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Il Fotovoltaico e La Crisi

Girando per gli stand della 34° fiera Expo Riva Hotel di Riva del Garda (dedicata alle attività economiche inerenti il turismo alberghiero), ho percepito qualche timore nel settore “Eco-Hotel”, dove ho sentito le preoccupazione degli installatori dei pannelli fotovoltaici. “Fino alla fine dell’anno è attivo il Conto Energia (cioè il Decreto che incentiva la produzione di energia elettrica da fonte fotovoltaica) poi si vedrà; speriamo che il governo riproponga il conto, altrimenti il rischio è che dobbiamo chiudere”. Questa era la lamentela degli addetti ai lavori.

In effetti, nonostante il calo del costo dei pannelli registrato nel 2009, la tecnologia è ancora assai costosa e trova una clientela solo in presenza di incentivi pubblici. La questione è assai complessa. Da una parte c’è la forte esigenza di ridurre i finanziamenti stessi nella speranza che la tecnologia – sostenuta da anni – cominci a camminare con le proprie gambe; anche perché tali finanziamenti gravano sulle bollette dell’energia elettrica che paghiamo tutti. Dall’altra, tuttavia, c’è la fiducia che il solare fotovoltaico – sebbene sia oggi ancora una nicchia di mercato – possa esercitare un ruolo non trascurabile nella riduzione delle emissioni di gas serra, nell’ambito dell’obiettivo europeo di ridurre, entro il 2020, il 17% delle emissioni.

Qual è l’intenzione del governo? Corrono molte voci. In gennaio il sottosegretario allo sviluppo economico, Saglia, aveva garantito l’attivazione di un nuovo conto energia, come “driver per uscire dalla crisi attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro”. E’ invece di questi giorni la notizia del taglio del 25% degli incentivi per i grandi impianti, il quale – secondo l’Assosolare (l’associazione dell’industria solare fotovoltaica) – rischia di frenare la crescita del mercato. Ci sono novità in materia?

Certamente hanno ragione gli installatori a chiedere chiarezza agli amministratori sui progetti futuri: l’incertezza non fa bene all’economia (soprattutto a chi ha investito in questo settore). Ma una riflessione mi pare d’obbligo: in questo periodo di crisi, con le amministrazioni pubbliche che cercano ogni strada per limitare le spese, fino a che punto è possibile continuare la politica di incentivazione al fotovoltaico?

NB: questo pezzo è uscito anche qui.

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Published inIn breveVoce dei lettori

4 Comments

  1. Pietro

    Il punto è che la fase di startup incentivato del fotovoltaico non può durare all’infinito, ma è anche vero che non si può tagliare i contributi da un giorno all’altro. Servirebbe a livello europeo un piano in 5-10 anni di riduzione progressiva dei contributi. Del resto, fintanto che lo stato continuerà a foraggiare questo settore non possiamo certo pensare che i produttori di loro spontanea volontà diminuiscano i prezzi dei pannelli rinunciando a spropositati margini di guadagno. E’interessante infatti notare che il calo dei prezzi del 2009 è coinciso proprio con la stretta ai contributi in Germania, principale mercato del fotovoltaico.

  2. Lorenzo

    Non c’è alcun dubbio che il Conto Energia verrà rinnovato. Quello di cui si lamentano gli addetti ai lavori è soprattutto che questo non è stato ancora fatto. Una grave mancanza, in effetti, come sottolinei tu: la mancanza di punti fermi che impediscano la programmazione è quanto di più deleterio ci possa essere.

    Inoltre e naturalmente, come da copione, nel fare i loro interessi, si lamentano dei tagli eccessivi :-). Ma io credo invece che i ribassi nei prezzi dei pannelli degli ultimi mesi giustifichino appieno questi tagli, come sia giustificato appieno l’indirizzo del governo di privilegiare i piccoli impianti a scapito dei grandi, poichè da un lato si favorisce una delle caratteristiche più interessanti del fv, la “democratizzazione” nella produzione di energia e dall’altro si impedisce che con l’autorizzazione di pochi grandi impianti, appannaggio dei soliti grandi investitori, si esaurisca in breve tempo tutta la potenza incentivabile programmata (vedi Spagna, dove adesso il settore è in panne per via di uno sviluppo troppo esplosivo).

    Il fv avrà bisogno di incentivi almeno per un altro decennio. Solo dopo si può pensare che possa iniziare a camminare con le proprie gambe o con poche facilitazioni. E infatti nel programma di lungo respiro del governo si parla di 8000 MW da incentivare da qui al 2020. Con l’attuale Conto Energia si superano di poco i 1000 MW, il nuovo dovrebbe prevedere 3000 MW nell’arco di 3 anni.

  3. […] nella riduzione delle emissioni di gas serra, nell’ambito dell’obiettivo … Leggi fonte notizia: Notizie correlate:Il fotovoltaico e la crisi « Giovanni Straffelini's […]

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