allarmismo. Il succo? Eventi come quello che ha interessato la Francia e forse anche uragani (peggio siore e siori, molto peggio) saranno sempre più frequenti e l’Europa ne sarà flagellata, specie oltralpe. Motivo? Il caldo che tutti ci ammorberà, lo dicono non meglio specificate fonti “scientifiche” di cui nel pezzo non v’è traccia alcuna.

Sicché non solo arrosto, ma pure sott’acqua e sbatacchiati dal vento. Davvero un destino infame. Chi ha scritto però non sa che semmai il riscaldamento globale riduce e non aumenta il rischio di eventi violenti. Chi ha scritto però non sa che la scienza, quella vera, ha appena prodotto uno studio in cui scienziati pro e contro l’AGW, tutti insieme, hanno convenuto che non c’è alcun segnale antropogenico nei dati relativi ai Cicloni Tropicali. Chi ha scritto però non sa che quella dell’aumento dei fenomeni estremi è con le conoscenze di oggi una bufala assoluta, alla quale, con una mano sul cuore e una sul portafogli continua a credere soltanto Al Gore e chi gli dà (ahimè) ascolto.

Chi ha scritto però, non sa. Ma nonostante tutto dice. Questo è il problema vero, non le bizze del tempo!

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Published inAttualitàMeteorologiaNews

8 Comments

  1. Claudio Cattaneo

    ooooops !…Paolo Mezzasalma …sorry

  2. Claudio Cattaneo

    Ohhhhhhhhhhhhhh!!!
    Finalmente gli ‘insofferenti’, anzi meglio dire i sofferenti (nel senso di afflitti) di pseudo-telegiornali e pseudo esperti-tuttologi cominciano a farsi sentire !!! Quoto in tutto e per tutto Luciano Mezzasalma e Daniele Gamma: ma dove c… la trova l’emerito prof. Maracchi (bioclimatologo???) tutta questa straripante energia (in più?) ? l’ha misurata ? e che “c’azzecca” con i fenomeni estremi (che fra l’altro sembrano nella norma o addirittura diminuiti come frequenza e/o intensità): mi spieghi o mi si spieghi di grazia come sarebbe il nesso tra cotanta causa e l’effetto…ma non per sentito dire dal responsabile di scala di Legambiente o al bar o su Repubblica che cita a sua volta Al Gore che cita…topolino…
    Per finire un appello : mandiamo tutti un fax alla redazione del tg4, a mediaset, al Presidente del Consiglio (che sarà sicuramente e RISPETTOSAMENTE ascoltato…arf,arf) “fate tacere Fede ! Mandate in vacanza Maracchi in un posto tipo la Mongolia o la penisola di Yamal…ma senza satellitare!

  3. Daniele Gamma

    Si, e poi basta!
    Non ne possiamo piu’ di sentire Emilio Fede dire la sera al tg 4:
    ” E adesso parliamo di clima, ecco le previsioni per domani….”
    Lo ha fatto anche ieri sera! Basta!
    Mandategli un mail come redazione, ditegli qualcosa voi, vi prego non si puo’ sentire…. fatelo smettere.

    Che qualcuno spieghi ad Emilio Fede che cosa è il clima.

  4. E’ proprio così Daniele. Mettiamolo in questo modo, chi fa meteorologia non dovrebbe parlare di clima? Chi fa clima non dovrebbe parlare di meteorologia? Chi fa informazione così non dovrebbe parlare affatto!
    gg

  5. Daniele Gamma

    Vorrei fare delle affermazioni su Xinthia.

    La prima di tutte è che Xinthia NON E’ un ciclone tropicale , come è stato piu’ volte erroneamente affermato dai media, ma bensi’ un ciclone extratropicale, la differenza è enorme, anche se, in rari casi, gli effetti possono essere simili.
    Se andiamo a ricostruire la sua genesi, Xinthia si forma a latitudini tropicali, intorno Madeira, quindi neanche troppo tropicali, ma a causa di una anomala colata di aria fredda che ha raggiunto dette latitudini, quindi si forma per contrasto tra aria molto fredda che si scontra con aria piu’ calda a basse latitudini e che poi inizia a risalire verso NE.
    Insomma un po’ tutto il contrario di quello che è stato detto, insomma Xinthia era una depressione extratropicale a cuore freddo e non tropicale a cuore caldo.
    Bisognerebbe spiegarlo a chi di dovere.

    Se ho detto qualcosa di sbagliato qualcuno mi corregga.

    Daniele

  6. L’inondazione, non di acqua ma di notizie iperboliche, è continuata in serata con i TG.
    Cominciamo con Canale 5, solo perché il servizio è andato in onda per prima. Anche loro hanno lanciato l’allarme: “terremoti violentissimi e disastri atmosferici senza precedenti, che sta succedendo alla Terra? Ne parliamo con uno dei più riconosciuti esperti”.
    Ecco che appare il dott. Maracchi, che non ha bisogno di presentazione. Ovviamente non può che dire che qualcosa di sensato e cioè che tra terremoti e cicloni non c’è nessuna correlazione. Magari avrebbe potuto anche dirglielo ai giornalisti del TG5 di fare una presentazione meno ridicola. Prosegue, poi, col suo argomento preferito e cioè che in un mondo più caldo gli eventi estremi sono ancora più estremi.
    “D’altra parte c’è più energia in gioco”.
    Giusto, no? Il discorso non fa una grinza.

    Passa un minuto e sul TG1 appare Bertolaso, anche lui esperto di clima. Prima afferma che eventi di questo tipo sono già accaduti nel passato, bontà sua, poi però aggiunge che il riscaldamento globale fa sì che adesso si possono avere precipitazioni che in poche ore scaricano valangate di acqua.
    Sarebbe il caso di scrivere una lettera al direttore della protezione civile, al quale dobbiamo solo riconoscenza per quello (ed è tanto) che fa per questo Paese, in cui gli spieghiamo che quando si parla di fenomeni meteo intensi è meglio che si circondi di altri e più preparati consiglieri. E, nel caso non sia preparato sull’argomento, è sempre meglio ammettere che non è roba di sua competenza. Poi, se volesse cominciare ad informarsi, magari potrebbe leggere quest’articolo dove è spiegato come accade che si formino delle bombe d’acqua: http://www.climatemonitor.it/?p=4390 .
    Passato Bertolaso, il TG1 prosegue con l’evento in Vandea e c’informano che, sempre bontà loro, i cicloni extratropicali non interessano l’Italia perché abbiamo le Alpi a proteggerci. Nel servizio c’era un ricercatore del CNR, che non mi pare abbia detto cose troppe fuori posto, ma che intercalato nel contesto sconclusionato e ignorante del servizio confezionato dalla giornalista, gli ha proprio fatto fare una pessima figura.

    • Guido

      Io direi che il buon Bertolaso debba ringraziare il Popolo Italiano per tutti i benefits ricevuti(tipo “fisioterapiste” e favori agli amici degli amici e relativi cognati), piuttosto che il contrario…Saluti a tutti

      Guido, è il primo tuo commento, avrai notato che considerazioni del genere preferiamo evitarle, siano esse positive o negative. Difficile che da cose del genere possa arrivare una maggiore conoscenza del sistema clima. 🙂
      gg

  7. Fabio

    Fosse stato in Italia si sarebbe invece gridato al paese delle banane.
    Invece è stato in Francia, non hanno dato l’allarme, ma a volte si sbaglia, con una tempesta di questa portata …

    Ma basta, saremo nel paese delle banane ma abbiamo ancora molto da insegnare, nonostante tutto.

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